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Ho la Fobia Sociale: paura di tutto e tutti

di Reus

Buonasera,

Sono un ragazzo di 17 anni compiuti a marzo e sono al terzo anno di superiori. Frequento un’ istituto tecnico molto buono, anche se non è una passeggiata. L’anno scorso facevo informatica, ora sono a chimica. Ecco è da qua che voglio incominciare a raccontare quello che voglio dirle. L’anno scorso in classe non mi trovavo molto bene. Stavo con la parte “emarginata” della classe. Insomma, per capire, con la parte degli “sfigati”. Anzi cercavo di stare con gli “sfigati” perché molte volte non mi volevano: cercavano di escludermi anche loro. La loro esclusione era più per gli argomenti di cui trattavano, che erano prevalentemente di informatica, non mi piacevano. Cercavo di interagire, ma niente. Con l’altra parte della classe, invece, con molti non ci parlavo proprio. Però con uno di quelli all’inizio mi trovavo molto bene. Credevo di aver trovato un vero Amico, parlavamo di calcio, di Formula 1, di Moto e del “Gossip” della scuola e della città. Però ad un certo punto lo vedevo piano piano allontanarsi da me, così a caso. Io ci rimasi molto male. Addirittura una volta a nella pausa pranzo passai davanti a lui e lo salutai. Quando mi allontanai, non ci crederete, ma mi lanciò un pezzo di carta stagnola che mi colpì sulla spalla. Non mi fece assolutamente male però, ora a pensarci, mi viene un po’ da piangere. Mi sentivo una “cacca” (le parolacce le evito). Tutto questo lo soffrivo un po’ con i voti scolastici. Nel biennio ero un alunno nella media. Il mio andamento era normale a parte matematica, che avevo nove, e informatica che avevo due di media fino a marzo per poi per fare una “remuntada” degna del miglior Barcellona, e alla fine dell’anno ottenni sei, senza debiti. L’estate invece la passo negli Stati Uniti, in quanto ho i parenti (vado praticamente ogni anno). Li ho passato il mese più bello di sempre. Forse a causa della diversa mentalità degli americani, a differenza degli “itaGlianotti”… e niente arriva la terza superiore. Decido di iscrivermi a chimica. Il cambiamento è stato azzeccato. I voti furono da subito altissimi. E con la classe mi trovai bene i primi mesi. Ma attenzione. Qua mi resi conto davvero di chi sono e dei miei problemi. A parte il fatto che mi definisco “un uomo di poche parole”, e grazie a questa non mi sono molto integrato. Ma nella mia classe si sono formati dei veri e propri gruppi. E ancora, non ci crederete, non faccio parte di NESSUN gruppo. Questo mi rattrista molto. Ecco che arrivo a cosa le voglio dire. Su internet cercai se c’era qualche problema riguardo al non parlare con nessuno, a far fatica a fare amicizie. Trovai di gente che aveva la Fobia Sociale. Ecco, io ho la Fobia Sociale. In pratica ho paura a parlare. Ho paura di farmi toccare. Ho paura di esprimere un mio parere. Mi sento a disagio. Arrossisco con tutti (specialmente le ragazze). Tremo e balbetto quando parlo. Questo mi impedisce anche altre cose. Il rapporto con i prof e lo sport. Con i prof io sono uno che li parla solo nel momento dell’interrogazione ma mai per altre cose. Molti invece vanno a parlare con i prof come se fossero un loro amico. Molti si fanno anche aiutare molto visto che sono amici. Io invece no. Anzi durante un laboratorio venni completamente ignorato dalle prof visto che cercavo aiuto per una cosa. Ma mi vien da dire: ma vai a quel paese… quanto mi sta sulle scatole… come tutti i prof, visto che subisco lo stesso trattamento da parte di tutti. Per lo sport, ecco… ho lasciato da un mese il calcio. Anche lì, la mia personalità lo si vedeva mentre giocavo. Io non sono scarso, anzi credo di essere molto forte, visto che ho tecnica, velocità e testa. Peccato che ho paura. Il mio talento è praticamente imprigionato dentro di me e non riesco a mostrarlo ad altri. Ma il vero motivo erano le cose che mi dicevano i mister e i compagni. Mi dicevano cose molto forti, brutte per la mia personalità già sensibile. Ma niente, neanche un incoraggiamento, non mi sentivo neanche parte della squadra. Mi sentivo veramente inutile. E si sono permessi di dirmi del perché giovedì non sono andato alla loro pizzata. Ma svegliatevi… ma ho avuto la vera conferma ancora riguardo tutto questo mercoledì sera. Per la prima volta sono uscito a mangiare da solo con la compagnia di altre tre persone che conosco e che loro mi reputano “amico”. Io però no. Quella sera scoprì che loro provavano sentimenti per delle ragazze, riuscivano a parlare di molte cose, ma io, come al solito niente, non riuscivo ad esprimermi. Ero anche lì escluso, cercavano di farmi parlare di argomenti in cui potevo dire qualcosa, ma mi bloccavo… colpa di questa dannata Fobia Sociale…

Scusatemi tanto per la lunghezza, la ripetività di molte cose, per qualche errore grammaticale però non so se mi capite: sono molto frustato. Vi ringrazio in anticipo per le risposte e per il tempo dedicato. Dovete capire: Ho avuto solo delusioni, non ho amici e quelli che avevo alle medie non mi considerano più. E in queste condizioni la ragazza me la sogno. Ho veramente paura di tutto e di tutti.

P.S. Il mio prof di italiano ha detto a mia mamma che sono un “ragazzo d’oro”. Ma sarà vero ?

L’unica gioia è Vettel che vince in Bahrain 🙂

Lettera pubblicata il 16 Aprile 2017. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 4 commenti

  1. 1
    Rossella -

    La condizione d’individuo è stata mitizzata dalla società borghese liberale, ma sono pochi gli uomini e le donne che riescono a sentirsi dominatori di sé e del mondo al di fuori della relazione con qualcuno che riconoscono essere uguale e diverso da loro. In questi mesi ho avuto la gioia e il piacere di approfondire la biografia di alcune figure di riferimento della chiesa di oggi e ti posso dire che ho notato grandi differenze tra la loro formazione e la nostra. Il giovane di oggi viene considerato come un debole (minato nella volontà)… come può decidere a diciotto anni cosa ne sarà del suo futuro? Si potrebbe pentire. Discorsi di questo tipo insomma. L’uomo storico si suggestiona davanti alla bassa considerazione che il “mondo dei vincitori” ha di lui. Quando ti guardi intorno vedi che il vincitore è libero, sicuro, creatore, energico. Io sono una persona abbastanza orgogliosa, non metterei mai la prima pietra sulla storia delle mie debolezze. Si tratta di un mio limite. Se il mondo mi domanda questo mi comunica che non mi vuole. Non ho immunità e garanzie che potrebbero far nascere in me delle speranze concrete. Solo illusioni. Ma quelle durano il tempo che durano. Io penso che da questo punto di vista siamo tutti uguali. Un mondo che non ha bisogno di redenzione non trova qui la sua vittima sacrificale. Vedi, infondo anche questi piccoli ragionamenti ti consentono di cominciare a costruire qualcosa. Il tuo orizzonte si avvicina. I grandi traguardi si spostano in avanti. Più avanti della tua storia. Ma è sempre stato così. Questa consapevolezza che nasce nel cuore dell’uomo è già una chiamata. Quanti ragazzi su queste basi entrano in seminario? Quanti rinunciano perché non hanno una fede talmente forte da consentire loro di sentirsi uomini e donne in una vita di relazione adulta che esclude la dimensione sessuale e affettiva. La castità non dipende dallo stato di vita.

  2. 2
    Rossella -

    Penso che non dovresti perdere di vista le tue più intime aspirazioni, perché l’amore non è un simulacro fittizio e sterile. Esiste certamente un’immagine di donna che ti fa credere nella tua personalità individuale. Molto spesso pensiamo d’indossare una maschera, e la cosa non ci fa sentire realizzati. Io penso che dovremmo imparare ad esserlo, perché nessuno basta a sé stesso.

    Un caro saluto!
    Ti auguro Buona Pasqua 😉

  3. 3
    Yog -

    Ma sei sicuro di avere tutto ‘sto talento imprigionato dentro? Alla tua scuola non offrono un servizio fatto da psicologi per provare a rimetterti in pista?
    Sennò mica la trovi la raga, neanche tra qualche anno. Corri ai ripari e attento alle palline di stagnola, muoviti con circospezione.

  4. 4
    suzanne -

    Reus, non credo si tratti di fobia sociale, ma solo di normale insicurezza, molto più diffusa di quanto tu possa immaginare. Evita i gruppi, perché non tutti abbiamo le stesse doti sociali ( io stessa non mi sono mai sentita a mio agio in un gruppo); cerca di individuare persone affini alla tua sensibilità con cui poter condividere le tue paure e non sentirti mai sbagliato, anche quando ti senti una mosca bianca. La gente capta la bassa autostima, e si diverte ad annientarla del tutto.

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