Gli aerei attuali, nonostante l’elevato perfezionamento tecnologico e tutte le precauzione adottate al fine di prevenire avarie o attentati terroristici, specialmente nelle tratte intercontinentali, talvolta purtroppo precipitano e spesso si inabissano in mare trascinando con loro, oltre al triste carico dei passeggeri, anche le preziose scatole nere.
Leggo nella “La Repubblica” di oggi che sul volo Egyptair MS804 l’Airbus 320-200 precipitato era dotato di 2 scatole nere FDR (Flight Data Recorder) e CVR (Cockpit Data Recorder), resistenti fino a pressioni di 6.000 metri di profondità e fino a 800° C per 30′.
Questi strumenti sono importanti perché registrano numerose preziose informazioni atte a ricostruire le cause e la dinamica che hanno determinato l’incidente, ma molte volte sono difficilmente individuabili, e quindi recuperabili, nel lasso di tempo, di poche settimane, in cui vengono emessi segnali di localizzazione. Con riferimento al caso sopra ricordato sono stati prontamente mobilitati mezzi aerei di ricognizione, navali e perfino un sommergibile tradizionale per cercare di localizzare la presumibile zona d’impatto e procedere così al tentativo del loro recupero. Considerando la serie di analoghi incidenti aerei accaduti negli ultimi anni i tentativi per quanto solleciti ed impegnativi non sempre sono stati coronati da successo.
In considerazione di tutto ciò si potrebbe attuare una semplice modifica: applicare le scatole nere nella parete esterna della struttura dell’aereo, sempre nella zona posteriore, in nicchie debitamente protette, chiuse ed impermeabili verso l’esterno, e dotate di sensori di pressione tarati su valori largamente superiori a quelli che si verificano nelle normali condizioni di esercizio.
Qualora l’aereo dovesse precipitare ed inabissarsi in mare, quando la pressione supererà il valore prefissato, sarà attivata l’espulsione automatica delle scatole nere dai contenitori e queste, opportunamente sostenute da idoneo materiale galleggiante, risalirebbero in superficie. In queste condizioni l’emissione dei tradizionali segnali già in uso e l’eventuale ausilio di un pallone di segnalazione, faciliterebbero il recupero.
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La scatola nera, ennesima presa per i fondelli dell’aeronautica civile, ma soprattutto militare, a volte introvabile o semplicemente sequestrabile e taroccabile dagli addetti ai lavori come e quando occorre ai governi.
Se fanno sparire perfino i tracciati radar a loro comodo, figuriamoci… questa è simile alla ridicola storiella dei caccia equipaggiati solo di missili convenzionali e non di coda, durata fino alla rottura di scatole dei Cinesi, che per la prima volta li hanno installati sui loro aerei, mandando in fumo tutta la scuola di addestramento piloti alle estenuanti manovre di copertura e di disimpegno praticate per molti decenni.
Tutto ruota intorno agli interessi, per cui molte scempiaggini sono fatte apposta e non vengono modificate per ovvie ragioni.
Non è male l’idea, ma tra non molto, quando la rete satellitare dedicata coprirà tutta la superficie planetaria, tutti i parametri di volo e le comunicazioni esterne e interne all’aereo saranno registrate in remoto. Anche se al momento i costi oltre a questioni di privacy ne rallentano l’applicazione. Ma quando verrà implementato il nuovo sistema non servirà più il recupero di altro se non quello dei rottami e dei cadaveri.
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Golem – 28 maggio 2016 22:42
Geniale! Un altro po’ di radiofrequenza costante ad alta quota fa bene ai batteri della pioggia, già molto riconoscenti per l’anidride carbonica dei jet, così poi incrementano anche i voli freespray d’insemina-zione e fallout per compensare… sai che ricadute… economiche!
Sei ottimista tu, la rete satellitare a me pare invece una grossa spada di Damocle, l’apoteosi della pseudo onnipotenza demenziale. Vedremo, tanto di aerei ne cadono sempre meno, nonostante i mancati controlli di routine dei vettori a causa della restri-zione delle spese, almeno così sembra dalle fonti d’informa-zione. Magia della Kabala?
Uno, quando chiacchiera con te alla fine si sente, come dire, rinfrancato. Con tutti i guai che ci descrive Diego, che culo ad essere ancora vivo.
E attenzione, quelle sono radiofrequenze a microonde. Ancora peggio. Cuocciono il cervello. Fortunato chi non ce l’ha
Diego..te mi fai morire !
Ma perché caspita metti tremila volte la data!!!!
Basta che metti il nome e il numero del suo commento!
Non so dove la trovi l’energia vitale di mettere ogni volta la data!!!!!
Va be ..sei tutto strano te…
Però sei simpatico…con golem poi…hai un rapporto che come direbbe mg fa sganasciare!
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Sofia
“Diego..te mi fai morire !”
No Sofia, ti prego, resisti un altro po’…
Tornando allle scatole nere, non sono onniscienti, alcuni sistemi moderni di abbattimento li registrano come guasto improvviso ad un impianto vitale, per cui servono esclusivamente a rendere un quadro fittizio dell’incidente in alcuni casi.
Piuttosto le compagnie dovrebbero rendere aggiornato l’elenco dei mancati controlli periodici, omissione gravissima, prima di autorizzare un vettore civile a continuare il servizio, ma si sa, Zione ama troppo i soldi e poco i passeggeri. :))