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Il boss della Magliana sepolto in basilica a Roma tra papi e cardinali

di albert

A proposito dei criteri molto opinabili con cui il clero cattolico decide chi onorare o no, dopo la morte, vorrei ricordare un episodio che forse qualcuno ha dimenticato, e che è esemplare al riguardo.

Nella basilica di Sant’Apollinare a Roma è sepolta in una tomba marmorea la salma del boss della Magliana Enrico De Pedis, in mezzo a papi e cardinali.

Il De Pedis fu a capo della famigerata banda della Magliana nel periodo dei suoi collegamenti con la mafia, la P2 di Gelli, (IOR, Calvi, Sindona, mons. Marcinkus, Carboni), i servizi deviati, la destra eversiva, nel periodo in cui la banda era attiva nel riciclaggio di denaro sporco, nell’usura, in collegamento con la mafia italiana e turca.

Enrico De Pedis (detto Renatino) fu ucciso a 36 anni in un conflitto a fuoco, e non risulta si sia mai pentito. Eppure questo non impedì affatto, a differenza del povero Welby, che il rettore della basilica, mons. Piero Vergari, celebrasse i funerali religiosi del De Pedis, e qualche anno dopo, venendo incontro a un desiderio della vedova, accettasse di traslare la salma dal Verano nella basilica, un privilegio riservato solo a papi e cardinali.

La giustificazione è stata che il De Pedis si sarebbe reso autore in vita di donazioni a favore della basilica (pecunia non olet!) e opere di carità “a favore della gioventù” (sic!).

In realtà le maggiori opere verso la gioventù il De Pedis le compiva vendendogli droga, da quel che è agli atti della magistratura.
Inoltre, il De Pedis, come segnalato dalla trasmissione “Chi l’ha visto?” di Federica Sciarelli, sarebbe implicato nel rapimento di Emanuela Orlandi, sparita il 22 giugno 1983 e mai trovata, lo stesso giorno in cui si era recata a lezioni di musica proprio nel palazzo di Sant’Apollinare (poi acquistato dall’Opus Dei).
Un anonimo telefonò nel settembre 2005 a “Chi l’ha visto?” invitando a guardare dov’era sepolto De Pedis, se volevano risolvere il caso di Emanuela Orlandi.

Quando la magistratura italiana ha voluto andare a fondo sulle donazioni del De Pedis alla basilica (che dipende dal Vaticano), con la sua tipica “trasparenza” il Vaticano ha opposto il segreto.

Viene da chiedersi se, tutto sommato, non sia da ritenere un onore che Welby non abbia ricevuto un riconoscimento da un clero di questo tipo.

Lettera pubblicata il 26 Dicembre 2006. L'autore ha condiviso 26 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Attualità Italia

La lettera ha ricevuto finora 16 commenti

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  1. 1
    filippo -

    infatti, non a caso ho scritto in un altro post che il Vaticano ha sempre copulato con i poteri forti, specificatamente imperatori, monarchi, plutocrati e mafiosi, badando più al proprio interesse istituzionale che alle questioni etiche; un altro modo di dirlo è che l’etica del Vaticano si chiama Mammona (incidentalmente, avete notato che Ratzinger ha risfoderato il guardaroba di Bonifacio VIII?).
    se, di quando in quando, dall’urna esce un papa decente si tratta solo dell’eccezione che conferma la regola, perché le scelte del Sinedrio sono sempre di convenienza politica.
    se, di quando in quando, nel mondo cattolico è uscito un santo non è perché il Cattolicesimo li produce ma perché questi hanno il monopolio fin dalla nascita e perciò la gente non ha altra scelta che emigrare o andare dal loro sarto.
    allora, se ne traggono 2 conclusioni, una specifica ed una generale:
    1. quella con cui hai concluso tu, ossia che è molto meglio che la salma di Welby non sia stata profanata dai falsi riti di questa marmaglia;
    2. chi s’è sentito emarginato dalla posizione politica del Vicariato non è un un uomo libero, ma un dipendente, in nulla diverso da chi continua a fumare pur sapendo che il fumo fa male.

  2. 2
    albert -

    Io credo anche che le cose si siano aggravate col pontificato di papa Wojtyla, dal punto di vista della possibilità di controllo dei fedeli sui comportamenti delle gerarchie ecclesiastiche.

    Wojtyla ha impresso una disciplina ferrea in tutto il clero, e mentre prima di lui era ancora possibile una qualche forma di discussione e confronto di idee, dopo il Concilio e sotto Paolo VI, nel corso del pontificato di Wojtyla chi ha provato a introdurre qualche forma di critica è stato allontanato, emarginato, privato della cattedra.

    Condivido appieno ciò che ha scritto Hans Kung dopo la morte di Wojtyla, e cioè che dietro la sua personalità autoritaria e carismatica c’è stato un enorme impoverimento nella Chiesa.

    Al di là dello spettacolo massmediatico e delle adunate oceaniche attorno a Giovanni Paolo II, i problemi sono stati soffocati nell’autoritarismo.
    Problemi come il sacerdozio femminile, il celibato dei sacerdoti, il controllo delle nascite, il controllo dei fedeli sulle nomine di vescovi e cardinali, ecc., sotto Wojtyla non potevano neppure essere trattati dai teologi, pena l’allontanamento.

    Ciò, unitamente al ruolo accresciuto dell’Opus Dei, ovvero dei banchieri, dei latifondisti sudamericani, della grande industria, ha fatto sì che mai come ora all’interno del Vaticano, e nella gerontocrazia cardinalizia dominino le consorterie legate al potere politico ed economico (“Mammona”)

    Va anche notato che ai funerali di Welby vi erano suore e sacerdoti “di base”, persone semplici e oneste che lo hanno conosciuto e hanno capito che Welby era letteralmente un “povero Cristo” sofferente e che nulla hanno a che fare con cardinali e uomini di potere, e che rappresentano l’espressione di una fede autentica, tradita e perseguitata dalle gerarchie ecclesistiche.

  3. 3
    filippo -

    c’è nondimeno un peggioramento enorme tra Woytila e Ratzinger: se il primo era un conservatore intelligente, questo è un cattedratico ottuso, non per nulla ex prefetto della congregazione per la dottrina della fede.
    la continuità che il Sinedrio ha stabilito tra i due non è incidentale.
    finito il Comunismo, contro hanno potuto fare la scelta politica di Karol Woytila, figura carismatica con un passato d’impegno politico e sociale e non essendovi un altro G. P. II a portata di mano, il Sinedrio ha stimato possibile e conveniente una personaggio con minore spessore ma garante di metodi, per così dire, ancor più tradizionali.
    risultati: qualche cappella diplomatica con l’Islam, qualche richiamo alla Bolla di Bonifacia memoria, qualche palese richiesta della religione di stato, qualche subliminale invocazione alla VII Crociata e ora questa stronzata contro P. G. Welby, basata su una clamororsa presunzione di errato giudizio.
    c’ero al funerale di Welby, l’ho descritto in un altro post e come so che ci sono parecchi preti di periferia, suore e missionari degni di stima, così pure so che il nostro problema non sono quelli che, pur nell’errore secolare del cattolicesimo, si adoperano per gli altri; il nostro problema è il Sinedrio romano, sono gli Anna e i Caifa di questo mondo; da qui l’esigenza di tornare da un lato alla radice spirituale autentica e dall’altro concludere il processo laico tagliando i legami dello Stato con questi ridicoli e desueti orpelli clericali.

  4. 4
    albert -

    Credo anch’io che Ratzinger sia stata la peggior scelta che si potesse fare, tra i successori di Wojtyla.
    E tuttavia non mi ha stupito più di tanto, a ben vedere.

    Se Ratzinger era stato uno dei cardinali più influenti, strettissimo collaboratore di Giovanni Paolo II, era prevedibile che la gerontocrazia vaticana si affidasse a lui, come scelta di continuità.

    Di Wojtyla però non ha nè il carisma, nè l’umanità. Lascia comunque sconcertati il fatto che nel terzo millennio si scelga a capo della Chiesa cattolica un teologo pignolo e formalista, che ha passato gli ultimi decenni a stabilire cosa è giusto secondo la “dottrina” e cosa no.

    Come se il vangelo fosse un regolamento di condominio, piuttosto che un messaggio di amore.

    Ecco, quello che mi amareggia è che non capiscano che il nucleo del cristianesimo è nell’amore universale, non nelle regole minuziose e pignole, perchè semmai quello è fariseismo.

    Il povero Welby ha avuto a che fare con dei farisei, non con dei veri cristiani.
    Purtroppo però io credo che a questa gente importi molto di più avere i sostegni dei gruppi che contano: i politici (e su ciò Ruini è il più zelante), la finanza internazionale (Opus Dei), i media.

    Credono con ciò di garantirsi sostegni e potere, ma non vedono che se i fedeli li abbandonano la loro sarà una vittoria di Pirro.
    Però, tornando al discorso iniziale, su De Pedis scandalosamente sepolto in una basilica, devo dire che queste gerarchie cattoliche mi sembrano effettivamente abbastanza ottuse.

    Mi aspettavo che una volta che “Chi l’ha visto?” aveva denunciato questa scandalosa sepoltura in basilica a un feroce criminale, si muovessero per rassicurare e dire che si era trattato di un errore, e che quella salma sarebbe stata rimossa quanto prima.

    Invece niente! Neppure riescono a valutare quanto possa essere devastante per la loro immagine fare finta di nulla in un’epoca in cui grazie a TV e internet una notizia può raggiungere milioni di persone in pochi minuti.
    Davvero il loro mi sembra autolesionismo puro.

  5. 5
    filippo -

    “… il loro mi sembra autolesionismo puro”

    no, se consideri il potere politico che ancora hanno e che gli procura anche un immeritato credito spirituale.
    in questo fa testo una frase che, se non sbaglio, è di quel capolavoro cinematografico che fu “In Nome del Papa Re”, recitata da Tognazzi: “la Chiesa ha sempre ragione, anche quando sbaglia, anzi, soprattutto quando sbaglia”, oppure l’altra, fatta dire dal Pilato di Ben Hur: “dove il potere è grande anche l’errore è grande”.

    hanno potere sulla mente di milione di persone e possono dar loro a bere mille giustificazioni per quell’azione riprovevole, a cominciare dalla festa per la “pecorella smarrita” per finire con dei “mea culpa” che non modificano nulla, come quello di G. P. II nel marzo del 2000.
    non sono loro che sono autolesionisti; è che la gente è cretina!
    quando la gente non sarà più tanto cretina e loro faranno gli stessi errori allora potrai parlare di autolesionismo, ma non ancora.
    il funerale di Welby c’è stato domenica; il giorno dopo il piazzale della basilica di S. Pietro non era mica vuoto.

  6. 6
    albert -

    però dopo il rifiuto dei funerali religiosi, migliaia di messaggi hanno inondato i siti dei radicali, ed erano proteste di cattolici.
    Il fatto che ci sia molta gente che va in Piazza San Pietro non toglie che sempre più persone criticano questi prelati.

    “Via col vento in Vaticano” scritto nel 1999 da alcuni sacerdoti per denunciare gli abusi clericali (e pubblicato da Kaos edizioni) ebbe un successo clamoroso.

    Per fortuna non siamo + negli anni ’50, quando per avere lavoro occorreva spesso la referenza del prete e la DC aveva quasi il 50% dei voti.

    Credo che la gente sappia vedere molto + criticamente le cose oggi.

  7. 7
    filippo -

    sì, c’è un più diffuso atteggiamento laico in giro, ma il plagio e le violenze morali di 1400 anni non sono cosa che passa con facilità.
    ancora stasera un TG ha riportato la seguente frase di Ratzinger:

    “noi non siamo guide politiche ma guide religiose, morali”

    praticamente un’overdose di ipocrisia, che già solo in Francia, non dico negli USA, avrebbe scatenato una popolar-risata, mentre qui è accettata e commentata positivamente.
    “via col vento ..” l’ho letto; complessivamente inefficace.
    fin troppo facile relegarlo tra le paranoie di un prete con una momentanea crisi vocazionale.
    quelli davvero pericolosi il Vaticano li neutralizza, com’è accaduto con quel prete che criticò seriamente e giustamente la Teologia come una pratica inutile.
    Ahmedinejad ha intrapreso la via del dialogo con la Chiesa di Roma ben sapendo – tant’è che l’ha proprio detto – che essa controlla milioni di persone.
    la linfa vitale di questi individui è la politica e finché sarà permesso il raggiro questi individui dureranno anche contro ogni logica o comportamento indecente.
    per questo è importante pretendere che nessuna religione interferisca con la vita dello Stato, così ogni legame tra religione e politica passerà solo attraverso il convincimento di ciascuno di quelli che siedono nelle poltrone istituzionali.
    nel libero mercato la chiesa di roma non durerà un secondo, perché fuori della politica offre solo merce di scarso valore o deteriorata.

  8. 8
    Antonio Pietro -

    Per capire bene le motivazioni che hanno spinto a questa eclatante sepoltura di un boss della banda della Magliana in territorio vaticano si dovrebbero vedere e studiare i servizi della giornalista Raffaella Notariale. L’inviata di “Chi l’ha visto?” ci ha fatto il piacere di scoprire i documenti originali e le foto della tomba di De Pedis sepolto nella cripta di Snat’Apollinare. A chi volesse saperne qualcosa in piu’ suggerisco di quardare i filmati, ce ne sono diversi andati in onda. La Notariale e’ stata anche l’unica ad intervistare Sabrina Minardi, la donna di Renatino De Pedis, al secolo Enrico.
    Nelle sue inchieste le risposte ci sono tutte.

  9. 9
    Ahmed -

    Papi e cardinali non è che siano poi tanto meglio eh…

  10. 10
    Monk -

    Secondo me non c’è De Pedis in quel sepolcro. Mi farò i film? Sarà, ma secondo me in quel sepolcro c’è sepolto il corpo di Manuela Orlandi.

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