E’ opinione comune che la madre rivesta un ruolo chiave nella maternità. A volte mi chiedo se ciò sia basato esclusivamente sul fatto biologico che la madre sia il “carrier” del nascituro, l’hangar in cui viene assemblata la vita… L’inviolabilità di questo spazio da parte dell’uomo è palpabile, egli non è chiamato ad esprimersi in merito a questa meravigliosa opera della natura. L’uomo sembra chiamato alla inseminazione, mentre il resto dell’opera sembra sotto la direzione esclusiva della donna.
Iniziamo dall’atto sessuale, ipotizzando che sia stato meramente eseguito con il fine del piacere, e non della procreazione. In caso la donna rimanga incinta, si scatenano una serie di circostanze che sembrano cogliere “impreparati” i due attori. La meraviglia del nostro sistema naturale è che privilegia la vita ad ogni costo, quindi durante l’attrazione dell’atto la coppia sembra “dimenticarsi” del piccolo problema connesso, cioè la riproduzione… salvo poi svegliarsi con il mal di testa qualche giorno dopo. Ecco che appaiono espressioni del tipo “siamo rimasti fregati” o “e adesso che facciamo?”. Ma non era chiaro fin da principio che poteva accadere?
Poi, come da copione, la paura dell’ignoto e della responsabilità genera una forte pressione sulla coppia, sviluppando tensioni e contrasti. E qui il mondo si divide, la legge si divide, il diritto e il dovere non si riescono mai a cogliere nella loro pienezza. Se la coppia è concorde nell’avere questo bambino, i problemi sembrano assorbirsi nel loro stesso coraggio. Entrambi si sostengono in questo “passo” verso l’ignoto.
Se invece la coppia è in disaccordo, allora iniziano i guai. Analizziamo i casi:
A) lei vuole avere il bambino e lui no:
Dal lato del DOVERE, il mondo PUNTA il suo dito: “Che razza di uomo! Vigliacco! Lasciare una povera ragazza da sola con questo problema”. La cosa piu’ curiosa è che questo tipo di parole avevano senso 70 anni fa, in cui : 1) la donna era vergine e averla messa incinta significava lasciarla “non piu’ vergine” per altri uomini, quindi era considerato un fatto grave a livello sociale. 2) l’aborto non era alla portata di tutti 3) la donna non era emancipata e lasciarla da sola significava metterla seriamente nei guai. Oggi invece la donna è emancipata, può rivolgersi in moltissime strutture per l’operazione, ha in genere alle spalle una famiglia che non la giudicherà male per aver avuto un uomo, inoltre in molti casi non era vergine, per cui “dopo l’aborto” la situazione (riguardo al corpo) in generale ritorna allo stato precedente. Si aggiunga a ciò che gli uomini non pretendono piu’ la donna vergine, quindi la sua “reputazione” non è compromessa.
Dal lato del DIRITTO, vorrei capire quale possibilità di scelta ha l’uomo; per esempio, ha diritto a non avere il figlio? Secondo la tanto sbandierata (dalle femministe) parità dei diritti, uomo e donna sono uguali in tutto e per tutto. Quindi pongo una semplice domanda: se quest’uomo non vuole avere il figlio, dato che lo sperma è suo, egli ha diritto di chiedere alla donna di abortire anche se questa vuole avere il figlio? Perché se entrambi hanno gli stessi diritti, il diritto della madre di avere il figlio NON può PREVARICARE sul diritto del padre di NON averlo. E se così fosse, in che modo il padre potrebbe chiedere l’applicazione di questo diritto in caso la madre non voglia? Ci vorrebbe una PUBBLICA AUTORITA’ che arresti la madre e la costringa all’aborto forzato? Ma se questo è contro “la libertà” personale della donna, perché il seme maschile (di proprietà dell’uomo) può invece essere “sequestrato” dalla donna? Non è infatti da intendersi come “dono” in quanto il padre non voleva essere padre, il sesso era fatto, come indicato all’inizio “per puro piacere senza fine procreativo”.
B) lui vuole il figlio e lei no.
Dal lato del DIRITTO egli avrebbe diritto a poter dire la sua in merito alla maternità, invece il mondo sembra orientato a dire : “è il corpo della donna, quindi la donna decide cosa fare del proprio corpo”: cioè se la donna vuole abortire, TUTTI DEVONO STARE ZITTI.
Dal lato del DOVERE, è curioso che al contrario, il padre avrebbe avuto il DOVERE di mantenere il figlio se la madre lo metteva al mondo, però non ha alcuna facoltà di scelta se la madre NON LO VUOLE.
Data questa incredibile DISPARITA’ di trattamento di uomo e donna, che quindi hanno diversi diritti e doveri, vorrei tracciare una linea di base di “correttezza” tra le parti ed eventualmente confrontarla con le leggi attuali.
A mio avviso il corpo della donna è inviolabile. Cioè se l’uomo ci va a letto, egli accetta la responsabilità che la natura faccia il suo corso, cioè che la donna rimanga incinta. In linea teorica poteva usare un preservativo oppure farsi una vasectomia. Se l’uomo “DONA” lo sperma alla donna, non potrà poi VANTARE richiesta di restituzione dello stesso.
Diverso è il discorso per quanto concerne i diritti e i doveri della PATERNITA’. Se il corpo della madre è inviolabile, nel momento stesso in cui lei decide di avere il figlio CONTRO la volontà dell’uomo, L’UOMO DOVREBBE ESSERE ESENTATO da qualsiasi responsabilità inerente il nascituro. Non dovrebbe nemmeno risultare il suo nome come padre naturale. Infatti egli non è padre, non ha mai inteso esserlo e ha il diritto di NON esserlo. Quindi l’uomo NON POTRA’ VIOLARE il corpo della donna facendole fare un aborto, ma altresì EGLI NON AVRA’ RESPONSABILITA’ per il figlio.
Nel caso opposto, se la donna NON VUOLE il figlio, e il padre lo vuole, la donna DEVE PAGARE un indennizzo al padre, in quanto sta calpestando il suo diritto. Anche la donna SAPEVA che poteva rimanere incinta, anche lei poteva farsi una operazione per non rimanere incinta o usare altri metodi anticoncenzionali. Quindi la donna è RESPONSABILE parimenti all’uomo, e quindi risarcisce la controparte della “perdita” del figlio. I costi dell’aborto invece sono al 50%.
Le leggi attuali invece mettono tutto nelle mani della donna, lasciando all’uomo solamente i DOVERI, ma non i diritti, per questo dovrebbero essere considerate anticostituzionali.
Questa annosa diatriba su chi appartengono i figli e chi ne ha maggiore responsabilita’ e autorita’, puo’ essere risolta con una semplice considerazione:
I FIGLI SONO DELLA SOCIETA’ E LA SOCIETA’ SE NE DEVE FARE CARICO!
La devono smettere di caricare ogni onere sui singoli individui mentre dovrebbero predisporre strutture sociali, assistenziali e sanitarie per sostenere i singoli genitori che si trovano a doversi sobbarcare responsabilita’ piu’ grandi di loro, o che prescindono dalle loro libere intenzioni.
I provvedimenti possono essere diversi, si parte dal collocamento obbligatorio per le mamme e/o papa’, case popolari, asili, sostegno al reddito, strutture sociali e assistenziali per l’affidamento di minori.
Basta.. basta.. basta.. col responsabilizzare gli sconsiderati di turno!
Lo stato deve tornare a svolgere il ruolo per cui e’ preposto, sostenere i suoi componenti e non metterli l’uno contro l’altro seguendo la legge del piu’ forte.
E’ vero, cìè disequilibrio fra diritti e doveri in questo caso, e mi sembra che il suggerimento di Nicola possa rimettere equilibrio fra diritti e doveri.
Itto,
tendevo a non leggere questa lettera perché ho già tanta tensione e tante problematiche nel mio tran-tran quotidiano che non mi andava proprio la prospettiva di dover magari oppormi ai tuoi concetti in merito alla genitorialità.
e… invece… sorpresa delle sorprese: sono d’accordo al 100% su quanto hai esposto con grande chiarezza. ognuno dei due sessi deve poter godere di PARI libertà ed essere gravato di PARI responsabilità. le attuali leggi, profondamente ingiuste a sfavore dell’uomo, sono ferme come minimo all’inizio del ‘900!
Nicola,
il tuo commento non fa una grinza ma lo stato è sempre più evanescente. attualmente in Italia non esiste nemmeno un numero sufficiente di asili nido, e i pochi funzionanti hanno rette da sconsigliarne l’uso nella maggior parte dei casi.
un tempo la condizione dei normali sudditi era privilegio di re o di nazioni predominanti. oggi, le decisioni che riguardano la maggioranza dei cittadini del mondo intero sono indotte da un’esigua manciata di finanzieri internazionali, forse meno crudeli ma di certo non più umani della precedente oligarchia.
tutto va bene! siamo tutti ricchi e felici! cosa mai si potrebbe volere di meglio o di più?
anche chi è privo di qualsiasi minima scelta o potere non è più etichettato come servo della gleba. la legge della giungla ancora regna sovrana ma si è talmente anestetizzati da non provare nemmeno più la volontà di coalizzarsi e tentare di ribellarsi…
In effetti la nascita di un
figlio ha anche un’utilità sociale.
Per questo per esempio è giusto che la donna
prima del parto e subito dopo venga
retribuita
e altrettanto in politiche familiari, come fanno
tutti gli altri paesi dell’unione meglio di noi.
In Italia le nascite sono in diminuzione e il problema c’è.
Ci sono voluti secoli di storia per costruire ciò
che abbiamo fatto ed è importante conservarlo
anche per le future generazioni.
E non tutti i popoli ci sono riusciti, alcuni
hanno distrutto vuoi colpa loro o di altri,
il patrimonio culturale ed economico
costruito in intere generazioni
e trasformato il loro paese in un deserto.
Dobbiamo vigilare affinchè non accada anche a noi
quello che è successo a loro e non solo per noi,
ma per i figli e i figli dei nostri figli.
Le leggi relative a questo argomento sono da intendersi a tutela del nascituro, tant’è vero che vengono riconosciuti i diritti del padre anche qualora la madre non voglia l’attribuizione di paternità. La legge garantisce quindi la massima tutela del bambino, intesa soprattutto in termini di mantenimento e accudimento da parte dei genitori.
Per quanto concerne il risarcimento danni qualora la donna interrompa la gravidanza, non è una richiesta legittima laddove la gravidanza sia frutto di un errore e non di un atto voluto e condiviso.
Infine, è assolutamente impensabile che terzi possano avere potere decisionale sul corpo di una persona, che deve sempre essere libera di disporne liberamente. Per una donna dotata di intelletto, una gravidanza indesiderata risulta sempre un avvenimento molto doloroso.
Bisognerebbe condannare all’ergastolo le donne che abortiscono senza fini terapeutici, e tutto sarebbe risolto.
Suzanne,
ci sono donne he l’intelletto non sanno dove stia. Ho scritto donne e non persone visto che si parla di gravidanza. Ci sono donne che usano l’aborto come mezzo contraccettivo a posteriori. La parte della 194 che dovrebbe portare ad una maternità responsabile va rinforzata. Per le gravidanze portate a termine , c’è facoltà della donna di partorire in anonimato rinunciando al figlio, mentre per l’uomo non c’è pari facoltà, Se richiesto c’è l’obbligo di mantenere. Quindi più diritti per la donna e meno per l’uomo.
Suzanne:
C: “Le leggi relative a questo argomento sono da intendersi a tutela del nascituro, tant’è vero che vengono riconosciuti i diritti del padre anche qualora la madre non voglia l’attribuizione di paternità.”
R: Quindi perché se la madre NON vuole il bambino ha diritto ad abortire ? Dove sono le “leggi a tutela del nascituro” ? Perché la donna non VIENE OBBLIGATA a sfornare?
C: “La legge garantisce quindi la massima tutela del bambino, intesa soprattutto in termini di mantenimento e accudimento da parte dei genitori.”
R: Ma se si è in tempo previsto dalla legge per fare l’aborto, e il padre non ha mai voluto fare il padre, perché il sesso era solo per piacere, non stiamo parlando di BAMBINO, ma di ovulo fecondato. Lo stato dice che non è ancora una “persona” con diritto di tutela. Quindi se il padre non lo vuole, perché la madre può decidere di attendere fino a quando questo ovulo fecondato diventa “persona” e quindi imporre al padre di PAGARE IL MANTENIMENTO e fare L’ACCUDIMENTO ? In pratica il padre VIENE FORZATO a fare da PADRE, senza rispetto per la sua libertà.
C: “”Per quanto concerne il risarcimento danni qualora la donna interrompa la gravidanza, non è una richiesta legittima laddove la gravidanza sia frutto di un errore e non di un atto voluto e condiviso.”
R: Ma allora perché la donna ha il diritto di tenere il bambino e costringere il padre al pagamento degli alimenti? Due pesi e due misure per madre e padre ?
C: “Infine, è assolutamente impensabile che terzi possano avere potere decisionale sul corpo di una persona, che deve sempre essere libera di disporne liberamente.”
R: quindi perché il padre è obbligato dal giudice a pagare gli alimenti, imponendo al corpo di quest’uomo di compiere sforzi per il mantenimento del bambino, e non gli viene permesso di disporre del proprio corpo liberamente, ad esempio andando a farsi una birretta con gli amici e sbattendosene della donna incinta?
Io non dirò la mia su questo argomento visto che ci sono passata e ho vissuto l’inferno… Quindi non voglio dire nulla..
Una domanda mi sorge però… Perché itto ti fai tutte ste domande… Sti ragionamenti…ste lettere…sembra sempre che tu viva in prima persona le cose…perché nel tuo cervello frullano di continuo tutte queste cose che non ti riguardano?