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Fiero di essere omosessuale ma… un figlio?

di Crono
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Lettera pubblicata il 27 Marzo 2011. L'autore ha condiviso 3 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 27 commenti

Pagine: 1 2 3

  1. 11
    kikka -

    Ciao! Che bello essere quello che si è veramente senza nasconderlo vero?
    Io sono etero.. ma mi ha fatto piacere leggere che tu ti trovi a tuo agio, anche perché non ci sarebbe motivo x non farlo =)
    Se ti piace essere omosessuale, non cambiare, stai come sei se essere te stesso ti fa essere felice. Per il fatto di avere un bambino… posso capire. Non saprei cosa dirti… -.-”
    Ti saluto e ti auguro di pensare sempre quello che pensi adesso!!

  2. 12
    Steven -

    E’ molto difficile per me dare un parere a Crono.

    Da un lato vedo una disposizione mentale alla procreazione, per la quale però la Natura ha previsto l’accoppiamento di individui eterosessuali.
    Dall’altro vedo una disposizione mentale alla coppia omosessuale, che come tale non ottiene di procreare accoppiandosi.

    In più, siamo tutti influenzati dal fatto che _da millenni è stato stabilito che_ la costituzione della coppia, col sacramento del matrimonio, sia finalizzata alla procreazione, mentre nell’antichità le due situazioni genitorialità-omo(bi)sessualità in certi casi potevano coesistere, anche se suscitavano comunque delle perplessità.

    Una cosa è certa: così come è strutturata la società attuale, una condizione di “genitore omosessuale” è molto difficile da concepire, e quindi da vivere serenamente.

    Ma la cosa che secondo me è più importante da considerare, e di cui finora non ho mai sentito accennare da nessuno, è l’opinione di chi purtroppo non può esprimersi a priori: i figli.

    Ipoteticamente, mi piacerebbe chiedere ai figli che tipo di genitori vorrebbero; purtroppo non possono saperlo e non possono dircelo prima.

    E aggiungerei: si parla tanto dei diritti degli omosessuali, anche in tema di adozione, ma nessuno si preoccupa di quelli dei bambini… forse perché i bambini non votano…

    Qualcuno potrebbe dire: meglio avere genitori omosessuali che possono dare amore e affetto anziché rimanere orfani; è sicuramente così, ma comunque non ne sappiamo abbastanza, visto che simili casi sono una esigua minoranza.

    In ogni caso, ciò che sappiamo è che il tipo di genitori e di rapporto che c’è tra loro è fondamentale per lo sviluppo della personalità dei figli.

    Sappiamo anche che, in genere, le posizioni ambivalenti sono difficili da gestire perché tendono a obiettivi opposti, per cui bisogna necessariamente fare una scelta.

    E sappiamo anche che nel mondo la stragrande maggioranza degli individui sessuati, umani e non, “ha scelto” di formare coppie eterosessuali; ci sarà un motivo…

  3. 13
    Crono -

    Salve caro steven, grazie per la tua risposta.
    Vlevo soffermarmi su alcuni punti, spero aiutino a riflettere.

    Nessuna legge di natura impedisce a persone con figli di fare scelte affettive omosessuali, né ad omosessuali di procreare. I genitori omosessuali esistono. È il pregiudizio negativo nei confronti della condizione omosessuale che impedisce di vedere questa realtà.

    Stando ai dati diffusi lo scorso anno da Nazione Indiana, un progetto dell’Associazione Culturale Mauta, e poi ripresi da Liquida , nel nostro paese un omosessuale su cinque decide di diventare genitore. Quasi una coppia su due proverebbe ad allargare il proprio nucleo familiare.

    Questi dati, che di fatto smentiscono chi sostiene che gay e lesbiche non possano crescere dei bambini, sono tanto più interessanti se si considera quante persone non eterosessuali risiedono nel nostro paese.

    Secondo diversi siti internet, che timidamente si sono occupati di questi numeri, nel nostro paese circa il 15% degli italiani è omosessuale. Questo dato, in termini pratici, significa che quasi due milioni di gay e lesbiche sono diventati genitori nel nostro paese.

    È probabile, per tanto, che ad oggi (se si considera la famiglia come nucleo basato sulla coppia) che in Italia quasi un milione di bambini faccia parte di una famiglia arcobaleno, ossia di famiglie omogenitoriali cioè formate da due mamme o due papà.

    Ma parliamo un pò del modello di famiglia così come è stato costruito dalla società.

    La chiesa cattolica da sempre influenza la morale degli italiani cattolici e indirettamente quella dei non cattolici, asse fondamentale della nostra società è quindi la famiglia cattolica, composta da mamma papà e figli, se mamma e papà non vanno più daccordo al massimo si possono separare ma non divorziare, papà potrà incontrare un altra donna, ma il rapporto con lei dovrà essere come quello di un fratello con una sorella, così la mamma se incontra un altro uomo. Mi sembra evidente che oggi questo modello di famiglia faccia fatica a sopravvivere, i fatti parlano chiari, prendiamo i politici che rispecchiano un pò il popolo, in particolare quelli appartenenti al centro destra, la maggior parte cattolici e da sempre difensori della famiglia cristiana.

  4. 14
    Crono -

    continua… Pierferdinado casini
    esponente dell’UDC si è sposato 2 volte e ha quattro figli, silvio Berlusconi presidente del consiglio dei ministri, prima che diventasse pubblica la sua passione per la gnocca nell’aprile del 2001 un mese prima delle elezioni, distribuisce a tutt’Italia la sua biografia intitolata una storia Italiana e qui per dire che ha divorziato con la sua prima moglie senza però usare la parola divorzio, usa l’espressione “l’amore si trasforma in sincera amicizia”, Cosimo Mele sposato con tre figli, quando era ancora deputato dell’UDC passa la notte con due prostitute in un noto albergo romano, lo si viene a sapere perhè una delle due ragazze viene portata al pronto soccorso per un malore causato dall’uso di droghe, Cosimo mele si difende al quotidiano la stampa dicendo “certo che mi riconosco nei valori cristiani ma che c’entrano questi con l’andare con una prostituta”. Insomma a parole la pensano tutti come il massimo esponente della chiesa cattolica, nella pratica no.

    Dopodichè vorrei ricordare che in un documento ufficiale della chiesa cattolica su alcuni apetti della dottrina morale che si chiama il lexico della chiesa cattolica, curato a suo tempo da quello che poi sarebbe diventato papa Ratzinger, si dice che non bisogna neanche dare in adozione i bambini agli omosessuali perchè sono coppie che ne approfittano sessualmente, una cosa a mio avviso di una violenza disgustosa, questo è il livello degli insulti che riceviamo sul piano pubblico. In realtà nella storia di educazione dei bamini le figure di riferimento sono state diverse varie e cambiate, i figli dei ricchi per esempio venivano messi sotto la tutela delle balie, di figura paterna se ne comincia a parlare negli ultimi 40-50 anni, quindi quello che tu stai cercando di spacciare a noi come una fissità “naturale” dove un bambino deve essere educato da una figura materna e da una figura paterna perchè se no è un disastro in realtà io credo che quella sia una convinzione puramente ideologica, e quello delle famiglie omoparentali è solo un altro modo di allevare i bambini e sono sicuro che sia un modo vincente. Provate a pensate invece a questa situazione: Due donne lesbiche che decidono di avere un bambino, dopo la sua nascita occorre ovviamente dichiarare la nascita del bambino, e lo possono fare il padre, in assenza di questo la madre stessa o i genitori della madre, per quel che ne sanno gli impiegati addetti a questa procedura e lo stato italiano indirettamente le donne avrebbero potuto prendere a caso qualunque uomo per strada e sarebbe potuto diventare il padre legale del bambino, ma la compagna che vive accanto alla madre del bambino magari da 20 anni e che ha desiderato avere un fglio quanto e più di lei non può farlo solo perchè è unìaltra donna, però quando si calcola il reddito per qualunque cosa sono in due, e se mai dovesse accadere qualcosa alla madre del bimbo, autamaticamente questo diventa orfano.. questa è l’assurdità delle leggi italiane.

  5. 15
    Crono -

    continua… All’interno di una famiglia di questo tipo i figli cresceranno senza una ripartizione di ruoli marcati ma sarà comunque a contatto con tante figure maschili, quali i nonni, gli zii i cugini, crescerà senza dubbio con una mentalità diversa, ma diversa non vuol dire peggio, vuol dire diversa.. più aperta alle differenze, in fondo i figli sono figli di una società, non solo di una famiglia. Per chi poi insinua che i figli nati attraverso donazione di ovuli o uteri in affito siano contro natura, c’è da considerare che sono sempre frutto dell’unione di un gamete maschile con quelo femminile, se queste pratiche fossero contro natura allora sarebbe contro natura tutto, a partire dalla medicina, ciò che indossiamo, le protesi, i cibi cotti, le automobili. Io nella natura vedo solo branchi di femmine che si occupano dei cuccioli e i maschi che ogni tanto vengono a fare questi cuccioli e poi spariscono, è questo il modello della natura? Perchè se è questo le nostre famiglie così dette “naturali” non c’entrano niente con la natura, si vede bene che è una costruzione sociale. Ciò che serve adesso è una tutela immediata per i minori, tutto il resto sono solo parole. Bisogna sforzarsi io credo di eliminare il concetto di famiglia culturale così come è stato strutturato dalla società. infatti ad esempio in alaska si scambiano le mogli così ci sono sia i co-mariti che le co-mogli in Tanzania dopo lo svezzamento affidano i bambini alla nonna materna, se è maschio il padre lo tiene fino a circa sette anni, se è femmina fino al matrimonio, in Italia un uomo sposa una donna e nel frattempo fa sesso a pagamento con altre donne perchè del resto che c’emtrano i valori cristiani nell’andre con una prostituta, e a proposito di valori, se una coppia omosessuale non è accettabile per i valori cattolici non lo è anche chi divorzia e poi si risposa facendo altri figli? o ci sono cose meno cattoliche delle altre? Insomma non è detto che il modello familiare dei nostri genitori debba andare necessariamente bene anche a noi e comunque al di là di come la si pensi sta di fatto che i cittadini nati da coppie omosessuali esistono, e come tali lo stato è obbligato a tutelarli e su questo credo siamo daccordo tutti.

  6. 16
    Crono -

    continua… Per finire volevo fare cenno alle ultime considerazioni di Steven. Essendo stati bambini anche noi, io crdeo, come tutti immagino, che un bambino desideri crescere in una famiglia che abbia le capacità di accompagnarlo nella crescita e di insegnargli a difendersi dal mondo ma anche ad amarlo, e tutto questo con tutto l’amore che una famiglia sa dare, indipendentemente se queste siano composte da un uomo e una donna, due uomini o due donne. E in conclusione ti volevo invitare a dare un’occhiata ai siti appositamente dedicati a questo genere di argomenti, dove vengono riportate vere e proprie interviste a bambine e bambine nati all’interno di famiglie arcobaleno, in cui gli vengono poste una serie di domande in cui attraverso le loro risposte capisci quanto siano sbagliati e infondati i pregiudizi costruiti nell’arco di una vita. Personalmente queste interviste le ho trovate illuminanti, tenere e di una normalità sconvolgente. Detto questo spero di aver chiarito un pò a tutti le idee a riguardo, e spero di aver espresso abbastanza chiaramente il punto di vista mio e di molti altri su un argomento delicato come questo. Ciao a tutti.

  7. 17
    Crono -

    Ah dimenticavo, Steven, quando dici;

    “E sappiamo anche che nel mondo la stragrande maggioranza degli individui sessuati, umani e non, “ha scelto” di formare coppie eterosessuali; ci sarà un motivo…”

    mi chiedo cosa centri questo con la costruzione della famiglia e la capacità innata o aquisita di crescere ed occuparsi dei figli. Primo perchè in natura si sa, bene o male come viene allevata la prole dalle diverse specie animali considerando i mammiferi e più in generale i vertebrati superiori a fecondazione sessuata, e si sa, almeno spero che i metodi di allevamento dei cuccioli differisce enormemente da specie a specie. Per non parlare poi della ormai note scoperte genetiche riguardo l’orientamento omosessuale sia tra gli animali che nell’uomo. Un individuo o un animale non “scelgono” il prprio orientamento sessuale e pertanto non da questo fattore riescono o meno ad evidenziare quale modello di famiglia sia giusto o sbagliato, accettato o rifiutato da una comunità.

  8. 18
    Steven -

    Dunque, devo prendere qualche appunto perché il materiale che proponi è tanto, forse anche un po’ confuso; mi scuso se sarò un po’ telegrafico nello stile della risposta.

    Per sommi capi: io non ho detto che agli omosessuali “è proibito” procreare, ma intendevo semplicemente dire che l’atto sessuale tra omosessuali non ha come risultato la procreazione.
    Quindi è, come posso dire, una “scelta”, un “orientamento”, forse meglio dire “un modo di essere” che _di per sé_ “non va verso” la procreazione.
    Poi che qualcuno diventi genitore, bene, ma per farlo deve necessariamente ricorrere a un eterologo.

    Il 15% che citi è comunque una minoranza, rispetto al rimanente 85%; mi pare che fin qui non vi siano dubbi.
    Se poi fosse vero, come qualcuno dice, che ognuno di noi ha potenzialmente un lato omosessuale, è altrettanto vero che nella maggior parte dei casi non viene espresso in alcun modo.

    Certo non c’è dubbio neanche sull’influenza della chiesa cattolica, tuttavia la famiglia non è stata inventata dalla chiesa cattolica, ma nelle sue numerose varianti è la base su cui la specie umana ha potuto continuare ad esistere nel tempo, fin dalla sua comparsa sulla Terra.
    Quindi ha delle basi, non ideologiche, ma biologiche.

    Che la famiglia cosiddetta tradizionale abbia problemi, sì, a volte ce li ha, ma non perché è “tradizionale”; ce li ha perché i modelli “culturali” proposti dai media la svalutano e la banalizzano.
    Del resto i media sono fatti per incantare la gente con effetti sensazionali; se così non fosse non riuscirebbero a esistere.

    Sui politici lasciamo stare: per me sono tutti causa di voltastomaco, e non solo in fatto di famiglia.
    Non sono certo da prendere ad esempio, e comunque stiamo andando fuori tema.

    Non so se Ratzinger abbia dichiarato ciò che tu riferisci; se è così non mi trova d’accordo.

    Comunque avevo scritto che sui genitori omosessuali non ne sappiamo abbastanza; la mia mi sembra una posizione onesta.

    Riguardo alla burocrazia, è un buco nero: in Italia siamo messi male su tutto, figuriamoci su aspetti specifici come quello che descrivi.
    Secondo me, se si vuole iniziare qualcosa, bisognerebbe partire dal senso comune della gente, ma sappiamo che è una bella favola…

    Certo, la famiglia è _anche_ una costruzione sociale, che è avvenuta non in 5 minuti ma nel corso di tutta l’evoluzione umana, quindi è difficile eliminarne il concetto, come tu vorresti; le sue radici sono profonde nel tempo.

    Anche gli esempi che riporti, Alaska, Tanzania, ecc. riguardano delle minoranze, appartenenti a società diverse dalla nostra; comunque, non c’è l’interruttore (o la bacchetta magica) per farle diventare maggioranze, e fino ad oggi, nelle varie società, non lo sono diventate… e mi chiederei il perché…

    I valori cattolici riguardano i cattolici; personalmente preferisco cercare di considerare la questione in senso generale, a prescindere dalle religioni o dalle culture di appartenenza.

    Sulla tutela degli om

  9. 19
    Steven -

    (scusa, la pagina ha tagliato il mio scritto) … dicevo:

    Sulla tutela degli omosessuali sono d’accordo, così come sulla parità di diritti; in generale, però, tendo a distinguere tra parità e uguaglianza, perché penso che non sia possibile considerare uguale ciò che non è uguale.
    Per esempio, nel caso del matrimonio, nella società in cui viviamo, che considera il matrimonio in un certo modo, e ancor di più con la chiesa che lo definisce “un sacramento religioso, basato sull’unione di un uomo e una donna e finalizzato alla procreazione”, faccio molta fatica a definire formalmente “matrimonio” l’unione ufficializzata tra due omosessuali, perché le sue caratteristiche intrinseche non ricalcano quelle della suddetta definizione.
    Quindi secondo me può certamente essere pari, equivalente, ma non uguale; comunque, basterebbe trovargli un’altra definizione (che bisogno c’è di chiamarlo “matrimonio”?), fermo restando i pari diritti e doveri rispetto alle altre coppie ufficializzate, per eliminare gli ostacoli alla sua realizzazione dal punto di vista burocratico.

    Sulle capacità di amare non ho dubbi, ma ci sono anche altre cose da tenere conto, come ad esempio l’importanza di potersi identificare nettamente in un genitore, e questo avviene più nettamente se la differenza tra i due genitori è massima.

    Cercherò i siti che menzioni perché l’argomento mi interessa; voglio capire bene il punto di vista di chi costituisce famiglie arcobaleno.

    Ho usato l’espressione “ha scelto” mettendola tra virgolette per evidenziare che non è l’espressione corretta, almeno a livello di decisione intellettiva.
    Avrei potuto scrivere, non so, “ha preso la strada”, o “si è evoluta”, ma mi è difficile trovare l’espressione giusta, perché si tratta di un’evoluzione biologica, quindi a livello di funzioni di base, non a livello di ragionamento (spero di essermi spiegato meglio stavolta).

    Concludendo, hai tirato in ballo tante cose e ti ringrazio per questo scambio di opinioni.
    Da parte mia, resto dell’idea che la posizione che vuoi seguire presenta molte difficoltà, non tanto perché la società in cui viviamo non è pronta, quanto perché è di per sé molto difficile da gestire.
    Non è questione di ideologia o di “evidenziare quale modello di famiglia sia giusto o sbagliato”, ma è, secondo me, questione di adattamento all’ambiente, non solo sociale ma anche storico-culturale in cui si vive.

  10. 20
    colam's -

    Concordo con Steven.

    Ratzinger secondo me non ha mai detto quella frase sui figli degli omosessuali.

    Infine non e’ (solo) la Chiesa a definire la Famiglia come unione di un uomo e una donna fondata sul matrimonio e votata alla procreazione, e’ scritto nellA Costituzione (art 43 credo o giu’ di li’, a memoria).

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