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Lettera pubblicata il 1 Ottobre 2014. L'autore ha condiviso 9 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore Gep.
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Gep,
studi ingegneria, ma di che tipo? In quale università?
Impara da Dio l’inglese e un’altra lingua come il russo, per esempio.
Ho amici ingegneri (ingegneria civile) che hanno fatto esperienza all’estero, come Libia e Irlanda, e poi sono rientrati in Italia, con un lavoro.
l’università, purtroppo, ha poco valore, è un dato di fatto. Io proverei ad andare all’estero, magari facendo il lavapiatti, o lavorando in un pub, informandoti sul paese dove vai. Potresti col tempo restituire i soldi ai tuoi nel caso te li prestino. e magari trovare un posto da condividere, dimezzando così le spese.
Sara, il tuo commento è avvilente: l’università è inutile, è meglio andare a lavare i piatti a duemila chilometri da casa. E dopo? Vivi così per sempre? Spero che non intendessi questo. I laureati italiani vanno all’estero con dei contratti di lavoro, non partono all’avventura per pulire i cessi a Londra.
Io ho lavorato anni a centinaia di chilometri da casa, ma in Italia, però ho fatto lavori umili, finché mi sono laureato. Infine ho intrapreso questa bellissima attività, altrimenti oggi starei ancora a spedire curricula vitae per un posto allo sportello di una banca. Il mio lavoro mi impegna tanto, ma mi rende indipendente, non ho nessun superiore che mi tratta male, non ho colleghi stupidi con i quali dover litigare. Insomma, lavoro sodo, ma sono soddisfatto, è un lavoro mentalmente stimolante. A volte è un lavoro stressante, come ieri, quando il ftse mib è franato di quasi il quattro per cento, mentre contemporaneamente monitoravo strumenti in valuta estera che ho comprato qualche giorno fa e scricchiolavano in modo preoccupante. Ma è un lavoro che mi piace, lo preferisco a lavare i piatti in un ristorante.
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