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Fine estate

di Cerchio88

Ricordo che due mesi fa iniziai a scrivere le prime lettere riguardante i problemi di quasi ogni essere umano e cioè essere accettato per com’è con tutti i pregi e difetti. Io avevo il difetto, ma che io definisco pregio di essere un solitario. Non esco molto, ho pochi amici, però so che sono veri. I miei questi me lo rinfacciano e vogliono che io sia come gli altri, ma io proprio non riesco. Mi piace stare con le persone che voglio e sono un ragazzo molto tranquillo e calmo. Amo le cose semplici, perché sono le più belle e fatte con tanto affetto ed amore. Oggi sono qui a scrivere che forse il ragazzo di quelle lettere di qualche tempo fa non è cambiato molto, con l’unica eccezione che ho trovato un hobby molto bello: il bodybuilding. Un ragazzo nei commenti me lo consigliò e devo dire che mi piace moltissimo. Quando ero più piccolo io avevo un gruppo di amici con cui stavo sempre insieme, ma col passare degli anni le persone cambiano e non mi ritrovavo in quello che facevano e molte volte mi sono allontanato da loro. Oggi la cosa che più mi ha ferito è sentirmi dire da un conoscente le cose che dicevano loro come ad esempio” che ero solo, un considerato sfigato” e tante altri frasi colorite. Nella mia mente sapevo che avrebbero detto qualcosa, ero preparato, eppure quando ho sentito quelle parole mi è venuto un forte dolore al petto che ancora provo, come se una parte di me se ne fosse andata. Le persone devono sempre giudicare le cose che non conoscono e fa male, tanto male. Preferisco scrivere per sfogarmi che bere oppure fumare. I miei genitori ancora parlano dei 18 anni che onestamente non voglio farli, anche perché non ci sarà gente; sempre che rompono che esco poco e cose varie (ultimamente hanno smesso). All’inizio fanno male le parole e provi a rimediare, perché forse ti consideri sbagliato, strano e diverso, ma poi ti fai l’abitudine e dici in mente tua “vabbè ormai.” Dopo due mesi questo ragazzo ha provato a fare il massimo, rialzandosi ad ogni caduta, ma puntualmente la vita colpiva sempre più forte. Sono cambiato: più maturo, più a terra, più stanco, più triste, più freddo, più me stesso. Ho sempre creduto di poter far tutto da solo… che errore! Una delle poche cose che mi fa stare meglio è l’amore che provo per una ragazza e basta. Non sorrido da settimane, parlo poco da giorni, ma la penso in ogni istante.

“Cercatela ora la felicità. Ce l’hanno data a tutti noi, ma era un regalo così bello da averlo nascosto. E molti non si ricordano dove l’hanno messo. Mettete tutto all’aria. C’è la felicità, è lì. E anche se lei si dimentica di noi, noi dobbiamo ricordarci di lei.”
– Roberto Benigni

Lettera pubblicata il 21 Agosto 2015. L'autore ha condiviso 11 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 6 commenti

  1. 1
    Rossella -

    I tuoi genitori ti vorrebbero risparmiare di andare incontro a delle delusioni. Ti dirò che non ho mai avuto la sensazione di essere particolarmente gradita a qualcuno, fanno eccezione i parenti stretti; eppure tante volte mi è capitato di aspettare una visita che non è arrivata o un saluto. La vita è così per tutti… le pubbliche relazioni rappresentano la parte migliore della vita di un uomo di successo. La vivi male perché ti trovi in un posto in cui sono ancora molto vivi i legami parentali. Fino ad una ventina d’anni fa questa sensazione attanagliava anche me… nella mia classe tutti parlavano dei regali che avevano ricevuto per il compleanno o a Natale; dopo Pasqua i miei compagni avrebbero potuto sfamare un esercito con le uova di cioccolato che avevano ricevuto da amici e parenti. Oggi i contatti si sono ridimensionati ma questo non significa che devi vivere in uno stato d’isolamento. La gente è presa da sé stessa ma non ce l’ha con te.

  2. 2
    rossana -

    Cerchio,
    – “Non esco molto, ho pochi amici, però so che sono veri.”
    – “Mi piace stare con le persone che voglio”.
    – “Amo le cose semplici, perché sono le più belle”

    credo di somigliarti parecchio, pur essendo arrivata MOLTO più tardi di te alla conoscenza di questo aspetto di me stessa, che tu invece sembri avere fin d’ora molto chiaro.

    capisco i tuoi genitori: una vasta rete d’amicizie, anche superficiali (quindi più conoscenze che amici), è di solito utile per risolvere più facilmente piccoli e grandi problemi ma, secondo me, non dà granché in termini affettivi. finchè si è in grado d’interscambiare favori e attenzioni, tutto va bene. quando invece, per una qualsiasi ragione, non si può più dare quello che era parte anche solo di pura e semplice convivialità, possibilmente festosa, ci si ritrova inevitabilmente delusi, perché tutta “l’amicizia”, a vario titolo unicamente utilitaristica, svanisce come neve al sole. meglio quindi “pochi ma buoni”, se si mira al sincero e al profondo, mettendo in conto che si dovrà quasi sempre essere in grado di cavarsela da soli. d’altronde, i caratteri non si cambiano ed è bellissimo essere accettati per quello che si è, anche da pochi.

    “Oggi la cosa che più mi ha ferito è sentirmi dire da un conoscente le cose che dicevano loro come ad esempio” che ero solo, un considerato sfigato” e tante altri frasi colorite. Nella mia mente sapevo che avrebbero detto qualcosa, ero preparato, eppure quando ho sentito quelle parole mi è venuto un forte dolore al petto che ancora provo, come se una parte di me se ne fosse andata. Le persone devono sempre giudicare le cose che non conoscono e fa male, tanto male.” – l’amara contropartita di far affidamento su poche persone è proprio quella che hai descritto, in quanto, facendo parte di eccezioni, si è facilmente giudicati in negativo dalla maggioranza che, solo per essere maggioranza, si arroga il diritto di essere nel giusto. nessuna persona con un minimo di saggezza dovrebbe mai giudicare. non lo fece nemmeno Gesù Cristo ma c’è sempre chi si sente superiore anche a lui. senza contare che le categorie, come la bellezza, sono soggette alla moda dell’epoca, quindi più che solo relativamente valide.

    un’ulteriore aggravante consiste nel fatto che, basando la tua autostima su un numero esiguo di veri amici, quando t’illudi che uno di loro sia tale e invece scopri che non lo è, oppure ti sorgono dubbi sulla sincerità di uno di loro, è molto più facile cadere nello sconforto.

    […]

  3. 3
    rossana -

    […] tutti hanno delle fragilità ma chi ci somiglia ne ha spesso più di altri. forse è anche questa una delle ragioni per cui si preferisce una vita isolata, più al sicuro di altre da conflitti, scontri e delusioni, difficili da reggere. non c’è niente di male a essere diversi, e non per questo si è strani o sbagliati.

    non badare alle classifiche all’americana che considerano vincente soltanto il successo economico e sociale. se può dar molto ad alcuni, di fatto dà poco o niente a quelli che ambiscono soltanto a vivere la vita che preferiscono e che meglio si confà ai loro temperamenti. non permettere a chi giudica di arrecarti sofferenza, anche se so che è più facile suggerire un tale atteggiamento che essere in grado di sperimentarlo.

    un grande abbraccio.

  4. 4
    marinella -

    Ciao… Leggere lettere come queste e i relativi commenti mi fanno sentire meno sola e sollevata… Anch’io vivo le stesse sfide… Da quando poi ho scoperto di essere una HSP (Highly sensitive person) con un tratto psicologico definito sto imparando anche ad apprezzare i miei doni e non solo i problemi come la difficolta a stringere relazioni superficiali o nel non sapermi inserire in un gruppo, esprimere le mie idee e la mia verità. Profondamente grazie, mi fate stare meglio. Non appena me la sentiró potrò partecipare anch’io… Per ora vi dedico una bella canzone di Luca Carboni, purtroppo non posso incollare il link ma vale la pena ascoltarla. Un abbraccio

  5. 5
    Cerchio88 -

    Volevo ringraziare moltissimo Rossana e Marinella per le belle parole che avete scritto. Alla fine noi non siamo soli, c’è sempre qualcuno nel mondo che vive le nostre stesse situazioni e che è in grado di capirci. Io accetto la mia diversità, anzi devo dire che sono molto contento di non far parte della “massa” e delle persone che mi giudicano io non mi interesso più di tanto e li lascio rimanere nella loro condizione di “esseri superiori”. Io, cara Rossana, sono arrivato a pensare queste cose ben quattro anni fa. Ripeto che io posso essere come loro, ma non sarei felice. Cerco di essere me stesso, perché è questo che conta e le persone se veramente tengono a te accetteranno pregi e difetti. Un grandissimo abbraccio e speriamo che la vita ci dia un po’ di dolcezza, come negli anni dell’innocenza.

  6. 6
    rossana -

    Cerchio,
    sto imparando anch’io a non prendere minimamente in considerazione i giudizi denigratori di chi è talmente diverso da non suscitare stima. l’indifferenza è la miglior reazione!

    lieta di essere “esistita virtualmente” per te, pur se nel breve spazio di un paio di commenti!

    un abbraccio.

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