Vorrei vederti in sogno, perchè io credo ai sogni
Vorrei toccarti il cuore, perchè hai avuto cuore
Vorrei volare in cielo, io ci sono nato
E tu…rinascerai forse come umile farfalla…
Umile e gioconda com’io ti ho conosciuta.
Nella brevità di Questa vita…
Se a volte mi dimentico di te, perdonami
Le nostre figlie mi prendono molto.
Ed io sono poca cosa, senza te.
Domani sorgerà di nuovo il sole
Ed io sarò lì ad aspettarti all’alba
Quando tutto sembra rinascere
Allora ti sentirò in me, vicina e consolante
Dai concretezza ai miei pensieri, vorrei
Raggiungerti, ma non posso, le nostre figlie
Hanno bisogno di me, ora più che in passato.
A domani, all’alba…parleremo.
frattinima
Anch’io ho bisogno di te. Ne ho bisogno davvero tanto. Noi non abbiamo mai avuto un rapporto tanto aperto, forse un po’ per colpa mia e un po’ per colpa tua. Ma ora perchè non provi tu a fare un passo verso di me? Io ho bisogno di sentirti, di sentirti che mi sei vicina davvero. E invece da quando te ne sei andata io non ti ho mai sentita vicina. Perchè? Non lo merito? O credi che io non ne abbia bisogno? E invece ne ho davvero tanto bisogno adesso. Perchè? Perchè tutto questo sta succedendo proprio a noi? Dove sei? Ma forse tu non sei da nessuna parte. Forse è per questo che non ti ho mai sentita vicina, che non hai mai risposto alle mie richieste di aiuto. Perchè sei scomparsa per sempre.
NON SEI SOLA! PER raggiungere certe vette, bisogna imparare! Cosa credi, che io ho impostato la mia vita sul niente? Hai mai sentito di uno scalatore che per raggiungere certe vette, si mette in pigiama e aspetta che le vette raggiunono LUI? Io no, nonostante gli acciacchi dell’età, possiedo la cosiddetta “Epifania” non la befana, ma la capacità di liberarmi in volo e raggiungere le vette più ardite. Tu senti la mancanza di tua madre, e dai per scontata la presenza di tuo padre. A volte sono impegnato a volare su tutto ciò che il vivere quotidiano ci impone, anche se preferisco questo, non puoi dire che io non abbia fatto il possibile per condurti mano nella mano a queste altezze. Che sono riservate a pochi,bisogna prima spogliarsi di se stessi, rilassarsi, concentrarsi e immedesimarsi. La vita sarebbe poca cosa se non esiste la fede in qualcosa. Dio non è morto, non è una parafrasi alla canzone di guccini. NIETSCHE disse che Dio era morto, scarseggi in filosofia a quanto vedo, ma LUI rispose con la famosa canzone, che nel finale dice: se Dio muore è per tre giorni, poi risorge, il Dio in cui crediamo;è risorto. Tolto questo, tutto diventa apatia e inidentificazione! (esiste stà parola?) Anche se il mondo domattina sarà capovolto e “cadremo tutti nello spazio” per me…(e per te?) Avremo sempre un Dio Creatore, conosci qualcuno che sappia fare di meglio? Dimmelo per favore, perchè in 60 anni (ormai l’ho scritto) non ne ho avuto ne il sentore ne i benefici.
Tu Serena, essere unico e irrepitibile, credi ad un creatore?….sappi che ch’azzecca, non esiste nessun albero che abbia due foglie uguali! Come non esistono creature uguali.Dovresti sentirti orgogliosa di questa unicità, ma dove sei andata a scuola, dai diffidenti? scuola filosofica interessante, ma fallita come idea perfino dal pensiero agnostico. Che conoscerai mia cara Dott-ssa, quindi non mi dilungo. Aggiungo solo che il pensiero “qualunquista”, e chiudo l’argomento è capace di spiccare il volo in qualsiasi direzione! Basta volerlo umilmente raggiungierlo.
non cosiderarti una vittima sacrificale, ma solo una persona………………normale!
frattinima
Ho commesso solo un errore: scrivere qui su questo blog i miei pensieri. Ho sbagliato, ma a volte ci si sente tanto soli e anch’io come te ho voluto scriverle. La mia era una richiesta d’aiuto, anche se ho 27 anni anch’io ho il diritto di sfogarmi, di lasciarmi andare qualche volta. Ma l’ho fatto nel posto sbagliato. Questi sono pensieri troppo intimi, non vanno pubblicati su un blog. L’errore l’ho commesso io. Non mi sento vittima sacrificale, in fondo quella che è stata sacrificata è stata lei, perchè il Dio di cui tu parli pare che così abbia voluto. Non mi sento vittima, ma triste. E’tanto difficile capirlo?
Cara Serena, se quando finirai di leggere il mio post penserai “ma di che ti impicci”, ne avrai tutte le ragioni…però vorrei lo stesso dirti qualcosa. Sono pensieri un po’ confusi perché la vostra storia mi sta molto a cuore, e questo mi toglie un po’ di lucidità…E’una fortuna per tutti noi che tu e tuo padre scriviate su questo blog. Certo tutti vorremmo scrivere cose belle, sentite, che magari aiutino anche gli alti. Ma ti assicuro che anche uno sfogo amareggiato, anche un rimprovero paterno hanno una carica, una valenza per chi legge che va al di là di quanto si possa immaginare. Io so per esperienza che la fede non è materia di insegnamento. Però so anche che piangere e soffrire per la perdita di una persona amata, perché non riesci a sentirla vicina, non vuol dire necessariamente non averne. Così come aver fede non vuol dire non soffrire per la mancanza di qualcuno. Gesù pianse amaramente per la morte di Lazzaro. Lui che sapeva benissimo che Lazzaro non era “morto”… D’altra parte se ti soffermi su quello che tua madre è stata per te, per il tuo papà e, penso, per tanti che l’hanno conosciuta, non ti sembra assurdo credere che sia tutto fine a sé stesso? Anche l’amore, che significato avrebbe se non fosse eterno? E te lo dice una che è sposata, ha tre bambini e sta vivendo con suo marito il periodo più brutto della sua vita. Un periodo in cui sarebbe molto facile mandare tutto all’aria, cercare altrove la felicità che sembra essere dappertutto tranne che a casa mia e nel mio cuore. Eppure non penso di aver fatto niente per meritarmi tutto questo. Come tu non hai fatto niente per meritarti il dolore che stai vivendo. Lungi da me il paragonare la tua sofferenza con la mia. Però anche io nei momenti più bui mi chiedo perché…è umano e aiuta ad andare avanti. Tu sei una ragazza in gamba, sei giovane e, se ho ben capito, vivi e lavori lontano da casa. Penso che adesso sia ancora più difficile stare lontana dal tuo papà. Se tu non lo sentissi, per mesi, per anni, continueresti a “sentirlo” dentro di te perché lo ami. E non perché sai che c’è, da qualche parte. Io penso che la rabbia (legittima) per la perdita di tua madre ti impedisca di sentirla…ma tua madre è di sicuro al tuo fianco. Il suo amore per te, per il tuo papà sta dando i suoi frutti anche adesso, mentre una perfetta estranea cerca in qualche modo di accarezzarti una guancia…quanto vorrei poterlo fare davvero per farti sentire tutto l’affetto che purtroppo a parole non sono capace di trasmettere.
(continua…)
Probabilmente questa poesia la conosci già. A me fa sempre venire i brividi leggerla. E sento spesso il bisogno di farlo…spero che riesca a “dare” qualcosa anche a te…
Questa notte ho fatto un sogno,
ho sognato che ho camminato sulla sabbia
accompagnato dal Signore e sullo schermo della notte erano proiettati tutti i giorni della mia vita.
Ho guardato indietro e ho visto che
ad ogni giorno della mia vita,
apparivano due paia di orme sulla sabbia:
le mie e quelle del Signore.
Così sono andato avanti, finché tutti i miei giorni si esaurirono.
Allora mi fermai guardando indietro,
notando che in certi punti
c’era solo un’orma…
Questi posti coincidevano con i giorni
più difficili della mia vita;
i giorni di maggior angustia,
di maggiore paura e di maggior dolore.
Ho domandato, allora:
“Signore, Tu avevi detto che saresti stato con me
in tutti i giorni della mia vita,
ed io ho accettato di vivere con te,
perché mi hai lasciato solo proprio nei momenti
più difficili?”.
Ed il Signore rispose:
“Figlio mio, Io ti amo e ti dissi che sarei stato
con te e che non ti avrei lasciato solo
neppure per un attimo:
i giorni in cui tu hai visto solo un’orma sulla sabbia,
sono stati i giorni in cui ti ho portato in braccio”.
Cara Serena, continua a “custodire” dentro di te il dolore per la perdita della tua mamma, ma non permettere che questo ti impedisca di continuare a vivere, nel ricordo ma soprattutto nel tuo cuore, il suo amore e…quello del tuo meraviglioso papà.
un abbraccio. tina.
@ Mario. pensavo che la tua musica fosse semplicemente ineguagliabile nel trasmettere le emozioni frutto dell’Amore. devo ammettere che la tua poesia lo è altrettanto e, se permetti, la stampo e la metto nel libro delle preghiere, sul mio comodino. grazie ancora.
Ciao Tina,
ho letto il tuo messaggio qualche giorno fa ma ti rispondo solo adesso, perchè è davvero un periodaccio questo per me. E questo spesso mi ha tolto la lucidità, sai quando uno è preso dai suoi pensieri non riesce a pensare ad altro.
Ora ho deciso che almeno per una mezz’oretta i miei brutti pensieri voglio metterli da parte per scriverti. Ti ringrazio per la tua lettera, non ci conosciamo non ci siamo mai viste, ma ho sentito la tua carezza sulla mia guancia. E la conserverò dentro di me. Sai io sono sola qui a Milano, lontano dalle persone che mi sono più care e questo mi fa stare molto male. E non fa che aumentare la mia rabbia. Anche in questo ci hai visto giusto, si probabilmente la rabbia che provo per aver perso mia madre m’impedisce di sentirla vicina. E se poi pensi che sono quasi tre anni che lei non c’è più mi spavento, mi spavento perchè il mio dolore è ancora così vivo, così forte e mi chiedo: quando passerà? E allora mi arrabbio perchè vorrei sentirla vicina proprio in questo periodo che ne ho tanto bisogno. Ho 27 anni, la vita mi ha costretta a una dura prova ed ora mi sta mettendo di nuovo alla prova. Tante volte sono stata tentata di fare la valigia e tornarmene a casa. Tante volte mi sono chiesta: ma perchè? Chi me lo fa fare di rimanere qui? E poi penso che per trovare questo lavoro ho penato tanto e so che purtroppo a casa mia le speranze di trovare un lavoro sono pari a zero. E allora cerco di trovare dentro di me la forza, per continuare ad andare avanti. Ma ci sono dei giorni che uno si lascia prendere dallo sconforto e pensi quant’è complicata la vita! Ma perchè devo stare così lontana da mio padre, da mia sorella, dal mio fidanzato con il quale tra l’altro sto avendo tanti problemi per il fatto che io sto a Milano. E allora vorrei gridare basta basta! Vorrei solo poter stare più vicina alla mia famiglia, ma so anche che se dovessi tornare a casa e stare senza lavoro sarebbe anche peggio. Perchè per me il lavoro è importante, ho studiato tanto per questo e ce la sto mettendo tutta per riuscire a costruirmi il mio futuro. Ecco come vedi qulche motivo per essere arrabbiata e qualche volta sopraffatta dallo sconforto ce l’ho.
Però almeno ora mi consola il pensiero che seppur per poco tempo domani rivedrò la mia famiglia. Purtroppo non sarà proprio una visita di piacere, ho alcuni problemi da risolvere, ma sono contenta di rivederli.
Ora ti saluto Tina e dai un bacio ai tuoi figli, io non sono madre, ma da quello che mi hai scritto, credo che anche tu non stia attraversando un bel periodo e forse loro ti possono dare la forza per andare avanti. Non sono madre ma sono figlia e so che dopo quello che è successo alla mia famiglia mio padre è andato avanti solo per me e per mia sorella e per l’amore che prova per noi. Io però aspetto che un giorno lui cominci a vivere un po’ anche per se stesso, non credi anche tu che sia arrivato il momento?
cara serena, sono sul letto con il mio portatile, la mia piccolina accanto che dorme nella culla e gli altri due bimbi nelle loro camere. e mi sento sola come non mai. mi sei venuta in mente tu…che mi parlavi di qualche problema con il tuo ragazzo. e ho sentito il desiderio di dirti come se fossi mia sorella: se chi ti ama ti condiziona, ti “induce” a fare rinunce, ti fa sentire sbagliata in qualche modo, magari nel modo di amare….scappa, serena. altrimente potresti ritrovarti come me…tante rinunce e nessuno che meritava veramente che le facessi per lui. non ti scrivo per lamentarmi della mia situazione e forse quello che ho scritto non c’entra niente con i tuoi problemi…ma ho seguito il mio istinto…
in ogni caso spero che tu e il tuo papà stiate bene…
e penso che lui sia sulla buona strada anche se forse la vostra idea di “vivere per se stesso” probabilmente non coincide del tutto…ma sono ottimista perchè il to papà è davvero speciale.
Ciao Tina,
purtroppo la mia permanenza a casa è già finita e sono di nuovo qui a Milano. Ogni volta che scendo dal treno mi viene voglia di risalire e tornarmene a casa. Ma per ora deve andare così.
Da quello che mi hai scritto credo che anche tu stia vivendo un periodo non semplice e mi dispiace, anche perchè sentirti dire che sei a casa con i tuoi tre figli e ti senti sola mi ha molto rattristata.Ti ringrazio per i tuoi consigli. In effetti i miei problemi con il mio fidanzato sono proprio legati a questa grossa distanza che ci separa. Ma io sono fermamente convinta della decisione che ho preso: so che se voglio provare a crescere professionalmente devo rimanere a Milano per ora, poi magari chissà forse un giorno riuscirò a trovare un lavoro che mi avvicini a casa. Su questa cosa sono irremovibile: per me la scelta di venire a Milano non è stata semplice, conosci la mia situazione familiare quindi capirai quanto soffro a stare lontano da loro. E soffro molto anche per essere così lontana dal mio fidanzato, eravamo abituati a vederci tutti i giorni a fare tutto insieme e poi all’improvviso ci siamo ritrovati ad essere così lontani e questo ci ha provocato molti problemi. Però noi ancora crediamo nel nostro rapporto, abbiamo deciso di andare avanti. Non so cosa accadrà, ma per ora abbiamo deciso di provarci. Lui ha capito la mia fermezza e sa che su questa scelta di Milano non mi lascio condizionare, perchè se lo facessi il nostro rapporto si rovinerebbe comunque. In questo momento forse la scelta più semplice sarebbe “scappare” da Milano, ma ci ho impiegato dei mesi per cercare di ambientarmi in questa città e non sono disposta a buttare all’aria tutti i sacrifici che ho fatto. Certo a volte sono sopraffatta dai dubbi: è la scelta giusta? Ma io che ci faccio qui?. Ma dentro di me cerco di trovare la forza necessaria per andare avanti.
E vorrei invitarti a fare lo stesso, non sono madre, non sono sposata, ho solo 27 anni, ma se c’è una cosa che ho capito è che se tu stai male anche chi ti sta accanto soffre per te. Cerca di riprendere in mano la tua vita, anche i tuoi figli te ne sarano grati, perchè vedranno la loro mamma felice. E poi non sei totalmente sola… grazie a questo blog hai due nuovi amici.
Fatti forza Tina, abbi un po’ più di fiducia in te stessa, sono sicura che sei una persona in gamba (crescere tre figli non è cosa da poco)e non parlare come se ormai per te fosse troppo tardi per fare qualsiasi cosa, io credo che tu abbia tutto il diritto di dare una svolta alla tua vita e sentirti felice e fiera di te stessa.
La poesia che c’è nell’aria stanotte o stamattina? sono le 4 quindi è mattina.
Mi ha fatto ricordare una storia che ho sentito raccontare molti anni fa in treno.
Un uomo del sud parte per andare a lavorare all’estero, lasciando la fidanzata al paese. Passano 10 lunghi anni e lui lavorando sodo e ritenedo raggiunto il suo scopo, decide di tornare al suo paese.Scrive una lettera alla fidanzata dicendogli che se è ancora libera e ancora innamorata, di mettere un fiocco giallo bene in vista alla fermata della corriera, se lui lo vede, scenderà, altrimenti proseguirà ad andare avanti fino alla città. Durante il viaggio l’emozione si fa più forte e racconta tutto ad una signora seduta vicino a lui. In poco tempo tutti i passeggeri conoscono la storia. Manca poco tempo, si, dopo l’ultima curva sulla superstrada c’è la via del paese.
Per vedere bene si mette vicino all’autista che ormai sa tutto anche lui. Tutti si alzano in piedi, c’è qualcosa di strano…L’albero all’incrocio è tutto giallo decine, forse centinaia di fiocchi gialli. La corriera si ferma, lui abbraccia la ragazza, scendono tutti compreso l’autista e parte un grosso applauso. I due innamorati camminano abbracciati verso il paese…e L’autista commosso dice: è la cosa più bella in vent’anni di lavoro che mi è capitata! non dimenticherò mai più questo giorno. FINE
Non so se questa storia è vera, ma dato che mi piace tanto, io dico che è andata proprio così.
Ho dato una sbirciata alle ultime lettere. solito intro. Gli amori che vanno male. sembra una farsa da telenovela. Sarà il gap generazionale, ma qui si parla di amori finiti (ero tentato di scrivere finti). Ma cosa stà succedendo? L’amore viene scambiato con l’attrazione verso l’altro sesso, ai miei tempi si diceva “innamorati dall’amore” troppi film, troppe permissività conducono a farsi un’idea sbagliata dell’amore, che secondo le statistiche nella vita due persone che si amano veramente, hanno poche chanches; l’Amore è perdersi nell’inseguire una nuvola, fantasticare sulla cosa che ci lega fra cielo e terra, toccarsi le mani e non desiderare altro. Il resto rientra nella sfera del sesso, che il più delle volte è fine a se stesso. l’Amore è il sogno sognato mille volte, che fa sognare e desiderare ancora di sognare, magari in due. Leggo di persone che hanno il cuore a “fisarmonica” così si dice a Napoli, fuori uno avanti l’altro. Non ci siamo. non voglio atteggiarmi a gran sapiente, ma quello che ci è dato dal cielo non potrà mai finire in una fogna.