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Il Made in Italy

di SILVANA DE LUCA

Egregio Direttore,
sono Silvana De Luca, titolare e fondatrice della A.S.N. snc, azienda artigiana che crea abbigliamento di alta moda da più di 40 anni.
Le scrivo per esternare la mia amarezza per come, forse perché siamo donne, veniamo sottovalutate anche nel nostro lavoro.
Quale membro da anni di una associazione artigiana, associazione ben strutturata, ho chiesto varie volte piccoli aiuti alla stessa per far crescere e far conoscere la mia attività, ricevendo sempre dei no con la giustificazione di essere l’unica azienda.
Nonostante ciò ho fatto crescere la mia attività, in creatività, ricerca e professionalità, da sola, affiancata da mia figlia, mia socia.
Abbiamo appena affrontato un importante investimento per aprire la nuova sede dell’attività, più innovativa. Anche qui l’associazione non ha dato alcun appoggio.
L’unico interesse della stessa in fondo è tenere stretti i soci per la quota.
Si parla tanto di Made in Italy, di promuovere le realtà italiane che creano unicità, creatività e valore aggiunto.
Ma su quali prodotti il Veneto vuole il riconoscimento internazionale quale eccellenza del Made in Italy? Gradirei che qualcuno mi desse una risposta.
Grazie della Sua attenzione.
Un’italiana che crede ancora nell’Eccellenza del suo paese.
Silvana De Luca

Lettera pubblicata il 9 Luglio 2021. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Lavoro - Riflessioni

La lettera ha ricevuto finora 1 commento

  1. 1
    white knight -

    Gentile sig.ra De Luca,
    tanti complimenti e i miei migliori auguri per la sua attività.
    Tuttavia mi sono poco chiari un paio di punti:
    -il primo è il motivo “ufficiale” per il quale la sua associazione di categoria le nega gli aiuti (lei riporta il fatto di “essere l’unica azienda”… ma in che senso?);
    -il secondo è il motivo PRESUNTO e ufficioso, ossia la “difficoltà di essere donna” e blablabla… Ora io credo che se lei ha le sue ragioni è giusto e doveroso che le faccia valere senza se e senza ma. Ma che un’imprenditrice seria, che dirige un’azienda storica, mi cada nel vittimismo piagnucoloso femminista-boldriniano quello no… La prego, non mi scada così e abbia più rispetto per sè stessa e per ciò che rappresenta.
    In ogni caso le faccio il mio più affettuoso “in bocca al lupo” per la sua attività.
    Cordiali saluti.

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