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Lettera pubblicata il 19 Marzo 2009. L'autore ha condiviso 31 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore kekkoufo5.
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avete 40 anni…avete proprieta…
tu vivi solo.
lei no…
lei non voleva questo figlio…e tu dici che non potevi fisiologicamente averlo…
mmh…vocina maligna che sorge dentro di me…sicuro fosse tuo ?
felicemente ritrovo anche Tina che, gentilissima, ha subito ricollegato il kekko della situazione ad eventi passati vissuti proprio qui (in effetti sono un affezionato del direttore.it).
Ma diciamo che non ho scritto per lavarmi la coscienza e ne tantomeno per sapere se ho ragione o torto. Io sono certo di essere responsabilmente colpevole quanto la mia fidanzata circa l’accaduto.
Trovo assurdo interpretare la cosa come punizione. Un figlio è un dono del cielo e, a mio avviso, anche se giunge fuori programma in una coppia instabile, va tenuto con amore.
Il problema del non volere il figlio (e penso sia questo il punto) sta ad indicare una serie di lacune soggettive che – a 40 anni – o te le curi………….o te le curi.
La paura di perdere la libertà, la paura di perdere forse un lavoro, fosse anche la paura di perdere il compagno per strada, l’istinto materno che manca, il non volersi mettere in discussione nemmeno difronte all’arrivo di un pargolo, sono tutte scuse per non affrontare la vita e le sue difficoltà del quotidiano. Sarebbe invece saggio ed auspigabile accettare, colmare ed imparare a gestire le proprie lacune.
Nessuno nasce imparato, nessuno sa fare il genitore, ma dare un calcio ad un vita “in età adulta” potrebbe rivelarsi un punto di non ritorno.
Per questo io ho paura.
Ergo: mai sfidare in questo modo il Padreterno!
Per avvocato del diavolo: SI
Caro Kekkofu,
purtroppo essendo un uomo non potrai mai capire nè provare cosa vuol dire avere qualcosa di vivo che ti cresce dentro. La maternità può essere vissuta con accettazione e gioia ma anche con timore e paure irrazionali.
Entrano in gioco tantissimi fattori psicologici che vanno oltre quelli che tu indichi ed interpreti come immaturità ed egoismo. Motivi che hanno a che fare sia con il vissuto infantile di una persona che con il suo percepirsi “al sicuro e protetta”. E a quanto mi dici lei non era molto sicura del vostro legame che, ti parrà strano, è un fattore determinante nella scelta di affrontare o meno una gravidanza perfino in molti animali.
Mi sembra che rimproveri alla tua compagna il suo essere moderna, il suo anteporre le sue necessità di persona al moralismo comune. Eppure siamo nel 2009 e non basta mettere incinta una manager per vederla trasformarsi nella casalinga perfetta e servizievole dei film anni 50.
Siamo in Paese libero che prevede la libertà per una donna di interrompere una gravidanza percepita come indesiderata. Motivo per cui, anche alla luce delle tecniche anticoncezionali che sono alla portata di tutti, perfino degli adolescenti, è buona norma concepire un essere umano con la volontà prima che con il caso. Per il bene di un rapporto ma soprattutto per il bene del bambino.
Credimi, l’istinto materno si manifesta in molti modi: anche nell’evitare ad un figlio di nascere in un ambiente ostile.
Quanto al discorso religioso, mi sembra davvero fuori luogo. Prima di tutto il sesso prima del matrimonio dove lo metti? E, in seconda analisi, Gesù una volta ha detto saggiamente: “Chi è senza peccato, scagli la prima pietra”.
Gentile emisquiz,
anche i tuoi pensieri sono per me preziosi spunti di riflessione….
il punto è che – religione o non religione, scienza o non scienza – nel momento in cui ACCADE una cosa del genere non bisogna andare contronatura.
Se è successo, questa vita la devi portare avanti e non sussiste una benchè minima ragione per cui si debba da adulti decidere un IVG.
Non mi interessano le fisime femminili. La donna è solo un involucro della gravidanza rispetto al maschio mentre siamo pari per il concepimento.
Conosco donne che si sono trovate in situazioni molto più terribili tra cui una mia amica che a 37 anni ha dato alla luce una meravigliosa bimba sapendo che il padre è scappato e si è dissolto nel nulla appena ricevuta la notizia (uomo di 40 anni).
Assumersi le proprie responsabilità vuol dire promuovere la cultura della vita e andare avanti anche sapendo che sussistono delle difficoltà di partenza. Nel nostro caso nessuno sarebbe fuggito ma sarebbe stato opportuno rivedere alcuni modus operandi della nostra coppia cosa che DA SOLI non si può fare.
Mi dispiace ma è un atteggiamento femminile che non condivido e putroppo ne conosco di casi in cui la donna resta sempre e sola nonchè unica protagonista di gravidanze anche avvenute in contesti matrimoniali felici dove alla fine il povero uomo di turno è rimasto UN OPTIONAL troppo spesso dimenticato ed emarginato.
Questo spiega alcuni divorzi!
Caro Kekkofu,
voglio ricopiare qui una frase che hai scritto di cui forse non ti sei nemmeno reso conto: “La donna è solo un involucro della gravidanza rispetto al maschio”. La donna è molto altro.
Quelle di cui ti ho parlato sono molto più che fisime. E non importa che tu conosca “casi” in cui il padre è scappato: non tutte hanno la vocazione delle martiri. E poi bisogna vedere come crescono questi figli.
La “cultura della vita” di cui tu parli è la cultura che permette agli africani di generare figli in qualunque condizione che poi sono destinati a morire per il 90% prima del quinto anno di vita. Io la chiamerei “cultura della morte” e “cultura dell’infelicità”.
Assumersi le proprie responsabilità vuol dire invece innanzitutto sposarsi perchè il MATRImonio è l’unica istituzione in grado di tutelare una madre e un bambino (e nemmeno poi tanto, nel mondo moderno) e solo secondariamente decidere di mettere al mondo un figlio di comune accordo. Perchè non siamo animali che si accoppiano in mezzo alla foresta.
Mi dispiace ma l’uomo non può avere alcuna autorità nel decidere ciò che deve o non deve avvenire all’interno del corpo di un’altra persona (che non è solo un involucro ma un essere pensante). E nessuno può decidere ciò che un’altra persona DEVE fare o non fare.
Non puoi avere voce in capitolo perchè semplicemente, fisiologicamente non sei in grado di rimanere incinto quindi non puoi assolutamente capire, nemmeno lontanamente, di cosa si tratti.
L’uomo oggi si sente privato del potere che ha detenuto per secoli e vorrebbe riappropriarsi di questo potere infrangendo anche l’ultima barriera: quella del corpo femminile.
Invece l’unico modo con cui un uomo può veramente partecipare alla vita familiare è abbandonare l’atteggiamento autoritario e cominciare a considerare la donna come soggetto pensante con dei diritti ben precisi. Dal rispetto e dalla parità nasce il dialogo che porta a costruire una famiglia vera e non una famiglia allargata che di “allargata” ha tanto ma di “famiglia” molto poco.
In ogni caso, visto che consideri la tua donna una “involucro della gravidanza” che ha “fisime” anzichè pensieri e che ha “doveri” anzichè “diritti” non mi stupisce che lei non abbia voluto intrappolarsi in una relazione che ha tutti i presupposti per generare solo infelicità.
Lo dimostra il fatto che tu abbia preferito esporre qui la tua donna al pubblico ludibrio (cosa che sarebbe giusta causa per un divorzio se foste sposati) piuttosto che intraprendere un dialogo paritario con un essere che consideri inferiore.
Mi dispiace Kekkofu ma quarant’anni forse sono un po’ troppi per avere un figlio, non solo per l’alta probabilità di generare un figlio handicappato (50%) ma soprattutto perchè spesso a quall’età ci si è ormai fossilizzati su di un atteggiamento egoistico che è totalmente incompatibile con la vita familiare.
Mi dispiace per te. In ogni caso indietro non si torna.
Signori, ancora grazie mille per il vostro interessamento.
Metterò io fine a questa relazione e lo farò presto.
Auguri a tutti
naturalmente anche a te Emi!
Ciao
[…]Mi dispiace ma l’uomo non può avere alcuna autorità nel decidere ciò che deve o non deve avvenire all’interno del corpo di un’altra persona (che non è solo un involucro ma un essere pensante). E nessuno può decidere ciò che un’altra persona DEVE fare o non fare.[…]
Sono assolutamente d’accordo.
E questo vale anche anche e soprattutto per il bambino che è stato concepito e poi ammazzato. Senza aver chiesto niente di tutto questo. La vita è un dono e merita rispetto, in qualunque circostanza.
Assumersi delle responsabilità non vuol dire sposarsi e pianificare una famiglia. Magari sposarsi per costruire una famiglia può significare essere persone responsabili. Ma lo è altrettanto chi, pur non avendolo progammato, riceve in dono un figlio e riconosce, fin dal suo concepimento, che si tratta di una vita da rispettare. In questo senso è vero che la donna è l’involucro della gravidanza. Il figlio non è una cosa sua. Il figlio è una persona. La donna ha semplicemente l’onore e la gioia immensa di custodire per nove mesi un’altra vita. Mi dispiace ma, con tutta la buona volontà e la larghezza di vedute, non esiste nessun motivo valido per cui si può decidere di spegnere una vita.
Evitare ad un figlio di nascere non è la stessa cosa di porre fine alla sua vita dopo che vive già nel tuo grembo.
Nessuno può sapere a priori se sarà o meno un buon genitore. E tanti ragazzi sono “bravi ragazzi” nonostante abbiano pessimi genitori. Le paure, i timori possono essere comprensibili ma non giustificano una scelta del genere. C’è gente che difronte alla nascita di un figlio scappa e altra alla quale un figlio cambia completamente la vita in meglio. E quindi?
Sono tutti discorsi che lasciano il tempo che trovano.
Il punto è quello iniziale: nessuno ha il diritto di disporre della vita altrui.
Appunto…..
diciamolo anche ad Emi
Qui non stiamo parlando di un bambino ma di un agglomerato di poche cellule al quale la scienza non riconosce alcuna facoltà di pensiero indipendente. Se vuoi considerare questa una vita allora ogni volta che un uomo si masturba dovrebbe innalzare una lapide sul genocidio appena compiuto.
E il sesso orale cosa sarebbe, cannibalismo?
Vorrebbe dire entrare nella fanta-scienza e nella fanta-religione e in tutti gli estremismi che si basano sulle imposizioni e sulle ideologie assolutiste.
Io dico solamente che la legge prevede il diritto per una donna di abortire (cosa che comunque si è sempre fatta in un modo o nell’altro) e che questa donna ha esercitato questo suo diritto.
Tu Tina sei libera di crescere amorevolmente un figlio che non desideri. Ma non puoi entrare nel merito della libera scelta di un’altra persona.
Io dico solo che un uomo, sè è tanto religioso, potrebbe sposarsi vergine e poi fare sesso solamente in funzione del concepimento, come previsto da tante religioni, evitando di “disperdere il seme”.
E’ comodo essere religiosi solo quando è una buona scusa per non prendersi la propria parte di responsabilità dell’accaduto. Perchè se la vita è tanto importante bisogna evitare di concepire a casaccio con la prima che capita e che non ha chiaramente intenzione di diventare madre. Perchè l’epilogo in tal caso è prevedibile.
Le cronache sono piene di donne che hanno tenuto contro la propria volontà dei bambini, salvo poi affogarli nella vasca da bagno alla prima occasione. Le imposizioni generano solo sofferenza e nel 2009 abbiamo tutti gli strumenti utili per evitare queste situazioni.
Perchè non sposi una filippina Kekkofu? Dicono siano molto obbedienti. Sarà che l’alternativa è il marciapiede…
Bacini.