Maria Grazia, certo, capisco che tu la pensi in un certo modo in base alle tue esperienze “più brevi” e turbolente. Tuttavia preciso nel mio caso specifico la “deviazione” non si è originata per via della noia o del numero notevole di anni trascorsi con la stessa persona. La mia fantasia su M. si è originata da giovanissima pochi mesi dopo e parallelamente alla mia relazione reale con il mio futuro marito. Probabilmente serviva per compensarne i caratteri imperfetti (rispetto alle mie aspettative) che già da subito avevo intravisto. Fortunatamente qualche anno dopo sono riuscita a “metterla da parte” e a concentrarmi sulla realtà. Onestamente non avrei mai immaginato che dopo 20 anni mi sarebbe capitato di “smarrirmi” di nuovo. Eppure mi ritengo “matura” ed “equilibrata”. Forse è successo perché in questo periodo ho molto bisogno di una “compensazione” e quando ho visto M. in carne ed ossa mi è venuto spontaneo “ripristinarlo” la come mia fantasia preferita . Non riesco a farne a meno.
Acqua, mi pare di capire che è proprio il fatto di non aver vissuto nel concreto il rapporto con M. che ti porta ad idealizzarlo. Ma non te ne faccio una colpa sia chiaro, è una tendenza che abbiamo un pò tutti. Sono le famose “rose non colte” che caratterizzano tanti umani trascorsi. Quello che mi chiedo più che altro è perchè avevi deciso di sposare un uomo che “non ti convinceva” fino in fondo.. libera anche di non rispondermi, ovviamente. Un saluto.
Maria Grazia, ti rispondo volentieri: superata la fase di colpo di fulmine inziale e di innamoramento passionale ho messo sul piatto della bilancia i suoi pregi e difetti e ho deciso che i difetti erano dopotutto accettabili e si sarebbero ridimensionati nel tempo.
A mio parere perche’ un rapporto diventi stabile e’ sempre necessario “ridimensionare” le proprie aspettative e cercare, per quanto possibile, dei compromessi con l’altra persona. Difficilmente chi incontriamo potra’ corrispondere in tutto e per tutto al nostro ideale: ovviamente piu’ la scelta inziale sara’ “azzeccata” meno si dovra’ lavorare insieme per “adattarsi” l’uno/a all’altra/o. Il fatto di inziare in eta’ giovanissima una relazione ha il pregio di permettere di “plasmarsi” a vicenda essendo ancora “plastici” sia mentalmente che fisicamente, ma ha il difetto di far trascurare alcune divergenze caratteriali presenti (che potrebbero invece acuirsi nel tempo) a causa della prevalenza…
Ti ringrazio Acqua per i tuoi gentili chiarimenti. In realtà penso che la maggior parte delle persone scelgono il proprio partner sulla base di una preferenza istintiva per quel soggetto, e poi – partendo da questo – sono più o meno disposti ad “abbozzare” su quelli che sono i difetti. Poi ovvio e naturale che un’ unione nata su questi presupposti con il passare degli anni rivelerà sempre più le sue fragilità. Credo siano rari coloro che guardano sopratutto alla compatibilità caratteriale e agli aspetti in comune. Anche se a mio avviso questa tendenza ad ascoltare i sensi è comunque preferibile dal decidere di stare con qualcuno esclusivamente per ragioni di calcolo: “è il meno peggio”, “so che con lui/lei non soffrirò”, “piace a parenti e amici e così non devo lottare col mondo”, è benestante e ben posizionato/a, può garantirmi un avvenire tranquillo”. E via dicendo..
Esatto. Concordo. Tuttavia riscontro tra le mie amiche che chi intraprende relazioni in età adulta e quindi valuta attentamente (e giustamente) la compatibilità caratteriale, diventa sempre piu’esigente e quindi ha poi difficoltà ad instaurare un rapporto stabile. Fortunatamente ci sono le eccezioni.
È inevitabile comunque che la prima fase di attrazione sia sempre di tipo “ istintuale”e che quindi la “verifica” dell’effettiva affinita’ mentale e caratteriale possa avvenire solo successivamente in tempi più o meno lunghi.
C’è una giovane che fa lezioni di inglese con Sally, sui 28,30anni. Alta, graziosa, laureata in psicologia infantile ma non ferratissima quanto a cultura generale (“dove si trova Churchill?”. Pensava fosse una città) anche simpatica, nonostante un candore che sfiora l’ingenuità. Si sposerà tra un mese con un classico matrimonio da decine di migliaia di euro con un ragazzo di Roma conosciuto su internet, su un sito di incontri (“oggi gli uomini non ci provano, non capisco perchè…”). È uno ossessionato dalla madre, nel senso che è lei che gli sta addosso come fosse un bambino, e ha già manifestato chiara gelosia nei confronti della futura nuora. Durante una normale discussione lei dichiara, candidamente: “non abbiamo niente in comune…”. In che senso le chiedo. “Non abbiamo gli stessi gusti, ci piacciono cose diverse…”. Io ho strabuzzato gli occhi pensando che scherzasse e invece lei lo ha tranquillamente ribadito come fosse normale.
Salutandola, dopo >>>
più che esigenti, maturando ( e diciamolo pure, invecchiando ) si diventa più intolleranti verso i difetti e le mancanze altrui, anche per questo da giovani è più facile imbastire rapporti che poi sfociano in storie serie ( salvo poi pentirsi anni dopo.. )
>>> l’ultima lezione prima degli ultimi preparativi per il matrimonio, gli ho fatto scherzosamente (ma non troppo) il segno della benedizione, come quando si asperge la salma con l’acqua santa ad una funzione funebre. Lei ovviamente non ha capito ma Sally sì, trattenendo a fatica il riso.
Ora, nel 2018 mi tocca assistere a cose come quelle che ho appena descritto, che come sottotitolo hanno “ho una certa età e se non lo faccio adesso non lo faccio piú…”.
Quanto durerà questa storia? Due, tre anni al massimo. Tra la mamma tra i piedi, interessi culturali zero (a lui non piace neanche la musica!) e i gusti che non coincidono neanche per dove passare le vacanze, cosa avranno da dirsi dopo aver scopato? (Perchè di quello si tratterà, anche se non lo sanno).
Questo succede oggi, a Milano, non nel paesino isolato dell’Aspromonte, con gente nata tra la fine degli ’80 e il ’90.
Preghiamo per “l’oro”.
P.S. mia figlia forse sta mollando il tarello. Speriamo.
Acqua,
sottoscrivo le seguenti affermazioni:
– “Il fatto di inziare in eta’ giovanissima una relazione ha il pregio di permettere di “plasmarsi” a vicenda essendo ancora “plastici” sia mentalmente che fisicamente, ma ha il difetto di far trascurare alcune divergenze caratteriali.”
– “chi intraprende relazioni in età adulta e quindi valuta attentamente (e giustamente) la compatibilità caratteriale, diventa sempre piu’esigente e quindi ha poi difficoltà ad instaurare un rapporto stabile.”
premesso che “la prima fase di attrazione sia sempre di tipo “ istintuale””, altrimenti non si tratterebbe di rapporto di coppia, nel primo caso sembra prevalere la spontaneità/sensualità, inadatte a previsioni di stabilità, mentre nel secondo ha maggior incidenza l’esame di un’effettiva capacità di reciproco adattamento a una lunga routine esistenziale, talvolta a scapito dei sensi.
entrambi sono in parte carenti, a riprova che niente è perfetto ma, nella migliore delle ipotesi, ottimale.
Maria Grazia, certo, capisco che tu la pensi in un certo modo in base alle tue esperienze “più brevi” e turbolente. Tuttavia preciso nel mio caso specifico la “deviazione” non si è originata per via della noia o del numero notevole di anni trascorsi con la stessa persona. La mia fantasia su M. si è originata da giovanissima pochi mesi dopo e parallelamente alla mia relazione reale con il mio futuro marito. Probabilmente serviva per compensarne i caratteri imperfetti (rispetto alle mie aspettative) che già da subito avevo intravisto. Fortunatamente qualche anno dopo sono riuscita a “metterla da parte” e a concentrarmi sulla realtà. Onestamente non avrei mai immaginato che dopo 20 anni mi sarebbe capitato di “smarrirmi” di nuovo. Eppure mi ritengo “matura” ed “equilibrata”. Forse è successo perché in questo periodo ho molto bisogno di una “compensazione” e quando ho visto M. in carne ed ossa mi è venuto spontaneo “ripristinarlo” la come mia fantasia preferita . Non riesco a farne a meno.
Acqua, mi pare di capire che è proprio il fatto di non aver vissuto nel concreto il rapporto con M. che ti porta ad idealizzarlo. Ma non te ne faccio una colpa sia chiaro, è una tendenza che abbiamo un pò tutti. Sono le famose “rose non colte” che caratterizzano tanti umani trascorsi. Quello che mi chiedo più che altro è perchè avevi deciso di sposare un uomo che “non ti convinceva” fino in fondo.. libera anche di non rispondermi, ovviamente. Un saluto.
Maria Grazia, ti rispondo volentieri: superata la fase di colpo di fulmine inziale e di innamoramento passionale ho messo sul piatto della bilancia i suoi pregi e difetti e ho deciso che i difetti erano dopotutto accettabili e si sarebbero ridimensionati nel tempo.
A mio parere perche’ un rapporto diventi stabile e’ sempre necessario “ridimensionare” le proprie aspettative e cercare, per quanto possibile, dei compromessi con l’altra persona. Difficilmente chi incontriamo potra’ corrispondere in tutto e per tutto al nostro ideale: ovviamente piu’ la scelta inziale sara’ “azzeccata” meno si dovra’ lavorare insieme per “adattarsi” l’uno/a all’altra/o. Il fatto di inziare in eta’ giovanissima una relazione ha il pregio di permettere di “plasmarsi” a vicenda essendo ancora “plastici” sia mentalmente che fisicamente, ma ha il difetto di far trascurare alcune divergenze caratteriali presenti (che potrebbero invece acuirsi nel tempo) a causa della prevalenza…
dell’attrazione istintiva su quella “razionale”.
Ti ringrazio Acqua per i tuoi gentili chiarimenti. In realtà penso che la maggior parte delle persone scelgono il proprio partner sulla base di una preferenza istintiva per quel soggetto, e poi – partendo da questo – sono più o meno disposti ad “abbozzare” su quelli che sono i difetti. Poi ovvio e naturale che un’ unione nata su questi presupposti con il passare degli anni rivelerà sempre più le sue fragilità. Credo siano rari coloro che guardano sopratutto alla compatibilità caratteriale e agli aspetti in comune. Anche se a mio avviso questa tendenza ad ascoltare i sensi è comunque preferibile dal decidere di stare con qualcuno esclusivamente per ragioni di calcolo: “è il meno peggio”, “so che con lui/lei non soffrirò”, “piace a parenti e amici e così non devo lottare col mondo”, è benestante e ben posizionato/a, può garantirmi un avvenire tranquillo”. E via dicendo..
Esatto. Concordo. Tuttavia riscontro tra le mie amiche che chi intraprende relazioni in età adulta e quindi valuta attentamente (e giustamente) la compatibilità caratteriale, diventa sempre piu’esigente e quindi ha poi difficoltà ad instaurare un rapporto stabile. Fortunatamente ci sono le eccezioni.
È inevitabile comunque che la prima fase di attrazione sia sempre di tipo “ istintuale”e che quindi la “verifica” dell’effettiva affinita’ mentale e caratteriale possa avvenire solo successivamente in tempi più o meno lunghi.
C’è una giovane che fa lezioni di inglese con Sally, sui 28,30anni. Alta, graziosa, laureata in psicologia infantile ma non ferratissima quanto a cultura generale (“dove si trova Churchill?”. Pensava fosse una città) anche simpatica, nonostante un candore che sfiora l’ingenuità. Si sposerà tra un mese con un classico matrimonio da decine di migliaia di euro con un ragazzo di Roma conosciuto su internet, su un sito di incontri (“oggi gli uomini non ci provano, non capisco perchè…”). È uno ossessionato dalla madre, nel senso che è lei che gli sta addosso come fosse un bambino, e ha già manifestato chiara gelosia nei confronti della futura nuora. Durante una normale discussione lei dichiara, candidamente: “non abbiamo niente in comune…”. In che senso le chiedo. “Non abbiamo gli stessi gusti, ci piacciono cose diverse…”. Io ho strabuzzato gli occhi pensando che scherzasse e invece lei lo ha tranquillamente ribadito come fosse normale.
Salutandola, dopo >>>
più che esigenti, maturando ( e diciamolo pure, invecchiando ) si diventa più intolleranti verso i difetti e le mancanze altrui, anche per questo da giovani è più facile imbastire rapporti che poi sfociano in storie serie ( salvo poi pentirsi anni dopo.. )
>>> l’ultima lezione prima degli ultimi preparativi per il matrimonio, gli ho fatto scherzosamente (ma non troppo) il segno della benedizione, come quando si asperge la salma con l’acqua santa ad una funzione funebre. Lei ovviamente non ha capito ma Sally sì, trattenendo a fatica il riso.
Ora, nel 2018 mi tocca assistere a cose come quelle che ho appena descritto, che come sottotitolo hanno “ho una certa età e se non lo faccio adesso non lo faccio piú…”.
Quanto durerà questa storia? Due, tre anni al massimo. Tra la mamma tra i piedi, interessi culturali zero (a lui non piace neanche la musica!) e i gusti che non coincidono neanche per dove passare le vacanze, cosa avranno da dirsi dopo aver scopato? (Perchè di quello si tratterà, anche se non lo sanno).
Questo succede oggi, a Milano, non nel paesino isolato dell’Aspromonte, con gente nata tra la fine degli ’80 e il ’90.
Preghiamo per “l’oro”.
P.S. mia figlia forse sta mollando il tarello. Speriamo.
Acqua,
sottoscrivo le seguenti affermazioni:
– “Il fatto di inziare in eta’ giovanissima una relazione ha il pregio di permettere di “plasmarsi” a vicenda essendo ancora “plastici” sia mentalmente che fisicamente, ma ha il difetto di far trascurare alcune divergenze caratteriali.”
– “chi intraprende relazioni in età adulta e quindi valuta attentamente (e giustamente) la compatibilità caratteriale, diventa sempre piu’esigente e quindi ha poi difficoltà ad instaurare un rapporto stabile.”
premesso che “la prima fase di attrazione sia sempre di tipo “ istintuale””, altrimenti non si tratterebbe di rapporto di coppia, nel primo caso sembra prevalere la spontaneità/sensualità, inadatte a previsioni di stabilità, mentre nel secondo ha maggior incidenza l’esame di un’effettiva capacità di reciproco adattamento a una lunga routine esistenziale, talvolta a scapito dei sensi.
entrambi sono in parte carenti, a riprova che niente è perfetto ma, nella migliore delle ipotesi, ottimale.
un caro saluto.