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Lettera pubblicata il 20 Maggio 2009. L'autore, simokant, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Rossana la madre naturale ha tutto il diritto di rompere i co......, i figli sono suoi, basta che non entri nella relazione dell’ex ma ha tutto il diritto di pigliarsi gli spazi necessari per i suoi figli e di metter bocca su tutto quello che riguarda loro. Il discorso di gira al contrario, anche per gli uomini ovviamente!
666,
premesso che per accattivarsi la benevolenza dei piccoli bastano spesso poche moine e che, invece, gli adolescenti sono quasi sempre delle tremende tempeste, difficili sia da comprendere che da arginare sia in famiglie unite che in quelle sfaldate, il mio accenno al genitore biologico era dovuto alla convinzione che un figlio di separati, per crescere decentemente, ha bisogno che padre e madre non siano in conflitto fra loro e che siano fermi nei criteri di condotta educativa condivisi da entrambi. restano il nucleo principale, da cui deriva tutto il resto per la prole.
concetto banale, così come banale è il tener presente per i nuovi compagni che il rapporto di coppia è in realtà fin dall’inizio un rapporto di famiglia anomalo, nei confronti dei figli che questi si portano al seguito, quasi sempre più ingombranti per le donne ma molto sovente anche di maggior difficoltà per i padri, soprattutto se alle prese con figlie femmine. anche in questo contesto, se i precedenti partner si comportano l’un verso l’altro in modo equilibrato e civile, tutto è più facile per i nuovi venuti.
qui come ovunque sono le persone a fare la differenza, con l’aggravante che quelle mature e capaci di gestire innanzitutto se stesse risultano essere rare. ci vuole molta più pazienza, molta più determinazione, molto più spirito di sacrificio nell’imbarcarsi in una relazione amorosa che include figli, attenendosi al proprio ruolo defilato. conviene impegnarsi per un’annetto e poi tirare le fila dell’insieme, oppure portare avanti i propri progetti incuranti dei riflessi che questi possono avere sulla parentela allargata, sia nel presente che nel futuro.
Lo spaccato contenuto in questa lettera è davvero interessante.
Cara Lilly forse, tra tutte quelle che hanno scritto fino adesso, tu sei quella che deve fare i conti con la situazione più dura, proprio perché la figlia del tuo compagno si trova nel pieno dell’adolescenza, ma soprattutto si ritrova a vivere in una situazione che proprio non vuole accettare, e dalla quale non può evadere, se non quando esce di casa per ritornarci parecchie ore dopo.
I suoi eccessi sono dei richiami di attenzione da parte del padre, di suo padre.
Se già non lo fa, perché non chiedi al tuo compagno di fare qualche attività solo ed esclusivamente con sua figlia, in maniera tale da creare degli spazi che siano soltanto i loro?
Leggendo attentamente quanto è stato scritto fino ad ora da tutte voi, ho notato due modi di approcciarvi con figli non vostri: c’è chi si accosta a loro proponendosi come un ulteriore punto di riferimento, e chi invece si propone come madre, cosa secondo me sbagliatissima, perché si va a calcare una situazione che in realtà non corrisponde al vero, ed i bambini queste cose le sentono.
Io sto vivendo una situazione del genere in famiglia, anche se in maniera indiretta.
Da non molto due miei zii, con due figli, si sono separati perché la mia ex zia ha trovato un altro uomo.
Il loro figlio più grande, cioè mio cugino ha 25 anni, studia e vive fuori casa, e quindi ha vissuto e vive questa nuova realtà in maniera più “leggera”, proprio perché non dipende più dai suoi genitori, mentre il secondo figlio di 14 anni, che ora vive con sua madre a casa del suo nuovo compagno che a sua volta ha una figlia gelosissima avuta dal precedente matrimonio, sta SUBENDO tutto questo in silenzio, quindi diciamo che il nuovo compagno della ex di mio zio può stare più che rilassato.
Un silenzio che la dice lunga, purtroppo.
Mio cugino più piccolo ha dovuto lasciare la casa dov’è nato e cresciuto, i suoi amici di sempre, per andare a vivere in un’altra regione, insieme ad…
uno sconosciuto che vede più del proprio padre, in una casa nella quale si sente un ospite, e deve fare i conti con la sua “sorellastra” che, a sua volta, subisce una condizione nella quale vede due estranei girare per casa.
Mio cugino, sempre nel suo silenzio, sta naufragando a scuola, ha smesso di praticare uno sport che praticava da anni, non vuole mai uscire di casa, parla pochissimo, non vuole amici, non si azzarda a toccare nulla di quello che c’è nel frigorifero di casa perché una volta è stato ripreso dalla sorellastra,e la mia ex zia se ne guarda bene dal dire qualcosa perché non vuole mettersi contro questa ragazzina.
Mio cugino sta soffrendo come soffrono milioni di altri ragazzi e bambini che vivono la sua stessa situazione?
Sicuramente sì, ma il ragionamento mal comune mezzo gaudio non dovrebbe valere in questo caso.
Molto probabilmente questi ragazzi silenziosi o casinisti spariranno, prima o poi, dal contesto della nuova famiglia, e non torneranno indietro. Se questo strappo avviene tra un padre/madre che se ne frega dei propri figli, allora si sentirà un po’ di sollievo, ma se un padre o una madre hanno ben presente che cos’è il legame di sangue con i propri figli, beh allora le cose cambiano, ed in questo caso l’allontanamento di un figlio che sbatte in faccia ai genitori la porta di casa, lasciandoseli alle spalle, avrà come effetto quello di regalarvi una tranquillità, ma che sarà solo apparente. Tata queste ultime mie righe sono rivolte soprattutto a te.
Lilly, forse è meglio vivere queste situazioni in uno spazio neutrale, dove ci siete solo tu ed il tuo compagno, fino a quando la situazione non si sarà calmata. Se il tuo compagno dovesse, un domani, dover scegliere tra te e sua figlia, sceglierà sua figlia.
Ciao a tutti
M, Rossana
entrambi avete dato dei consigli e delle sagge parole. Ci sono diversi attori in queste storie di genitori separati e ogni storia, ogni vita è a se, indipendente. Certo io forse avrei dovuto sapere fin dall’inizio che c’era un’altra persona molto importante nella sua vita ma, dopo un primo momento di scetticismo nell’iniziare questa storia ci ho provato e mi sono detta: “Non sarà poi cosi diffcile allacciare un rapporto di amicizia con una ragazzina di 16 anni”. Ho provato a entrare, con molta timidezza, nella sua vita, cercando di parlarle da amica, dicendole che se avevca bisogno poteva contare su di me e chiamarmi per qualsiasi cosa…ma il risultato è stato che è peggiorata sempre di piu, nei gesti, nei comportamenti e io, vedendo le mille difficoltà di suo padre nel gestirla…mi sono allontanata per non “appesantire” ulteriormente lui con i miei commenti da “3 incomodo”. C’è sicuro un forte disagio ma ci sono altrettanti comportamenti che, a mio parere, non derivano solo dal disagio…ma da un padre che ha perso un po il ruol paterno per prendere quello dell’amico, che per la paura di perderla e sapendo il dolore che ha provato le ha concesso troppe volte TROPPO. Non condivido il suo modo di educarla ed è spesso, anzi direi l’unico,motivo di litigio fra me e lui. Non concepisco il fatto che a 16 anni faccia le 11 di mattina tornanado da ballara dal sabato, non concepisco perchè a scuola abbia fatto solo nel 1 quadrimestre 20 g di assenza, non concepisco perchè deve entrare alle 8 e entra alle 9 perchè sta al bar con le amiche ( da qui un bel 6 in condotta) non concepisco il fatto che sia completamente assente in casa, non dia una mano e pretenda solo. Dall’altra parte poi, pero’,sento lui che parlandomene mi dice che si sfoga spesso con lui( dopo aver fatto delle cavolate) e tutto finisce con un pianto, una piccola ammissione di disagio per il fatto che la madre sia completamente assente, e alla fine un bel “migliorero’, faro’…
continuo….”migliorerò, faro’ meglio, non ti arrabbierai piu con me, sarai fiero di me”….questo periodo dura in media 1-2 mesi…e poi si ricade di nuovo nello stesso giro. Ok il processo di maturazione è lungo e forse in questo caso piu difficile e doloroso, ma io che forse proprio perchè non sono mamma…non riesco a capirlo a pieno…a volte mi sento piu presa in giro io per i suoi comportamenti che non lui….
grazie a tutti
Lilly,
se hai commesso degli errori, l’hai fatto in buona fede.
Dai tuoi scritti si percepisce che sei una donna che ce la sta mettendo tutta, senza aggressività (cosa importante) però, secondo me, hai commesso un errore di fondo.
Tu scrivi: “Non sarà poi così difficile allacciare un rapporto di amicizia con una ragazzina di 16 anni”.
Prova a chiederti perché questa ragazza avrebbe dovuto, o debba, allacciare un rapporto di amicizia con te, o perché questi ragazzi o bambini dovrebbero accettare a tutti costi situazioni che palesemente non vogliono.
Perché dovrebbero accettare dei surrogati della propria madre o del proprio padre?
Vedrai che una risposta che riguarda solo ed esclusivamente questi ragazzi, non la troverai.
A questa ragazza di 16 anni importa solo il legame che c’è con suo padre e lei, che è poi l’unico cordone che la lega al concetto di famiglia, visto che la madre non c’è.
Il rapporto che c’è tra l’uomo (suo papà) ed una donna (tu), è un altro tipo di rapporto che a lei non interessa e non deve interessare.
Mi spiego?
Forse suo papà potrebbe tentare di parlare, con sua figlia, di se stesso anche nelle vesti di uomo, e non solo di padre. Tentare di spiegarle che esiste anche un UOMO, oltre che un PADRE, con i suoi bisogni, le sue esigenze, con le sue voglie di essere umano di tentare di costruirsi una propria identità nella sfera affettiva.
Sua figlia capirà sicuramente questo aspetto quando si innamorerà di un ragazzo, quando capirà che esistono degli uomini e delle donne, oltre che dei padri e delle madri.
Ma da qui, ad accettare nella propria vita una persona sconosciuta solo perché sta con suo padre, e che potrebbe un domani sgretolare questo rapporto genitore-figlio, magari sperando che sparisse (la sedicenne) ce ne passa.
Tu e il tuo compagno vivete pure la vostra relazione amorosa, ma non mischiatela con una relazione famigliare. Per lo meno non adesso.
Createvi uno spazio vostro e basta.
Per esempio fai venire il tuo…
compagno a casa tua, non andare tu a casa sua e di sua figlia. Lascia che suo padre passi del tempo libero solo con lei, che condivida delle cose solo con lei, e tu condividerai delle cose solo con lui.
Lascia che sia sua figlia a decidere se e come farti entrare nella sua vita.
Se ti imponi, se tiri su un muro di cinta con dentro tu e lui, e fuori lei, sarà come mettere il dito in un vespaio.
Queste sono situazioni complicate che richiedono un altissimo grado di compromessi, ed i compromessi sono l’opposto degli aut-aut.
Ciao!
P.s.
io a 16 anni ne combinavo a non finire.
Buongiorno a tutti,
ho letto con attenzione ciò che è stato scritto in questi giorni, mi sono soffermata specialmente nei concetti espressi da Rossana da una parte e da M. dall’altra (alla quale dopo risponderò, visto che mi ha direttamente tirata in causa).
Concordo con i concetti di Rossana, che in linea teoria sono tutti giusti ed ineccepibili, ma restano concetti teorici, che nella vita reale, nei meccanismi disfunzionali di una coppia “scoppiata”, dove spesso il figlio è l’unica arma di un ex contro l’altro (e spesso è l’arma della madre contro il padre) purtroppo restano meramente teorici e lo scontro con la realtà, è molto più traumatico e difficile da gestire che nella teoria.
Io credo che iniziare una storia con un uomo o una donna con un trascorso matrimoniale e dei figli preveda a monte sicuramente un impegno e una “consapevolezza” maggiori rispetto ad una storia senza figli, ma non ridurrei il tutto al semplice “studio” della situazione in un annetto e poi tirare le fila e prendere una decisione.
Sai Rossana, in tutto questo, ho notato una tendenza costante in chi si trova ad esprimere pensieri su questo argomento (ma lo fa probabilmente non vivendo direttamente la vicenda dal punto di vista delle nuove o dei nuovi compagni) quella di ignorare il fatto che esiste una “variabile costante” : i figli.
Eh si, perché si può valutare, soppesare, essere consapevoli quanti vuoi, ma i bambini crescono e diventano ragazzi e poi adolescenti e in tutto ciò non sono solo figli di chi li cresce e di come vengono cresciuti, ma sono anche individui dotati di un carattere proprio, di un cervello e di una capacità di discernere direttamente proporzionale certamente all’età che hanno…ma presente…e tutto ciò, Rossana, ti posso garantire che non è valutabile a priori.
In base a questo concetto, ti troveresti a dover rimettere costantemente in discussione il rapporto affettivo e la nuova famiglia creata, proprio sull’evoluzioni e la crescita di…
…ti posso dire che ad esempio, i problemi anche piuttosto seri che ci siamo trovati ad affrontare io e il mio compagno, si sono presentati dopo 3 anni dall’inizio della nostra storia, durante la crescita della figlia e probabilmente a causa della totale mancanza di dialogo tra i due ex coniugi, a causa del fatto che la madre ha demolito giorno dopo giorno la figura paterna agli occhi della figlia e, purtroppo, anche a causa di molte sfaccettature caratteriali della figlia del mio compagno che è stata ricettiva a determinati stimoli e poco ricettiva ad altri. E, il carattere del bambino/a o ragazzo/a influisce in tutta la situazione e anche pesantemente.
Probabilmente se, all’epoca degli albori del nostro rapporto, avessi appurato che la situazione familiare era questa e il clima instaurato era di questo tipo, sono sincera, non so se me la sarei sentita di portare avanti questo rapporto con la serenità con cui lo scelsi allora…ma all’epoca niente dava a pensare che la bambina di 4 anni affettuosa, apparentemente serena e sorridente che avevo conosciuto, potesse trasformarsi nella ragazzina problematica di 9 anni viziata, dispotica, egoista di oggi.
Certo, in questi anni, ho assistito alla crescita di questa figlia, ho notato gli errori, le mancanze, le omissioni, ma proprio perché era opportuno da parte mia mantenere nei suoi confronti un ruolo “defilato”, non ho avuto il diritto di intervenire da una parte e non me la sono sentita di farlo dall’altra.
Ma noi compagne o mogli BIS, possiamo o dobbiamo veder messa costantemente in discussione la serenità e l’equilibrio del nucleo familiare che andiamo a creare a priori?? E i nostri figli? I figli di secondo letto, se dovessero nascere, non hanno il diritto di crescere sereni e tranquilli senza ingerenze e interferenze di ex mogli inviperite e figli/e di primo letto viziati e ingestibili??
Noi dobbiamo rimanere a vita le donne di serie B, quelle chiamate con il titolo dispregiativo di “MATRIGNE”…?