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Ma come si può? Avete idea di cosa sia realmente la morte?

di kotin@
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Lettera pubblicata il 22 Dicembre 2010. L'autore ha condiviso 5 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 25 commenti

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  1. 11
    costanza -

    grazie a tutti! siete stati di grande aiuto, perdonate lo sfogo, è solo
    un brutto momento! x elisabetta:
    lo so, me lo dicono in tanti, ho solo elaborato una mia visione della
    vita! tutto qua… buone feste…

  2. 12
    Andrea -

    Ciao Costanza, innanzitutto non avevo capito che hai perso una persona cara di recente, mi dispiace per questo tuo momento e mi scuso per il poco tatto che ho avuto. Per il resto penso che periodi negativi e duri li attraversino un pò tutti, io ad esempio ho perso mia mamma quando avevo la tua età, per cui non credere che non possa capire chi sta male. Crescendo capirai che la vita non è solo bianca o nera, ci sono tante sfumature e che le persone non sono macchine perfettamente razionali che dicono tra sè e sè: “Io ho dei problemi, ma dato che in Africa muoiono di fame devo essere contento.” E’ un pensiero corretto il tuo, al quale ci si può sforzare di appoggiarsi, ma non è facile e così automatico come pensi. C’è sempre chi sta peggio di noi, non per questo possiamo vivere di una felicità inebetita e perenne. Ci sono persone che stanno male quando apparentemente non dovrebbero, sono depresse, perdono o non trovano ragioni di vita o magari vivono semplicemente un periodo di sconforto e bisogna cercare di rispettare anche loro..

  3. 13
    Valerio -

    Sei molto ingenua, Costanza. Il dolore – questo è evidente, anche una persona della
    tua età dovrebbe capirlo – è un’esperienza relativa alla persona che lo prova. Un
    pugno in faccia fa male anche se sei consapevole dell’esistenza di dolori ben più
    intensi.
    Un consiglio: non giudicare il dolore degli altri. Non ti è possibile conoscerne la vera
    intensità…

  4. 14
    costanza -

    per andrea: mi dispiace tanto, ti capisco…
    per valerio: la cosa che mi turba non è tanto il fatto di poter soffrire
    per amore! le cose che mi danno fastidio più che altro sono le lettere
    intitolate: mi ha lasciato la morte nel cuore, oppure ho perso la mia
    anima, non si può parlare così! capisco che uno stia male, per l’amor
    del cielo! ma nel mare ci sono tanti pesci, e come ho gia detto, forse
    significava che il rapporto non filasse dritto!
    comunque grazie, ora ho le idee + chiare, probabilmente quando mi
    innamorerò la penserò così anke io…
    grazie ancora… costanza

  5. 15
    heart79 -

    Costanza, guarda che è dura ricominciare dopo che si viene lasciati. Al patner hai dato tutto, la tua fiducia, la complicità, tutto. Poter contare su una persona ti da energia vitale. Quando la fiducia viene tradita, così, improvvisamente, tutta la tua vita cambia e ogni cosa perde valore, tutto cambia in peggio. Le tue passioni spariscono, stimoli non se ne trovano. Il tempo sistemerà le cose, però il dolore rimarrà per sempre nel tuo cuore.
    Qualcuno ha scritto che si ama solo il primo amore, forse è vero. Io ad esempio ora ho paura di innamorarmi di nuovo, forse voglio evitare altro dolore.

  6. 16
    ventolibero -

    Brava Costanza!
    Però,come un fratello maggiore,mi permetti un “consiglio”? Facciamo un suggerimento va…
    Si tratta di questo:non cadere nella trappola di certi furbetti (ce ne sono in giro,nella vita reale)che col loro dire cercano di farti giungere dove loro desiderano. A loro non dare la soddisfazione di dire “se tu sapessi cosa ho passato io…” ecc. Si rischia di fare la classificazione del grado di intensità del dolore. Lascia perdere,non è opportuno. Anzi,ti esorto a radicalizzare questo comportamento,non dire mai di queste cose.
    In giro molti,come acutissimamente tu hai colto,si credono vittime di un male(malessere)invincibile e dai connotati irripetibili. Il più delle volte poi,per cretinate pazzesche,che fanno dubitare della tua (non della loro) sanità mentale. E sai perchè? Perchè se tu non ti ritieni sospraffato da cavolate del genere mentre la quasi totalità intorno a te è quasi tentata dal suicidio (a parole,e qui sopra,con volto e nome ignoti),allora ti chiedi: ma che non sia io quello fuori dal mondo? Alcuni miei colleghi chiamano questo fenomeno “disorientamento del sentire logico”,in pratica,con parole povere,si tratta del noto concetto “ciò che fa la maggioranza è giusto,la maggioranza vince”. E se la maggioranza è questa? Che si fa? Che soluzione c’è? Una potrebbe essere appunto quella di non dargli soddisfazione! Ma sì,che si credano le vittime di tutto il dolore del mondo…
    Tu,cara Costanza,custodisci il tuo con gelosia,fanne risorsa per il tuo avvenire,costruisci insieme a lui un futuro sereno e sensibile.
    Ti auguro ogni bene (oltre che buon Natale).
    Alessandro

  7. 17
    Mau -

    Ciao Costanza.
    Sono perfettamente d’accordo con te.
    Certamente di fronte alla morte bisogna solo inchinarsi con rispetto.
    E spesso si leggono lettere, scritte da gente con molti più anni dei tuoi, presumibilmente più ‘mature’, che trattano di problemi ‘di cuore’, o altro, con sorprendente banalità di contenuti.
    Bisogna però dire che tutti, indistintamente, dobbiamo avere quella libertà e possibilità di esprimere i nostri sentimenti e problematiche, qualsiasi esse siano, con il livello di maturità che ci accompagna.
    Un abbraccio.
    Mau.

  8. 18
    Veronica12 -

    Non hai la minima idea di cosa si provi ad esser lasciati o traditi.. Non hai la minima idea di cosa sia l’amore vero! La morte è la peggiore disgrazia lo riconosco, ma fa altrettanto male l’abbandono della persona in cui avevi riposto tutta la fiducia.
    P.s. Tra qualche anno ne riparleremo..

  9. 19
    Christian -

    Heart79, veronica12, solo chi le prova certe cose può capirle, non certo una 13enne ancora in fasce. Bimba cresci prima di giudicare il dolore altrui.

  10. 20
    Valerio -

    Quello che cercavo di dire è che l’intensità del dolore è sempre soggettiva, e che
    sapere che esiste un eventuale scenario di sofferenza maggiore non diminuisce il
    dolore percepito.

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