Ho deciso, dopo vari tentennamenti, di scrivere qui, su questo sito, dopo aver letto con partecipazione le storie di tante persone abbandonate, tradite, deluse, umiliate, offese dalla persona che avevano scelto come compagno/a di vita. Conosco e capisco bene tutto quello che avete vissuto o che state ancora vivendo, essendo stata anch’io abbandonata e tradita dopo 11 anni di vita insieme (di cui 4 di convivenza). Leggendo le varie storie ho constatato, non senza meraviglia, che, per quanto gli esseri umani siano tanto diversi, alla fine le dinamiche amorose si assomigliano in modo impressionante e il copione, in moltissimi casi, è sempre lo stesso, specie nelle relazioni che si protraggono da tempo. Non voglio affatto tediarvi raccontandovi i dettagli della mia storia anche perché li ho ormai, per fortuna, riposti in un piccolo cassetto della memoria (sono passati quasi due anni!). La mia testimonianza vuole essere piuttosto di stimolo e di conforto a tutti coloro che stanno soffrendo e che non riescono ancora a vedere la fine di questo cammino. Vi assicuro, dal piccolo della mia esperienza, che la parola fine arriva, quasi inaspettatamente, ma prima o poi arriva sempre. È un percorso difficile, lungo, tortuoso, con varie ricadute, in cui si alternano continuamente, fino a portarti allo sfinimento fisico e mentale, i sentimenti e le emozioni più contrastanti. È una lotta di una parte di sé contro un’altra parte di sé, che duellano, senza tregua, ma che, ad un certo punto, depongono miracolosamente le armi, per ridarti, finalmente, nuovi occhi per vedere le cose che avevi lì, a portata di mano, ma che non riuscivi più a vedere lucidamente. L’angoscia piano piano ti abbandona, riesci a riappropriarti gradualmente di te stessa, riassapori piaceri che pensavi ti fossero preclusi per sempre, insomma ricominci a vivere. Ma hai la consapevolezza che non sarai mai più quella di prima, perché il dolore che hai provato ti ha cambiato, nel bene e nel male, ed ora hai una nuova visione della vita: hai perso l’illusione, l’innocenza, quello sguardo incantato verso le cose e le persone, ma, al contempo, riesci a cogliere particolari che prima ti sfuggivano, hai una nuova coscienza di te e degli altri. E, ad un certo punto, comprendi che tutto questo è un bene, perché la vita è conoscenza anche del male e arrivi quasi a “ringraziare” per il periodo di apparente vacanza dalla vita che ti è stato concesso, perché hai capito in profondità cose che mai avevi capito prima e ti senti più forte, più consapevole, più grande. Auguro, allora, a tutti quelli che adesso soffrono e non riescono più a trovare un senso a tante cose, di fare i conti con il male, di toccarlo, guardarlo in faccia, senza paura, senza scappare, perché solo conoscendo le cose si può capire e arrivare a vedere la fine. Sicuramente è un percorso più lungo e doloroso, ma credo sinceramente che alla fine ne valga la pena.
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Categorie: - Amore e relazioni
Bella lettera Celine!
Il dolore fortifica l’uomo!
Certo, quando lo vivi, preferiresti non averlo o, peggio ancora, morire!
TI rendi,poi, conto che anche la sofferenza lascia dentro di te quel qualcosa che ti ha aiutato a crescere e a maturare piu’ di ogni altra esperienza di vita!
Ti abbraccio!
Sei una donna intelligente, mia cara.
Ciao Celine,
apprezzo tantissimo il tuo gesto di aver donato a noi tutti una testimonianza positiva di come a distanza di tempo rusciremo a vedere una luce in questo buoi che ci ciroconda..
Sono fiducioso che arriverà questo momento anche per me, sebbene ora mi sembra tutto inutile..
Grazie di cuore del tuo augurio Celine, le tue parole sono di conforto per tutti noi!
Un abbraccio
Celine, che belle parole !
Nn posso che sottoscrivere e anche io nn voglio tediare con le mie vicende ( che, peraltro, qui conoscono tutti ) ma solo confermare che cio’ che hai scritto e’ pura, purissima verita’…
Lo ripeto : per me e’stata la catastrofe ma ora mi sento come un popolo dopo la guerra, quella vera, che ti leva tutto…rimani tu, solo, con la voglia e la forza di riavere cio’ che e’ stato tuo e che un’ ingiustizia feroce e crudele un giorno e’ arrivata a toglierti…
Quanto sia stato duro e quanto ti sia costato e’ marchiato sul cuore e, forse, anche sul volto, per sempre ma, santo cielo, ci sei ancora tu!
Grazie per avermi permesso anche oggi di ricordarlo.
Da applauso. Sposo tutto quanto detto.
Posso aggiungere che per aiutare il “miracolo” si può fare qualche piccolo passo pratico per noi stessi, perché in fondo in fondo, bisogna grattare via tutta a la ruggine di un problema, per vedere quel che c’è sotto. Ma questa non sparisce soltanto da sola, meglio se la si aiuta. Io spero di aver trovato il gesto giusto, per togliere gli ultimi residui. L’ho fatto ed ora cerco di ripartire. Speriamo. Sono tutti tentativi.
Che ci sia del buono attorno a noi, e che non lo si sappia cogliere è tremendamente evidente. Io me ne accorgo da un po’, però il problema non è scorgerlo, è apprezzarlo. Bisogna rompere i propri schemi. Se si resta ancorati non ci si schioda. La decisione, purtroppo, è tutta ns. : vuoi o non vuoi schiodarti? Io lo voglio ogni giorno, anche se in certi non ho la forza che per muovermi in automatico. Poi ci si accorge delle piccole cose, di un sorriso di qualcun’altra, dell’affinità con essa, del piacere di scoprire altre persone e di muoversi più liberi, senza dimenticare i propri capisaldi. Rompere lo schema non vuol dire svendere i propri ideali.
Speriamo vada tutto bene, perché sono periodi che paiono non finire mai e la luce in fondo al tunnel pare attaccata ad un elastico che la tira avanti e indietro. Per il resto, mi rifaccio al solito guerriero che dice “chi ha amato davvero ed è stato corretto, è nel giusto e prima o poi vincerà”.
Grazie Celine.
Se la tue parole sono state in grado di salvarmi da questa brutta giornata credo che le incornicerò e tutte le volte che mi prende lo sconforto me le andrò a rileggere.
Grazie ancora.
Bellissime parole ed io spero con tutto il mio cuore che ben presto i miei occhi riescan a vedere qualcosa per cui valga la pena vivere.
Il dolore deve avere una fine, la deve avere per forza. Mi spaventa il tempo che ci metterà, mi spaventa ceh mis egnerà a vita e continuo a ricordare tutte le volte che parlando con le persone dicevo “guarda, onestamente mi ritengo fortunatissi,a non ho mai avuto problemi e son sempre stata felice”. Quante volte l’ho detto e quanto mi sembrano lontani quei momenti.
per ora i miei occhi son ancora troppo offuscati dalle lacrime, ma le vostre parole mi dan fiducia, grazie
cara celine,le tue parole per me sono puro ossigeno per me,in questa ennesima giornata per me che non ha avuto respiro,come mi succede da quasi 3 mesi,sono allo stremo delle mie ultime forze,ti ringrazio per cio’ che hai scritto,le pensero’ogni giorno e se la mia mente e’ ancora 1 po’ attiva,cerchero’ di trarne forza.
1 abbraccio
Non voglio dirvi: siate forti, reagite, fate vedere quanto valete, ecc. ecc. Sono frasi che mi hanno rivolto tante volte e credo che sinceramente mi siano servite a poco. Ognuno ha il suo percorso, i suoi tempi, le sue capacità di reagire. Non esistono tempi giusti o sbagliati. L’unica cosa che mi sento di dirvi è che sono certa che niente capita per caso e un giorno, spero per voi non molto lontano, saprete leggere quello che state vivendo ora, saprete dargli un senso e anche i giorni che vi sono sembrati persi non vi sembreranno più veramente tali. Il dolore ha bisogno di essere vissuto, metabolizzato, elaborato. Credo sia la cassa di risonanza di noi stessi, l’amplificatore delle nostre emozioni, dei nostri pensieri, il misuratore della nostra forza. Ma prima o poi passa, ci saluta e se ne va e quando proverà a ribussare alle vostre porte lo saprete riconoscere al volo, gli farete capire che avete già dato e lo manderete a cercarsi altri lidi…
Le tue parole sono vere, verissime, spero aiutino coloro che soffrono che conosco o meno, il dolore sembra uccidere…in realtà è apparenza, è percezione..il tempo…sembra un vecchio adagio, ma è realtà…aggiusta, e fortifica…
Anche se lascia corazze dure amorire, anceh queste poi si sciolgono come neve al sole…
Un abbraccio,Isis