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Lettera pubblicata il 7 Agosto 2010. L'autore ha condiviso 7 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore Antony_2.
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Cara Rossana,
ho già risposto alla tua mail prima ancora di leggere le tue ultime considerazioni sul forum, e vorrei integrare le notizie che ti ho comunicato con alcuni dettagli, di cui potremo poi continuare a trattare privatamente.
La mia lei era sì abituta ad avere molti pretendenti, trattandosi di una bella ed avvenente ragazza, quanto oggi è ancora una bella ed affascinante donna, ma erano quelli che non “insistevano” ad interessarla. I complimenti, anche quelli sinceri, probabilmente, sortivano un effetto contrario a quello che ci si sarebbe aspettato. Evidentemente li sentiva come una forzatura strumentale tendente all’unico scopo cui tende il maschio medio insomma, una forma di “recita” ipocrita. E’ curioso perchè mi ha sempre detto che ama essere corteggiata, come lo amano tutte le donne, ma dovremmo sapere che nella realtà, il corteggiamento è sempre una recita nella quale ci si “confeziona” come riteniamo piaccia all’oggetto del desiderio. Io l’ho sempre pensato, sin da ragazzo, infatti non ho mai fatto quel tipo di corte a nessuna donna. Se una cosa deve nascere nasce, senza “finzioni” strumentali, ancorchè accettate da chi hai di fronte.
Non ho mai saputo, e forse neppure lei lo sa con precisione (l’istinto?), quali siano stati i motivi che la hanno attratta di quell’uomo di cui ho parlato sin’ora, e che la facevano ripetutamente tornare a cercarlo anche dopo aver conosciuto e frequentato, durante quel “non rapporto”, altri due “fidanzati”, che non la soddisfacevano perchè la…volevano e lo dimostravano. So che è stata certamente lei che ha notato per prima lui e ha fatto sì che si instaurasse un dialogo. Ma quali siano stati i “parametri” che le hanno scatenato quell’attrazione “canina” di cui ho più volte parlato, non saprei dirlo con sicurezza, pur supponendolo, soprattutto perchè, alla luce delle lunghe discussioni fatte sull’argomento e su quello che poteva essere la tipologia del personaggio, deve essere stato agli antipodi rispetto a me, non solo fisicamente ma soprattutto caratterialmente, per affidabilità, mantenimento delle parole date e lealtà, caratteristiche queste che ho sempre (candidamente) pensato fossero un’indicazione positiva in un uomo, soprattutto agli occhi di una donna.
Pur tuttavia, mi ripeto, nonostante le mortificazioni e le continue batoste morali subite, non ha mai abbandonato il pensiero dell’ineffabile soggetto in questione, nè mai ha voluto vederlo o riconsideralrlo nel suo “reale” valore umano, quasi come esistesse una dicotomia tra due differenti donne conviventi nella stessa persona: una masochistico-romantico-trasgressiva ma materna nello stesso tempo, con lui, e l’altra realista e razionale con il resto del mondo, me compreso. Ma sarò più esplicito privatamente sui dettagli che mi hanno portato a vedere le cose nei termini appena espressi, mentre cerco di collocare la mia figura all’interno della vita e dei veri sentimenti di lei.
Per ora ti saluto con simpatia e ti aspetto.
Ciao.
Ciao Odisseo,
sono sempre più in ritardo con le risposte, forse anche perchè il tuo caso è uno dei più delicati e dei più profondi di cui sia venuta a conoscenza su questo sito, e quindi richiede maggior riflessione…
“il corteggiamento è sempre una recita nella quale ci si “confeziona” come riteniamo piaccia all’oggetto del desiderio.” – concordo, anche se fa parte di un rituale atavico che, se giocato correttamente, dovrebbe essere un avvio “leggero” a un eventuale desiderio di reciproca conoscenza. mi sembra che oggi sia abbastanza caduto in disuso, con il risultato che si consuma tutto più in fretta, non sempre con esiti finali positivi.
“So che è stata certamente lei che ha notato per prima lui e ha fatto sì che si instaurasse un dialogo.” – questo è un particolare molto importante nell’insieme della storia. tuttavia, nemmeno da questo si può evincere granchè in merito all’impulso che l’ha spinta in avanti, se non quello che già si è detto, e cioè che può aver vissuto la relazione come sfida, accanendosi sempre di più constatando via via che non le riusciva di essere dominante, come negli altri casi, per lei meno pregnanti.
resta un fatto che non ti ha considerato alla stregua di altri ma che a te ha dedicato fin da subito più attenzioni, al punto di sposarti e di diventare la madre dei vostri figli. questo dovrebbe essere di gran lunga più importante di tutto il resto. conosco casi di donne che, non potendo avere, per le ragioni più svariate, l’uomo su cui avevano riversato il loro amore sono rimaste per l’intera vita fedeli a questo loro sentimento. vero è che in questi casi erano però quasi sempre ricambiate…
so che un’esperienza personale spesso non è di nessun aiuto, in quanto gli esseri umani sono così diversi e sfaccettati che non sono facilmente omologabili, nè nei temperamenti, nè nelle condizioni storico-ambientali, che possono fare la differenza. tuttavia, ho fatto più o meno quello che ha fatto la tua donna, cioè sono passata dalla vita totalmente libera e bohemienne con un artista a una relazione con un assennato e più che equilibrato dirigente d’azienda. sembra, di primo acchito, che i due uomini si trovino all’opposto, e per certi versi è così, ma non del tutto, in quanto in ambedue esistevano alcune qualità di fondo quasi in fotocopia. persino nella creatività c’era in loro una sorta d’incredibile gemellaggio!
quali potrebbero essere, se esistenti, le connotazioni di base che ti assimilano a un tipo tanto diverso da te? prova a rifletterci su, magari con l’aiuto di tua moglie. potrebbe saltar fuori qualcosa di utile per una tua maggior comprensione di quel suo strano e persistente sentimento…
per il resto, ti risponderò in privato, al più presto possibile.
buon fine settimana!
Ciao Odisseo, ovviamente per te tutta questa ricerca di comprendere ha un profondo senso e la valenza tua quindi di questa tua ricerca nella mente e nel cuore della tua donna non e’ discutibile da altri. Cio’ che a suo tempo gia’ mi chiedevo, e te lo scrissi, e’ (come mia riflessione) se tu non stia enfatizzando l’importanza di quel passato remoto nel passato prossimo e presente di tua moglie e se questa “competizione” con il suo passato riguardi
molto piu’ te che effettivamente lei. Perche’ se cosi e’ e la tensione e il diverbio e l’incertezza stanno dentro di te rischi di non venirne a capo analizzando lei alla luce delle tue paure di non avere avuto e avere un certo ruolo nella sua vita emotiva piuttosto che l’origine delle tue paure e sensazioni rispetto una scoperta che si e’ fatta cosi traumatica o perlomeno (almeno apparentemente) cosi ingombrante per te, nella visione di lei e di te rispetto a lei e viceversa. Perche` tua moglie non e` la sola donna (come potrebbe essere un uomo) ad avere un passato, una parentesi, di un certo tipo ma in gioco c’e’ la tua reazione emotiva al suo passato. Alla quale, beninteso, non sto togliendo alcun valore, tutt’altro. Ma e’ proprio perche’ leggo il tuo “tormento” e non quello di tua moglie (che dal suo passato potrebbe non esserlo per nulla o averlo rielaborato con chiavi di lettura ben diverse dalle tue) mi viene piu’ spontaneo pensare alla tua percezione emotiva/cognitiva della questione. Non so quanto questa tua sensazione di malessere incida sul tuo presente e il vostro, quante energie tolga al vostro presente. E cosa potrebbe fare tua moglie per rassicurarti se l’idea che un amore “canino” sia piu’ forte, rilevante o coinvolgente ecc e’ tua? E’ venuta lei a dirti «ho amato piu` lui di te», «amo piu` lui di te», «conta piu` lui di te», «meglio tot anni coli che i nostri»? Se ci si trova di fronte, realmente, una questione di questo tipo il problema e` piu` chiaro e contingente. Se si entra nella sfera.della gelosia retroattiva (non rammento o so se hai frequentato quel topic nel forum o hai guardato la cosa da questo punto di vista anche sicuro che non.sia il tuo caso) la questione e’ diversa e si affronta in modo diverso, perche’ l’analisi continua non e’ una soluzione ma un sintomo di un malessere. Ovviamente Odisseo non so e ti auguro di venirne a.capo per la serenita’ tua e vostra. Ma nel caso tu stessi leggendo la cosa nella prospettiva «lei» invece che «io» staresti usando tantissime energie chiudendoti in un disagio senza affrontarlo magari potendo avere al tuo fianco proprio tua moglie invece di chiederti cosa e` passato per la testa a lei allora. Ti leggo spesso e non intervengo, oggi mi sono sentita di farlo. Solo una riflessione, ciao 🙂
Ciao Luna. Solo oggi per caso sono passato sul forum, notando la risposta di Rossana e la tua. Con Rossana ci sentiamo privatamente da qualche tempo, e mi sembrava giusto dare riscontro al tuo post.
Per poter spiegare bene il mio problema, bisogna fare lo sforzo di entrare in quelli che sono alcuni aspetti fondamentali dell’autostima maschile che, per quello che sto per dire, non so quanto sia simile a quella femminile.
Se un uomo (io in questo caso. Non voglio generalizzare, però…) ha il dubbio che la donna che ama ha scelto di stare con lui perchè corrisponde al desiderio di lei di farsi una famiglia, perchè è una persona che sente essere affidabile e che le garantisca un minimo di continuità a questo progetto di vita, ma poi quell’uomo scopre che la stessa donna prima di lui ha perso la testa per uno con caratteristiche opposte a quelle appena citate, che non l’ha mai corrisposta, l’ha trattata come un passatempo, umiliata, e nonostante questo lei ne mantiene un ricordo che non si sbaglia a definire tenero, cosa deve pensare?
Lo dico apertamente: che esistono due livelli di “amore”, quello passionale che non conosce ragioni e quello razionale, più adatto al progetto di cui parlavo prima.
Il punto è che per quanto bene riesca il famoso progetto, non si può inventarsi una passione che non c’è, e prima o poi questa carenza viene a galla, e crea delle crepe nel rapporto, soprattutto se l’altra parte si sente appassionata ma non adeguatamente ricambiata.
Ora, come non può durare un rapporto esclusivamente passionale, allo stesso modo è limitato un rapporto razionale. Sarà fatto di rispetto, leale, corretto, anche simpatico se vuoi, e persino intelligente se i due se lo possono permettere, ma laddove uno dei due ha bisogno di quel sacro fuoco e questo non c’è, sono guai.
Non so gli altri uomini, ma io sicuramente preferirei essere stato il sogno, romantico, erotico, folle, della donna che amo, piuttosto che la soluzione ad una lecita necessità come quella di avere una famiglia e dei figli, esigenza questa molto viva nelle aspirazioni di una donna.
Con questo mi sento di ripetere qualcosa che forse ho già detto nel forum, senza che suoni offensiva: che una donna può anche accettare di sposare un uomo e “amarlo” senza passione, perchè non ha potuto farlo con quello che la appassionava. Invece un uomo, (io di certo) non è così portato al matrimonio come realizzazione di sè, ma quando lo fa, quando si sposa, è perchè vuole STARE con quella e solo quella donna. Scoprire poi che quella donna tanto desiderata ha desiderato un altro anche a costo di esserne umiliata pur di averlo, senza riuscirvi, e ciò nonostante ricordarlo sempre, è da fallito, perchè fa capire chi vale di più “nell’animo” di lei rispetto a quello col quale ha realizzato il pur importante progetto di vita. Un progetto forse realizzato con successo, ma senza il supporto di quella passione rimpianta, che si cercherà per forza nel passato, e mai nel presente, ovviamente.
Tutto qui.
Ciao
Odisseo,
più chiaro di così non avresti potuto essere…
Odisseo, grazie della tua risposta. Avevo capito, per quel che posso, il tuo dilemma non certo di poco conto. Ti rispondo da donna: no, io non potrei mai fare un ragiomamento del tipo che dici per mettere su famiglia, e non te lo dico a 20 anni, te lo dico piu’ vicina ai 40 e non l’ho mai fatto. Io non vedo neanche la passione riferita al pericolo e all’instabilita’ e viceversa. Passione poi e’ per me un concetto molto piu’ ampio del sesso. Se io sono una persona passionale anche nel mio modo di vederea vita e nelle cose che faccio non vedo perche’ non possa esserlo un uomo e non per questo essere un buon compagno di vita. Non serve essere un uomo per vapire cio’ che intendi anche se non posso essere in te. Io non solo non potrei scegliere un uomo in base ai meri criteri che dici, solo per realizzare un progetto,.ma non vorrei mai essere scelta in base a quei criteri. A parte che e’ difficile
chiudere le persone in una propria idea, secondo il criterio che dici. Una persona non e’ il tassello che si deve incastrare nel progetto di un altrl o altra, e’ chi e’. Cio’ che dici delle donne che possono scegliere un uomo ad n certo punto con un certo criterio puo’ avvenire anche da un uomo nei confronti di una donna, non credo sia questione di genere. Odisseo, non so come sia andato il tuo matrimonio e se le considerazioni che fai le fai dopo la tua scoperta del passato di tus moglie o se cerchi in cio’ che hai scoperto del suo passato e ti chiedi le ragioni di cio’ che valuti sia macato tra voi o da parte di lei verso te. Ovviamente non so cosa provi tua moglie per te e come si ponga nei tuoi confronti e perche’. Di per se’ credo realmente che il fatto che lei abbia vissuto l’esperienza che dici non provi unaggiore amore e intensita’ di coinvolgimento per lui rispetto a te. Sono dinamoche estremamente diverse e tua moglie puo’ avere maturato un maggiore amore di se’ e quindi un modo d’amare piu’ intenso, pieno e sereno in seguito. Lo vedo con una mia amica che e’ quasi una sorella: da giovanissima ha vissuto storievtravahliate e anche della tipologia che dici e in seguito ha avuto una storia piu’ serena (stava cambiando lei) e ha quindi poi incontrato l’uomo che ha sposato, con cui ha due figli e di cui e’ innamoratissima e lui di lei. Non lo ama certamente meno di quanto abbia amato chi l’ha fatta soffrire. semmai di piu’. di per se’ e tanto piu’ perche’ stanno bene imsieme. io c’ero quando lei ha vissuto quelle che tu chiameresti le suevstorie “camine”, e la conoscevo allora e la conosco oggi, ci parlavo allora e le parlo oggi Lui non e’ stato una scelta di “comodo”. A mia volta posso dirti che non ho amato di piu’ chi mi ha fatto soffrire, non ho mai pensato che piu’ ci stai male e piu’ un amore e’ grande o piu’ soffri e puu’ ami. Mi e’ capitato che una persona con cui somo stata a lungo, felicemente, con grande complicita’ e appassionatamente ad un certo punto per sue problematiche emerse ed una serie di concause mi abbia fatto soffrire, na non l’ho amato di piu’ per questo, le dinamiche sono molto dicerse da come le leggeresti forse tu. e se mi innamorassi di un altro uomo lo amerei e il fatto di non dover avere una serie di problemi e di dover quindi anche reagire ad una serie di problemi non significherebbe certo che amo meno. semmai potreo mettere in gioco piu’ lati positivi che mi appartengono. forse non riesco a farti arrivare questo concetto ma posso dirti che poiche’ non mi legherei a qualcuno per levragioni che dici sela persona fosse gelosa di un mio amore piu’ tormentato sbaglierebbe nel leggere la questione come stai facendo tu, nel mio caso certamete. tra l’altro, seppure credimi che comprendo il tuo dilemma, il mio compagno in fase “tormentata” era
era affetto anche da sue insicurezze che proiettava nella gelosia e gelosia retroattiva e per un mio ex, di quando ero giovanissima, e che secondo lui era “il buon partito” che io avevo lasciato, quello con cui ero stata meglio, che pie ae ceva di piu’ ai miei ggenitori e che io chissa’ quante volte avevo rimpianto e se avevo lasciato costui chissa’ con quale facilita’ avrei potuto lasciare lui… ora, questa cosa emerse in un suo periodo di crisi e non c’entrava nulla non solo con i miei sentimenti e pensieri ma neppure con la mia biografia. la sua lettura era arbitraria e il suo riassunto della mia precedente relazione. Io non ero stata con un “partito peggiore o migliore”, avevo vissuto una relazione che era finita per varie ragioni ma li stesso mio ex non la leggeva, neanche il mio ruolo, come lo vedeva lui. Sarebbe lungo da spiegare percje’ lui ando’ in tilt ed ebbe un momento in cui fu davvero capace di soffrire per qualcosa chw rileggeva di sana pianta. te lo riporto per dire, spexularmente, che si puo’ pensare che chi sta con noi, uomo o donna, abbia amato chiunque piu’ noi , che ko abbia amato in modo canino o al contrario (secondo i gatti ma soprattutto la nosrra interpretazione). La moglie di un mio ex della primissima gioventu’, che ha vissuto con lui una storia lunga e travagliata, forse non si e’ ancira tolta dalla testa che quella “brava ragazza” con cui era stato prima e senza tanti casini fosse il suo rimpianto, e tanto piu’ perche’ (paradossi!) quando lui mi tradi con lei e provo” a tenere il piede in due scarpe fui io a lasciarlo… Cio’ per dire Odisseo che io non posso sapere se lei ha amato piu’ lui di te ma il fatto che abbia vissuto la storia come dici, anche se comprendo lo schema a cui fai riferimento, di per se’ per me non proverebbe nulla di cio’ che tu sembri dare per certo. Vedi Odisseo io non intendo in alcun modo minimizzare la tua sensazione di non essere amato da tua moglie o in un certo piu’ intenso modo e io non so perche’, nella vostra storis, tu ti senti cosi. Se e’ vero peeo’ riguarda a mio avviso comunque la vostra storia e non la loro il tuo tentativo di capire lei e voi attraverso il passato lo comprendo tuttavia a cosa ti porta? Io spero che tu stia parlando con tua moglie di voi, di te, dei vostri problemi se ne avete avuti o ne avete e che tu le dica come ti senti davvero con lei ora. Perche’ e’ un problema di adesso come ti senti tu e cio’ che mi hai scritto in un post. Sono onesta con te, se io pensassi sul serio cio’ che tu dici donna o uomo che io sia mi fregjerebbe ben poco di capire come l’uomo che amo ha amato un’altra mentre con me si e’ messo “per stabilita’”. Se lo pensassi il problema riguarderebbe me con lui. e per come sono fatta io me ne andrei se pensassi che non mi ha amato e ha vissuto di rimpianti. ma e’ cosi Odisseo? lei ti dimostra davvero questo? O ti sei fissato tu?
Rossana, Luna, grazie per le vostre risposte. Quella lapidaria di Rossana la commenterò privatamente, mentre quella di Luna la commento ora.
Luna, io capisco che tu porti esempi del tuo vissuto, e capisco anche che le possibilità di scelte che chiamo, senza accezioni negative, opportunistiche, possano essere di entrambi i sessi. Ma se dovessi usare anch’io l’esperienza personale potrei dirti che nella mia lunga vita ho assistito almeno a una ventina di matrimoni nati sotto l’egida del “mi conviene”.
Questa soluzione l’ho vista prendere più da donne che da uomini, forse, di quei venti, 19 a 1. Uno di questi riguardava una cara collega e amica, che invitai a pensare a quello che stava facendo, e mi rispose: “cosa vuoi, ho quasi 32 anni, è una brava persona, ha un lavoro discreto ed è affidabile. La passione della mia vita se n’è fregato di me e io non vivo in un romanzo di Tolstoi”. Un realismo disarmante quanto efficace. Il matrimonio di questa donna è ancora in piedi dopo 15 anni, hanno una figlia, ma ho saputo, (e visto) che ha attinto ad altre “emozioni” per compensare quella scelta che non conteneva la passione.
Qualcuno sostiene che non bisognerebbe sposare chi ci ha fatto perdere la testa, e forse hanno ragione, proprio perchè si sceglie senza l’ausilio della testa, e quindi si va incontro a delle brutte sorprese una volta che si è calmata la tempesta emotiva. In ogni caso, non ho prove per pensare che un amore razionale duri di più di uno passionale.
Ma ci sono casi dove la passione resta a mezz’aria, cristallizzata, come ritengo essere stato quello di mia moglie. Dove c’è un lui che non si è mai concesso realmente, lasciando lei col desiderio di essere ricambiata, mentre manteneva dentro di sè tutte quelle illusioni che una giovane (ma non troppo) donna si crea intorno alla figura di un uomo che le piace, ma che non conosce realmente, per ovvi motivi.
Se poi questa donna è costretta a doversi “rassegnare” (è questo il punto fondamentale del mio problema) a non poterlo avere come sperava, non convicendosi neppure dall’evidenza nè dal giudizio delle amiche che la invitavano a vederlo per quello che era, anzi accettandone anche atteggiamenti che la umiliavano, ma malgrado ciò continuare a immaginare che dietro quel fascinoso “disagio” fossero celati chissà quali meravigliosi tesori del cuore, ecco che sente la colpa di non aver compiuto una missione: quella di non averlo amato tanto da farlo “cambiare”, e non di avere avuto a che fare con un semplice stronzo!
Insomma, un classico dell’istinto materno o della crocerossina, come preferisci. Sono pieni i forum di questi problemi. Hanno scritto anche libri in merito, ce n’è uno che si chiama : “donne che amano troppo”.
Un marito pur amato, e che ricambia come lo sono io, non basta a far dimenticare quelle emozioni (sulle quale lui speculava), che la facevano sentire “necessaria” per quel lui così “indifeso”.
Il marpionesco personaggio sapeva di poter attingere a quella metaforica…
Segue