Da qualche tempo non può farsi a meno di dedicare il pensiero agli immigrati ed a qualcuno dei problemi agli stessi connessi. Il dirottamento della nave turca da parte di alcuni degli immigrati salvati vicino alle coste libiche deve farci riflettere sui motivi che hanno spinto a questo gesto, se gli eventi sono quelli che i media ci hanno raccontato.
Il timore di essere riaccompagnati in Libia e consegnati ai libici per essere internati in “ campi per profughi” pare sia stato determinante.
Sorge subito spontanea la domanda: quei migranti da dove si erano allontanati per essere imbarcati sui gommoni poi naufragati? Quei migranti erano ospitati in quegli stessi campi profughi nei quali non volevano ritornare perché simili a campi di concentramento di memoria nazista? Le condizioni di vita sono effettivamente quelle che nei servizi giornalistici vengono illustrate?
Se effettivamente le condizioni di vita dei migranti parcheggiati in Libia è quella che i media descrivono, come mai la civile Europa non ritiene di intervenire come ha fatto per eliminare il dittatore carnefice? Dove sono Francia, Inghilterra ed Italia? Di fronte alla Storia nessuno potrà dire di non sapere e la cosa più grave sono i finanziamenti che vengono erogati dagli stati comunitari per il mantenimento dello status quo, le attrezzature che l’Italia ha trasferito e continua a trasferire non allo Stato ma alle tribù libiche. Lo stesso discorso andrebbe fatto per la situazione venutasi a determinare in Turchia con il sistema si sbarramento ai flussi migratori verso l’Europa. Anche in Turchia la Germania si è messa a posto la coscienza pagando gli aguzzini di turno.
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Categorie: - Politica - Riflessioni
Ma va là, in Libia si sta benissimo, specie sulla costa. Aria buona e pesce fresco. Ci sono anche capperi, olive, tutto quello che serve per un buon sugo. Le uniche torture sono quelle praticate agli astici per il couscous. Il resto sono babbiate dei media.