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Il suicidio

di beppino
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 17 Settembre 2005. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 14.932 commenti

Pagine: 1 9 10 11 12 13 1.494

  1. 101
    rossana -

    “Ho venerato convinto la vita come sostanza, e sono arrivato a riconoscerla e a poterla amare solo come funzione.” (H. Hesse)

    ho trovato questa citazione per caso su un altro forum e mi è parso che avesse senso riportarla qui…

  2. 102
    anonimo -

    Guarire
    | 1ª ed.

    David Servan-Schreiber

    Prezzo di copertina: Euro 17,00

    Sperling & Kupfer | 2003 |

    Contenuto – Altri dati

    Contenuto:
    Stress, ansia e depressione sono spesso additati come i responsabili di malesseri e malattie di ogni tipo e gravità. Ma qual è l’approccio migliore per affrontarli e sconfiggerli? Secondo questo testo rivoluzionario, basato su rigorosi studi scientifici e scritto da un illustre psichiatra, non servono farmaci né psicanalisi, ma è sufficiente risvegliare le energie sopite del proprio organismo. Rifacendosi alla sua esperienza di medico e ricercatore nel campo delle scienze cognitive, aperto nel considerare gli indiscussi risultati ottenuti in questo ambito da medicine alternative come quella cinese o tibetana, David Servan-Schreiber propone una nuova ‘medicina delle emozioni’, naturale e dolce, che consente a chiunque di ritrovare – in tempi ragionevoli e senza inutile dispendio di denaro – equilibrio psicofisico e serenità. E ci spiega come agiscono sulla nostra intelligenza emotiva i sette metodi terapeutici da lui considerati più efficaci: dalla famosissima agopuntura alla molto meno conosciuta coerenza del ritmo cardiaco – raggiungibile mediante semplicissimi esercizi di respirazione -, all’assunzione degli acidi grassi Omega-3, l'”olio che fa funzionare il cervello”. Avreste mai detto, per esempio, che un piccolo apparecchio collegato alla lampada del comodino e capace di simulare un’alba artificiale può influire sul vostro umore per tutta la giornata? Servan-Schreiber illustra dunque sette vie percorribili per sanare insieme il corpo e l’anima: grazie a lui e al suo libro possiamo, finalmente, guarire. Visitando il sito http://www.guerir.fr si trovano altre notizie interessanti sui singoli metodi di guarigione, oltre a un’accurata bibliografia e a un test che misura il proprio grado di disagio emotivo. E’ possibile inoltre comunicare direttamente con l’autore.

  3. 103
    anonimo -

    Alcolismo e depressione: correlazioni ed interazioni

    Tipologia prodotto LIBRO
    Autore
    Casacchia Massimo
    Editore
    Japadre

    Data pub.
    1990
    Genere
    psicologia
    Collana
    Monografie psicologiche
    Pagine
    246
    Prezzo
    € 12,91

    http://www.al-anon.it/homeit.php

    I Gruppi familiari Al-Anon sono un’associazione di familiari ed amici di alcolisti, che si riuniscono per condividere esperienza, forza e speranza allo scopo di risolvere il problema comune. Noi crediamo che l’alcolismo sia una malattia che coinvolge tutta la famiglia e che un cambiamento di atteggiamenti possa favorire il processo di recupero.

    Al-Anon non è affiliata ad alcuna setta, fede, partito politico, organizzazione o istituzione, non si impegna in alcuna controversia, né appoggia o si oppone ad alcuna causa. Non vi sono quote da pagare per essere membri di Al-Anon. Il nostro mantenimento è autonomo e avviene attraverso i nostri contributi volontari.
    Al-Anon ha un solo scopo: aiutare le famiglie degli alcolisti. Questo fine lo realizziamo mettendo in pratica i Dodici Passi, offrendo accoglienza e conforto alle famiglie degli alcolisti, e dando comprensione e incoraggiamento all’alcolista.

    Prenditi un momento per rivolgere a te stesso le seguenti domande: Sei preoccupato per il bere di un’altra persona? oppure Sei cresciuto con una persona per cui l’alcol è un problema?. Se ti identifichi con alcune di queste domande è importante che tu sappia che con una telefonata si può trovare aiuto e speranza per amici e familiari di alcolisti.

    Da quando Al-Anon è nata nel 1951, i centri di salute mentale e Al-Anon hanno lavorato insieme. Da un recente sondaggio in seno ad Al-Anon, risulta che quasi la metà dei membri hanno dichiarato di aver ricevuto un aiuto professionale sia prima che dopo la loro adesione ad Al-Anon, e numerosi membri sono arrivati in Al-Anon dopo aver consultato uno psicologo.
    In quanto operatore nel campo della salute mentale, lei può aiutare in modo particolare le persone sconvolte dal consumo di alcool di qualcun altro.
    Di solito quando le persone sconvolte dall’alcolismo di un loro familiare e ricorrono alla psicoterapia, non si rendono conto che l’alcolismo è la principale causa dei loro problemi. Un bambino, figlio di un alcolista, può aver bisogno di cure perché ha difficoltà nel concentrarsi sul suo lavoro scolastico, perché ha la fobia della scuola o perché ha dei sintomi psicosomatici.
    Un adolescente può presentare turbe nel comportamento, quali il perfezionismo o l’abuso di alcool o di droga. Il figlio adulto o il coniuge di un alcolista può, all’inizio, cercare di curarsi per la depressione o l’ansietà. Oltre a fornire un sostegno emotivo, lei può essere d’aiuto identificando l’alcolismo come malattia della famiglia e suggerendo al suo paziente di cercare aiuto attraverso il programma di Al-Anon/Alateen.
    Patricia O’Gorman, dottore in filosofia e psicologa specializzata nel trattamento delle famiglie di alcolisti, descrive così il modo in cui Al-Anon funziona: “I tre principali ostacoli che i membri della famiglia devono superare per poter progredire sono affrontati in Al-Anon:

    * Isolamento.
    Al-Anon rompe l’isolamento mettendo i membri della famiglia in contatto con altre persone che, come loro, si sforzano di ristabilirsi dagli effetti dell’Alcool.

    * La paura del cambiamento.
    Man mano che i nuovi membri prendono coscienza dell’impatto distruttivo dell’alcolismo, si rendono conto che devono imparare ad affrontare la malattia in modo più costruttivo. Con l’appoggio di altri membri e vedendo che questi riescono a cambiare la loro vita, i nuovi arrivati superano gradualmente la paura del cambiamento che li ha imprigionati in abitudini autodistruttive.

    * Mancanza di informazione sull’alcolismo.
    Al-Anon fornisce ai suoi membri informazioni sulla malattia dell’alcolismo per mezzo della letteratura e delle conoscenze acquisite dai membri più anziani.

  4. 104
    rossana -

    grazie, Anonimo!

  5. 105
    alexia -

    sono andata sul sito francese,è proprio interessante!qsi qsi mi interesso per procurami “guerir”..

  6. 106
    anonimo -

    GUARIRE LAVORANDO
    La manifestazione è un’azione, nell’universo tutto è in movimento. Non guariamo riposando ma scoprendo l’atteggiamento corretto nell’azione
    (Amadio Bianchi)

    Il tempo e l’energia che quotidianamente impieghiamo nel lavoro ha, nella vita moderna, raggiunto un’ampia misura al punto che verso questa direzione spendiamo quasi tutto il tempo che il Creatore ci ha messo a disposizione. La situazione mi sembra angosciosa… In qualche caso è bene rivedere il proprio rapporto con questo aspetto della vita.

    Mi viene da sorridere quando sento parlare di conquiste sociali. Abbiamo ottenuto una bella schiavitù se dobbiamo impiegare mediamente, fra spostamenti e lavoro vero e proprio, circa dodici ore della nostra giornata. Calcolando poi, che altre tre ore vengono suddivise tra il mangiare, vestirsi, lavarsi e altre faccende e che un’ora e mezza di media viene impiegata per vedere la televisione, infine sette o otto ore per dormire, ciò che rimane da dedicare allo scopo più importante della vita, cioè capire cosa siamo venuti al mondo a fare o scoprire che abbiamo anche una vita interiore è di circa una mezz’oretta. Se questa mezz’ora poi la utilizziamo diversamente è certo che da vecchi saremo solo “vecchi” anzichè essere saggi. Non dico altro.

    Dal momento che mi occupo di benessere psicofisico e non potendo da solo, per il momento, cambiare le cose, ritengo oggi più che mai importante cercare, nell’atteggiamento interiore verso il lavoro, la soluzione di tanti problemi esistenziali. Un comportamento sbagliato nell’attività, fa affiorare differenti disturbi (il più comune è lo stress).

    Vediamo di capire cosa succede. Dentro di noi si alterna una opposta dualità di intenti: ad esempio una parte di noi vuol fare l’azione, l’altra si oppone. Due forze contrapposte convivono e devono essere comprese, educate e ben finalizzate.

    In generale ci stressiamo perché siamo nell’azione con resistenza. Significa che fare malvolentieri una cosa è nocivo per la salute e a lungo andare fa insorgere la malattia. Bisogna pertanto capire, come prima cosa, se siamo al posto giusto nel momento giusto e poi “lavorare” sulle resistenze perché dentro di noi non ci sia la guerra… e la guerra come si sa ha un prezzo. Se faccio l’impiegato delle poste ma svolgo malvolentieri il mio lavoro, finirò per ammalarmi, perché l’energia che già consumo nella lotta interiore mi uccide prima ancora che la mia azione sia in atto.

    Anche l’armonia dell’ambiente stesso dove si lavora è molto importante. Vi conviene spendere un po’ di tempo per costruire buone relazioni con chi vi lavora accanto. Credetemi ne vale la pena.

    Per alcuni anni ho insegnato yoga in alcune vallate in Italia e in Svizzera. Posti stupendi, in essi anche solo per il clima e la bellezza naturale la gente dovrebbe vivere in uno stato di estasi. Invece non è così. Molti dei miei allievi lamentavano disturbi causati da stress comportamentale. Una volta per dare loro una lezione, che non sono sicuro abbiano compreso neanche adesso, li ho invitati ad una giornata sugli sci. In queste vallate sciare è paragonabile al Luna Park per i ragazzi.

    Facciamo yoga e neve

    dissi, ed alcuni aderirono prontamente all’iniziativa. In particolare un soggetto che si presentava alle lezioni di yoga accusando costantemente sproporzionata stanchezza causata dal lavoro.

    Iniziammo a sciare al mattino presto, appena gli impianti di risalita aprirono i battenti. Sono anch’io nativo di quelle parti per cui non mi manca l’abilità sugli sci.

    Avendo intenzione di dare loro una lezione di vita, in particolare al soggetto che sempre soffriva di stanchezza cronica, “tirai” forte tutta la mattina. Su e giù, non so quanti chilometri facemmo e quanta energia spendemmo anche solo di mattina. Permisi loro di consumare un pasto frugale e ripresi, ancora avanti per tutto il pomeriggio. Alle 16 ci sedemmo al bar del “Fungo” per prendere tutti insieme una cioccolata. Eravamo stanchissimi ma irradiavamo soddisfazione e felicità come non mai. Il soggetto stressato stava seduto davanti a me:

    non hai mai speso così tanta energia in una giornata di lavoro?

    gli chiesi e la risposta era ovvia.

    chiediti perché oggi sei stanco ma felice

    soggiunsi

    il tuo atteggiamento psicologico nei confronti dello sci è diverso rispetto a quando vai a lavorare. Riesci a capire perché oggi sei stanco ma felice? Non realizzi che essere o non essere felice anche sul lavoro dipende solo da te e dal tuo atteggiamento interiore?

    Prima di tutto, nella vita, ci si domanda se si è nel posto giusto e se si decide che lo si è, perché veramente si è al posto giusto, oppure al momento si devono devono accettare le cose come sono perché non si dispone di altre alternative, bisogna lasciarsi andare.

    Si impara a lavorare sulle resistenze interriori come fanno i grandi campioni, i quali, quando hanno completato il potenziamento dei muscoli che servono all’azione, iniziano a lavorare sugli antagonisti o muscoli che si oppongono all’azione educandoli nel modo adeguato. È così che viene completata una preparazione ad alto livello sia sul piano fisico sia psicologico. Si sa, la manifestazione nella sua espressione è duale. Anche fisicamente nella gamba ci sono i muscoli che agiscono e quelli che si oppongono. È tra questi due opposti che la natura ricerca l’equilibrio e l’armonia per la vittoria del giusto. Nell’uomo, ciò vale sia sul piano fisico ma ancor più su quello quello psicologico.

    Se gli opposti che vivono in noi già ci consumano tutta l’energia nella lotta interiore prima che giungiamo all’azione siamo stanchi ancor prima di iniziare…

    È questo che devi comprendere

    continuai

    se vuoi guarire del tuo stresss cronico

    Quella fu una importante lezione, ma come vi dicevo all’inizio di questo scritto, intuire che il tempo impiegato da ognuno nel lavoro è davvero tanto, che non ci si può astenere dall’agire in quanto la manifestazione stessa è un azione, e per conseguenza si deve predisporre bene lo spazio dove si opera, curando la relazione con se stessi e poi con gli altri, è determinante e può cambiare la qualità della vostra vita.

    Bisogna infine essere vigili anche verso i danni causati dal mettersi al servizio esclusivo del proprio ego. Ciò può originare emozioni negative e distruttive. Meglio sicuramente sarebbe vivere con consapevolezza e dedizione, offrendo la propria vita ed il proprio lavoro ad una giusta causa. Essa può anche solo consistere nella sopravvivenza, nella famiglia, negli ideali. Più fortunati sono coloro che avendo fatta l’esperienza di Dio possono abbandonare le loro azioni nelle sue braccia, consapevoli di essere parte e strumento dello stesso. Per queste persone il lavoro è una forma di meditazione, dove si impara a modellarsi per mezzo dello stesso. In India questo tipo di lavoro condotto in stato, oserei dire, di beatitudine, viene chiamato Karma Yoga.

  7. 107
    beppino -

    ciao, Alexia!!
    non preoccuparti per il mio messaggio!in realtà avevo scritto “quando leggo tutto ciò, mi fa male”…E non volevo che tu pensassi che mi faceva male leggere i tuoi messaggi!!mi sono espresso male…accidenti!!
    spero che tu abbia capito…!quindi , niente preoccupazione!

    Adesso , Rossana ti rispondo:
    non ho mai ucciso nessuno!meno male!!però il senso di colpa lo provo perché nella mia vita con Dio , non riesco ad andare avanti…è speciale , lo so , ma c’è qualcosa che mi fa sempre tornare indietro…una cosa di cui non posso parlare…e quindi nel contesto in cui vivo ( in una famiglia cristiana , che va in chiesa ogni venerdì , domenica…) c’è una pressione.Io soffro , perché non riesco a seguire Dio come vorrei , e…gli anni scorsi sono stati…catastrofici per la mia vita con Dio.Sono angosciato , e non riesco a “ritrovarmi”.
    C’è stato uno “schock” ( non so come si scriva! ) quattro anni fa in fondo a me.Ho creduto che Dio non avrebbe potuto salvarmi , mai più.Per tutto l’anno , non ho detto niente alla mia famiglia.A nessuno. Poi…ho potuto parlare , dopo il primo tentativo di suicidio, ma non ero guarito , dentro di me.
    La mia visione di Dio è cambiata durante quell’anno…ed è difficile ritrovare una visione “sana” di Lui , adesso…non ce la faccio più.
    Allora vedi , quando suoni il pianoforte in una chiesa , e che tutto ti è confuso dentro , puoi provare un forte senso di colpa…vorresti cambiare , essere diverso , ma non puoi e non mostri niente a nessuno.Gli altri non capiscono che la tua anima è “incrinata”…

    Lo so che c’è una cosa che non ho svelato , nel mio messaggio , però ora non ho voglia di parlarne.Mi fa troppo male.

    ciao!

  8. 108
    beppino -

    ah , devo aggiungere…:
    sono francese quindi non preoccupatevi degli sbagli d’italiano…e della mia espressione un pò…francese!!

    ciao!!

  9. 109
    rossana -

    anonimo,
    concordo con te su quasi tutto quello che hai scritto e ammiro la tua conoscenza e la tua esperienza.
    alcuni di questi nostri giovani amici di forum, però, potrebbero avere il problema contrario, e cioè non il troppo impegno (che ho provato sulla mia pelle, o un attività alienante, che ti fa sentire un’anima morta e crea continui conflitti). non credi che potrebbero patire per un senso di vuoto e di disinteresse nel presente, per via del fatto che faticano a proiettarsi nel futuro?
    mi interessa molto il tuo parere in merito.
    ciao!

  10. 110
    rossana -

    Beppino,
    non svelare nulla se non ti va di farlo, o se ti fa male.
    ovviamente da quanto hai scritto si possono intuire problemi diversi, con diversi gradi di gravità…
    mi ha colpita l’immagine di te che suoni il pianoforte e ti senti in colpa. anche il credere in Dio e l’abbandonarsi fra le sue braccia ha i suoi percorsi e i suoi tempi. non è che pretendi di fare tutto subito e ora, come se si trattasse d’infornare una pizza, vero? io, ad esempio, lo desidero molto, da tanto tempo, ma purtroppo ancora non mi riesce…
    anch’io sono cresciuta in una famiglia cattolica praticante. i miei problemi con la chiesa sono iniziati fin dalla pubertà, per via della sessualità, che in me era un fiume in piena. i preti di allora mi hanno creato delle vere e proprie fobie, unite al modo di NON vivere la sessualità che aleggiava in casa. ma erano gli anni ’50!
    temo che anche ora per la chiesa non sia cambiato un granchè sul tema. se avessi 20 anni oggi chiederei a un prete di evidenziarmi tutti i passi del vecchio testamento, non smentiti dal nuovo, e tutti i passi del nuovo testamento in merito alla sessalità e poi ragionerei e deciderei da sola quello che è bene e quello che è male. cercherei di capire da me cosa vuole Dio in questo contesto.
    oggi, personalmente, distinguo soltanto quello che danneggia gli altri da quello che, eventualmente, può danneggiare solo me stessa.
    non so dirti altro, per ora.
    hai letto il suggerimento di anonimo sull’EMDR? non credi che varrebbe la pena di provare? quel metodo potrebbe evitarti lo sforzo e il dolore delle parole…
    il tuo italiano è perfetto. ti leggo sempre volentieri.
    un abbraccio,
    rossana

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