Il suicidio
di
beppino
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Lettera pubblicata il 17 Settembre 2005. L'autore, beppino, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
14.941 commenti
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x beppino. che lavoro fai o facevi ?a parte la tua voglia di morire,che non m interessa,da come scrivi dai l impressione di essere un tipo speciale e molto preciso e io potrei approfittare spudoratamente di te.se il mio intuito non sbaglia, secondo me sei napoletano,tra i 50 /60 e lavoravi in un posto pubblico o statale. rispondimi perchè sono curiosissima. ma ricorda sei un intellettuale e approfitterò di te
Ciao @David, le persone che ho menzionato hanno lasciato dei loro commenti tra il novembre 2010 e il gennaio 2011, quindi sono già passati più di 2 anni, non sò se hai avuto modo di conoscerli. La ragazza si chiamava Valeria e usava come nickname Delusa, mentre il ragazzo si chiamava Vincenzo (forse i più vecchi frequentatori di questo blog se li ricordano). Sono a conoscenza della loro morte perchè sia la madre di Valeria che la sorella di Vincenzo, hanno trovato questa pagina nella cronologia dei rispettivi pc, e entrando hanno lasciato la notizia dei loro suicidi.
Ciao @Alberica, mi spiace per la tua perdita, e posso comprendere i perchè delle tue parole. Il fatto è che molte volte qui entra gente che spara qualche commento pesante, fregandosene di come possano essere presi da chi, in questa pagina, cerca di crearsi una sorta di oasi tranquilla, dove può trovare un pò di pace dalla propria condizione interna confrontandosi con chi è nelle proprie stesse situazioni e non vuole sentirsi giudicato o insultato anche qui, visto che ce già chi lo fà nella vita quotidiana, al di quà dello schermo. Ricambio il tuo abbraccio, e spero che tu possa trasmettere a chi troverai qui, quell’imput che gli manca per continuare.
Alberica pensi davvero quello che scrivi ? e pensi davvero che i suicida glie ne freghi qualcosa di chi resta ?,con tutto l’amore che si può aver ricevuto o dato? Mi dispiace per i tuoi figli …… ma tu non puoi sapere cosa c’è dentro di noi da portarci a compiere quel gesto !! Le guerre cosa centrano non lo sò! @DAVIDE sò di chi parli ,non ho avuto più notizie neanche io in privato e non sò che fine abbia fatto .Spriamo che ritorni presto a scrivere per darci sue notizie .@Luca 76 ,io sono la più vecchia di questo blog e prima di loro ce stata anche una ragazza 🙁 ,quindi anche chi scrive mette in atto il suo pensiero e quì di gridi di aiuto ce ne sono stati tantissimi credimi ,meno male che scrivendo ci siamo aiutati a vicenda paragonandoci tra noi .Alcuni sono morti (pochi per fortuna),ma tanti ce l’hanno fatta !!! :-)ciao Davide ciao Piergiorgio come stai ?
Alberica scusa se mi permetto, non so se posso ma vorrei farti una domanda. E’ molto personale e giustamente sei liberissima di non rispondere. Ma se vorrai dire delle cose mi piacerebbe tu fossi sincera in quello, anche poco, che deciderai di condividere.
Dopo un tuo bel piazzato “contate su di me”…. Qui più che mai penso sia importante la SINCERITA’ NELLE PAROLE CHE CI SI DICE, in rispetto a quello che si cela.
Alberica hai perso due figli e… ti sei chiesta se valeva ancora la pena vivere. Sei anche andata oltre all’interrogativo tentando di andartene dalla vita e dal dolore ?
( Considera che la risposta non mi è dovuta, e considera che preferisco nessuna risposta, ad una risposta costruita ).
Il discorso nonni e guerra c’entra un pò poco ma…
mio nonno ha combattuto in Libia nella seconda guerra, il frammento di una bomba lo colpì ad una gamba, è stato mutilato di guerra e prendeva una misera pensione d’invalidità. Ha lasciato parte di sè in battaglia, altri hanno perso la vita.
Amore per la patria ? Per il futuro ? Stronzate !! Mio nonno come la maggior parte dei giovani d’allora, sono stati obbligati ad abbandonare la loro vita per andare a combattere una guerra che loro non avevano deciso. Hanno lottato per la sopravvivenza. Gli affetti che avevano lasciato ed il desiderio di riabbracciare madri e fidanzate facevano andare avanti, facevano non impazzire, facevano sopravvivere. Mio nonno è morto a novembre del 1992. Un uomo burbero ma dolce, di cuore !
Continuo, come dal primo istante, ad essere d’accordo con l’amica Alberica.
Qualcuno dei più vecchi, credo se lo dovrebbe ricordare.
Tempo fa qualcuno scrisse in questo forum, che dopo un incidente stradale, dove pultroppo aveva perso la vita un ragazzo, l’indomani nel luogo dell’incidente, era comparso un telo bianco su cui qualcuno aveva scritto:
” Ciao Francesco; da ieri siamo Tutti un pò più soli ”
Credo che con quel gesto, in poche parole, l’autore riassumesse un concentrato di bisogno e smarrimento smisurato, e che con quel gesto, volesse esternare oltre al dispiacere affettivo, una carenza di affettività sociale che simili episodi acuiscono nella nostra mente. Quando queste tragedie non sono prevedibili, ci si trova dinnanzi improvvisamente ad affrontare una realtà molto crudele, emozioni comunque troppo forti da contenere, in cui ci si ritrova a convivere e costretti prima o poi, a fare i conti con l’amara realtà.
E’ ancora maggiore è lo strazio quindi, presente in noi, quando queste tragedie, vengono da tutti, poi… ma solo dopo, dichiarate “Evitabili”…., e non di certo, per il bieco Egoismo di chi è rimasto!
Delusa che tristezza,l’ho vista ma non ho letto i suoi commenti.E’inutile che venga fuori il predicatore,il moralista ecc…Mi spiace davvero amici
Basta con tutti questi predicatori,moralisti,bigotti.Il nonno di mio padre ha fatto la grande Guerra,sul Piave e molto prima perchè dall’inizio del 1916….Volete smettere con l’analizzare la moralità,la bontà d’animo,il coraggio,la vigliaccheria ecc…Di chi si toglie la vita.Non potete capire niente,chi siete inquisitori?Torquemada.Oppure volete aiutare qualcuno?Oi oi se volete aiutare qualcuno con i vostri aneddoti…e dire”Cattivo,cattivo,bisogna essere bravi e non buttarsi sotto al treno.”.Poveri noi,cosa c’entra la guerra, un parente di mia madre ha fatto la guerra del Vietnam,e allora cosa c’entra tutto questo?E cosa c’entra se un disgraziato muore in un incidente stradale?Io non sono un vigliacco e ho tentato il suicidio tre volte,adesso non mi sento di uccidermi adesso sono coraggioso?.Ma fatela finita bigotti!!!!
E’ un pò che non leggevo questo blog e la sua piccola evoluzione mi ha lasciato alibito, spratutto i commenti di Alberica, e la sferza di citazioni che in un breve tratto si è scatenate. Ormai sono poche le parole che posso dirvi, poichè più niente mi rimane per spiegarvi il mio punto di vista.
Tornando sui commenti di Alberica, che a quanto pare non hanno attirato la sola mia attenzione(premetto che mi scuoso per come mi farò intendere).Mi sembra che tu sia venuta quì a fare volontariato, parli come una suora che aiuta i lebbrosi lungo la strada, e per l’ennesima volta, restare quì per aiutare gli altri?noi? sarebbe come un povero che elargisce l’elemosina al ricco. Qui, almeno io, sono a discutere il fluido e nitido presente, inquadrandolo da un punto di vista il meno materiale possibile. Cercando di trovare risposta al perchè di certi comportamenti sociali, di certe situazioni e miei sentimenti. D’ora in poi parlerò per mè, poichè non conosco quanti condividono il mio pensiero. Il mio problema non si può individuare in qualche capitolo di psicologia o sociologia, poichè comprende un punto di vista ben più globale. Quando vedo, ad esempio, la situazione del nostro stato, penso:”Mio dio, è questa l’Italia per la quale tante persone hanno dato la vita, nella quale si parla sempre dell’interno dello stato, mentre siamo solo una piccola,debole,ottusa penisola che parla una lingua quasi sconosciuta nel resto del mondo?com’è possibile che mi chiedano di studiare,imparare e sviluppare il mio io attorno alla cultura di un posto che non è altro che ciò che la vita moderna e “civile” ha partorito nell’ennesimo tentativo di tener in vita ciò che due mila anni fà era un’impero?”. Vedete, quando sento di una strana specie di qualcosa che si estingue, o di un luogo che viene deturpato in via definitiva, mi prende un senso di sconforto ed impotenza poichè sò che sono spettatore di un gioco di una creatura che dovrebbe essere soltanto una delle tante spiece,in simbiosi con le altre. E se così non è, allora perchè si spacciano per maestri di vita quei grandi filosofi secondo i quali ragionamenti logici la loro stessa esistenza è di precario significato?Ma questo è niente, domande che un curioso e giovane ragazino si pone per svagarsi con il proprio intelletto in una società dove la gran parte dei suoi coetanei trascorre una notevole parte del propio tempo a parlare di calcio. Il peggio arriva quando le domande me le faccio io,sono miope, e mi chiedo quanto questo inflenzerà la mia vita, quali possibilità mi sono negate da principio?Quanto trascorro del tempo da solo,mi viene il dubbio di cosa sarebbe potuto succedere se lo avessi trascorso in qualche altro modo.E mentre dentro di mè succede questo, la gente vede dall’esterno un classico ragazzo alto, con l’aria da sfigato , e si prepita ad acclamare come filosofo il primo figo che cita qualche bella frase. Ed io mi chiedo,Perchè?