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Lettera pubblicata il 14 Ottobre 2013. L'autore ha condiviso 6 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore slassh.
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Ti dico una cosa, hai solo 21 anni non 30 come me che ormai sono un uomo finito in tutti i sensi, hai ancora tutta la vita davanti sei ancora un ragazzo, se raccogli la legna da giovane da vecchio ti scalderai.
Io ho fatto quello che stai facendo tu:mettevo alla prova gli altri. Dicevo di volermene andare affinché mi chiedessero di restare. Mettevo costantemente alla prova il loro amore e affetto,non era mai abbastanza. E poi,una volta dopo l’altra,i rapporti hanno fatto crack. Ci si stanca di esser messi alla prova.
Ovviamente non era tecnicamente colpa mia,avevo un disagio che ho affrontato con una psicoterapeuta. Ma questo disagio,prima di affrontarlo,mi ha fatto piazza pulita intorno. Mi restava solo una famiglia,che comunque continuavo a mettere alla prova.
E non sentivo,non percepivo l’amore,non sentivo niente,mi spingevo sempre oltre. Fino al gesto ultimo,quello del tentato suicidio,ennesimo grido non per morire,ma per farmi salvare.
Non ho ottenuto niente,se non compassione. Tutto il resto non lo sentivo e ho continuato a non sentirlo.
Chi ti dice di girare per ospedali ha in parte ragione. Vedere l’inevitabilità aiuta a sentorci “fortunati”. Ma allo stesso tempo aumenta il senso di colpa di avere ciò che altri non hanno,e non saperlo apprezzare e sfruttare.
C’è chi ne esce da solo….io sono stata 5 anni in psicoterapia ma poi,comunque,sono stata io a fare clic,e a decidere che era il momento di cambiare qualcosa. Non mi vergogno a dirti che due volte al mese,ancora oggi,faccio psicoterapia. Sento ancora il bisogno di quella stampella.
Insomma,quel che voglio dirti,è che nulla cambierà se non sei tu a deciderlo. Gli altri possono far voli pindarici,ma tu non li percepirai. E la colpa non è tua. Ma a volte,ci vuole più coraggio per chiedere aiuto che per lasciarsi andare. E tu questo coraggio devi trovarlo,per te stesso. Un abbraccio