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Lettera pubblicata il 9 Settembre 2010. L'autore ha condiviso 3 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore sandro2010.
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Beh scusatemi e con tutto il rispetto, chiacchierando cosi’ tra anonimi su un forum virtuale..
Ma se la pensate cosi’, vi chiederei “perche’ darsi tanta pena per tirare avanti a vivere ?”
il rispetto e’ reciproco credimi !
per la curiosita di vedere come va a “finire”! ..consapevoli che questo sia solo un
effimero passaggio che dura la fiammata di un cerino
ah ok…
la speranza e’ l’ultima a morire e chi di speranza vive,disperato more
e dunque si evince che la fregatura sta sempre dietro l’angolo!
ma a parte queste stronzate,la realta dei fatti rimane la stessa e di questi argomenti
che dovrebbero davvero fare incazzare come iene tutti alla fine non frega un c.... a
nessuno o quasi..il che gia dice tutto sugli esiti in questione
bye
bah, a me l’argomento interessa e anche tanto, per esperienza però so che è difficile comunicare quando si percepiscono le cose in maniera diametralmente diversa e tu mi sembri molto convinto del fatto tuo.
per quanto mi riguarda il dibattito non è solo di natura sociale ma anche spirituale, quindi nel leggere che: “la specie umana si estinguerà, speriamo che ciò accada al più presto, appunto per questo è un gesto di egoismo mettere al mondo dei figli in quanto potremo trascinarli a vivere solo esperienze di sofferenza e continue umiliazioni perchè schiavi del sistema”……alzo le mani all’evidente differenza di opinioni e concetti di base, con tutto il rispetto, come sostiene colam’s per affermazioni che, oltre a non condividere e non abbracciare nel modo più assoluto, non sono neanche in grado di affrontare su un forum dove gira la voce che “tutto sia marcio” a partire dalle persone.
Per me non è così.
Non vivo nel mondo delle fiabe, credimi, ma non cedo certo alla rassegnazione.
è la differenza che intercorre tra vedere tanto schifo in mezzo a poca beltà e vedere tanta beltà in mezzo all’oggettivo schifo.
restringendo il campo e parlando del fatto di avere o meno dei figli, ho già espresso la mia opinione e risulterei ripetitiva se dicessi, ma lo dico, che se fossimo nati per razzolare come galline non ci sarebbe stata differenza se le specie evolute fossero esistite oppure no.
tanto siamo qui per morire nel peggiore dei modi quindi esserci o meno…che cosa cambia. un puntino invisibile nel nulla cosmico. No?
a quel punto ti do ragione, meglio non esserci che non avere un senso alcuno.
Ma visto che io attribuisco una ragione alla mia esistenza, seppur difficile e schiava della società e credo nel progresso e nell’evoluzione della specie umana, non posso che sostenere, con forza, che mettere al mondo dei figli contribuisca a dare un senso, non a me come individuo, ma proprio all’evoluzione di quella specie di cui io OGGI faccio parte, contribuendo così, nel mio piccolo, affinchè si arrivi a qualcosa di più grande di me, di te etc….
e cmq non mi piace quando si usano termini volgari su di una finestra pubblica, a meno che non ti abbiano offeso volutamente:) eh, ciao.
Cara key,
potrà sembrare contraddittorio ma anch’io ho più volte cercato di dare un senso all’esistenza. A volte mi è pure sembrato di percepire che da qualche parte questa ragione ci deve stare, che è troppo più grande di noi per essere percepita appieno ma che non può non esserci…altre volte non sento che il caos e basta. Il punto però non è questo. Il punto è, che se anche ci fosse un senso, quello che proprio non mi riesce di tollerare è la sofferenza. Lo so, suonerò come una persona senza palle, ma a me della sofferenza non piace assolutamente nulla, nè ritengo che la nobiliti il fatto che potrebbe essere un mezzo per l’evoluzione dell’anima, della coscienza o di quello che sia. Cioè, che ci vogliano millenni, o forse miliardi di anni di dolore affinchè l’uomo arrivi all’illuminazione è un’idea che mio fa dire, no, mio figlio non sarà l’ennesimo tassello che farà si che fra 2 miliardi di anni il ciclo di evoluzione sarà completato, piuttosto non venga al mondo e non conosca alcuna forma di dolore (dando per scontato ovviamente, nella mia ignoranza umana, che il dolore non si provi nè prima e/o nonostante il venire al mondo).
Ma tu poi credi davvero che la razza umana si stia evolvendo? Ma sinceramente, in cosa siamo messi meglio rispetto alla nostra storia passata? (e ovviamente non mi riferisco al progresso tecnologico, che non ha innalzato le nostre anime di un millimetro).
Si condivido in pieno Key, e anche io alzo le mani, ad un certo punto le opinioni sono troppo incompatibili per poter conforntarsi. Io sono contento di vivere nonostante le batoste, e mio figlio e’ una delle cose più belle e importanti della mia vita, anche se tra 15 anni mi dira’ che so’ vekkio e rinkojonito, eh ! 😉
Comunque rispetto il tuo/vostro punto di vista, anche perche’ in fondo mi sembra che non fate del male a nessuno, il che e’ gia’ un gran passo avanti.
Cara Libera, scusa se ti rispondo solo adesso.
L’evoluzione della specie non si può certo decifrare nei tragitti corti. Ogni epoca è stata caratterizzata da una “tendenza” definita a posteriori.
Verso cosa ci stiamo dirigendo non so dirtelo. L’uomo ha sempre cercato, a volte assoggettando cose e persone, altre tentando solo di comprendere con l’unico suo strumento a disposizione: il sapere.
La tecnologia ha una duplice faccia della medaglia, se da un lato c’insegna, dall’altro ci distrugge.
Ma questo, come tutto del resto, fa parte del libero arbitrio dell’uomo, dell’uso che facciamo sulle cose, di come le percepiamo e le manipoliamo a nostro piacimento.
Tutto è una scelta. Individuale ed anche comune.
Anche soffrire lo è, se da una parte la vita ti mette dinanzi a cose sulle quali tu non hai alcun potere, dall’altra ti pone davanti ad una scelta, un bivio, puoi prenderlo o continuare a girovagare nel mondo senza un perchè.
Non parlo di te, ovviamente, era impersonale.
Il fatto che ci vogliano millenni affinché l’uomo arrivi all’illuminazione, anche se io parlerei di unione, è uno scopo non una sconfitta.
Lo scopo che si ha in tutte le cose, anche le più piccole ed insignificanti della quotidianità, non si può fallire in questo, perchè, a differenza delle mete terrene da raggiungere, diverse per tutti; denaro, serenità, amore, potere, lo scopo ultimo è uguale per tutti.
Sarebbe qui l’unione, qui il progresso, qui l’evoluzione della specie.