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È giusto soffrire per un amore non corrisposto?

di Antony_2
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 7 Agosto 2010. L'autore ha condiviso 7 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 89 commenti

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  1. 41
    rossana -

    Odisseo,
    appartenendo a culture diverse, è quasi scontato che sia più difficile del solito comunicare fra uomo e donna. ed è maggiormente apprezzabile il tuo impegno al dialogo, raro, come forse già ti ho scritto, nel genere maschile.

    con riferimento a: “si va a pescare esempi che dimostrano che qualcuno prima di noi è stato capito meglio, anzi, non ha avuto neppure bisogno di “spiegarsi” per farsi accettare. Ma evidentemente è una risposta che “ci si vuole dare” per giustificare l’immeritata frustrazione che si pensa di stare subendo.” non posso che concordare, soprattutto se si è innamorati.

    l’amore comporta spesso sofferenza: tutto ha un prezzo, non solo e non sempre quantificabile in denaro. chi non tiene presente questo nell’imbarcarsi in una qualsiasi relazione di coppia non potrà che rimpiangere d’averlo fatto.

    il blu del cielo che ho inserito in un mio nick è per me desiderio di serenità e d’immensità…

    buon anno anche a te e alla tua compagna!

  2. 42
    Odisseo -

    Cara Rossana, scrivi: “l’amore comporta spesso sofferenza: tutto ha un prezzo, non solo e non sempre quantificabile in denaro. Chi non tiene presente questo nell’imbarcarsi in una qualsiasi relazione di coppia non potrà che rimpiangere d’averlo fatto”.
    Come si fa a saperlo se “prima” non si è mai veramente amato? Sapessi quanti di noi, maschi, confondiamo l’amore con l’attrazione sessuale, e quanto questo ci renda ignoranti rispetto ad una donna quando immaginiamo che il piacere sessuale si compia solo in quei… pochi secondi.
    La Grande Barriera tra i due sessi nasce da queste due diverse visuali; ma se un uomo, un maschio non scopre che c’è altro, mille altre sfumature oltre quello che ho appena detto, il suo alfabeto resta elementare, e con questo si esprime. Ma quella elementarità da un grosso vantaggio: limita i problemi, e con essi i dubbi, le angosce e quindi le sofferenze, ma certo anche le gioie.
    Ti rinnovo gli auguri, auspicando che quel “Blu” tu possa incontrarlo e soddisfare il tuo desiderio di serenità e d’immensità-
    Un abbraccio

  3. 43
    rossana -

    Caro Odisseo,
    sì, verissimo: l’alfabeto amoroso dei maschi resta spesso, anche nei migliori, molto rozzo ed elementare. forse perchè la nostra cultura li programma fin da piccoli verso la forza, per la conquista del mondo esterno. molti di loro non sanno nemmeno che ne esiste uno interno, enormemente più ricco e sfaccettato.

    secondo me, nei secoli i due sessi hanno percorso strade diverse, che ancor oggi raramente s’incrociano. in linea generale, nella migliore delle ipotesi, possono percorrere qualche tratto di strada in parallelo, se entrambi si sforzano a farlo…

    un abbraccio anche da parte mia, con grande piacere.

  4. 44
    Odisseo -

    Cara Rossana, col tuo ultimo intervento hai sottolineato senza saperlo, quanto sia stato difficile per me accettare che la donna che amo abbia sprecato tempo con un “analfabeta” che si dava arie da “dottore” – sindrome questa frequente negli ignoranti di tutti i generi- anche a causa della dedizione che lei le dimostrava. Spero che prima o poi, le donne capiscano con chi hanno a che fare e si comportino di conseguenza, smettendo di “viziare” questi eterni immaturi.
    Di omuncoli mai cresciuti ce ne sono fin troppi,lo vediamo nella cronaca come nella vita privata,a volte anche con esiti tragici, e dei danni che combinano, non solo in ambito sentimentale, credo che se ne abbia a sufficienza ormai.
    Il “troppo amore” (ammesso che lo sia, amore) è deleterio quanto la mancanza di questo: in un caso o nell’altro non fa “crescere” il soggetto a cui si rivolge, e questo risultato non è la finalità cui dovrebbe tendere il più straordinario dei sentimenti umani, perchè, come diceva Dante è “… Amor, che move il sole e l’altre stelle”, e se lo dice lui…
    Un affettuoso grazie per la tua attenzione.
    A presto.

  5. 45
    rossana -

    Caro Odisseo,
    anche tu, senza volerlo, hai toccato alcune corde che ancora mi fanno patire.

    non saprei dirti se per via dell’educazione religiosa che mi è stata inculcata o se per una mia romantica tendenza al sublime (entrambi retaggio d’imprinting generazionale) ho riconosciuto molto tardi che era ingiusto perdonare di più a chi peggio si comportava.

    per almeno una quarantina d’anni ho seguito un detto francese che, tradotto, suona più o meno così: “amami di più quando lo merito di meno: è allora che ne ho più bisogno”, rendendomi conto, molto tardi, che con quell’atteggiamento non ero di alcun aiuto concreto a nessuno ma soprattutto nella crescita di un figlio…

    che non sia stato perchè fin da piccola mi è stato insegnato ad amare senza riserve? anche mia madre pensava e agiva così, mentre mio padre tendeva a spaccare un capello in quattro per amministrare quella che, giustamente, riteneva giustizia. ho dovuto in seguito, al secondo tentativo di relazione amorosa, elaborare, faticosissimamente, un nuova linea di pensiero, più equilibrata e più positiva per me.

    in seconda istanza, non ricordo se hai precisato quanti anni in più della tua compagna aveva quel bell’imbusto che ha avuto gratis la sua attenzione per molto più tempo di quanto sarebbe stato necessario a rendersi conto con chi aveva a che fare. se di parecchi anni più grande di lei, è stato abbastanza facile per lui avere un particolare ascendente. è successo pure a me di essere imbambolata da un ottimo “attore”, che la sapeva lunga sulle donne mentre io ero quasi a digiuno di tutto quanto poteva riguardare un uomo…

    in ultimo, derivato da una recente lettura, ti riporto la seguente frase: “Il fatto è che alcuni circuiti mentali possono prendere le forme e le vie più diverse, rendendo indispensabile qualcosa che non lo era, e che magari è adddirittura dannoso”. (dal capitolo: Un clamoroso “effetto collaterale” della neotenia: l’amore romantico – del libro “La vita della nostra mente” di E. Boncinelli).

    questo a supporto della tesi sostenuta dall’autore che le decisioni, ad eccezione di quando ci si applica a calcoli o a formule matematiche, sono sempre un mix indistinto di intuito e raziocinio, basato su pensieri pregressi, derivanti da meditazione conscia e/o inconscia su esperienze precedenti. sembra quindi che non si sia sempre neppure padroni di se stessi!

    abbandona il tuo ammirevole intento di capire a fondo. in linea di massima, sull’amore e sulla sessualità, ci si può rompere la testa quanto si vuole: si verrà sempre a capo di mezze verità.

    d’altronde, chi di noi sa veramente chi è? a mio avviso, si può verificare quanto pensiamo di noi soltanto ed esclusivamente quando ci si trova davanti a situazioni che ci coinvolgono direttamente, e che spesso sono in grado d’infrangere tutte le nostre astratte certezze. alla fine dei conti, è bello anche così. altrimenti, sai che noia! 🙂

    è piacevole intrattenersi con te. spero che la tua compagna ti apprezzi quanto meriti.

  6. 46
    Odisseo -

    Cara Rossana, vorrei cogliere un senso nei due concetti antitetici che hai espresso nel tuo post:l’ingiustificata necessità di perdonare di più a chi lo meritava di meno, dopo la romantica applicazione e successiva delusione della suggestiva frase di origine francese. La trovo finalmente una “Nemesi”, intesa nel senso originario di dea della Giustizia, e non come vendetta, anche se una perversa parte di me vorrebbe vederla con questi ultimi connotati.In questo senso mi viene in mente il finale del bel libro di Carlo Cassola, “Le ragazze di San Frediano” e della loro vendetta nei confronti del bellimbusto che le prendeva in giro.
    Lo dico? Mi fa piacere che finalmente una donna, una persona con la tua sensibilità, abbia compreso che i comportamenti vanno “modulati” secondo l’interlocutore, e che non a tutti si può “suonare” la Nona sinfonia di Beethoven sperando che l’apprezzino.
    E’ vero: nessuno nasce “imparato” come si suol dire, e quindi si apprende strada facendo, anche perchè partiamo con un bagaglio di valori personali che nascono (anche) da fattori che tu hai chiaramente evidenziato all’inizio della tua lettera.
    D’altra parte come diceva, credo, Leonardo da Vinci, (scusa le citazioni ma sono autorevoli) “Ognuno lo cuore altrui dal suo mensura”. Come dire: come si riconoscono i ladri se non si sa cosa voglia dire rubare?
    Quello che è successo col tuo “attore” è lo stesso film che ha visto la mia lei, seduta davanti al “palcoscenico” con la stessa candida buona fede che potevi avere tu, mentre questi inbonitori decantavano la loro merce. Quali siano stati i fattori che l’abbiano attratta neppure lei saprebbe dirlo, ma sono certo che c’entra la sicumera con la quale magnificavano le loro “meraviglie”.
    Quanto sia facile “sedurre” una ragazza alla prima esperienza, che aveva perso un padre adorato solo quattro anni prima, a quindici anni, che si trovava lontana da casa, sola, non ci vuole molto per capirlo. Ma quando hai tra le mani un’anima di quel genere, che ti sta affidando un momento così fondamentale per una ragazza educata secondo certi valori, come il primo rapporto sessuale, e approfittare di quella sensibilità e bellezza strumentalmente sino a sfruttarne anche le poche risorse economiche per imbottirsi di droghe, chè vuoi perdonare, capire: è la più squallida vigliaccheria, e allora altro che la soluzione finale delle ragazze di San Frediano. Eppure lei, come forse anche tu sino ad un certo punto, ha cercato di intravedere il lato “tragico” di questo individuo, la mancanza di affetto e chissà cos’altro, quasi fosse l’unico al mondo ad aver avuto problemi. Dici bene citando la frase letta nel libro di Bonicelli, e infatti ho smesso di darmi una ragione razionale per capire perchè molte donne amano indossare certi “cilici” per…amore. Lui aveva solo quattro anni più di lei. Sono io ad averne quasi dieci di più.
    Sì la mia lei sa apprezzare la mia “testa”, ma io sono ammirato dalla tua, Rossana, e ti ringrazio ancora.
    A presto

  7. 47
    rossana -

    Caro Odisseo,
    grazie per l’apprezzamento.

    andrò a vedere in rete se trovo una sintesi del libro che citi e che non conosco…

    quanto alla “banalità del male”, legata a una mancanza di coscienza personale, vai a leggere, se già non l’hai fatto, la storia di Elena (http://www.letterealdirettore.it/amare-uomo-sposato-sofferenza/ – a fine thread) e ti potrai rendere conto, ancora una volta, di quanto possa far male un certo tipo di pessimo comportamento da parte di alcuni uomini. purtroppo non c’è limite al peggio, e sono ancora molte le donne che cadono nelle loro reti!

    questi cattivi soggetti avranno certamente le loro giustificazioni, che però, a mio avviso, non bastano ad alleggerire il peso dei crimini bianchi che hanno compiuto, magari anche non del tutto consapevolmente…

    così va il mondo: molto dipende nella vita dagli incontri che hai la ventura di fare, che a volte, senza che sia tu a volerlo davvero, hanno il potere di cambiare il tuo destino, sia in positivo che in negativo.

    ciao, buona sorte!

  8. 48
    Odisseo -

    Cara Rossana, replico con un pò di ritardo perchè sono stato lontano dal computer durante un breve viaggio all’estero, ma ti leggo sempre con piacere.
    Dici bene quando parli delle donne che cadono nella rete di certi cialtroni, e tra l’altro sono spesso le “migliori”, per qualità dell’animo e femminilità, intese come tendenza all’accudimento, anche sacrificale.
    Spesso questa necessità di esprimersi come donne, le porta ad intravedere in certi cattivi “soggetti” (come giustamente li definisci tu), la possibilità di “salvare” il soggetto in questione, grazie ad una dedizione sconfinata che le porta ad applicare una “tolleranza” altrettanto illimitata. Giustificano tutto insomma, come si farebbe con un bimbo che strepita e fa i capricci. Sbagliano per troppo amore, facendo il contrario di quello di cui secondo me “il cattivo soggetto” avrebbe bisogno e che, in fondo,intimamente desidera: cioè una donna che gli tenga testa e che lo “educhi”, lo indirizzi.
    Purtroppo migliaia di anni di cultura antifemminista hanno collocato le donne in un ruolo di subalternità per il quale queste sembra debbano delegare alla figura maschile la possibilità di “affermarsi”, perchè hanno “bisogno” di un uomo per essere madri, mogli e non essere così emarginate da un certo tipo di società, spesso molto provinciale, anche se metropolitana, nella quale vivono. Ancora oggi una donna di 40 anni non sposata è considerata, con un’accezione negativa, una zitella; un uomo invece uno scapolone, quasi sempre appetibile per qualcuno. Non si capisce perchè, specie se la prima, come oggi è frequente, ha una posizione ed un lavoro meglio remunerato del secondo.
    E’ un problema atavico,difficile da sdradicare, che “colpisce” anche persone intelligenti e di buona cultura.
    Di recente, parlando con la mia lei del solito “strano rapporto” avuto con quell’ineffabile soggetto, le ho detto che a mio avviso, e per quanto bene ormai la conosco, se per qualche strano miracolo lui un giorno avesse acconsentito a sposarla, nonostante le bugie,le mediocrità, i vizi e gli egoismi che continuamente le propinava, lei sarebbe stata comunque una buona moglie, con i limiti che la qualità dell’individuo le imponeva, ma il desiderio indottole dall’attrazione verso quel personaggio “irraggiungibile”, che non volendola le aveva tolto tutta l’autostima, le avrebbe creato un debito di “riconoscenza” tale che si sarebbe sentita una regina, anche dei “clochard”, visto la fine che ha fatto l’oggetto di quel desiderio. Non ha replicato, sapendo che sarebbe stato così nelle condizioni in cui era, perchè così era stata ridotta.
    Torno a ripeterlo, la soluzione delle ragazze di San Frediano è quella più efficace,anche espressa in maniera non fisica,ma con delle “botte” morali. Servirebbe a ristorare l’autostima della donna e a dare una sano “segno” ai tanti “adultibambiniviziati” di cui sono piene questi forum e le cronache.
    Un affettuoso saluto.

  9. 49
    Odisseo -

    Rossana, ho confuso l’autore delle “ragazze di San Frediano”, dato che quel libro l’ho letto almeno quant’anni fa e la memoria mi ha tradito.Si tratta di Vasco Pratolini. Comunque non è un caso che quel libro mi colpì, per la forza dimostrata da quelle donne; tipologia femminile che mi è sempre piaciuta: dignitose, orgogliose e non sottomesse, insomma donne adatte a uomini veri. L’ho scambiato con ” la ragazza di Bube”, questo sì di Cassola, che racconta l’amore e la dedizione di una donna verso un un uomo che le meritava; un partigiano toscano che dovette subire i drammi della guerra e della prigione, e dell’amore verso il quale la sua donna rimase fedele. Mi scuso

  10. 50
    rossana -

    Caro Odisseo,
    nessun problema per i tempi di risposta. il tuo post sfonda una porta aperta!

    vero che:
    – “tra l’altro sono spesso le “migliori”, per qualità dell’animo e femminilità, intese come tendenza all’accudimento, anche sacrificale.”
    – “Purtroppo migliaia di anni di cultura antifemminista hanno collocato le donne in un ruolo di subalternità per il quale queste sembra debbano delegare alla figura maschile la possibilità di “affermarsi”.

    fino a “ieri” se non avevi un maschio alle spalle, anche il peggiore, non eri nessuno. e pure oggi una donna sola, sia pure economicamente autosufficiente, viene sovente trattata a pesci in faccia o non presa in seria considerazione da uomini ignoranti e arroganti, forti solo del fatto d’indossare un paio di pantaloni di foggia maschile. te lo scrivo per esperienza diretta, non tanto del passato, perchè bellezza e gioventù possono servire a mitigare per lo meno gli atteggiamenti, quanto per il presente, quando al difetto di essere donna si aggiunge il peso degli anni.

    purtroppo, come tu stesso ben sai, è un problema culturale, difficile da sradicare. un tempo, fino alla generazione delle donne nate prima della fine dell’ultima guerra, era insegnato loro a dedicarsi all’uomo come un servo d’altri tempi si dedicava al padrone, ed erano, come giustamente hai intuito, le più docili d’animo e le più sensibili a meglio interpretare in senso negativo l’insegnamento, sublimandolo a volte fino all’assurda presunzione di voler cambiare la crudezza dell’uomo con la dolcezza e l’arrendevolezza (retaggio forse prettamente religioso).

    ancora ai giorni nostri, nonostante la rivoluzione sessuale del ’68, la donna è spesso considerata strega o madonna, a seconda della sua sottomissione o ribellione al maschio. più di cento donne in italia hanno nel 2012 pagato con la vita l’intento di aspirare a liberarsi di uomini a cui non desideravano più essere sottoposte.

    non hai idea di quanto speri di avere il tempo di poter vedere con i miei occhi i cambiamenti promessi dall’era dell’Acquario. mi auguro che possano portare benefici a tutti ma soprattutto che possano dare al sesso femminile un minimo di vera parità, ora spesso soltanto ancora sulla carta.

    ricambio l’affettuoso saluto.

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