Leggo la notizia atroce del ragazzino di dieci anni della Costa D’Avorio trovato morto nel carrello di un boeing 777. Accade a Parigi, proprio la città di Victor Hugo, e accade ad un ragazzino di dieci anni che fa pensare davvero al piccolo Gavroche, il monello dei bassifondi del romanzo “i Miserabili”, scaltro e irriverente, sprezzante del pericolo, ma destinato a trovare la morte sulle barricate di Parigi, freddato da una fucilata mentre danza da solo in modo surreale davanti ai soldati regolari schierati con i fucili puntati. Gavroche è immortalato in un affresco letterario grandioso, e sarà sempre il simbolo di tutti i Gavroche del mondo, tutti i “Miserabili” che sfidano la fame, un nemico non invincibile, ma che ha spietati e tecnologici alleati.
Non è forse un piccolo Gavroche anche il “monello” ivoriano capace di sfidare i più sofisticati controlli per lasciarci infine avanti agli occhi il suo sacrificio? Sappiamo chi è Gavroche, in questa atroce vicenda, ma dobbiamo chiederci ora chi siamo noi nella scena, e se basta davvero a confortarci il fatto di non vederci schierati con i fucili puntati.
Umberto Scopa
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È accaduto a migliaia di chilometri da Parigi, quindi lascia perdere i francesismi, che non ci interessano.
Grazie per la riflessione.