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È giusto separarsi?

di Missy
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 7 Agosto 2010. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 19 commenti

Pagine: 1 2

  1. 11
    rossana -

    maya,
    comprendo la tua esperienza, che in gran parte ho condiviso da bambina e che ha condizionato in negativo l’evolversi della mia vita affettiva.

    tuttavia, essendomi separata da un uomo che mi tradiva ma che era affezionato al bambino, pur avendo sempre continuato a incoraggiare in tutti i modi la relazione tra loro, mi sono ritrovata con un figlio che, in pratica, non mi ha mai del tutto perdonata di essermi voluta separare, avendo subito un vero e proprio trauma.

    le liti con il mio ex marito erano frequenti, qualche volta anche, purtroppo, di fronte al bambino… avrebbe dovuto sentirsi meglio nella tranquillità del nostro equilibrio a due ma non è stato affatto così.

    in sintesi, credo che bisogna valutare le situazioni per se stessi, tenendo conto del carattere dei figli, se si riesce, e del loro legame, più o meno intenso, con il partner. in quanto genitori, si sbaglia sempre, in un modo o nell’altro. soprattutto, quello che può essere positivo per la serenità di un figlio, non sempre lo è altrettanto anche per l’altro…

    a mio avviso, a livello personale, avendo preso un impegno e avendo costruito una famiglia, ci si deve separare solo quando le condizioni della quotidianità sono diventate pressochè invivibili. anche perchè, essendo individui che tendono a ripetere gli stessi errori, non è detto che in una futura vita di coppia con un’altra persona tutto possa davvero essere diverso e migliore. si finisce sempre con lo scegliere lo stesso tipo di persone…

    e qui possono accadere i peggiori danni per i figli, di cui in genere nessuno si preoccupa più di tanto, in quanto quasi sempre non sono amati dal futuro compagno/a come se fossero loro figli, e i bambini assorbono anche questo pseudo-amore, soprattutto se posto in relazione all’amore che il partner dimostra ai propri figli naturali. senza contare le intromissioni sul tipo di educazione da impartire, spesso già difficili da conciliare fra genitori naturali…

    c’è un’età in cui i figli patiscono meno una separazione (prima dei tre-quattro anni e dopo i 12-13 anni) ma questo non li mette al riparo da situazioni innaturali successive. personalmente, non ho mai convissuto con il mio secondo compagno, dapprima entusiasta per mio figlio, poi molto meno, anche per l’influenza negativa che suo padre faceva ricadere sulla nostra unione.

    ci sono snodi nella vita, dai quali non si esce più, anche uscendone fisicamente…

  2. 12
    rossana -

    continua…

    dimenticavo: molto dipende anche da come il partner accetta e vive la separazione. se si rifà una vita e ne è soddisfatto/a, i figli possono, forse, accettarla meglio ma se, ad esempio, ne patisce molto e si trascina nella tristezza, come possono essere sereni i bambini?

    percepiscono anche quella, come spugne…

  3. 13
    colam's -

    Concordo con Rossana.

    Io non perdonero’ MAI ai miei di essersi separati.

  4. 14
    Aura -

    Rossana, scusa se mi intrometto… Ma la discussione è interessante. Da figlia di separati sono d’accordo con Maya. E’ vero, spesso i figli maschi sviluppano una sorta di rancore verso le madri che si separano: una specie di identificazione con il padre, un prendere le sue parti in ogni caso (anche se vedono che il padre si comporta male con la madre, litiga e alza le mani). Tu dici poi che hai incoraggiato in tutti i modi la relazione tra loro, ma ha fatto altrettanto il tuo ex marito? Questa è la domanda che ti devi fare.
    Mio padre, per esempio, per tutta la vita mi ha parlato male di mia madre. Anche mia madre lo faceva, ma almeno diceva cose vere, che avevo visto con i miei occhi. Forse hai cercato di nascondere la verità a tuo figlio, per non distruggere l’idea di suo padre, ma confondendolo su chi fossi realmente tu e perché tu avessi agito in un certo modo.

    Meglio sarebbe stato se i miei genitori non avessero parlato sempre male l’uno dell’altra, ma non ne erano capaci.
    Volevano la continua approvazione dei figli per quello che avevano passato. Ovviamente tutto questo aveva poco senso per me e io, caso credo abbastanza raro, distinguevo già piccolissima le cose, ma non tutti ci riescono a farlo da soli.
    Oltre a preoccuparti della relazione tra loro, credo che avresti fatto bene a pensare alla tua, di relazione, con tuo figlio.
    Se un figlio ha un buon rapporto con un genitore, si fida, lo stima, è difficilissimo perderlo.
    Ho idea che il tuo ex marito non abbia affatto incoraggiato la tua relazione con tuo figlio, e visto che le “colpe” principali (tradimenti) le aveva lui, avrà pensato bene di pulirsi la coscienza buttando le responsabilità addosso a te. Niente di più facile.

  5. 15
    Missy -

    Sto seguendo con vivo interesse tutti i vostri discorsi che mi stanno aiutando a riflettere molto. Al momento ho deciso di seguire il consiglio di moni che mi è sembrato molto assennato e cioè di parlare con mio marito. Ha concordato con me sul fatto che viviamo da separati in casa e che una separazione tra noi due non la vede poi così sbagliata, mettendo ovviamente sempre al primo posto la serenità dei bambini. Però mi ha chiesto una cosa prima di arrivare a questo: mi ha chiesto di fare un viaggio con lui, di 3-4 giorni, in modo da trovarci da soli e riflettere meglio sulle decisioni future. Ho accettato, mi sembra giusto. Un’altra cosa volevo dire…una cosa a rossana…non è vero che si ricapita spesso con le stesse persone…l’Altro era completamente diverso da mio marito, in peggio per alcune cose in meglio per altre. E ti ammiro davvero molto per avere sopportato tanto dal tuo ex-marito, io, al tuo posto l’avrei sbattuto fuori casa al primo tradimento. Non mi piace subire una situazione, non mi piace arrivare per seconda,non mi piace accontentarmi, preferisco dettare io le regole e questo è uno dei motivi per cui è finita la mia relazione extra-coniugale; non ho saputo chinare la testa, non ho mai accettato che ci fosse un’altra tra di noi, o che fosse lui a dettare le regole. Credo che ognuno di noi si meriti di essere amata/o in modo assoluto ed esclusivo. grazie ancora a tutti/e

  6. 16
    rossana -

    Aura,
    non ti intrometti affatto, anzi, hai scritto osservazioni come sempre attente e, oserei dire, esperte, di cui ti ringrazio.

    in parte puoi aver ragione: fin da piccolo, mio figlio vedeva che ero io ad “attaccare” verbalmente il suo innocente padre… poi, entrano in gioco anche elementi di affinità di carattere o di identificazione, che, indipendentemente dal resto, spingono di più verso l’uno o l’altro dei genitori. in ultimo, certamente, anche il modo con cui l’uno indottrina i piccoli nei confronti dell’altro…

    di certo il risultato è un mix di diversi fattori. forse la maggior o minor accettazione di una separazione da parte dei figli dipende davvero dal rapporto equilibrato dei genitori fra loro e dal senso di sicurezza emotiva che è in grado di mantenere a protezione di chi ancora deve crescere.

    purtroppo, però, quando si giunge a una separazione il rapporto dei grandi di rado è equilibrato e, in ogni caso, una separazione porta quasi sempre, con il tempo, a un allontanamento da uno dei due genitori, senza contare che spesso i padri amano i figli attraverso l’amore che nutrono per la madre…

    resta un evento doloroso per tutti, a volte, purtroppo, necessario…

  7. 17
    rossana -

    Missy,
    hai ragione: può anche succedere di orientarsi su persone diverse da quella che si era ritenuta valida in prima battuta. non è detto che questa scelta, però, possa essere nel tempo più gratificante della prima.

    scusa se mi permetto di osservare che se tuo marito si sente ora meno attratto da te di un tempo, questo potrebbe succedere anche a un altro uomo, in relazione al tuo modo di porgerti nel rapporto.

    non ho mai vissuto la relazione di coppia come la subordinazione di uno dei due: se sono rimasta con mio marito è stato perchè l’ho amato e avevo assunto un impegno, che, purtroppo, lui non era in grado di onorare nella stessa misura. siamo stati insieme legati dal bisogno l’uno dell’altro, traendone anche gratificazione, altrimenti, credo, non ci sarebbe stata unione.

    non ho mai preteso attenzione e amore assoluto: ho sempre lasciato libere le persone di esprimersi a largo raggio e non ho mai avuto a pentirmene. sia pure con i loro difetti e i loro limiti, non si sono mai stancati di me e hanno sempre sofferto, come me d’altronde, quando, per un motivo o per un altro, ci si è separati…

    ti auguro di fare la scelta giusta, soprattutto per te. se tu e il tuo attuale compagno sarete più felici e più vitali, e saprete gestire bene la nuova situazione con i vostri figli, questi avranno di certo un esempio di vita positivo, a cui tendere.

  8. 18
    Monic6 -

    Missy,
    in bocca al lupo per tutto e mi raccomando: quando discuterete evita recriminazioni e sta su di te, su come ti senti e chiedi a lui altrettanto. Non accusatevi a vicenda ma parlate ognuno per se, raccontatevi uno all’altro, delle proprie sensazioni, aspettative deluse o quello che ancora sperate, di quelle che pensate siano state le vostre responsabilità nel rischio di fallimento del vostro matrimonio. Può diventre un’opportunità di crescita importante.

    Un grande abbraccio

  9. 19
    albanascente -

    carissime,
    io sono stata sempre centrata su di me quando parlavo col marito del nostro rapporto; mi sembrava un modo onesto di parlare e di mettermi in discusione. Cosa succedeva? diventavo io il problema, le mie debolezze, le mie insicurezze erano criticabili, e anche le mie certezze erano criticabili. Insomma, offrivo il campo ai suoi commenti che mi ritornavano come mia incapacità e mai lui si è sentito parte del problema o almeno un poco sensibilizzato a prendere in considerazione anche il suo atteggiamento. Potrei dire che godesse di quel momento di supposta sua superiorità, faceva specchio riflesso e non mi sentivo ascoltata.
    Se dall’altra parte non c’è quella che si chiama PERSONA con anima e corpo ma c’è un pezzo di marmo ritengo impossibile un dialogo.
    Almeno per me è stato così. Non sono una lagnona, sono incline all’accordo, a dare spazio all’altro se si è in due, sono incline a prendermi le mie colpe, ci ho messo 40 anni a capire di avere vissuto con un narcisista, manipolatore, perverso di carattere un vampiro affettivo. Tutte queste caratteristiche le ho scoperte piano piano, cambiava versione da un giorno all’altro dicedo che non avevo capito bene, si formalizzava sul significato di una parola detta, insomma la conclusione era per me una grande confusione mentale, perchè avevo fiducia, mai avrei pensato che un compagno potesse comportarsi in modo vigliacco, cacciavo dalla mia mente questi pensieri, mi sembrava di vivere in un film, non poteva appartenermi questa realtà. Ad un certo punto ho avuto l’impressione che volesse portarmi alla pazzia. Non sto esagerando e non sono una persona apprensiva. Strada facendo ho visto che questo è capitato a mia cognata, moglie di suo fratello che ha trattato la moglie come una schiava, con offese private e pubbliche riportate da mia suocera nelle famiglie dei suoi figli (4) come un trofeo di intelligenza del figlio che faceva queste cose alla moglie.
    Dobbiamo stare attente ai tratti di personalità che emergono dei nostri compagni/comnpagne e non sottovalutarli perchè in questi casi non ci può essere OPPORTUNITA’ DI CRESCITA, se dall’altra parte c’è un muro l’unica OPPORTUNITA’ è quella di RENDERSENE CONTO E abbandonare.
    Ma questo è un altro programma, difficile, a volte impossibile, ma la loro freddezza aiuta, continuano a dimostrarti che fanno a meno di te, quindi coraggio, lo sto dicendo a me stessa, 63 anni, molto legata a lui ancora, nonostante tutto, mi sento in bilico, ma devo farcela.

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