Eccomi tornato qui a scrivere qualche memoria. Il mare, l’altro ieri, era calmo; ho passato la giornata sulle coste della Toscana, mai abbandonato dal mio senso di distacco, dalla solitudine che mi porto dentro.
Ho letto tutto il giorno un racconto lungo di Bassani, molto bello. Ogni tanto distraevo gli occhi. Proprio vicino dove ero io c’erano tre ragazzi che non ho mai smesso di osservare, o meglio ammirare, per tutto il giorno. Due maschi e una ragazza, sui 19-20 anni. Molto carini, tutti e tre. Non facevano che rincorrersi, tuffarsi, giocare a palla, rotolarsi sulla sabbia. Poi ogni tanto si calmavano e tornavano sotto un ombrellone che avevano piantato all’altezza della sabbia; si coccolavano, si dicevano delle cose all’orecchio. Stanchi, si addormentavano. Più tardi riprendevano a farsi il bagno, giocare e fare capriole.
Non sono più riuscito a leggere quel libro, rapito come ero da quei tre. Mi sentivo dentro come un verme, avido della luce, ma che non può uscire dalla terra dov’è sommerso. Una specie di insetto, che osserva le farfalle e sente dentro la tristezza di non poter essere come quelle. Sentivo dentro l’orrendo distacco dalle loro vite, dal loro entusiasmo per la vita, dalla loro giovinezza. Di fronte quei tre ragazzi giovani io non provavo che amarezza, invidia, voglia di essere anche io così. E per me invece provavo solo compassione, odio, ribrezzo. Io così incapace, a 28 anni, di essere giovane, di essere sereno, di poter rotolare sulla sabbia ridendo con qualcuno, di vedere questo mio corpo abbracciato, queste mie orecchie senza un sussurro, la bocca senza mai una risata fragorosa, senza mai sentire gli schizzi d’acqua di qualcuno addosso…
All’improvviso, quasi un moto istintivo, mi sono detto “Ma che vivo a fare?”. Non è stata una domanda formulata chiaramente nella mia mente, ma l’ho avvertita, percepita dentro il mio animo, senza bisogno delle parole. Già, uno si chiede “Che vivo a fare?”, ma poi volente o no, continua a vivere. Un po’ per abitudine, un po’ per mancanza di vero coraggio. Ma dio solo sa che darei 20 anni della mia vita per poter essere un solo giorno uno di quei ragazzi, per poter vivere un solo giorno le loro vite, un solo ferragosto per poter rincorrere un amico e atterrarlo ridendo con lui, o sussurrare qualcosa all’orecchio di una ragazza che dopo ride, mi ride, con quel bellissimo sorriso di cui solo i giovani sono capaci, un solo giorno con la consapevolezza di non essere solo, di poter anche io suscitare amore, amicizia.
Stanotte, come al solito, non riesco a dormire. Mi chiedo cosa ne sarà della mia vita. Cosa devo pensare di me stesso? Io non lo so più. Il sole era molto forte, brillava su tutto. I loro corpi mi sembravano così belli e intatti. È brutto, veramente brutto, quando dentro si sente che “in fondo loro sono più degni di vivere”. Mi sento che ho perduto da molto tempo l’innocenza.
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Categorie: - Me stesso
mi ha toccato profondomente la tua lettera.In questo momento della mia vita mi sento esattamente come te.guardare gli altri e il loro sorriso…ma soprattutto la loro libertà.La libertà che c’è in fondo all’anima e che noi non sentiamo più di avere.la libertà di provare…di sorridere…di ridere…anche di piangere.” perdere l’innocenza”…è questo il baricentro.più si va avanti e più la vita diventa amara e sappiamo che più nulla tornerà ad essere come prima.Segni indelebili che cancellano quella purezza.Non so te…ma vivo tutto questo come un piccolo dramma.è tutto profondamento legato.se ci fosse stato il mare dalle mie parti,avrei trascorso probabilmente il ferragosto come l’hai trascorso tu.ciao geko
Ti capisco come ti senti, non sei l’unico se questo ti puo consolare un po, sai è da tanto che il mare non lo vedo e la notte di ferragosto l’ ho passata sul terrazzo di casa mia, da solo guardando il cielo ammantato di stelle, solo e perso nella solitudine a soli 28 anni, non sei l’unico, siamo in due, ti capisco so quello che provi.
Mi sembra di essere invecchiato troppo infretta.
a me invece sembra di non essere mai stato giovane…ma vedo che non sono l’unico.
Infatti non lo sei.
E c,è di più, sono un ragazzo carino senza una ragazza sono arrivato a 28 anni solo come un cane (SENZA OFFENDERE I CANI) ho un carattere timido e chiuso e non posso farci niente e alle ragazze questo non piace sai, non assaporo piu la vita, ma devo farmi coraggio sperando che un giorno possono cambiare le cose insomma.
Per Denny,
vorrei anche io poter sperare nel futuro, ma siccome so che facendolo non farei che illudermi ancora di più, finisco per “invidiare” quelli/e che ancora hanno la capacità di crederci. Vorrei saperlo fare anche io, ma non credo sia una cosa che qualcuno possa insegnare e io apprendere.
Credimi ti capisco perfettamente, siamo sulla stessa barca nel senso che la penso come te e sto passando la tua identica situazzione, il problema è che la gente se ne frega parlo di chi se la passa bene e di questi problemi non ne ha purtroppo.
Per denny
è ovvio che la gente se ne frega!Anzi ti dirò,il più delle volte le persone che hai intorno godono nel vederti afflitto e sofferente.Ed è per questo che è meglio non farsi vedere in un determinato stato di angoscia.Urge una bella maschera quando si è in “compagnia”di questi signori…che magari hanno avuto semplicemente una vita più fortunata,o magari sono stati più bravi di noi nel costruire qualcosa. non dobbiamo lasciar loro la possibilità di percepire il nostro VERO stato d’animo…a meno che non si tratti della persona amata…della persona che sappiamo che non potrà mai farci del male.Tutto ritorna…è l’amore ciò che conta in questo segmento di vita( io direi INFAME)! VOLGIAMO tutte le speranze ad esso perchè quello esiste.FORZA!!!! nonostante stia a pezzi per amore… continuo a sognare.