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Lettera pubblicata il 7 Luglio 2010. L'autore, sottecchi, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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sottecchi,
mi dispiace per le tue vicissituni familiari e per l’offesa, effettivamente pesante, poichè diretta a colpire un affetto di solito molto profondo e radicato.
qui, però, non si tratta soltanto di continuare a disquisire su di te, con riferimento al giudizio sul tuo gesto, nel vano tentativo di renderlo accettabile. non lo è!
sinceramente, avrei preferito leggere qualcosa del tuo trasporti in lei, del provare a immaginare come si sente e del renderti conto di quanto e come le hai fatto male.
vuoi soltanto essere assolto, avere qualcuno che ti consoli dicendoti “ti capisco”. io avrei voluto, invece, vedere il tuo pentimento nel cercare di comprendere come l’altra ha vissuto i tuoi calci… smettila di pensare solo a te!
senza contare che, se vogliamo scendere nei dettagli, tu cosa le hai detto per provocare la sua risposta? è una domanda pleonastica… non serve che tu risponda…
La guerra è una tragedia che ancora oggi devasta molte nazioni.
Con le guerre muoiono persone innocenti. La guerra è una forma di violenza
inaudita, l’unico modo con il quale è possibile evitare tutte queste sofferenze è il
dialogo…il dialogo ha un importanza abnorme… il dialogo dipende dalle parole, le
parole importanti, le parole dette, le parole non dette, ed il modo in cui verranno
usate sarà determinante, per arrivare alla pace o per iniziare una guerra…le
parole sono armi disumane che cambiano i destini dei popoli in base a come
vengono usate. Nonostante la ormai tristemente nota presunzione dell’essere
umano di essere quasi perfetto e lontano anni luce dalla bestia che era, ci si
scorda spesso che la lotta tra l’istinto e la ragione lascia prevalere a volte l’uno, a
volte l’altra.
Rossana
vorrei porti questa domanda:
dimmi la verità: se tu fossi alta 1,90 palestrata e fossi insultata da un altro uomo
alto 1,50 peso 50 kg,e ti dicesse delle cose orrende su tua madre o che vorrebbe
violentare tua sorella, ti controlleresti e te ne andresti via o lo prenderesti per il
collo?
Ti rispondo raccontandoti un episodio, di quando avevo 14 anni ed ero basso,
magrissimo come un grissino ed un ragazzo grande e grosso di 18 anni (era alto
quasi il doppio di me) mi derideva e scherniva perchè sembravo un bambino,
finchè un giorno, mentre tornavo da scuola, prese ad insultare gravemente mia
sorella…non ci vidi più dalla rabbia, era da troppo che stavo male, presi un badile
che avevano lasciato gli addetti alla strada e lo rincorsi per centinaia di metri…poi
pian piano, la calma e la razionalità prese il sopravvento, ritornai lentamente alla
normalità, lui si voltò, si accorse di questo, smise di correre e mi gonfiò di
botte…io subii in silenzio, ma, ancora oggi, a distanza di molti anni, quando
ripenso a quell’episodio, non so davvero cosa sarebbe successo se l’avessi
raggiunto mentre ero in preda all’ira.
Sottecchi
Ribadisco ciò che ho scritto nel mio primo commento:
CONDANNO la tua reazione
CONDANNO la sua provocazione
ESATTAMENTE sullo stesso livello
Alex
Non stiamo parlando di semplici insulti, io non ho mai neppure sfiorato la mia ex
quando l’ho trovata a letto con un altro e che aveva usato,visto che proveniva da
una piccola città di provincia, me e la mia famiglia, per costruirsi un futuro nella
mia città…ma il punto è che non siamo tutti uguali,
Una domandina per te se me lo permetti:
Ipotizziamo un tradimento della tua ragazza,
1 Lei ti dice che ti ha tradito e che ha scop** con un’altro
2 Li becchi a letto sul fatto
Quale differenza trovi tra le due risposte, tra le parole da lei dette e l’atto?
…io nessuna…
Ciao a tutti ^_^
@tiprendoetiportovia
…sono daccordo con te che le parole possono far male, molto male…qualcuno disse che ferisce più la penna della spada.Tuttavia la lingua ce l’abbiamo tutti, “uomini” e donne, “grandi e grossi” e piccoletti…quindi, ad offesa verbale grave si reagisce VERBALMENTE, con altrettanta offesa.Venire alle mani, già di per sè deplorevole, è ripugnante quando l’obiettivo da “disintegrare” è una donna. Vorrei vedere la belligeranza di queste persone al cospetto di “uno” più grosso di loro(perchè queste sono le proporzioni, anche se generalmente i “picchiadonne” sono alquanto pacifici quando si tratta di “incrociare i guanti” con un loro pari).
Se noi siamo ridicoli, TU che giustifichi questi comportamenti, cosa sei? stai attento perchè con la filosofia di vita che ti ritrovi, presto o tardi entrerai a far parte del club…
Dimenticavo… non penso che Raymond Carver con quella citazione(…parla di parole giuste, vere…) volesse sdoganare la cosa…
TiPrendoETiPortoVia,
ti rispondo volentieri: nell’ipotesi da te illustrata, forse piangerei di rabbia, forse urlerei insulti anch’io e quasi certamente me ne andrei e troncherei ogni rapporto con il piccoletto in questione, in quanto, essendo una femmina cresciuta qui, nella seconda parte del XX secolo, NON è nemmeno nelle mie possibità mentali l’idea di alzare le mani, se non in tentativi, più o meno riusciti, di difesa.
ti faccio presente, inoltre, che se le donne fossero meno condizionate dalla mentalità maschile e riuscissero ad inserirsi almeno alla pari nelle stanze dei bottoni di tutti gli stati del mondo, ci sarebbero di certo meno guerre. la comunicazione è prerogativa femminile, e credo anche, per indole naturale, la soluzione pacifica dei conflitti.
quanto all’episodio che ti riguarda, che hai descritto per spiegare la progressione di sopruso che conduce alla reazione violenta, senza tener più conto che finirai con il soccombere, quindi obnubilando la razionalità, nel caso di sottecchi, lui non è il più debole ma il più forte fisicamente. già questo imporrebbe da sè una maggiore necessità di controllo. inoltre, tu non potevi sfuggire alle derisioni e agli insulti mentre lui, da persona che agiva in regime di obiettività, avrebbe dovuto evitare di portare avanti una relazione che gli stava dando più malessere che gioia. è ragionevole prevenire gli eccessi, anche quando fa male per altri versi.
puoi continuare a fare l’avvocato del diavolo all’infinito. non mi convincerai mai che la violenza nei confronti del più debole è giustificabile.
wolverine,
hai perfettamente ragione: anch’io ho potuto constatare nel tempo che gli uomini che alzano le mani sulle donne, spesso non hanno nemmeno il coraggio di replicare a parole ad altri maschi che li criticano, magari pure amichevolmente.
non sarà il caso di sottecchi, ma in generale è proprio così: si sfogano sui più deboli, per mantenere alta lo loro autostima di pusillanimi.
wolverine
Io giustifico? Forse dovresti leggere più attentamente i miei posts ed anche quelli di sottecchi del quale, peraltro ho più volte espresso la mia CONDANNA per ciò che ha fatto! Scrivi ” non penso che Raymond Carver con quella citazione(…parla di parole giuste, vere…) volesse sdoganare la cosa…” La madre invischiata in problemi con la giustizia non sono parole vere? Non è la verità assoluta USATA nel modo più subdolo che si possa fare per ferire una persona? Un figlio. Mi dispiace che ti senti nel clan dei ridicoli, non volevo offendere nessuno.
Rossana
“quasi certamente me ne andrei” mi lascia qualche dubbio, forse, magari, te ne andresti..oppure no…
Io non voglio convincere nessuno che la violenza nei confronti del più debole è giustificabile, voglio convincere che La violenza ha molteplici facce, subìta dal più forte, subìta dal più debole, fisica o mentale, verbale, con minacce, con ricatti, con botte calci e pugni…sempre VIOLENZA rimane.
Ed io lo stò dicendo dal mio primo post,
NO alla violenza FISICA
NO alla violenza VERBALE
GRAVISSIME ENTRAMBE ALLO STESSO MODO
…devo convincere qualcuno di questo?…
Avvocato TiPrendoETiPortoVia, tu che accusi chi dice GIUSTO, permettendoti di dare dei “cretinetti inutili” e di non saper leggere le righe di Sottecchi, forse non ti sei accorto che Sottecchi non parla di nessuna madre nella sua lettera, solo dopo racconta la sua storia. Chissà se TiPrendoETiPortoVia e Sottecchi non siano la stessa persona?! Sottecchi forse non sei stato brillante tu nel cogliere la brillantezza di questa donna.
“10
rossana – 8 luglio 2010/10:04
sottecchi,
mi sembra tu ti comprenda già abbastanza.
a poco a poco, senza dubbio, comprendendoti, ti perdonerai e dimenticherai, ed è giusto che sia così.
probabilmente ti perdonerà anche lei, con la differenza che lei difficilmente dimenticherà, per il resto dei suoi giorni…”
Rossana mi piace cio che dici.
Valerio
Io non difendo nessuno, soprattutto Sottecchi che, come ho più volte sottolineato, è INDIFENDIBILE.
Nel suo post numero 5 (Mi condanno per aver ceduto ad una , seppur infida e feroce, provocazione.) leggo tra le righe che deve avere ricevuto una offesa enorme, poteva essere riferita alla madre, al padre, alla sorella, al suo più caro amico…forse non sono io quello che nn sa leggere tra le righe 🙂
Mi spiace deluderti (anche se credo poco ti importi) ma non sono Sottecchi, però potrei essere magari Valerio, se la mettiamo su questo piano ^_^
TiPrendoETiPortoVia,
ho scritto “quasi certamente me ne andrei” perchè, pur conoscendomi abbastanza bene, non mi arrogo il diritto divino di sapere sempre cosa farei. comunque, ribadisco, dovrei aver perso del tutto il senno per alzare le mani su qualcuno più debole…
non è nelle mie corde e non riesco nemmeno ad immaginarlo… ho fatto sempre un mare di fatica a dare scapaccioni o schiaffi a un figlio bambino o adolescente, quando pure li meritava ampiamente. sta di fatto che gliene ho dati troppo pochi…
ho capito cosa vorresti affermare ma non posso accettare quanto proponi. la violenza verbale e la violenza fisica stanno su due piani diversi, come non solo io ho cercato di puntualizzare. sarebbe come combattere con un coltello contro qualcuno che, SE più debole, potrebbe difendersi solo con un temperino….
—
valerio,
grazie per l’apprezzamento.