…che corre felice sul prato, nel suo bel mondo che pare fatato…Ve la ricordate? Mi è successo l’altro giorno di vedere su Youtube la sigla di questo cartone animato e, all’improvviso, mi è tornata alla memoria la mia infanzia. Ricordo benissimo che quando guardavo questo cartone animato, con la storia della bella Georgie contesa dai due fratelli Abel e Arthur, sentissi dentro di me qualcosa. Era qualcosa a che fare con i sentimenti, l’attrazione, l’amore, il far parte del mondo. Allora non sapevo cosa fosse, eppure quei tre personaggi mi dicevano qualcosa sulla mia vita che io non capivo. Sentivo una forte attrazione per loro, mi dicevano quel qualcosa che forse, da grande, avrei avuto o vissuto. Georgie era cresciuta insieme a quelli che lei considerava fratelli, ma lei in realtà era adottata. Da piccolo, vedendo questo cartone anche io pensavo di essere stato lasciato fuori la porta, mi chiedevo sempre “Perché mio papà non mi vuole?”. Sentivo di essere venuto al mondo senza essere ben voluto, gli altri bambini mi sembravano amati, coccolati, io mi sentivo solo. Mi raccontavo che un giorno sarei andato anche io in quel mondo di Georgie, l’Australia, in mezzo alla campagna, dove correre insieme a loro tre, rotolarsi sull’erba, ridere, giocare e amare. Mi identificavo con i suoi fratelli, mi dicevo che da grande avrei voluto essere bello come loro, che soltanto la bellezza era il lasciapassare per la felicità. Che, se fossi stato bello e giusto, mio padre non mi avrebbe abbandonato. Quanto strani sono i ricordi d’infanzia! A volte pensiamo di essercene dimenticati, e poi basta sentire una canzoncina, o un odore, e subito come un’onda di maremoto la nostra infanzia ci piomba addosso, proprio mentre noi cerchiamo con tutte le nostre forze di liberarci dai legami col passato. E quel passato torna, e ci tormenta, e ci dice “Vedi, allora tu speravi nella vita, volevi diventar grande per avere passioni e amori….” e ora che siamo grandi ci stiamo limitando a sopravvivere, con molta noia, e senza Abel, o Arthur, senza “due occhi azzurri brillanti e vivaci”. E l’amarezza che provavo da bambino, quel senso del “nessuno mi vuole” quanto mi accorgo che oggi sono proprio ancora così! E mi dicevo, perché i grandi fanno i bambini se poi non li vogliono? Proprio come Georgie abbandonata fuori l’uscio di una casa in Australia, cresciuta con quei suoi bellissimi fratelli…Si, un giorno anche io sarei stato come Abel… Anche io avrei avuto amore…Allora lo sentivo già, anche se ero un bambino. Pensavo di aver dimenticato tutto questo, e invece proprio oggi che sto cercando con tanta fatica di capire la mia vita, è bastato un cartone animato per svelarmela. Quante cose sapevo da piccolo! Crescendo le ho tutte dimenticate!
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Categorie: - Me stesso
E’ per questo che è bello essere bambini..perchè ci sono sogni, speranze, che poi la crudeltà della vita ti cancella, spazza via..quei pensieri così puri, innocenti, rimangono dentro di noi e si scontrano con l’amarezza che piano piano si fa strada dopo le batoste lungo il percorso.
Mi fa pensare quando scrivi che pensavi anche tu di essere stato lasciato fuori dalla porta, vedi, nell’infanzia un pensiero così brutto come l’abbandono, viene subito trasformato in un pensiero positivo, nella speranza che un domani ci sarà un riscatto, e poi vivendo quel domani capisci che forse non sarà come l’avevi immaginato.
Però essere adulti significa anche consapevolezza, affrontare le situazioni, e soprattutto accettare che non si può vivere di sogni, rendersi conto che la vita è anche dolore, noia, frustrazione..
Forse meglio vivere in un mondo non proprio perfetto, ma vero, che continuare a illudersi, sognando.
I ricordi dell’infanzia sono i più belli perchè ancora non ci siamo scontrati con le delusioni.
geko…. hai scritto una lettera bellissima, molto profonda…io ero innamorata di quel cartone, l ho visto tutto, credo che sia stato il più bello oltre a “sui monti con annette”.. i due cartoni che mi hanno fatto letteralmente piangere perchè le storie raccontate erano storie scritte con un vero sentimento, e con gioie e dolori che ci portiamo anche nella realtà
non approfondisco ciao
a Noway: hai saputo leggere quello che volevo esprimere. grazie. E se oggi io non so vivere, è proprio perché mi porto ancora dietro quel “sono stato lasciato fuori la porta”, quei “nessuno mi vuole” di quando ero piccolo. L’infanzia è bella, ma mi ha rovinato. Spero non per sempre.
a Sabrina: grazie, l’ho scritta con un pò di amarezza dentro. Sono in molti ancora oggi a considerare Georgie il cartone animato più bello di quegli anni, per complessità dei personaggi, dei sentimenti descritti, il fascino stesso della storia, e soprattutto per la sensualità notturna e dolente di Abel, la positività della protagonista, l’amore di Arthur, in un appena accennato menage à trois, le implicazioni dei rapporti famigliari… Veniva (e viene) visto soprattutto come un cartone per femminucce, in realtà in esso c’era molto di più.
Le sensazioni per la lettera che ho scritto mi sono state ispirate dalla sigla del cartone che ho visto giorni fa su internet: rivedendo quelle immagini mi sono riaffiorati ricordi che credevo aver perso…dei ricordi molto, molto importanti per il me stesso di oggi. Sono ricordi che mi servono per capire chi io sono.
ciao
Ciao geko, sai ultimamente ho visto un cartone su internet che guardavo da piccola…e non posso che darti ragione. sembra assurdo…ma rivendondolo mi sono ricordata di chi ero! Sono passati 15 anni da allora e nel frattempo sono successe molte cose… tornare indietro è importante come hai detto tu, forse ci fa ricordare chi eravamo, prima di imbatterci in questo complicato mondo…a volte basta veramente poco per riscoprire cosa c’era in quell’anima non inquinata dal vissuto a volte molto doloroso.
Bella riflessione…la facevo io in questi giorni…e vagando sul sito ho trovato per puro caso questa lettera!
Ciao