Egregio presidente del consiglio,
sono una ragazza della puglia di 27 anni, mamma di due bimbi piccoli rispettivamente di 22 e 9 mesi, le scrivo solo per renderla consapevole della realtà in cui vivono tanti italiani, in particolare giovani che pur impegnandosi negli studi non riescono ad avere una vita lavorativa adeguata.
Sono rimasta orfana di padre a soli 12 anni per via di un incidente stradale e mia madre con non pochi sacrifici mi ha permesso di studiare, conosco perciò cosa vuol dire rinunciare a ciò che spesso gli adolescenti non rinunciano affatto.
Terminati gli studi, sono laureata in fisioterapia, ho cominciato a lavorare, ma non so grazie a chi, oggi lo Stato tutela solo le Aziende e non il lavoratore, pur di lavorare ho dovuto aprire la partita iva, per lavorare come libero professionista, perciò ho dovuto pagare, io, i contributi previdenziali e le varie imposte, nonostante avessi una paga pari a 9 euro lorde e dovessi comunque sottostare ad un orario di lavoro rigido come un dipendente vero; pur di lavorare si accetta tutto. Nel 2007 rimango incinta è la mia prima gravidanza, continuo comunque a lavorare fino a due settimane prima del parto, non potevo permettermi di stare a casa nessuno mi avrebbe pagato, ma l’azienda il San Raffaele gruppo Tosinvest prometteva al mio rientro un’assunzione, che comunque non c’è mai stata.
Dopo soli sei mesi scopro di essere nuovamente incinta volevo questa volta fare qualcosa di cui mi sarei pentita per il resto della mia vita, ma già con il solo stipendio di mio marito non riuscivamo ad andare avanti, nel frattempo infatti mi sono sposata, decisa di essere più fiduciosa e positiva porto avanti la gravidanza, arriviamo ad oggi in cui il bimbo ha nove mesi e la sua mamma ha deciso di mandare i suoi figli al nido privato, perché quello pubblico troppo costoso;mi ritrovo di nuovo in grosse difficoltà perché nonostante il mio curriculum sia stato selezionato per lavorare in una casa di cura, mi ritrovo nuovamente chiusa la porta in faccia, perché sono mamma di due bimbi!! Questa è la tutela delle donne lavoratrici e della Maternità??
Vorrei non far mancare niente ai miei figli farli vivere in una casa che può essere chiamata casa e non in un garage… come si può andare avanti in questo modo?
Grazie per la cortese attenzione che mi ha rivolto la saluto con la stima e gratitudine di sempre..
Il lavoro e la maternità
di
beniziojole
Lettera pubblicata il 10 Settembre 2009. L'autore, beniziojole, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.