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Lettera pubblicata il 13 Agosto 2009. L'autore ha condiviso 3 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore cfabriz.
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Macchè grazie R. Nei “molti utenti” ci sei tu in testa.
Io ci sono per te e, in parte, anche per me.
Così come tu ci sei per me (insieme a parecchi altri) in aspetti in cui, probabilmente, anche tu ti riconosci solo in minima parte.
Il gioco degli specchi non si applica a me soltanto… 😁
In realtà, la cosa interessante è che tu proprio non hai preso in considerazione il contenuto di quei post, mutuati da riflessioni non mie direttamente. Proprio non ti “vedi” nel bisogno di “riconoscimenti”. Io sono anni che dichiaro il mio disinteresse per le altrui opinioni, sia nel bene che nel male. Sarà presunzione? Arroganza? Può essere, ma ne sono conscio. Tu no, non sei consci della tua dipendenza. Come l’altro “dipendente” (casualmente tuo sodale) che manifesta la sua sindrome in modo opposto al tuo, avete bisogno di un pubblico che in qualche modo vi “noti”, pena l’oblio.
Insomma, come per certi oersonaggi dello spettacolo, nel bene, nel tuo caso o nel male nel “suo”, purchè di voi si parli.
Almeno io non ho bisogno degli altri, per quanto mi riguarda possono andare tutti a farsi fottere. Punto!
Tommy,
io, invece, ammetto di aver bisogno, nel REALE, di almeno una persona di riferimento. A cui potrei affidare, se necessario, tutte le mie risorse economiche.
Nel VIRTUALE, posso scegliere di essere o non essere me stessa. Qui tutto è e non è. Per essere sempre coerenti e ottenere consensi, basterebbe crearsi tanti alter ego quanti ne sono sufficienti per esprimere tutte le proprie diverse sfaccettature e meglio sostenere le proprie convinzioni.
Tanto, se sai farlo bene, nessuno se ne accorge e puoi divertirti alle spalle di gran parte degli utenti.
sono l’autore di questa lettera e sono felice che dopo tanti anni riceve ancora interesse.
Dopo tanti anni, sono cresciuto e maturato e ho imparato a difendermi dagli altri,con la stessa formula con cui Pirandello non si riconosceva in una persona sola ma piuttosto in tante maschere ognuna diversa per ogni interlocutore,così ho imparato a difendermi dalle persone false all’occasione dando pan per focaccia.
Tuttavia credo che non bisogna vivere con la soggezione degli altri, il vero segreto che ho imparato è fregarmene degli altri,non pensare ai loro giudizi perchè alla fine non è vero che gli altri sono così intenti a giudicarci ogni volta in realtà sono più intenti a pensare cosa la gente pensa di loro stessi…
Nel privato ovviamente è più facile essere se stessi,con qualcuno importante non servono maschere e si puo essere se stessi,oggi ho due bambini e penso esiste un cerchio una confort zone da cui partire e allargarla di volta in volta inserendo qualcuno che veramente…
“…Dopo tanti anni…ho imparato a difendermi dagli altri,con la stessa formula con cui Pirandello non si riconosceva in una persona sola ma piuttosto in tante maschere ognuna diversa per ogni interlocutore”.
E se lo diceva Pirandello, che ha scritto “Uno, nessuno, centomila…” si può starne certi.
cfabriz, bellissimo il tuo ultimo commento, sarebbe da incorniciare. Tra l’altro rispecchia perfettamente quella che è anche la mia esperienza, in particolare in questi due passaggi:
“ho imparato a difendermi dagli altri”
“il vero segreto che ho imparato è fregarmene degli altri,non pensare ai loro giudizi”
Per anni ho cercato – invano – l’approvazione della mia famiglia, dei miei ex partners, dell’ ambiente che mi circondava.
Ma quando ti vedono sempre e solo come il capro espiatorio della situazione qualunque cosa farai non sarà mai abbastanza.
Ho cominciato a vivere DAVVERO quando di piacere agli altri non me ne è importato più niente, quando ho capito che tutto ciò che dovevo fare in realtà era essere me stessa e difendere i miei confini. Mettere me prima degli altri ( cosa che prima non avevo mai fatto ). E, paradossalmente, è da quel momento che le persone hanno cominciato a rispettarmi e ad apprezzarmi.
È proprio vero che dobbiamo NOI PER PRIMI darci un valore.
cfabriz,
“Pirandello non si riconosceva in una persona sola ma piuttosto in tante maschere ognuna diversa per ogni interlocutore” – essendomi volontariamente isolata da più di 15 anni, nel REALE non porto maschere con le pochissime persone con cui ho scelto di mantenere contatti a tutto tondo.
Nel VIRTUALE mi limito a schermare la parte più intima di un doloroso vissuto famigliare e a dedicare attenzione più a singole situazioni, da diversi e sfaccettati punti di vista, che non alle persone che le espongono.
A me sta bene così, e ho anch’io imparato a dare un credito molto relativo alle critiche, se non pervengono da persone/personaggi ai quali riservo, almeno in parte, la mia stima.
Rossana, TUTTI portiamo delle “maschere” nella società, perché nella vita di tutti i giorni bisogna necessariamente seguire un protocollo per potersi interfacciare con gli altri, e tu non sei certo esente da questa regola. Anzi..
Tantomeno si è tenute a rivelare tutto di sé a un tizio che incontri un paio di volte per passare con lui la notte in un hotel, sia pure di lusso e con vasca iacuzzi.
Spero sia chiara una buona volta la differenza tra onestà e imbecillaggine. La seconda fa molto comodo a chi vuole manipolarti.