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Il suicidio

di beppino

Buongiorno,
anche io penso che il suicidio sia una cosa buona, in un certo senso. Da tre anni, ci sto pensando, e ho già fatto quattro tentativi. Per me, la morte rassomiglia a un riposo, perché come lo dice un autore francese, “vivere, è soffrire”. Io di fronte alle difficoltà della vita, non posso sopravvivere. Il contesto in cui vivo…la mia sensibilità estrema fanno di me un “punching-ball”, e siccome sono molto riservato, soffro dentro di me senza esprimerlo.
Un giorno, a furia di tentativi, riuscirò a finirla.
Per adesso…mi accontento di pensarci, ma sta settimana, ho ancora fatto un tentativo e non sarà l’ultimo.
Ho cercato di discutere con molte persone, che per finire mi hanno abbandonato perché per me, una soluzione non c’era. Ero deciso a finirla ed a rimanere sordo riguardo a ogni via d’uscita. In realtà no, ma è troppo complicato da spiegare.
In ogni caso, non voglio più vivere, e trovo normale che la morte diventi un rifugio per chi non vuole più sperare.

Lettera pubblicata il 17 Settembre 2005. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 14.932 commenti

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  1. 1
    Flavia -

    Sembra uno scherzo questa lettera, e spero che lo sia.
    Ma se è vera, se hai deciso veramente che non vuoi più vivere, perché scrivi qui? Perché vuoi sentire l’opinione di altri, che per altro non conosci nemmeno?
    Mi verrebbe da dire che il tuo è un modo di gridare la tua sofferenza, di cercare aiuto. Non so se qui potrai trovare ciò che ti occorre per ridare un senso al tuo quotidiano vivere.
    Se senti di aver bisogno di aiuto, cercalo, non smettere di cercare ciò che è meglio per te. Ci sono tante possibilità attorno a noi, dal medico di famiglia alla psicanalisi, al volontariato, a tante cose che puoi vedere da te.
    Fatti coraggio, ognuno di noi ha pensato almeno una volta nella vita al suicidio, ma poi passa questo sentimento negativo e si riprende a fare la fatica di vivere, perché ne vale pena.

  2. 2
    Ferruccio -

    Sono capitato per caso su questo forum e sono rimasto colpito da questa lettera.Vorrei aggiungere qualcosa che possa essere d’aiuto.
    So cosa vuol dire essere ipersensibile,vivere nel contesto dell’attuale società,soffrire e sentirsi come un “punching-ball”,perchè lo sono stato anch’io.Questo modo di esistere intacca l’essere fisico e la manifestazione più evidente di questa sofferenza è la depressione.
    Lo sono da molto tempo e questo ha compromesso la mia salute e la mia esitenza.
    Qualche volta ho pensato anch’io al suicidio.
    Fortunatamente però oltre al contatto con gli altri mi ha aiutato molto la riscoperta della fede.
    Un giorno per caso,durante il tragitto casa lavoro,la stazione radio si è fermata su RadioMaria.
    Un pò alla volta l’ascolto è diventato frequente,fino ad essere una full-immersion sulle catechesi o interventi trattati ed un pò alla volta i valori della vita sono venuti a galla.
    Sono ritornato alla Messa ed ho cercato un padre sirituale che potesse aiutarmi.
    Mi sono aiutato molto con la medicina,segendo le prescrizioni di neuropsichiatri anche presso i centri preposti dell’ASL.
    Ho cercato quando possibile di praticare qualche sport,di avere qualche hobby o interesse e soprattutto qualche amicizia.
    Un consiglio che posso dare è quello anche di alternare periodi lavorativi a periodi di pausa,perchè questa è una patologia invalidante per la quale si può anche ottenere un riconoscimento di parziale invalidità.
    Voglio terminare dando la mia disponibilità per aiutare quanto più possibile l’autore della lettera.

  3. 3
    beppino -

    buongiorno,

    scrivendo questa lettera , non scherzavo.Ma tutti quelli che avrebbero potuto aiutarmi, mi hanno abbandonato perché non volevo seguire i loro mille consigli.Quando ho scritto questa lettera , avevo appena tentato di strangolarmi, e ero ancora sotto “shock”.Mi sentivo proprio solo , e cominciavo a pensare alla morte come unica soluzione.So di essere depressivo , ma so anche di non esser stato proprio deluso da molte persone.La mia convinzione è che non si può contare su nessuno.Scrivendo questa lettera…ho voluto esprimermi, cosa che non faccio a casa mia , o con gli amici.Le mie conversazioni restano banali, e non parlo più di cose profonde , come del mio morale.No.Per adesso , cerco di cavarmela da solo , respingendo ogni pensiero depressivo , ogni angoscia , ogni senso di colpa.Non è facile.Ma ce la faccio , e se un giorno , non ci riesco più, sarà pericoloso per me.Lo so.

    Arrivederci.

  4. 4
    max -

    Max
    23/09/2005

    Non ho tentato mai il suicidio ma ho provato la sofferenza della depressione in quanto ad un lutto subito dopo la morte di mio padre ututti quelli che mi hanno voluto aiutare mi hanno abbandonato però non nascondo che qualche volta mi è passato per la mente di farla finita l’unica via di uscita è stato lo svago facendo sport ed uscite con amici,però quello che ho notato e che nessuno ti ascolta in questi casi perchè in questo mondo agnuno pensa a se stesso ne ho girati di medici e anche loro arrivavano ad un punto di saturazione della terapia e non volevano più continuare,adesso cerco di cavarmela da solo perchè ho capito che in questa vita sei solo contro tutto e da solo devi cavartela,cacciando via ogni pensiero depressivo e ogni angoscia.Da premettere non è facile però devo riuscirlo a farlo perchè un giorno che non lo farò più sarà pericloso per me

  5. 5
    Ferruccio -

    Caro beppino,se nn trovi conforto con le persone che ti stanno vicino o con gli amici,cerca sempre più,come hai già del resto tentato,di partecipare a forum oppure alle chat, su internet ce ne sono tantissime e potrai trovare delle persone che ti sapranno coinvolgere.
    Comunque è indispensabile che tu ti faccia aiutare da uno specialista,se già non lo hai fatto.Si può migliorare molto prendendo qualche farmaco,rendendo la giornata più accettabile.
    Per fare un esempio pratico è come se ad un diabetico non si somministrasse l’insulina.
    In questo caso la disfunzione interessa aree del cervello che non sono stimolate dai recettori della sertonina,causando un malfunzionamento delle cellule neuronali che purtroppo interessano la nostra sfera psichica.
    E’ altrettanto importante la psicoterapia,se possibile.
    Un saluto.

  6. 6
    nessuno_cr -

    io credo ke è troppo forte il senso di solitudine, sopratutto quando viviamo le persone, quelle che vivono la nostra vita, quelle che ci passano intorno. ed è cosi forte quel senso di solitudine che a volte ci fa vedere quelle stesse persone come degli esseri cosi tanto diversi da noi da vederli come degli alieni, e a volte forse riusciamo a odiarli con tutta la nostra rabbia e forse solo perkè vediamo in loro quello ke noi desideriamo, tutto questo odio a volte lo riversiamo su noi stessi come punizione o…

  7. 7
    claudio -

    al suicidio si può giungere per svariati motivi e nelle più diverse condizioni, ci si può – in un certo senso – baloccare con l’idea di “farla finita” senza averne realmente l’intenzione, forse si può perfino “giocare” con tentativi di suicidio e infine riuscirci anche se non si sarebbe voluto davvero arrivare al punto estremo, quello che mi sembra inaccettabile è arrivare a scriverne e in questi termini. Suicidarsi perché vivere è soffrire? Vivere è senz’altro ANCHE soffrire, ma è molto di più, anche una sfida quotidiana a trovare le ragioni per andare avanti e dirsi che sì, ne valeva la pena, perfino se si dovesse giungere alla percezione del nulla. Non sono per le facili ricette anestetizzanti e alienanti (tipo: dài, buttati nella mischia, amici, feste, e quant’altro), anche perché cesato l’effetto dell'”anestetico” che ti sei scelto ti ritrovi in una situazione peggiore di prima, ma attenzione a non banalizzare la sofferenza individuale. Non sappiamo nulla della persona che ha lanciato il primo appello, com’è giusto che sia, ma non vorrei (oppure no, anzi: vorrei) che si trattasse di uno smarrimento della giusta dimensione di problemi personali che di vie d’uscita ne hanno, eccome, basta convincersi a praticarle. E in questo, è vero, non ti può aiutare nessuno, devi fare da te, ma non sarebbe sano che fosse diversamente.

  8. 8
    Montanaro -

    Penso di sapere come ti senti perchè anche per me era così (mi riferisco all’ipersensibilità), io il problema lo ho risolto semplicemente imparando a difendermi anche se a volte la difficoltà stà nel sopportare di essere io a trattare gli altri come punching-ball in quanto non mi piace di essere aggressivo e di vedere le altre persona con la faccia bastonata a causa mia, ma se sono gli altri a esserlo con me allora difendersi diventa una necessità e quando riesco a farlo in modo efficace, senza esagerare, e sento di avere ragione poi stò bene. E gli altri si adeguano e diventano meno aggressivi
    Ciao, non mollare.

  9. 9
    E. -

    Che dire ragazzi!
    Chi dcie che è giusto vivere?
    La vita è sofferenza…. ti accorgi che chi ti circonda e vuole bene prima o poi muore anche di “malaccio”.
    Vedi che riesce bene chi è Mafioso, raccomandato, dell’Opus Dai, Massone, Politico, Sindacalista, ecc.;
    ti illudi di migliorare……pensi che comprandoti magari il cellulare ultimo, la PS2, o altre cazzate…di star meglio e invece no…..
    Cerchi delle belle aspettative per il tuo futuro…e invece niente…… pensi ai figli…ma se ti soffermi sul loro futuro che sarà certamente peggio del nostro…..
    Dove le trovi le gioie?
    Attendi con ansia di giungere alla pensione ma magari già a 60 anni se va bene diventi emiplegico e senza parola con un ICTUS e/o un infarto……..bella vita ti aspetta…come un demente in una casa di riposao a sputar minestra e urinare in un pannolone……
    La vita fa schifo e non merita certo di essere vissuta!

  10. 10
    beppino -

    eccomi tornato.
    a chi ha scritto l’ultimo messaggio dico che per me, ho sperimentato la vita depressiva , il desiderio di suicidarmi. L’ho espresso su questo forum, e l’ho fatto perché non potevo tenere questi pensieri pesanti in fondo a me. Avevo bisogno di una scappatoia. Non contavo più sull’aiuto degli amici , o della famiglia.Per me non ci si poteva fidare di nessuno. La vita , la vedevo come senza speranza. Ma c’è una cosa che mi ha sostenuto…e questa cosa è Dio. Di certo , per giorni gli ho resistito , mi sono rivoltato…mi sono disperato , e avevo proprio preso la decisione di suicidarmi. Però…Dio è colui che placa la tempesta , che guarisce i cuori spezzati , e che è fedele anche quando non lo è nessuno. A lui posso dire tutto , posso piangere davanti a lui, mi capisce. Resta l’unico mezzo , in vita mia , per “emergere”.

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