Volevo porvi una questione su cui discutere in senso generale, anche partendo da esempi particolari. Non nascondo che scrivo anche per un senso di angoscia attenuato e per il bisogno di parlare anche soggettivamente.
Avviso che scrivo in modo un po’ noioso, ma ci tengo che leggiate, non ho scritto cose complicate né “a 360 gradi”, quindi potete anche leggere in velocità!
Ci sono ragazzi, al giorno d’oggi, che vivono in condizioni disagiate per quanto riguarda la famiglia, ed è una cosa che rischia di bloccare le loro qualità e i loro desideri – parlo di condizioni umanamente disagiate, che rischiano di imbestialire anche il più dolce dei bambini. Non credo che i centri di consulenza e gli psicologi siano molto d’aiuto, non aprò parentesi su questo.
Questi ragazzi sono disposti di qualità che, a causa di circostanze familiari pesanti, non riescono a sviluppare, o sviluppano fino ad un certo punto, magari grazie ad uno o più incontri con professori in gamba – che spesso fanno le veci dei genitori molto più di quanto è previsto dalla loro figura – e grazie a rapporti “a distanza”, con personaggi ed esempi del passato e del presente. Tutto questo rischia di perdersi nel fumo, qualsiasi siano le aspirazioni di certi ragazzi, ma parlo di aspirazioni oneste o addirittura nobili, sia “alte” sia “umili”, che sia quella di diventare diplomatico, di diventare un bravo chef o di saper trovare soluzioni stimabili da ogni punto di vista nel campo dell’ingegneria o della medicina, in gruppo o da soli, non sto parlando del mito del genio. Anche solo diventare un buon padre di famiglia. Parlo in ogni caso di desideri che vengono dal cuore, semplici, senza avidità né egoismi particolari.
Ci sono ragazzi che volontariamente trovano “figo” sbandarsi, farsi le canne, frequentare certi posti, non far niente tutto il giorno, addirittura prender parte e partiti giovanili senza un vero senso di repsonsabilità, per non parlare di interessi e arti a cui oggi ci approcciamo molto in modo consumistico. Ecco, a questi, scusate ma parlo di coetanei, non darei neanche un soldo, anche se non hanno dei genitori virtuosi, questi non sono comportamenti giustificabili. Ci sono anche ragazzi in gamba che, nonostante molte difficoltà, diventano ottime persone. Tanti sono sostenuti dalla famiglia; altri però finiscono anche ad avere problemi di salute.
Non c’è problema a ripiegare e a volare basso, più in basso rispetto ai propri desideri, per quanto possano essere già “umili”, ma tocca troppo il senso di giustizia. E quando si vengono a sentire certe notizie, in ultimis quelle terribili, terribili sulle ragazze violentate dal padre e madri di figli avuti da incesti, quel senso di giustizia viene ancora più toccato. le domande vanno nel aprticolare: come si sentono? Come vivranno? Si accetta tutto per rispetto della vita o per fede, ma ci sarà sempre la continua frustrazione di vederci precluse le vie per i propri desideri (mentre altri ragazzi che danno tutto per scontato e hanno comodità e affetti si prendono il lusso di gigioneggiare o perder tempo), di sentirsi in qualche modo esclusi da un gruppo di cui si sente di far parte, anche solo per discutere (come fa una persona psicologicamente segnala a livello cerebrale-fisico a discutere di una propria passione come sarebbe stato capace? O a superare dei test dove prevedono delle domande di logica, se per dei vissuti familiari ora hanno problemi di mal di testa cronico e va in confusione mentale quando meno se l’aspettano?) – sapendo che i danni e i disagi non sono dovuti al proprio persistere negli errori, ma a comportamenti di altre persone che in qualche modo ci hanno segnati.
E in ultimis sentirsi giudicati malamente da coetanei e adulti che, per quanto stimabili per aver sfruttato le proprie circostanze familiari, giudicano appunto in malo modo persone che “avrebbero avuto” le stesse qualità, ma che per molte cause non hanno potuto sviluppare. Perfortuna non sono tutte così le persone, certo.
Non è un attacco ai genitori, sian chiaro, né sto facendo di tutta l’erba un mazzo, però parlo nel particolare e tenendo conto della vita di tutti i giorni…
Un saluto a tutti
leggendoti mi si inaspriscono i dubbi.
Sono viziata oppure quel che sono è frutto del mio carattere fragile, e di eventi troppo gravi, per me, e spesso imposti?
è un bel dubbio. Peccato che mi senta tutto tranne che fi...
Anzi, fallita è la parola giusta.