Salta i links e vai al contenuto

Il 6 in condotta

di scrivocosanepenso@gmail.com

Ricominciano le scuole e vedrete che fra poco si parlerà di comportamenti problematici degli studenti in classe che possono rappresentare una sfida significativa per insegnanti e genitori. Esistono, a mio avviso, strategie efficaci per affrontare questa situazione e creare un ambiente di apprendimento positivo per tutti gli studenti coinvolti ma soprattutto per gli insegnanti? Il primo passo nella gestione dei comportamenti problematici è cercare di comprendere le cause. Spesso, i comportamenti problematici possono derivare da difficoltà personali, accademiche o sociali. L’ascolto attento degli studenti e il coinvolgimento dei genitori possono aiutare a identificare queste cause. È essenziale stabilire regole chiare e aspettative di comportamento in classe. Gli studenti devono sapere cosa si attende da loro e quali sono le conseguenze dei comportamenti inappropriati. Comunicare queste regole in modo chiaro e coerente è fondamentale. Le strategie di gestione del comportamento, come il rinforzo positivo e il time-out, possono essere utilizzate per incentivare i comportamenti appropriati e scoraggiare quelli inappropriati. Premiare gli studenti per il loro comportamento positivo può avere un impatto significativo. La collaborazione tra insegnanti e genitori è cruciale nella gestione dei comportamenti problematici. I genitori possono fornire informazioni preziose sul comportamento dei loro figli e lavorare con gli insegnanti per sviluppare strategie efficaci. Non è detto che la colpa sia sempre degli insegnanti molte volte è dei genitori. Offrire sostegno aggiuntivo agli studenti che ne hanno bisogno, attraverso tutoraggio o consulenza, può aiutarli a superare queste sfide. Incoraggiare gli studenti a riflettere sui propri comportamenti può aiutare a sviluppare l’autoconsapevolezza. Chiedere loro di pensare a come possono migliorare il loro comportamento li rende parte attiva nel processo di cambiamento. La gestione dei comportamenti problematici è un processo continuo. Monitorare costantemente il comportamento degli studenti e apportare aggiustamenti alle strategie in base alle loro esigenze è essenziale per il successo a lungo termine. La gestione dei comportamenti problematici degli studenti richiede pazienza, comprensione e collaborazione. Insegnanti e genitori possono anzi devono lavorare insieme per creare un ambiente di apprendimento positivo che aiuti gli studenti a sviluppare comportamenti appropriati e a raggiungere il loro pieno potenziale. Ma in definitiva un 6 in condotta e la perdita dell’anno scolastico o il rimando a settembre sono a mio avviso un metodo educativo consono non c’è scritto da nessuna parte che tutti devono essere promossi creando una società di persone che hanno appreso poco o nulla, il 6 in condotta anni che furono è sempre stato lo spauracchio degli studenti e li invogliava ad essere educati e rispettosi. Quindi ben venga se questo è di aiuto per formare cittadini consapevoli dei limiti da non superare perchè oltre che rispettosi delle regole nella scuola saranno rispettosi delle regole anche nella società.
Marco Morandi
Vobarno

Lettera pubblicata il 19 Settembre 2023. L'autore ha condiviso 21 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
Condividi su facebook: Il 6 in condotta

Altre lettere che potrebbero interessarti

Categorie: - Scuola

La lettera ha ricevuto finora 33 commenti

Pagine: 1 2 3 4

  1. 1
    white knight -

    Parole sante le sue sig. Morandi.
    Il “conflitto” tra genitori ed insegnanti ricorda molto il conflitto arabo-israeliano: si può propendere per la ragione storica dell’una o dell’altra parte, ma fatto sta che ormai il conflitto si è così inasprito e radicato che difficilmente si potrà trovare la ragione ATTUALE in una delle due parti.
    I genitori di oggi sono il risultato disastroso di generazioni di insegnanti sinistroidi che dal ’68 in poi hanno progressivamente dissolto concetti quali “disciplina”, “ordine”, “rispetto” perchè ritenuti “roba da fascisti”.
    Ricordo che alle superiori i professori stessi ci invitavano ad aderire a scioperi politicizzatissimi e che definivano il preside (che poveretto, cercava di mantenere l’ordine) con epiteti piuttosto colorati. Ma che generazioni volete che siano venute su con questi presupposti?
    Ho pena per i professori di oggi, quelli giovani, che si trovano a fronteggiare il disastro dei loro predecessori.
    Temo che la soluzione verrà dal privato.

  2. 2
    Suzanne -

    White, hai dimenticato di precisare ” professori sinistroidi mangia pampini”. Sempre tutto colpa di questi sinistroidi mannaggia. Vediamo adesso questo governo di pura e dura destra a parte gli slogan per i minus habens cosa riuscirà a fare. Detto ciò, il problema è molto semplice : le scuole sono diventate aziende in cui si cerca di assecondare l’utenza (quindi i genitori) per avere gli iscritti. Pertanto, essendo le famiglie sempre piú propense a ricorsi vari pur di mandare avanti i loro figli asini e maleducati, ecco che il sistema acolastico si piega a novanta per assecondarli. Anche questi genitori sono tutti di sinistra? No, perché allora mi chiedo se a votare ci vanno gli alieni…

  3. 3
    Max -

    Caro Marco, condivido quanto hai scritto nella tua lettera ma vorrei precisare che il 6 in condotta o comunque la bocciatura dovrebbero essere l’extrema ratrio, la soluzione alla quale si arriva dopo aver tentato tutte le altre: quelle basate sulla comprensione dei contesti problematici, sull’aiuto e sulla persuasione e appunto solo in ultima istanza bisognerebbe arrivare a provvedimenti drastici. L’impressione che ricavo dal dibattito attuale è che ci siano due parti contrapposte che sostengono, ciascuna unilateralmente, una soluzione oppure l’altra, mentre entrambe le istanze – comprensione e severità, aiuto e sanzione – dovrebbero venir prese in considerazione entrambe, da entrambe le parti coinvolte nel dibattito. Quanto agli insegnanti sinistroidi vorrei precisare che mio padre, nato nel 1941 e ahimè mancato nel 2022, è stato politicamente di sinistra per tutta la vita ma per tutta la vita ha odiato il lassismo e l’approssimazione.

  4. 4
    Max -

    Negli studi liceali e in quelli universitari si è impegnato al massimo e nella mia educazione è stato comprensivo sì, ma anche assai severo. Pretendeva che io obbedissi agli adulti e portassi loro rispetto e se avevo problemi a scuola, per lui gli insegnanti avevano sempre ragione (o almeno questo diceva davanti a me, salvo provare a indagare e persuadere, a mia insaputa). La sua sinistra era quella della prima metà del secolo, che credeva in certe istanze di giustizia sociale ma riteneva che a queste dovessero corrispondere doveri di correttezza e di rispetto da parte di tutti. Il problema del 68 e quello di oggi non hanno, secondo me, a che fare con la sinistra, ma con un decadimento culturale e civico generale, che ha colpito la società in modo trasversale, mosso da concezioni del progresso e della libertà che hanno frainteso questi valori trasformandoli in disordine e in negazione di qualsiasi senso della responsabilità. Suzie: al plurale i minus habentes, non habens!

  5. 5
    maria grazia -

    white knight, mi hai fatto tornare in mente i tempi in cui io andavo alle superiori. Ricordo molto bene che gli insegnanti più intelligenti erano quelli che avevano idee molto di destra. Questi insegnanti ( purtroppo molto rari ) oltre che fisicamente affascinanti ( il che non guasta 🙂 ) avevano un modo tutto loro di “imporsi” sugli allievi. Riuscivano a ottenere ordine e rispetto senza aver bisogno di urlare o di prevaricare. La loro autorevolezza ( che è cosa diversa dall’ autorità ) nasceva semplicemente dalla loro competenza, dalla capacità di farsi ascoltare dai loro allievi, di rapportarsi con loro. Se ti comportavi male riuscivano a farti sentire un cretino senza che muovessero un dito. Gli bastava uno sguardo. Tra di loro c’erano delle donne, tra cui la mia prof. di lettere e quella di storia dell’ arte, che stimavo moltissimo.
    Per quanto riguarda invece gli insegnanti di sinistra… stendiamo un velo pietoso! Posso solo dire che ciò che più li accomunava era la mancanza di slancio e di…

  6. 6
    maria grazia -

    .. entusiasmo nel valorizzare gli studenti. Avevo proprio la netta impressione che si trovassero lì per inerzia o per mancanza di alternative. E non certo per vocazione verso il loro mestiere.

  7. 7
    white knight -

    Esatto Suzy, “Le scuole sono diventate aziende”… ebbene e in mano a chi sono le scuole e il sistema scolastico? A quale “casta”? All’elettorato di quale p(d)artito? Daiii…
    Comuqnue non volevo puntare il dito contro le classi intellettual-sinistroidi sul piano politico quanto per l’appunto su quello cultural-educativo. Addestrare intere generazioni alla disobbedienza, al sindacare tutto, alla contestazione e, nei casi più gravi, alla sovversione, può avere come effetto collaterale la generazione di generazioni (scusate il gioco di parole) inette, fallimentari, ed esaurite come quella dei genitori di oggi.
    O è ancora tutta colpa di Berlusconi? LOOOOOOOL!!!!

  8. 8
    CLAUDIO -

    Riflessioni che giungono a proposito, dopo la riforma del voto in condotta,approvata giorni fa.Sicuramente attuata con forte ritardo, anche tenuto conto di recenti fatti di cronaca a riguardo (come la docente di Rovigo colpita all’occhio da pallini di gomma,sparati da una pistola-giocattolo),ma, come si dice, sempre meglio tardi che mai!

  9. 9
    Trader -

    Per combinazione, stavo parlando questo pomeriggio con un mio amico della odierna tendenza alla mancanza di competitività, che impone di livellare tutti, di promuovere tutti a scuola, perché siamo tutti uguali. La prof di italiano delle superiori, che comprava l’Unità, ci disse che non siamo tutti uguali, ma la diversità è una risorsa. Ci faceva il seguente esempio: se fossimo tutti uguali, come tra fratelli, non sentiremmo attrazione sessuale e dunque l’umanità si estinguerebbe.

  10. 10
    Max -

    In realtà chi è di sinistra, o almeno chi lo è in modo intelligente, non sostiene affatto che siamo tutti uguali. Sostiene invece che: 1. Tutti ovrebbero avere uguali punti di partenza e uguali possibilità di esplicare le proprie capacità, mentre nel nostro Paese i punti di partenza sono assai diversi, poiché ad esempio il figlio di un notaio ha maggiori possibilità di diventare notaio rispetto al figlio di un operaio et similia; 2. A ciascuno dovrebbe comunque, indipendentemente dall’ambito e dal livello della propria riuscita, essere garantito quanto occorre per vivere non nel lusso, ma dignitosamente; 3. A ciascuno dovrebbero essere garantiti i servizi necessari (istruzione, cure mediche ecc.) gratuitamente o a prezzi modici, mentre la logica del liberismo e dell’esaltazione del privato rischia di far sì che cure mediche e istruzione decenti possa permetterseli solo chi ha soldi.

Pagine: 1 2 3 4

Lascia un commento

Max 2 commenti per lettera alla volta. Max 3 links per commento.

Se non vedi i tuoi ultimi commenti leggi qui.


▸ Mostra regolamento
I commenti vengono pubblicati alle ore 10, 14, 18 e 22.
Leggi l'informativa sulla privacy. Usa toni moderati e non inserire testi offensivi, futili, di propaganda (religiosa, politica ...) o eccessivamente ripetitivi nel contenuto. Non riportare articoli presi da altri siti e testi di canzoni o poesie. Usa un solo nome e non andare "Fuori Tema", per temi non specifici utilizza la Chat.
Puoi inserire fino a 2 commenti "in attesa di pubblicazione" per lettera.
La modifica di un commento è possibile solo prima della pubblicazione e solo dallo stesso browser (da qualsiasi browser e dispositivo se hai fatto il Login).

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

 caratteri disponibili