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Lettera pubblicata il 18 Giugno 2013. L'autore, joly08, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Buongiorno Joly. La situazione nella quale ti trovi temo sia una strada senza uscita. Quell’uomo NON è in grado di poter esprimere l’amore che vorresti, non perchè non ne abbia le potenzialità, ma per il semplice motivo che non è in equilibrio con sè stesso: ha troppo bisogno ancora di RICEVERE per poter DARE. Non sappiamo quale sia il suo retroterra affettivo, per tentare di comprendere la provenienza di quello squilibrio che si evidenzia dal racconto che hai fatto di lui, ma la cosa, anche ad un osservatore esterno, è fin troppo evidente.
La gelosia retroattiva denuncia una grave insicurezza di fondo che richiede un analisi psicologica importante, che può condurre solo un professionista adeguato. Credo comprenda anche tu che quell’uomo è in una pesante condizione depressiva.
E’ comprensibile e toccante la tua attenzione e il desiderio che lui torni, si comprende la tua voglia di aiutarlo sino al sacrificio personale, ma purtroppo ti anticipo che la tua dedizione non potrà mai bastare, perchè il tuo amore non potrà compensare quello che, probabilmente, gli è mancato in un determinato momento della sua crescita.
Comunque, per cominciare un buon neurologo potrebbe consigliargli una cura a base di recettori della serotonina, che svolgono un importante ruolo nel riequilibrio di certi squilibri dell’umore come quelli che comprendono la GRA.
IL fatto che si sia “fissato” su una storia piuttosto che su un’altra, è del tutto casuale. Una persona in preda alla GRA “cerca” solo un appiglio cui attaccarsi per manifestare il suo disagio interiore, inoltre capisci quanto sia “assurdo” e patologico che si logori e ti logori per qualcosa accaduto prima di lui. Per cui comincia a NON sentirti tu in colpa, perchè, e lo ripeto, il problema lui non l’ha con te, ma con sè stesso, e questo è ancora più grave che nel primo caso.
Se la cosa può farti piacere, a mio parere ci sono tante possibilità che “torni” quanto che si chiuda ancora di più in se stesso. Non è previdibile il comportamento di una persona così alterata psicologicamente.
Una domanda. Ma i suoi parenti, genitori o amici, se ne ha, sono consci del problema psicologico di quest’uomo? Sanno che ha urgente bisogno di qualche specialista?
Un saluto
P.S. I casi così clamorosi di GRA, mettono in evidenza una condizione di patologica insicurezza di chi ne soffre. Nel caso specifico, pur non rendendosene conto, lui prova una forma di “inadeguatezza” nei tuoi confronti, vale a dire che NON si sente alla tua altezza. Si accanisce nei tuoi confronti solo perchè, secondo la sua alterata percezione dei fatti, lo hai “costretto” a confrontarsi con uno che, per come si è comportato con te, appariva sicuro dei propri mezzi, accentuando così l’immagine svalutata che egli ha di sè stesso. Joly, non puoi cercare di capire con la “logica” chi ha questi squilibri. Prendine atto con serenità, altrimenti davvero finisci per impazzire, e non credo tu ne abbia bisogno. Ciao
Ciao luna, ciao Bluvito e grazie di esserci in questo momento.
Bluvito, lui ha molti parenti e la famiglia è anche abbastanza unita. Ma gli unicii che lo vivono veramente sono i suoi genitori che, a mio avviso, l’hanno sempre molto protetto e coccolato. Sono più o meno consapevoli del suo vivere “malsano” di non concedersi svaghi ne distrazioni e di vivere solo di casa e lavoro ma, per ciò che riguarda strettamente i rapporti affettivi, hanno dato per buono, ritenendolo a volte quasi un motivo di vanto, il suo essere stato sempre un uccel di bosco sciupafemmine. Tante, molte, quasi tutte storielle con donne che con lui volevano sistemarsi o divertirsi, ma anche altre con cui è durata di più e che forse davvero gli hanno voluto bene.
Il suo passato non mi è mai stato raccontato con gli stessi dettagli con cui ha preteso di conoscere il mio che sono ben diversa – per SUA ammissione – e non per vaneggiare mio, da tutte le altre, anche e forse soprattutto per il mio passato non immacolato ma assolutamente pulito. Unica donna importante quella che vi ho detto, che lui ha amato e che lo ha fatto soffrire non dandogli sicurezze ma divertendosi a farlo continuamente ingelosire con il suo voler essere sempre la più bella e desiderata della serata, del posto di lavoro, della festa, di tutto…sempre.
Amici, ne avrebbe molti ma in questo suo vivere non li frequenta, non li coltiva ed anche qui gli si vuol bene ugualmente, “lui è così, ormai si sa”.
Altri amici che ved un po’ più spesso e che gli vogliono un gran bene sono preoccupato e consapevoli del vicolo cieco in cui si aggira ed anche per questo il rapporto con me è stato osannato e sbandierato. Io lo stavo cambiando, semplicemente trasmettendogli la mia innata voglia di vivere ogni momento con gioia e forza in base al caso, ed anche questo lo ha confessato lui per primo.
Ora, tirando le somme, credo che molti suoi problemi interiori non siano stati adeguatamente recepiti, un po’ per troppa accondiscendenza, un po’ per comodità, un po’ per la sua chiusura che poco lascia trasparire sofferenze, un po’ perché forse – se un merito lo ho avuto – è stato proprio quello di averlo messo io per la prima vera volta davanti alla vita che ti capita di vivere mentre scappi dagli amici e ti blindi davanti ai tuoi genitori per non farli preoccupare. L’ho amato con dolcezza, con spontaneità, senza nulla sapere di tutto questo e questo gli è arrivato perché è molto sensibile e fragile. Ripeto, senza vaneggiare, ma riportando sue parole, essendo me stessa e senza scavare con malizia e doppi fini, l’ho messo a nudo e ho tirato fuori sto casino….che a quanto pare mi tocca patire più di quanto non faccia nè lui, nè chi gli vive costantemente vicino…
Non ti tocca patire, e questo mi sembra un punto centrale. Della ex non so se tu abbia la sua versione esagerata di un comportamento effettivamente cosi narcisista (nel senso che se soffre di insicurezza e gelosia patologica potresti sentire il “suo filtro”… ovvio che e’ quello che ti interessa, il suo punto di vista, pero’ alla fine non sai come realmente il loro rapporto…). Citi spesso genitori e amici (anche tesi a giustificarlo ecc), e – solo una riflessione – per la sua chiusura e anche per cio’ che non riesci a “sentire” direttamente nel rapporto sembra avere molta valenza il fatto che gli altri siano dei fans della vostra relazione o ti confermino delle cose… Ora, perdonami se ti faccio notare un meccanismo (e spero non impropriamente): pare che rispetto al fatto che lui sia in un certo modo, abbia un certo carattere e problematiche le persone intorno “si spostino” dai suoi lati piu’ problematici o dall’entrare in conflitto ponendo paletti o dimostrando esigenze proprie che possano creare collisione. E cio’, di fronte al fatto che solo lui puo’ intraprendere un percorso rispetto alle sue nevrosi se ne avverta la necessita’; puo’ non essere mero egoismo ma anche naturale salvavita di chi lo circonda. Non posso costringerlo a cambiare – della serie – e non vado ad intaccare i suoi equilibri. Al contempo salvaguardo i miei. Perche’ i suoi genitori e i suoi amici salvaguardano anche i loro, ognuno a suo modo, nel rapportarsi con lui e loro stessi. Arriva Joey e pare sia “il deus ex machina” o magari lo e’, dai. Dai che magari e’ la volta buona. Dai che magari lei lo cambia. Se non lo cambia o non funziona peccato ma alla fine da una certa distanza e nella salvaguardia dei propri equilibri anche nel rapporto con lui perche’ non vedere di buon occhio chi… potrebbe fare anche il “lavoro sporco”? e anche se sembra io abbia detto una cosa molto brutta in realta’ e’ anche umano. Umano pensare che magari o lui resta com’e” – ma sa per se’ – o magari cambia e cosi del risultato possibile tutti piu’ contenti. Ma il punto e’ che tu non sei il deus ex machina che deve o puo” cambiarlo e questa cosa, fossi in te, la terrei bene a mente. perche’ se e’ vero che le conferme che ricevi ti gratificano mi pare (mi pare) ti tolgano anche un po’ di lucidita’ e ti responsabilizzino un po’ troppo. anche perche’ e’ di un uomo che stiamo parlando e non di un ragazzino e che certi equilibri suoi se li e’ tenuti per delle sue ragioni e anche si e’ relazionato in un modo o in un altro e in un certo modo si relaziona anche con te. Non metto in dubbio che tu sia una bella persona e una brava ragazza ma l’espressione «passato pulito» ad esempio e` tua, sua o di chi? perche’ e’ un concetto di giudizio e di un certo tipo, pure se posto al positivo, ma sempre tale rimane. Lui ha i suoi problemi ma dopo varia “morchia” (esagero) e il fatto che nelle altre alla fine c’era qualcosa che non funzionava (in loro? sempre?) perche’ lui si e’ tenuto i suoi problemi e non sono
state in grado, quanto magari potresti tu (“non immacolata ma dal passato pulito”… le altre non abbastanza… rispetto a quale criterio nevrotico di giudizio?) di darli la spinta sufficiente per fare cio’ che non si e’ mai sognato di fare (e sostanzialmente manco ora)…. Joly, vorrei fosse chiaro che io non ce l’ho con questo signore, pero’ ti consiglio di stare attenta e di allargare lo sguardo. Di allargarlo rispetto alla tua “missione” e al punto di vista sia suo (che non appare molto “lucido” come nota anche Bluvito) sia dei suoi amici (che hanno appunto un loro punto di vista ma non sono direttamente coinvolti e, con tutto rispetto, anche perche’ non si fanno coinvolgere piu’ del dovuto o del possibile… e non e’ neanche sbagliato. E te lo dico non perche’ penso che non si aiuta o sostiene le persone a cui si vuol bene ma che c’e” modo e modo e anche una sana percezione del proprio limite. Io ho dei veri amici e loro hanno me come tale e nella vita ci si e’ sempre anche aiutati a vicenda, ma nessuno di noi puo’ ‘violentare’ gli equilibri altrui, fare lo psichiatra, scegliere per gli altri… ho un amico seguito da psichiatri e con cui ho un rapporto molto empatico e schietto. Ma non posso essere io il suo psichiatra anche se gli voglio bene). L’affetto, la dolcezza, la voglia di vivere, la spontaneita’ che hai donato sono cose tue e lo e’ anche il tuo percorso che forse pero’ non ti sarebbe venuto in mente di definire pulito o di dispiacertene se tu non ti fossi ritrovata a confrontarti con le nevrosi di un altro (ciascuno ha le sue) che non sono nate con te e che tu non hai il dovere ne’ l’oggettiva possibilita’ di guarire neanche se tu fossi uscita dritta da un convento e fossi piu’ solare del sole allo zenit. Tu stai facendo tue, temo, molte piu’ “percezioni” di quanto credi. e il fatto che le persone intorno a lui ti apprezzino puo’ diventare un problema, paradossalmente, se non guardi in effetti il vostro rapporto per quello che e’ e ti senti investita di una “missione”. anche perche’ ti posso dire una cosa: una mia amica visse qualcosa di simile, e lei era cio’ che mai prima, e lui ecc. Poi le capito’ di parlare con delle ex di lui, e fu un discorso tra persone che avevano in comune il fatto di volergli bene. Persone diverse o simili tra loro non importa. Ma ricorrenti erano certe dinamiche di lui. Joly, non sto sminuendo ne’ te ne’ cio’ che si e’ creato di positivo tra voi ma con affetto, credimi, ti lancio degli spunti, adeguati o no che siano al tuo caso, perche’ ti invito comunque a stare attenta. non tanto a lui in se’, perche’ lui comunque a suo modo gestisce i suoi equilibri-squilibri e i suoi perche’ (che non sono nati l’altroieri e a cui ha fatto anche il callo) ma al tuo senso del limite, realistico, e a certe enfasi tue e/o trasmesse. Anche perche: non so qto sei stata una “rivoluzione’ nella sua vita (di fatto non si mette realmente in discussione e va per la sua strada) ma le sue problematiche ecc nella TUA si. okkio!!
Buongiorno Joly. Mano a mano che descrivi la tua e la sua situazione, sembrano emergere alcune caratteristiche della personalità di quest’uomo e delle condizioni che probabilmente lo hanno portato allo stallo in cui si trova.
Genitori iperprotettivi (è figlio unico?) che lo hanno probabilmente allevato sottolineandone “l’unicità” che loro intravedevano nel figliolo e poi il successo con le donne, benedetto da mamma e papà con l’orgoglio di avere un figlio maschio che onora la più bella tradizione italiana. Almeno sino al matrimonio con la brava ragazza.
Questo tipo di carattere si forma attraverso quelle indicazioni da “predestinato al successo”, che tutte queste “attenzioni” lasciano nell’opinione che ognuno di noi ha di sè stesso, producendo la convinzione, nel soggetto in argomento, che il “resto della vita” sarà all’insegna di questo standard.
Purtroppo la vità non è tenera con nessuno, e quando ci si accorge che il resto del mondo NON ti considera come mamma e papà, e i risultati a volte non confermano il “successo”, ecco che l’effetto depressivo in soggetti predisposti a tale epilogo non è infrequente.
La reazione può essere proprio quella di “chiudersi al mondo” per evitare i confronti che incrinerebbero ulteriormente quell’immagine che si aveva di se stessi. La reazione da GR nei confronti del fantasma del “rivale” ne è un’ulteriore conferma cara Joly.
Quest’uomo con le belle caratteristiche che hai descritto, e con una sensibilità certamente superiore alla media, si sta scontrando con una realtà che NON si aspettava, trovandosi sprovvisto delle dotazioni caratteriali che in una persona appaiono quando si è dovuta confrontare con la realtà VERA.
Spesso, molti genitori fanno un errore gravissimo nel NON consentire che i figli comincino a “volare” con le loro ali, lasciando che il nido casalingo rimanga il rifugio nel quale si è sempre il “numero uno”.
E’ una situazione molto frequente, riscontrabile in molti giovani uomini super coccolati in famiglia; non so se ci intravedi una possibile causa del malessere di quell’uomo, ma a me sembra plausibile.
Se così fosse, e lui si trovasse in un conflitto di identità (.. ma sono quello che mi hanno fatto credere le persone che mi amano, o quello che sto “sentendo” dal rapporto col resto del mondo?) la terapia psicologica è necessaria, come pure quella farmacologica come impatto iniziale, altrimenti il rischio che entri in una spirale di crisi cronica è quasi certo.
Non so che rapporto tu abbia con i suoi genitori, ma se fosse possibile parlargli, essendo ascoltata, dovresti tentare di farlo, al limite senza far sapere niente a lui, visto che sembra ribellarsi e rifiutare aiuti di qualunque genere (attenzione: qui si intravede una reazione infantile di autoprotezione, che attraverso il “rifiuto” e la chiusra cerca, invece, le stesse coccole e attenzioni di quando era piccolo).
Joly, se vuoi aiutare quest’uomo che ami cosi “bene”, devi avere pazienza e lucidità. Sei tu quella forte, ricordalo
Ciao
Cara Luna, grazie per il tempo che mi dedichi e per i tuoi consigli. Il tuo modo di vedere è sacrosanto, ed una parte di me se ne rende conto. Il problema è quell’altra parte, ora dominante, che si ostina a non voler vedere tante cose…è giusto soprattutto il tuo pensare che le conferme avute da altri, amici o parenti, non possono sostituirsi alle conferme (alias certezze) che dovrebbe darmi lui e che non mi da perché non ne ha lui per primo. Le sue certezze sono lavoro e famiglia e, pur volendo ammettere che può averlo mandato in tilt il fatto che la certezza-lavoro stia venendo meno, questo dovrebbe a maggior ragione spingerlo a cercarle altrove. Magari nella sua donna, sempre pronta a sostenerlo, aiutarlo e se necessario lavorare per due. Il discorso è che le sue insicurezze vere sono davvero legate a questa gelosia retroattiva. Non la conoscevo ma Bluvito mi ha aperto un mondo. Ho letto tutti i post e anche altro in giro su internet e ho ritrovato noi in molte cose. E questa cosa, probabilmente, è stata all’origine anche del naufragio di tutti i suoi rapporti precedenti. Magari nel mio caso ha provato un po’ più a lungo a combaterla, perché comunque sia il suo sentimento c’era, c’è stato, questa non è solo una percezione mia, ma sta di fatto che alla fine non ci è riuscito a superarlo. Ecco perché lasciarmi, se non lo supero vuol dire che non la amo…ma, proprio perché il suo mondo me compresa – si é sempre adeguato al suo, non lo supera mai perché alla fine non sa nemmeno che questo problema esiste, non in questa forma patologica.
Questa è la conclusione alla quale sono arrivata. Forse non é corretta, forse sono solo le ennesime supposizioni. Forse sarebbe più giusto prendere per buono il suo non amarmi punto e basta a prescindere dai motivi che tanto possono fare solo altro male. Quello che però non capisco è perché, a distanza di quasi un mese in cui è sparito, continua a rispondere ai miei pochi sms con i nostri nomignoli, con dolcezza e con un invito a stare serena ma mai con una telefonata fosse anche per essere lascisto in pace dicendo un deciso: rassegnati. Questo mi alimenta un clima di attesa. Poi penso anche: sei tu che alimenti l’attesa, dire stai serena significa dire rassegnati sei tu che non lo vuoi sentire. Ok, vero pure questo…e allora a farmi sentire appesa e a dirmi sottovoce che tra MOLTO tempo tornerà é solo la voce totalmente irrazionale del mio cuore, ed è quella che mi tormenta e che non mi fa andare più avanti perché la mia ragione non riesce a prevalere…
Mamma mia Bluvito. Metti a segno un colpo dopo l’altro.
Si. Lui è figlio unico. Rampollo in tutti i sensi immaginabili.
Con la famiglia avevo rapporti normalissimi. Pranzi, feste, incontri sereni in occasioni semi comandate. Mi sentivo stimata, apprezzata…”la fidanzata di mio figlio” ma un rapporto vero, fatto di chiacchierate, complicità e amore indiretto, come una “figlia” (mia madre ha sempre considerato così le fidanzate di mio fratello) non direi proprio ci fosse. Il soggetto dominante è sua mamma, il padre non parla molto e temo che certi discorsi col figlio non li abbia mai presi…
Lui cerca di andare via di casa da tanto e ogni volta rimanda, un po’ colpo di mamma che prende tempo un po’ sua che non si impone mai.
Come dicevo anche il lavoro ora vacilla, inizia ad avvertire i primi malesseri a casa ed in più, avendo me, si è dovuto “riaprite” (pare che in un passato ormai lontano non fosse così) al mondo…fatto dei miei amici, che abbiamo frequentato regolarmente (ragazzi giovani che pur con una famiglia alle spalle hanno fatto le loro scelte di studio, lavoro e matrimonio, senza essere numeri uno…essendo solo in due), fatto di me (giovane, apparentemente più piccola della sua età ma decisa e già padrona della sua vita, con esperienze forti alle spalle ed una carriera in corso e fortemente voluta) fatto, in sostanza, di vita…problemi ma anche gioie, quotidianità in ogni senso ma comunque non solo dentro l’ufficio o in casa (i soli contesti in cui lui vive attesa la sporadicità delle sue uscite). Credo non occorra aggiungere molto altro. Vi direte, cosa ami di questo uomo? Che ci vuoi stare a fare con lui? È buono, dolcissimo, tenero, serio. Un grande lavoratore, un animo di seta fragile e sensibile. Premuroso…insomma, ormai lo amo che ci posso fare? E se è vero che tutto il quadro descritto dovrebbe farmi scappare io invece continuo a pensare che da parte sua l’amore ci sia per quanto lui voglia soffocarlo. C’è ma lui sa di farsi e farmi del male e preferisce stroncarlo…ma per me, che anche di fronte al cadavere di chi ho amato ho cercato qualcosa da fare, questa cosa è difficile da digerire…l’ho aspettato in sei mesi di silenzio, credere che ci sia anche una sola speranza potrebbe darmelo aspettare a vita… E so che non posso ne devo farlo. (Anche perché il mio ragionamento – che pero mi pare voi condividiate- potrebbe anche essere tutto sbagliato!!)
Forse sul serio non c’è amore. E stop.
Giusto per completare, scarto l’ipotesi di parlare con i genitori perché col padre non ho modo e con la madre sono certa sortirei effetti contrari. 1) a quasi un mese non mi ha mai chiamata manco per dire mi dispiace; 2) secondo me sa di aver fatto guai con il superfiglio, proprio lei, che è una superdonna. Può un’altra donna, letteralmente l’ultima arrivata, farle notare tutto questo? 3) lo direbbe a lui 30 secondi dopo, mettendomelo contro a vita. In un sms volutamente provocatorio che gli ho mandato una settimana dopo la rottura (ma non per questo meno denso di parole d’amore) ho un po’ evidenziato questo suo crogiolarsi in una dimensione irreale dove cmq non sta bene. Imbufalito, disse: “Cosa credi che io sia un cog….e come tutti quelli con cui sei stata? I miei problemi a lavoro e a casa li ho sempre avuti, non c’entrano. Qui si tratta di sentimenti miei, che non sono quelli che dovrebbero essere per vedere un futuro con te”. Ok,il giorno dopo ci vediamo e tra baci, abbracci e lacrime dice con un filo di voce, non è amore…io ti rovino la vita. Una settimana dopo, altri sms partiti da me ma da lui prontamente ricambiati. Mi dice: ti prego fermiamoci qui. Le lacrime me le bevo. Perché stai così male? Mi hai lasciato tu, non vedevi futuro, non ti sentì liberato?
Solo negli ultimi sms è stato leggermente piu duro, se così si può dire. “È difficile, ma ti prego, cerca di stare serena….desidero tu trovi serenità, sei nei miei ricordi più belli”. Il tutto senza smettere mai di chiamarmi con tutti i i miei nomignoli…. :/
Forse sono impazzita. Io non capisco più nulla.
P.s: il giorno prima di lasciarmi aveva incontrato il mio “ex” (che è pure un parolone) e la sera che mi ha lasciato (per telefono) mi mandó delle sue foto (dove c ero anche io ma tra noi nn c era ancora nulla) recuperate dal profilo di una amica comune su Facebook. Sul quale io NON sono iscritta. Mi accusó anche di aver “scoperto” che alcuni dei nostri (miei) amici erano amici di lui su fb, cosa che io ovviamente non potevo sapere e che comunque non ha alcun riscontro con la vita vera dove nemmeno si salutano. Ma questo mi ha reso “poco sincera”. Perché è bastato per fargli pensare che la mia storia precedente fosse stata pubblicizzata e vissuta come la nostra mentre io gli avevo sempre detto (come di fatti è stato) che fu una storia sbagliata dal principio, trascinata per errore e comunque mai divenuta di dominio pubblico. “Ora non solo ho dubbi sul sentimento, ma anche su di te”. Mi arrabbiai per questo, si scusó. Ma indietro non è tornato. “Io ti avevo chiesto tempo PRIMA di scoprire le foto” (si, ma DOPO averlo incontrato)per ora ho bisogno di stare da solo, dammi tempo. Dopo una settimana, messo alle strette, il tempo non gli serviva più. Non è amore, te lo dico piangendo, ma te lo dico. Mah!
Bene, ora uccidetemi.
Ciao Joly, ho poco tempo a disposizione, ma vedo che una delle cause che hanno portato quel ragazzo nelle condizioni in cui si trova, l’avevi intuita: la madre.
I danni che può fare una madre di quel genere sono incalcolabili e soprattutto quasi indimostrabili, perhè “coperti” da un apparente sconfinato amore.
In realtà si tratta di una malcelata forma di egoismo e possessività che si esprime attraverso un subdolo lavorio psicologico dove si induce il soggetto/figlio a ritenere, inconsciamente, che come la mamma non c’è nessun altra.
Mia cara Joly, già tutti noi maschi italiani ci portiamo dietro l’angelicata immagine della mamma come riferimento femminile,ma quando qualcuno, con la delicata personalità di quel ragazzo, si ritrova quella “superdonna” di mamma che ne ha “condizionato” subdolamente la capacità critica, è la fine.
Joly, tu dovresti rappresentare “quella donna” nella sua alterata visione dell’immagine femminile, ma sei stata “violata” da altri uomini/figli, secondo la sua nevrotica visione dell’amore, non sei SOLO per lui, come lo è stata questa Medea travestita da angelo del focolare. Intravedo una tragedia più terribile di quello che potessi immaginare nella vita di quest’uomo, e lo è ancora di più perchè leggo in te un amore raro da trovarsi. Lo si comprende da come ne hai descritto il vero carattere di questa persona, che vorrebbe potersi esprimere perchè sente, percepisce la tua sincerità, vede una luce vera in quel “buio” accecante che gli ha creato quell’egoismo travestito di affetto della madre, ma non sa come muoversi, perchè è stato “castrato” proprio da chi doveva dargli i mezzi per essere uomo.
Ti assicuro che raramente sono rimasto colpito in questo modo da una storia letta su questi forum, ma questa ha veramente tutte le caratteristiche di una tragedia, per via del tuo amore sincero, il bisogno che ha lui di te o di una persona che lo AMI veramente e gli consenta di “volare, e la gabbia che invece gli ha creato la madre, nella quale è imprigionato, anche se “non ne riconosce le sbarre”.
Francamente è angosciante persino per me intravedere una bella storia d’amore, una donna così appassionata e un uomo così sensibile e bisognoso d’amore, “sepolto” vivo.
Se ci penso, non so se ti sto aiutando veramente a capire le cause del problema per poi lasciarti senza soluzioni, perchè, Joly, per quello che ho potuto capire è veramente difficile che quest’uomo possa comprendere in che situazione si trova e da cosa dipende la sua infelicità. Ma soprattutto ci sei tu, così lucidamente, sinceramente innamorata dell’uomo che hai visto dietro quella “prigione”, la chiave della quale ce l’ha un altra donna, che non potrà mai essere la sua donna, non lo farà mai sentire il suo uomo, non potrà mai darle un figlio e lo lascerà, prima o poi nella solitudine e angoscia più completa, per quell’egoismo travestito d’amore, come ho già detto, qundo ci sei tu che non aspetti altro che di amarlo. Assurdo. Dimmi se devo continuare il dialogo.
Bluvito…si, continua. Io non credevo che solo a parole potessi esprimere il dolore che ho dentro, quello che ho visto al di la delle apparenze, quello che sento…quello che lascio. Invece lo hai colto, insieme a tutto il resto…sai, un mio precedente fidanzato morì di incidente stradale. So che si va avanti, si rinasce, si riparte…eppure non ci riesco stavolta perché alla storia che non mi ama io non ci credo. Mi sento che stiamo solo perdendo tempo prezioso per noi…e so anche che se volto pagina io è la fine perché più indietro non si torna più davvero.
Ma se non tornasse nemmeno lui? Se mi sto illudendo inutilmente? A cosa serve questo dolore insopportabile che sto provando? Non aver paura di parlare, dammi tu lo schiaffo che mi serve per svegli armi. Potrò solo essere e grata….