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Il grande ritorno del patriarcato

di Itto Ogami
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 8 Giugno 2017. L'autore ha condiviso 30 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 211 commenti

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  1. 91
    Itto Ogami -

    D’accordissimo con quanto scritto da Solnze in merito a come identificare un “violento” psicologico, vorrei ricordare che:

    – se la donna mente sul numero dei partner passati sta commettendo violenza contro l’uomo e anche frode.
    – se la donna mente sulla paternità cercando di attribuire a qualcuno il figlio di un altro è frode gravissima, meriterebbe l’ergastolo e il figlio affidato a terzi (non solo fa del male all’uomo, ma anche al figlio, costringendolo ad avere un padre non suo, che un giorno lo ripudierà, quindi la donna non merita di avere la potestà sul figlio).
    – se la donna sfrutta la buona fede del maschio, si fa mantenere e, mentre l’uomo lavora, lei invece a casa fa la mignokka con l’idraulico, allora commette frode gravissima e lesioni psicologiche al povero uomo.
    – se la donna rimane incinta (senza intenzione procreativa concordata) e l’uomo NON vuole il bambino, e lei invece lo vuole fare, allora la donna commette un atto vergognoso. Costringe infatti l’uomo (che non voleva essere padre) a doverlo essere per forza. E’ vergognoso. E’ violento. E’ immorale. E non si dice: “lei ha diritto sul suo corpo”. Anche lui ha diritto sul suo sperma. E non è nell’interesse del bambino farlo nascere con un padre che lo rifiuta ! E’ violenza sul bambino!

    Quindi, ricapitolando, è giusto che l’uomo violento sia aspramente punito, e anche la donna violenta deve essere punita in modo esemplare!

    PS: l’amicizia uomo-donna è vera nello 0,0001 % dei casi.

  2. 92
    Golem -

    Civiltà etimologicamente arriva da civis, che ha a che vedere con un gruppo più o meno numeroso di persone che si aggregano in una comunità concordando delle regole di convivenza. I cittadini. Il fatto che la nostra “civiltà” abbia raggiunti dei livelli economici elevatissimi, in termini di “qualità” non significa niente rispetto ad altre. Significa in termini di “quantità”, ma questo non la qualifica automaticamente superiore a quella che ha meno, non so se mi sono spiegato. Una civiltà funziona nella misura in cui consente agli uomini e donne che la creano il massimo livello di realizzazione di sé stessi, con o senza soldi. In parole povere il massimo livello di felicità. Che da noi è espresso come PIL Prodotto Interno Lordo, invece che in FIL, Felicità Interna Lorda, come dovrebbe essere.
    Quindi, la nostra Civiltà Patriarcale ha puntato sul potere economico, dove la forza fisica rappresentava una necessità, perché gli arricchimenti nascono da saccheggi e rapine. Dall’antica Roma in poi, tutte le grandi famiglie del passato, come gli Sforza, i Medici, i Visconti, i Gonzaga, nascono da avventurieri che hanno usato la forza bruta per “conquistare”, perché quella era la “cultura” locale, e, com’è ovvio, le donne non potevano certo competere . Ma questo, ripeto, in termini di “qualità” misurata in “FIL” non significa niente. >>>

  3. 93
    Pax -

    unpic
    Non mi sembra che il femminismo sia imperante, ed è l’altra faccia della medaglia del maschilismo. Per me è chiamato impropriamente femminismo quando si vogliono rimuovere ostacoli alla parità, vale anche al contrario.
    L’articolo su Oford e Cambridge, riguarda essenzialmente l’Inghilterra. Non vedo la stessa crisi in altri paesi, forse in Giappone, forse in Giappone ma con effetti diversi.

  4. 94
    Golem -

    >>> Se in una società la maggioranza è felice, quella società “funziona”, altrimenti sarà pure ricchissima ma se è infelice ha “fallito”.
    Se a uno Yanomami della foresta amazzonica spieghi che qui c’è un Eder che vuole morire perché non si sente realizzato nella sua società occidentale, non capirà il perchè, in quanto da loro non si suicida nessuno. Sono tutti “realizzati”. Non esiste proprio il termine capisci?
    Allora guagliò, cos’è una civiltà? Cos’è meglio, e cosa peggio? È tutto relativo. L’unica cosa che non è relativa è la propria realizzazione. E se in una piccola comunità della Birmania, o del Ladak, o dell’Amazzonia vi sono comunità, magari matriarcali – quindi civiltà matriarcali- dove la gente si sente realizzata più che in una civiltà patriarcale, la prima funziona meglio della seconda.
    Tu, come quasi tutti, (ho appena -spero- chiuso un dialogo per questo motivo) ti rapporti nei giudizi di valore a parametri soggettivi che attengono alla cultura con la quale hai formato i TUOI valori, ma questo non può essere un punto di vista accettabile in una discussione che vuole valutare il senso del termine “CIVILTÀ”, in questo caso. I valori relativi restano tali, quelli assoluti sono quelli applicabili a tutti gli esseri umani indistintamente. Felicità ha un significato solo sia in italiano ché nello “yanomamese”.
    Ecco, quello, per esempio, è un valore di riferimento ASSOLUTO.
    Te capì? Ciavo

  5. 95
    Solnze -

    A questo proposito, proprio in Ucraina ho conosciuto questo modo alternativo di vivere la dualità maschio/femmina. Itto sbaglia solo nel dire che l’ucraino medio è un bevone violento. Si tratta di situazioni piuttosto rare nelle famiglie ucraine tradizionali (forse un po’ meno nelle famiglie sovietizzate, ma cmq questa moda sta passando).
    Tuttavia la cultura ucraina tradizionale, pur distinguendo il ruolo dell’uomo da quello della donna, tiene in gran conto quest’ultima, essendo un popolo molto attaccato alla famiglia e il fulcro della famiglia è considerata proprio la donna. La famiglia tradizionale ucraina prevede anche tanti figli, ma oggi è molto difficile mantenere così tanti figli, specie lì.

    Ora, il problema è che in Italia i due sessi non sono in armonia, ma gli uomini sono diventati pappemolli che inseguono ideali vanesi come la moda, le frivolezze, uno stile di vita comodista ed egoista. Le donne sono diventate mascoline e agguerrite. possono anche mettersi la gonna, ma molte appariranno cmq MASCOLINE perché la loro forma mentis è maschile.
    Situazione molto triste che fa male ad entrambi. Direi che il vero male della nostra società è il narcisismo dei due sessi.

  6. 96
    rondinella -

    Io non vorrei mai che un uomo mi mantenesse, non mi sentirei libera. Preferisco guadagnarmi da sola il mio sostentamento ma avere voce in capitolo nelle decisioni importanti. Se dipendi da qualcuno in tutto e per tutto devi solo stare zitta e fare quello che vuole lui. Inoltre non sono d’ accordo sull’ abolizione della legge sull’ aborto. Si tornerebbe agli aborti clandestini con tutte le conseguenze del caso.
    Pax, quello che dici teoricamente è giusto ma nella pratica non è realistico. Uomini e donne non possono essere fisicamente selezionati con gli stessi parametri. Inoltre le quote rosa esistono proprio perchè altrimenti alle donne sarebbe completamente precluso l’ accesso a certi ambiti di carriera, per una questione di retaggi culturali. Che ancora oggi esistano uomini come itto la dice lunga.
    unpic sappi che le prime comunità arcaiche, quelle pre-religione tanto per capirci erano tutte matriarcali e funzionavano benissimo. Poi con il diffondersi delle religioni monoteiste ( che voleva il maschio al centro della creazione ) cambiò tutto, insieme alla rivendicazione dello sperma maschile come funzionale alla nascita. Ma ti ripeto che le teorie su una presunta inferiorità cognitiva della donna rispetto all’uomo non hanno alcun fondamento scientifico e sono solo le rivendicazioni dei maschi che rimpiangono i privilegi perduti.
    Tutto è partito dalla religione e da rivendicazioni per il potere, altrimenti il mondo sarebbe rimasto matriarcale

  7. 97
    sospeso -

    “Il fatto è che la psicoanalisi nasce con un grande “peccato originale” che è quello di considerare il patriarcato e la famiglia patriarcale come istituzioni perenni dell’umanità, come modelli associativi insuperabili, come punti di riferimento ineludibili per tutti, insomma quasi come dei dogmi. Eppure lo stesso patriarca della psicoanalisi, Sigmund Freud, ripetè per tutta la vita a se stesso la famosa domanda “che cosa vuole la donna?” confessando di non essere mai riuscito a rispondere ad una tale domanda. Per cui l’intera dottrina psicoanalitica è invalidata alla base proprio dalla confessione di Freud di non essere riuscito a comprendere l’essenza reale della donna. Ci sarebbe riuscito se avesse esplorato il mondo matriarcale che già ai suoi tempi era stato ben esplorato da grandi pensatori come il Bachofen nell’opera monumentale “Il Matriarcato”, come Engels nell’opera ancora attuale “L’origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato”, come il Frazer nell’opera monumentale “Il ramo d’oro” e da tanti altri che scrissero mentre Freud era ancora in vita ma di cui Freud ignorò o volle ignorare le ricerche, come terrorizzato dal fatto che l’umanità fosse vissuta nel passato in regime matriarcale.Fu Freud a teorizzare il “ritorno del rimosso” a livello individuale e a quello collettivo, e su questa strada Carl Gustav Jung andò oltre descrivendo gli archetipi individuali e quelli collettivi.”

  8. 98
    sospeso -

    “Così il matriarcato è stato schiacciato dal patriarcato, ma continua a vivere come “rimosso” o come archetipo collettivo e si fa sentire prepotentemente in tutte quelle donne che proprio non ne vogliono sapere di sottostare alle regole infernali della vita matrimoniale e preferiscono vivere libere come le “amazzoni” salvo poi subire situazioni di angoscia indotte dalla pressione sociale di stampo patriarcale. Stesso discorso per gli uomini single e che fanno gli amanti di donne sposate: anche essi sentono il lontano passato matriarcale quando i rapporti sessuali avvenivano senza alcuna finalità procreativa, perchè ancora non era stato scoperto il nesso tra coito e nascita dei bambini, quindi al di fuori di tutti quegli obblighi sanciti dalla prigione matrimoniale. L’istituto matrimoniale è oggi, finalmente, in crisi e che cosa fanno gli psicoanalisti? Anzichè decidersi a scrivere qualche buon saggio dove illustrare la nuova realtà antipatriarcale, continuano nella loro triste litania patriarcale, secondo la quale le donne trovano la felicità solo nel matrimonio, in questo alleati potentissimi delle gerarchie religiose di tutti e tre i monoteismi puntelli del patriarcato e dell’istituzione matrimoniale. La specie umana non si estinguerà se il matrimonio andrà in frantumi, anzi sorgeranno nuove forme aggregative più sane della famiglia” (la stirpe del serpente)

  9. 99
    suzanne -

    Unpic, non hai risposto alla domanda, ma hai semplicemente ripetuto per l’ennesima volta lo stesso sterile concetto. La misurazione del QI tramite i test standard è stata da anni superata, in quanto la maggior parte degli psicologi concorda sull’esistenza di intelligenze plurime, di cui le prove non tengono conto. Sostanzialmente si rilevano attitudini logico-matematiche e visuo-spaziali.
    É piuttosto banale soffermarsi sulle differenze biologiche e di prestanza fisica; piuttosto occorrerebbe valutare con maggiore attenzione i requisiti richiesti per ogni professione. Se è davvero necessario avere una certa altezza per garantire un servizio efficiente, allora il criterio va mantenuto anche per le donne ( ma ne dubito). Sullo sport invece il tuo punto di vista mi pare ridicolo; nella box esistono le categorie di peso anche per gli uomini, al fine di rendere equilibrata una competizione. Mi pare lapalissiano che questo avvenga anche tra generi.

  10. 100
    Pax -

    Romdinella,
    a me interessa la funzione ed i criteri di selezione devono essere eguali. Un pompiere ha compiti diversi da un ragioniere del catasto e se pongo criteri diversi per la selezione delle persone.
    Sono nettamente contro le quote di genere o di altro tipo, impropriamente chiate rosa. Prima delle ultime politiche ebbi, in un covegno una dura e accesa discussione con Cecile Kienge ed un’altra che ora è nella direzione nazionale del PD su questo tema. Poi alla fine, causa un problema ad un’auto passai con lei una ora e mezzo ed apprezzai la Cecile privata che è in contrasto con quella dura e scontrosa pubblica. Rimanemmo sulle nostre posizioni sulle quote, ma trovammo tanti punti in comune ed una dolcezza inaspettata. Come sono contro quote di ogni genere sono nettamente a favore di sostegno e formazione per chi appartiene a categorie svantaggiate. A me del genere o di altre caratteristiche, come la religione praticata non mi importa nulla. Nelle associazioni, in politica o nel lavoro non mi chiudo dietro a chi appartiene ai cerchi dei quali faccio parte. Ed ho dato talvolta un valore aggiunto importante ed a volte determinante a ci non è “WASP”. A me le diversità piacciono e se si incontrano arrichiscono. Viva le diversità. Posizioni radicali come Itto o Souze sono una netta minoranza, salvo pochi momenti di impazzimento generale.

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