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Lettera pubblicata il 22 Dicembre 2010. L'autore ha condiviso 5 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore kotin@.
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io ho perso sia un genitore, che vari fidanzati, e sono sotto il quarto di secolo…
sono giovane, ne ho passate di tutti i colori, e i dolori è vero non sono paragonabili,
ma alla morte, ti ci abitui perchè non puoi farci assolutamente niente, e se vuoi
sopravvivere devi fare i conti con i sensi di colpa, se ce ne hai, e poi fare l’unica cosa
da fare: accettare e andare avanti, tanto non ci saranno striscioni, rose, strilli o urli
che tengano.
quando una cosa è così definitiva, paradossalmente è più facile da accettare.
perdere la persona a cui ha scelto di donarti totalmente, ti fa diventare matto,
perchè sai che quella persona non è morta, ma ha scelto di vivere senza di te.
La morte è un istante.
un istante? magari!
Il guaio è sentirsi morti,infatti se qualcuno ti dice “sono morto tanto tempo fa”,non è necessariamente una frase forte da Holliwood.C’è un film che secondo me rende molto l’idea è quello di un superstite di un incidente aereo,che non riesce ad accettare l’idea di non essere morto.
Quello che secondo me consideri della morte,ti condiziona la vita continuamente.Per esempio ho parlato con un tipo,realizzato nella vita,brava persona che porta avanti vari progetti positivi nella vita,anche al di fuori del lavoro.Mi ha detto “l’unica cosa che temo è la morte”,non pensavo che mi dicesse una cosa così eppure è una persona che ha avuto ruoli di grande importanza e responsabilità,anche in ruolo di paramedico non pensavo mi dicesse così,io invece penso sempre alla morte ad un luogo di pace e poi arriva quando vuole.