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Lettera pubblicata il 8 Novembre 2010. L'autore ha condiviso 6 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore Noway.
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io onestamente credo che la colpa sia del tuo ragazzo. tu non sei tenuta ad andare d’accordo con tua suocera e lei non è tenuta ad apprezzarti se le sei antipatica. l’unica cosa che avete in comune è l’affetto per la persona che vi ha messo in contatto. quindi, quello che dovrebbe fare il tuo ragazzo, semplicemente, è prendere sua mamma in privato, guardarla in faccia e dirle che ti ama, e che soffre quando ti tratta male. una mamma non vuole mai essere la causa di sofferenza per suo figlio. tu da parte tua comportati educatamente e gentilmente, in modo formale magari, ma sempre portandole rispetto. fallo per lui e per i bambini che verranno, ma chiedi al tuo ragazzo di parlarle col cuore in mano, ribadendole che le vuole bene e che non capische perchè si comporti così con te. come ultimo consiglio suggerirei di lasciarlo andare da solo da lei più spesso, ma senza assolutamente tagliare i rapporti. in questo modo tu potri uscire con le tue amiche e lei si potrà godere il suo “figliolo” senza dover ammettere a sè stessa che è diventato grande. in bocca al lupo!
sono nella tua stessa situazione. e sto male! non dormo +..piango… sono una famiglia un pò particolare,e pensano che io lo sto allontanando da loro..sua madre si è anche presentata a casa mia per dirgli che sono un problema x la loro famiglia che ho cambiato suo figlio…lui mi dice che non può abbandonarli perche sn i suoi genitori..ma nn capisce me! anche le sue sorelle provano troppa gelosia x me.. mi sa che nn si può + andare avanti..ma lo amo troppo! come posso fare x averlo sempre con me?? ho chiesto a lui di fare una scelta..ma nn da nessuna risp e dice che sono diventata assillante con questo discorso, ma credetemi x questo problema sto cadendo in una grandissima forma di depressione.mi hanno anche portato in crociera con loro x studiarmi meglio… ed ecco il risultato x loro sono un estranea che sta portando via suo figlio
Ciao a tutti, Noway scusa la mia curiosità .. ma come stai? com’è andata e come va?
Io ti capisco in ogni riga virgola e punto, però sono sposata ed ho pure un bellissimo bambino e dopo 19 mesi di pianti e sospiri, magoni e reflussi gastrici (ho pure pensato di mollare tutti ed andarmene, i miei avevano paura che cadessi in depressione …ecc ecc)ho deciso di accettare il fatto che per la famiglia di mio marito io sono una stronza carnefice e loro le vittime innocenti; non voglio più chiedermi cosa ho fatto o cosa posso fare per loro perchè ormai l’affetto sincro che provavo per loro non c’è più ed io non riesco a fingere di essere diversa. Non voglio perdermi dietro il racconto delle cattiverie subite, di quanto ho sofferto ecc ecc (dico solo che la trasformazione dei rapporti di famiglia è legata alla nascita di mio figlio ed al fatto che volessero gestire il bimbo a loro piacimento senza chiedersi se io da mamma avevo un mio modo di fare la mamma ???) ribadisco il concetto di T.D. ovvero scegli (se ancora non l’hai fatto) quello che ti fa soffrire meno, io dal canto mio dopo 19 mesi ho deciso di non aspettare oltre i chiarimenti mai avuti, metto la parola fine alla situazione. per me d’ora in avanti solo rapporti di cortesia che non scadano nel finto affetto, mi offende ricevere da parte loro manifestazioni d’affetto di qualsivolgia genere, mi hanno trattata da stronza e che continuino così: ormai ci sono abituata, il solo pensiero di rimettere tutto in discussione mi fa girare il sangue, sono stanca e mi fermo qui, sono parenti di mio marito e di mio figlio quindi sono favorevole a che si frequentino, io ne farei a meno ma per amore di mio marito devo vederli anche io, ok, però ho messo la situazione in chiaro: io so come la pensate e lo accetto senza per forza condividerlo quindi non fingete in nessuna maniera di volermi bene, io farò altrettanto e si vive … L’importante è che tu abbia trovato un porto sicuro, un modo di smettere di soffrire costantemente, certo la situazione non è un bel pensiero … però non è più una ferita aperta e questo per me è l’importante.
un grosso abbraccio
Ciau! Lo so che è passato del tempo ma ci terrei a darti cmq un consiglio!! Fidaticontinua a lottare ancora non dargliela vinta!!! Continua ad andarci fregatene, rispondi anke te con delle frecciatine senza essere maleducata, avvinghiati sul tuo lui!! Baciatevi davanti a lei…provocola. è ossessionata dal figlioletto maschio come la maggior parte delle mamme e le sorelle maggiori… Non vogliono che crescano e ke qlcna glielo porti via. Non è una cosa contro la tua xsona xkè lo farebbero con tutte. Fidati continua ad andarci e non far si che lei ottenga qlo che vuole!! Buona Fortuna.
Ciao…anche io vorrei dare il mio contributo. Non sono d’accordo con chi ti dice “continua ad andare a trovarli, fregatene” perchè purtroppo a volte è davvero difficile fregarsene. Io sono nella tua stessa condizione, ho smesso di avere rapporti con persone che mi disprezzavano pur senza conoscermi, persone infelici ed egoiste che, come ti suggeriva un’altra persona, mi hanno “ingabbiata nel ruolo di ruba-figlio” e non hanno mai voluto conoscermi. Sono stata insultata, e purtroppo il mio ragazzo ci ha messo un po’ per rendersi conto che non erano “paranoie mie” ma una triste realtá. Ci sposiamo a giugno, non li abbiamo invitati al matrimonio, non per ripicca, ma perchè sarebbe davvero un’ipocrisia intollerabile far finta che tutto va bene, non è il matrimonio di loro figlio, ma il matrimonio di DUE PERSONE, di una delle quali hanno esplicitamente detto di non voler sapere niente.
Anche a me preoccupa il futuro, ma anche se questo atteggiamento può sembrare duro ed estremista, quando arriveranno i bambini, dovranno accettare l’idea che se vogliono vederli, dovranno prima iniziare a rispettarmi…perchè si torna là, non sono i bambini di LORO FIGLIO, ma i NOSTRI bambini. FATTI FORZA anche se non è facile, e pretendi rispetto, se così non è, allontanati da chi ti vuole male perchè in questa vita già è facile incontrare gente che ci vuole male (lavoro, ecc)…bisogna starne alla larga più che si può. Non sentirti vincolata da questioni di “sangue”, credi davvero che trattando così la donna che loro figlio ama, si stiano comportando da genitori?? CHI CI AMA e CI RISPETTA è la nostra famiglia, non chi ha vincoli di sangue.
Ciao 🙂 so che per queste cose si soffre, e quindi ti capisco. Soffre la nuora (o il genero), soffrono il figlio (o la figlia), soffre a modo suo anche la madre che vive di ripicche, o rancori, o un’idea sfasata e porta disarmonia dove potrebbe esserci armonia.
Naturalmente ci sono dei casi in cui le suocere possono avere anche ragione a preoccuparsi, in cui è effettivamente la nuora ad andare in competizione, anche queste realtà esistono…
ma stiamo parlando di quando non è così. Di quando un atteggiamento di chiusura o invadente, o ipercritico, o assurdamente competitivo o persino persecutorio si realizza da una parte precisa verso l’altra, una specie di mobbing, alla fin fine.
La cosa che ti posso dire, per esperienza, è che tanto dipende da come la persona che hai accanto si rapporta con il problema, e lo gestisce anche comprendendo, quando è il caso, anche che non si trova affatto tra due fuochi. Perché secondo me due fuochi sono due persone che ugualmente si attaccano, o si detestano, si fanno i dispetti o dicono “chi butti dalla torre”. Quando invece l’atteggiamento di un certo tipo parte da una direzione e si riversa sia sul proprio famigliare che sulla sua compagna o compagno il fuoco è uno, e sotto ci si sta in due. Magari in modo diverso, il figlio (uso il maschile, ma potrebbe essere il femminile) in perenne tensione non sapendo come fare a conservare un rapporto con la famiglia di origine e non perdere la sua compagna, con il dolore di vedere una persona che ama visceralmente come un genitore comportarsi in un certo modo, pieno anche di assurdi sensi di colpa, la parter diventando suo malgrado una sorta di pietra dello scandalo, chi continuamente si trova nella posizione di sentirsi colpita da un’ingiusta ma bloccata nel pensare che subire è ingiusto, reagire può provocare reazioni ancora peggiori, andare in chiusura e spostamento difensivo può essere interpretato come “l’arpia è lei, che vuole allontanare il figlio dalla famiglia”. Ricordiamoci però che se stiamo parlando DAVVERO di qualcuno che agisce una molestia la persona che agisce una molestia è anche solipsista, cioè propone una sua realtà in cui anche se attacca si sente vittima, se critica lo fa per il bene di qualcuno, ha sempre ragione, non si mette in discussione e chi salta come un canguro, pensa, soffre, si interroga, media o scoppia, resiste o si sposta sono sempre gli altri.
Sono stata severa in questa mia descrizione? E’ chiaro che nei rapporti con gli altri possiamo sempre farci un esame di coscienza e interrogarci su quali nostri atteggiamenti possono in effetti creare disagio nell’altro, se ci sono critiche che, pure espresse male, possono diventare per noi anche costruttive.
Però purtroppo le mie due (sì, che c…o!) esperienze con “suocere” difficili sono state entrambe estreme.
E ti assicuro che gli esami di coscienza io me li sono fatti, eh.
Ma nel primo caso è la persona stessa con cui ero allora che ammette che effettivamente dall’altra parte c’era
una gelosia cieca e viscerale (potrei portarti esempi di situazioni e casi palesi), che andava persino oltre il buon rapporto che c’era sempre stato tra lui e la madre (o meglio dovrei dire in quel momento sua madre non era pronta a rendersi conto che il figlio si fosse innamorato nulla toglieva a quell’ottimo rapporto tra loro), nel secondo caso ho avuto a che fare con una persona genericamente problematica, in tutti i rapporti. Nel primo caso si era stupito lui stesso, il mio fidanzato di allora, quando sua madre si era messa a fare una guerra di colpo, assurda, pazzesca. Nel secondo la prima cosa che mi ha detto il mio compagno quando ci siamo conosciuti è stata: eh, ho una madre un po’ difficile.
Dite che sarei dovuta scappare? (Visto che la suocera precedente aveva contribuito alquanto a disintegrare un rapporto… era un rapporto anche a distanza, per il lavoro di lui, eravamo molto giovani, ma con quell’aspetto ce l’eravamo cavati da subito alla grande, e il problema era invece quando eravamo a casa. Cioè, quando non dovevamo saltare sui treni per trascorrere del tempo insieme e potevamo godercelo in santa pace nella nostra città scattava l’INCUBO). Però io ero uscita da quella prima esperienza anche cambiata. Non in peggio, ma con una serie di difese in più. Per esempio la convinzione che ovviamente il mio compagno non doveva buttare dalla torre proprio nessuno, e che io sarei sempre stata lieta di andare anche a casa dei suoi in un’atmosfera serena, ma che niente e nessuno, neanche l’amore per lui, mi obbligavano a starmene sotto un fuoco o a cercare di compiacere una persona capace di rompere le palle, per qualsiasi cosa, all’intero universo. Stabilito che eravamo due persone diverse e che io dovevo stare con lui e non con lei, non l’ho mai attaccata, non ho mai risposto male, ma con eleganza mi sono sempre sottratta dalle sue dinamiche. Anche standoci seduta davanti, facendomele scivolare addosso. Il mio compagno sapeva com’era fatta sua madre e quindi ci capitava di sdrammatizzare noi per primi alcune situazioni assurde. Il mio compagno da sempre cercava di gestirla, a volte anche con grandissima fatica. Da parte mia ha sempre avuto empatia rispetto a questo. Dunque benone? No, perché comunque è stato dopo 10 anni, quando effettivamente lui si è allontanato fisicamente dal suo controllo che il controllo di lei è scattato con la banda. A quel punto lui è andato in tilt, non solo per questo, ma comunque sia le ha permesso di entrare e fare danno. Lungo da spiegare, ma più che mai resto convinta di una cosa: se i miei genitori si comportano male sono i miei genitori prima che i suoceri di qualcuno. Li amo e li rispetto, ma se l’altra persona non è un altro fuoco e c’è in gioco la mia vita privata modulare la distanza/vicinanza affinché mi sia concesso di viverla spetta innanzitutto a me. E l’altra persona ha il diritto di spostarsi da una fonte di violenza quando percepisce una violenza ingiusta. Non posso fargliene una colpa.
il problema purtroppo è che molto spesso i figli sono succubi di genitori manipolatori e non si rendono conto di quanto male possano fare. Di fronte a queste situazioni l’unica possibilità è fuggire e cercare un partner autonomo. Io ho cercato in tutti i modi di creare un rapporto di affetto sincero con i miei futuri suoceri ma l’unica cosa che ho rimediato sono stati insulti offese accuse… Potrei scrivere un romanzo ma mi limito a dire che se la vostra dolce metà è succube dei genitori non c’è speranza né futuro di vita a due.
Ti capisco, sono in una situazione simile e sto arrivando perfino ad odiare il mio ragazzo. Lui la difende sempre come fosse una Madonna che non sbaglia mai, sostenendo che sono io a farmi le paranoie.
Non abbiamo mai fatto niente di bello NOI DUE DA SOLI, perchè prima vengono le esigenze di sua mamma, di sua sorella, dei nipoti…poi se c’è tempo pensa anche a me, ma la verità è che ci rimetto sempre.
A casa loro mi sento una nullità perchè mi parlano con aria saccente e con superiorità.
Non sto proprio bene da loro. Col mio ragazzo stavo bene prima che conoscessi veramente sua madre e la sua rete familiare. Sto pensando seriariamente di lasciarglielo il suo bambino.
Ciao a tutti.ho 22 anni e ho una suocera e una cognata troppo invadente..non le sopporto più ..ogni cosa che dico la madre si intromette e il mio ragazzo non gli dice nulla. Sulla sorella e insistente e vuole che il fratello deve andare dove va lei e se lui non va lei si incazza..aiutatamemi sto arrivando al punto di lasciarlo.