Mi permetto di pensare che un rapporto amoroso può perdere l’euforia dell’innamoramento, ma può anche, e dovrebbe, sostituirlo lentamente con un altro di natura diversa, che nasce da una fusione dovuta alla crescita della coppia nel tempo. Crescita che tra le altre cose riconosca certe euforie come “esterne” al nostro “Io” e come innesco della natura a ben altri scopi che non quelli della durata del rapporto oltre i tempi ideali per il potenziale allevamento del figlio.
Esiste una differenza sostanziale tra essere inconsapevoli “strumenti” dell’istinto e agenti consapevoli della costruzione di un amore. E credo che la differenza tra i due momenti sia un indicatore inequivocabile del valore finale di quel sentimento. Se così non fosse non esisterebbero, sia pure relativamente rari, quei rapporti che durano una vita e mantengono in maniera soddisfacente quell’entusiasmo di cui si parla.
Mi sembra giusto ricordare questa minoranza, che a mio avviso ha capito come si “fa” l’amore, e non lo “subisce” solamente.
Suzanne,
“L’intimità di anime deve passare necessariamente dalla condivisione, conoscenza, compenetrazione di corpi e pensieri.” – condivisione di cosa?
nel pieno rispetto della tua visione del suo rapporto, la Francesca del sito ha conosciuto biblicamente Robert. ha passato del tempo con lui, scambiando pensieri ed emozioni.
come per chiunque altro, non posso affermare dall’esterno che abbia amato o continuato ad amare il suo amante ma di certo non si trattava, per lei, di uno sconosciuto, nè di un semplice diversivo. qualsiasi fosse l’intensità del suo sentimento, a mio avviso meritava rispetto.
un collega di lavoro per più di dieci anni si è accontentato d’incontrare un’ex fidanzata una volta all’anno, nello stesso giorno e nello stesso luogo, per poche ore. entrambi sposati, con figli, avevano deciso di comune accordo di far quadrare in quel modo i loro equilibri sentimentali.
forse, il comprensibile desiderio di Francesca non è stato accettato per la diversità dei suoi ruoli rispetto alla maggior libertà di Robert.
La scelta di Francesca è quella del 99 percento delle persone in situazioni simili:si tirano in ballo I figli per giustificare moralmente quella che è molto spesso solo la paura di un cambiamento così radicale. Paura legittima, umana, ma sempre e comunque per se stessi. A questo punto stimo maggiormente chi, in nome del proprio amore, va fino in fondo, prendendosi appieno la responsabilità del proprio sentire ( e agire).
Condivido in pieno la lettura di Suzy. Certi rapporti sono fatti di una montagna di bugie bianche, anche autoinflitte, che mostrano il loro volto nel momento in cui ci si “sveglia” alla realtà che ti chiama alle decisioni che potrebbero certificare il “vero” valore di quell’ammore.
Per quanto mi riguarda non vedo come potrei mai rinunciare a quello che sento essere l’amore della vita, sacrificandomi per amore dei figli e di un marito che EVIDENTEMENTE non amo. I figli potrebbero non capire al momento, ma se non voglio dare loro una educazione che li abitui alla finzione, non avrei scelta.
Siamo sempre alle solite, si tratta della solita soluzione ego-moralistica che solo un moralista vede come possibile, ma dove l’amore c’entra come i cavoli a merenda. Sia per il marito che per l’altro. Già il fatto che in sottofondo a quel rapporto si “senta” la colonna sonora del noto film nel quale i due protagonisti si identificano, ci fa capire in quale realtà questi si muovevano. I ponti restano quelli di Vergat on Member, non certo di Madison County.
E’ così Suzy. Difficile che qualcuno possa lasciare ciò che considera conosciuto e rassicurante per qualcuno che fondamentalmente rappresenta un’ incognita. Sopratutto se oltre al rapporto con i figli ( che è ovviamente una scusa in questi casi ) bisogna salvaguardare la facciata, le relazioni parentali, gli interessi pratici, ecc.. ecc… Sono rari gli amanti e le amanti che la spuntano sui coniugi ufficiali. E di solito hanno un’ estetica superlativa e una posizione socioeconomica invidiabile.
Rossana, Francesca si “è persa nei suoi sogni” e la descrizione aulica del suo quadretto familiare non è veritiera, altrimenti non avrebbe cercato altrove l’Amore. Da quello che ho capito lei e Robert si sono conosciuti su internet perche’ lei è andata a “cercarlo” in un momento di evasione. Ecco, a mio parere, per chi ha elevate”tendenze romantico-fantasiose” è decisamente imprudente intraprendere delle relazioni virtuali perché la possibilità di idealizzare “lo sconosciuto” cresce in modo esponenziale. Si tende infatti a trovare un “interlocutore” apparentemente “perfetto”che in quel momento sembra rispondere a tutte le nostre aspettative e, quel che è peggio, a credere che sia segno “del destino”. Questa suggestione di “piena sintonia’ tende a mantenersi nell’incontro reale con la persona se scatta anche l’attrazione chimica. Pochi incontri, anche se “biblici”e il mantenimento di una relazione “a distanza” non possono essere equiparati alla sperimentazione di una vita quotidiana reale e condivisa.
Francesca ha sofferto perché non si è accorta di quanto poteva essere coinvolta in questa loro storia d'”amore su misura”. Sono perplessa sul fatto che lei abbia veramente amato Robert perché è innegabile che lo abbia fatto soffrire molto: prima decidendo di non andare con lui, poi costringendolo all’ esilio e infine intrappolandolo in una situazione irrisolta e irrisolvibile .Il tutto soffrendo anche lei stessa.
Suzanne,
concordo con la tua visione, a cui aggiungo che una donna ha il coraggio di rompere una convivenza di molti anni SOLO se il rapporto di coppia è del tutto andato in pezzi. In caso contrario, quando è comunque accettabile, anche soltanto vivibile, e magari economicamente rassicurante, diventa quasi assurdo esporre i figli a sofferenza per un eccesso di amor proprio (di questo sempre si tratta).
So che non ami generalizzare ma a volte, per amor di chiarezza, è utile farlo. Secondo me, gli uomini scontenti del loro MATRIMONIO raramente lasciano la famiglia, per l’agevolazione di avervi quasi sempre sesso assicurato. Le donne nelle stesse condizioni vi rimangono abbastanza frequentemente, nella maggior parte dei casi per l’agevolazione di sapersi protette, con i figli, da una quotidianità stabile e agiata.
Al di là dei sentimenti, vincolati da scelte pregresse, gli interessati non possono che ricorrere a compromessi, per mantenere un buon equilibrio esistenziale.
Acqua,
pur avendo le mie opinioni, non metto mai la mano sul fuoco sui sentimenti di nessuno. Anche se può apparire limitato, penso si riesca abbastanza bene a sapere su di sè, spesso neppure in modo esaustivo, ma ritengo presuntuoso e arbitrario valutare il sentire altrui, soprattutto se in termini assoluti. Più facile per le situazioni, seppur nemmeno sempre…
Per me, ogni dolore e ogni sentimento, grandi o piccoli, giusti o sbagliati a seconda dei punti di vista, cercati o capitati, sono da rispettare, a condizione che sia rispettato anche il mio modo di amare.
Finché DURA, l’unione di coppia è di solito indorata da tutti. Una cosa è vederla rappresentata sulla scena sociale. Altro conoscerne le intime sfumature. Non credo ci siano famiglie senza scheletri nell’armadio. C’è chi ama lasciarseli alle spalle, per essere sfavillante in TUTTI i suoi successi, e chi, invece, evita i proclami (indici di vuoti da riempire) e rientra di buon grado nel genere umano, con limiti e compromessi.
Acqua è stata chiarissima, e credo che Suzy stia “capendo” il perchè di certe mie laddiane incazzature pregresse. Voler trovare scuse a tutti i costi per giustificare un amore che amore non è, ma solo una pezza che vorrebbe rattoppare una serie di errori nati da una visione quanto meno ingenua -e chiaramente illusoria- di quel sentimento, non serve a nessuno, nè ai protagonisti, nè a chi qui ne discute dovendo prendere come plausibili le tesi di chi vuole vederne il lato da innamoratini di Pèynet di mezz’età come l’aspetto che le giustifichi.
Mi permetto di pensare che un rapporto amoroso può perdere l’euforia dell’innamoramento, ma può anche, e dovrebbe, sostituirlo lentamente con un altro di natura diversa, che nasce da una fusione dovuta alla crescita della coppia nel tempo. Crescita che tra le altre cose riconosca certe euforie come “esterne” al nostro “Io” e come innesco della natura a ben altri scopi che non quelli della durata del rapporto oltre i tempi ideali per il potenziale allevamento del figlio.
Esiste una differenza sostanziale tra essere inconsapevoli “strumenti” dell’istinto e agenti consapevoli della costruzione di un amore. E credo che la differenza tra i due momenti sia un indicatore inequivocabile del valore finale di quel sentimento. Se così non fosse non esisterebbero, sia pure relativamente rari, quei rapporti che durano una vita e mantengono in maniera soddisfacente quell’entusiasmo di cui si parla.
Mi sembra giusto ricordare questa minoranza, che a mio avviso ha capito come si “fa” l’amore, e non lo “subisce” solamente.
Suzanne,
“L’intimità di anime deve passare necessariamente dalla condivisione, conoscenza, compenetrazione di corpi e pensieri.” – condivisione di cosa?
nel pieno rispetto della tua visione del suo rapporto, la Francesca del sito ha conosciuto biblicamente Robert. ha passato del tempo con lui, scambiando pensieri ed emozioni.
come per chiunque altro, non posso affermare dall’esterno che abbia amato o continuato ad amare il suo amante ma di certo non si trattava, per lei, di uno sconosciuto, nè di un semplice diversivo. qualsiasi fosse l’intensità del suo sentimento, a mio avviso meritava rispetto.
un collega di lavoro per più di dieci anni si è accontentato d’incontrare un’ex fidanzata una volta all’anno, nello stesso giorno e nello stesso luogo, per poche ore. entrambi sposati, con figli, avevano deciso di comune accordo di far quadrare in quel modo i loro equilibri sentimentali.
forse, il comprensibile desiderio di Francesca non è stato accettato per la diversità dei suoi ruoli rispetto alla maggior libertà di Robert.
La scelta di Francesca è quella del 99 percento delle persone in situazioni simili:si tirano in ballo I figli per giustificare moralmente quella che è molto spesso solo la paura di un cambiamento così radicale. Paura legittima, umana, ma sempre e comunque per se stessi. A questo punto stimo maggiormente chi, in nome del proprio amore, va fino in fondo, prendendosi appieno la responsabilità del proprio sentire ( e agire).
Condivido in pieno la lettura di Suzy. Certi rapporti sono fatti di una montagna di bugie bianche, anche autoinflitte, che mostrano il loro volto nel momento in cui ci si “sveglia” alla realtà che ti chiama alle decisioni che potrebbero certificare il “vero” valore di quell’ammore.
Per quanto mi riguarda non vedo come potrei mai rinunciare a quello che sento essere l’amore della vita, sacrificandomi per amore dei figli e di un marito che EVIDENTEMENTE non amo. I figli potrebbero non capire al momento, ma se non voglio dare loro una educazione che li abitui alla finzione, non avrei scelta.
Siamo sempre alle solite, si tratta della solita soluzione ego-moralistica che solo un moralista vede come possibile, ma dove l’amore c’entra come i cavoli a merenda. Sia per il marito che per l’altro. Già il fatto che in sottofondo a quel rapporto si “senta” la colonna sonora del noto film nel quale i due protagonisti si identificano, ci fa capire in quale realtà questi si muovevano. I ponti restano quelli di Vergat on Member, non certo di Madison County.
E’ così Suzy. Difficile che qualcuno possa lasciare ciò che considera conosciuto e rassicurante per qualcuno che fondamentalmente rappresenta un’ incognita. Sopratutto se oltre al rapporto con i figli ( che è ovviamente una scusa in questi casi ) bisogna salvaguardare la facciata, le relazioni parentali, gli interessi pratici, ecc.. ecc… Sono rari gli amanti e le amanti che la spuntano sui coniugi ufficiali. E di solito hanno un’ estetica superlativa e una posizione socioeconomica invidiabile.
Rossana, Francesca si “è persa nei suoi sogni” e la descrizione aulica del suo quadretto familiare non è veritiera, altrimenti non avrebbe cercato altrove l’Amore. Da quello che ho capito lei e Robert si sono conosciuti su internet perche’ lei è andata a “cercarlo” in un momento di evasione. Ecco, a mio parere, per chi ha elevate”tendenze romantico-fantasiose” è decisamente imprudente intraprendere delle relazioni virtuali perché la possibilità di idealizzare “lo sconosciuto” cresce in modo esponenziale. Si tende infatti a trovare un “interlocutore” apparentemente “perfetto”che in quel momento sembra rispondere a tutte le nostre aspettative e, quel che è peggio, a credere che sia segno “del destino”. Questa suggestione di “piena sintonia’ tende a mantenersi nell’incontro reale con la persona se scatta anche l’attrazione chimica. Pochi incontri, anche se “biblici”e il mantenimento di una relazione “a distanza” non possono essere equiparati alla sperimentazione di una vita quotidiana reale e condivisa.
Francesca ha sofferto perché non si è accorta di quanto poteva essere coinvolta in questa loro storia d'”amore su misura”. Sono perplessa sul fatto che lei abbia veramente amato Robert perché è innegabile che lo abbia fatto soffrire molto: prima decidendo di non andare con lui, poi costringendolo all’ esilio e infine intrappolandolo in una situazione irrisolta e irrisolvibile .Il tutto soffrendo anche lei stessa.
Suzanne,
concordo con la tua visione, a cui aggiungo che una donna ha il coraggio di rompere una convivenza di molti anni SOLO se il rapporto di coppia è del tutto andato in pezzi. In caso contrario, quando è comunque accettabile, anche soltanto vivibile, e magari economicamente rassicurante, diventa quasi assurdo esporre i figli a sofferenza per un eccesso di amor proprio (di questo sempre si tratta).
So che non ami generalizzare ma a volte, per amor di chiarezza, è utile farlo. Secondo me, gli uomini scontenti del loro MATRIMONIO raramente lasciano la famiglia, per l’agevolazione di avervi quasi sempre sesso assicurato. Le donne nelle stesse condizioni vi rimangono abbastanza frequentemente, nella maggior parte dei casi per l’agevolazione di sapersi protette, con i figli, da una quotidianità stabile e agiata.
Al di là dei sentimenti, vincolati da scelte pregresse, gli interessati non possono che ricorrere a compromessi, per mantenere un buon equilibrio esistenziale.
Acqua,
pur avendo le mie opinioni, non metto mai la mano sul fuoco sui sentimenti di nessuno. Anche se può apparire limitato, penso si riesca abbastanza bene a sapere su di sè, spesso neppure in modo esaustivo, ma ritengo presuntuoso e arbitrario valutare il sentire altrui, soprattutto se in termini assoluti. Più facile per le situazioni, seppur nemmeno sempre…
Per me, ogni dolore e ogni sentimento, grandi o piccoli, giusti o sbagliati a seconda dei punti di vista, cercati o capitati, sono da rispettare, a condizione che sia rispettato anche il mio modo di amare.
Finché DURA, l’unione di coppia è di solito indorata da tutti. Una cosa è vederla rappresentata sulla scena sociale. Altro conoscerne le intime sfumature. Non credo ci siano famiglie senza scheletri nell’armadio. C’è chi ama lasciarseli alle spalle, per essere sfavillante in TUTTI i suoi successi, e chi, invece, evita i proclami (indici di vuoti da riempire) e rientra di buon grado nel genere umano, con limiti e compromessi.
Acqua è stata chiarissima, e credo che Suzy stia “capendo” il perchè di certe mie laddiane incazzature pregresse. Voler trovare scuse a tutti i costi per giustificare un amore che amore non è, ma solo una pezza che vorrebbe rattoppare una serie di errori nati da una visione quanto meno ingenua -e chiaramente illusoria- di quel sentimento, non serve a nessuno, nè ai protagonisti, nè a chi qui ne discute dovendo prendere come plausibili le tesi di chi vuole vederne il lato da innamoratini di Pèynet di mezz’età come l’aspetto che le giustifichi.