Dopo una convivenza a 26 anni iniziata per “scappare” da casa dei miei, con una ragazza di cui ero incerto sul provare sentimenti, finita male dopo poco per ovvie ragioni, ero depresso, non facevo il lavoro che volevo, sovrappeso, triste. Passano due anni e riesco a stare meglio, mi sto rimettendo in forma e faccio un lavoro che amo, ottenendo buoni risultati.
Sul nuovo posto di lavoro conosco Sara: dapprima non ci tagliamo, è più giovane di me di qualche anno, chiusa, poco collaborativa. Poi comincia una intesa lavorativa che ci porta a migliorare la situazione economica della nostra azienda, cominciamo a fare pausa pranzo assieme, lei mi scrive la sera. Sara sta con un ragazzo da dieci anni, io non faccio niente per creare equivoci, ma ci avviciniamo sempre di più. Un pomeriggio lei mi dice che ha paura per la situazione che si sta creando. Dopo una settimana ci troviamo dopo un aperitivo coi colleghi a stringerci la mano sul divano dell’ufficio, la sera tardi, da soli. C’è palese tensione. Io pensavo che lei cercasse una scappatella, provo a baciarla ma lei si ritrae dicendo che “prima deve risolvere la questione con il suo ragazzo”. Intanto ci vediamo, di nascosto, tenendoci la mano, accarezzandoci, parlando di fare gite assieme. Io me ne sono innamorato, pur avendo molti campanelli dall’allarme: prima di tutto il discorso lavorativo. La mia capa infatti scoraggerebbe vivamente una relazione con lei poiché lavoriamo a strettissimo contatto, essendo di base la mia referente interna all’azienda. C’è poi il discorso che lei sembra stare con il piede in due scarpe, non avendo preso dopo un mese nessuna decisione nel concreto, anzi è andata in ferie con il ragazzo salvo poi dirmi che “ti ho pensato e le cose non sono cambiate,ma lui si è avvicinato a me in queste ferie”. Lei ha 24 anni, ed è il suo primo e unico ragazzo da quando ne ha 14. È una brava persona, penso che semplicemente la fiamma si sia spenta. Tuttavia io mi ritrovo a fare il ruolo dell’amante, innamorato, senza essermi mai spinto oltre a un bacio sulla fronte e delle carezze, e sosto in un limbo dove mi viene da garantirle una fedeltà che di fatto lei non ha con me. Io capisco che anche per lei la situazione sia molto delicata: del resto troncare una relazione con una persona che ti ha accompagnato per dieci anni e a cui vuoi molto bene per un salto nel vuoto non deve essere facile. Per cui decido di darmi e darle (senza dirle quanto tempo, che è un mese) un periodo per far si che le cose cambino, senza ultimatum, io non mi voglio opporre a nessuno, mi sono semplicemente ritrovato in questa situazione…se dopo un mese dovrò ancora accontentarmi di poche briciole, andrò a parlarle dicendole “non credo che la cosa abbia più senso” e cercherò di tenere un comportamento strettamente lavorativo. Io mi rendo conto che una situazione del genere non sia auspicabile ma secondo voi è così ingenuo pensare di aspettare una persona per la quale si prova un sentimento?
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Categorie: - Amore e relazioni
Ciao hai giá fatto tu un ottima analisi della situazione in cui ti trovi…fossi in te lasciarei una porta aperta alla tua collega senza peró fossilizzarti solo su di lei ma cercando nel frattempo anche altre donne magari libere che ti possano interessare. Non mettergli fretta, non dargli ultimantum ma lascia che decida lei…ovviamente non starla ad aspettare a bocca aperta ma, come ti dicevo, cercati qualcun’ altra.
“Del resto troncare una relazione con una persona che ti ha accompagnato per dieci anni e a cui vuoi molto bene per un salto nel vuoto non deve essere facile”… se il salto nel vuoto fosse rappresentato da un bellimbusto slayer ci metterebbe 2 secondi a dare il benservito sia al suo fidanzato cornutone (almeno, moralmente cornutone) che a te che la corteggi come un cicisbeo del ‘700.
Comunque buon lavoro con la forma fisica, continua così, perchè essa pur non essendo condizione sufficiente, è comunque necessaria per rimorchiare con una discreta facilità.
In bocca al lupo e togliti la parrucca da Mozart 😉