Brava la nostra “liquida segnalatrice”. Ho poco tempo per integrare il tuo interessante intervento, perchè sono nel pieno di una toccata e fuga in Puglia, ma tra un volo e l’altro spero di poter dire quello che penso del mito dei “Cavalieri neri” e dei “Principi Azzurri, e di quanto non siano affatto innati in certi sogni femminili, ma “introdotti” da quella cultura patriarcale che tanto ama il nostro “divino”, eppure accettata -quella si inconsciamente- persino da certe antiche femministe (e non mi sto riferendo a nessuna in particolare, neh).
Mo’ sono stanco. Nite nite girls.
Acqua, ma chi ha aperto questo thread aveva tutto fuorchè intenzioni “amichevoli”. Quell’ assunto era solo un pretesto, è evidente.
Tornando a noi, forse io la penso in un certo modo perchè i miei rapporti seri finora non hanno mai superato i cinque anni ( tempo non sufficiente per mettere in discussione la passione istintuale verso l’ altra persona ) e quindi forse mi è “mancato il tempo” per mettere alla prova il mio grado di dedizione/fedeltà – anche solo mentale – all’ altro. Sicuramente come dici tu è quasi fisiologico che nelle relazioni datate a un certo punto subentrino fantasie su altre persone. Sopratutto se il legame è basato su una tranquilla routine. Io non ho e non ho mai avuto questo problema: nel senso che la mia vita e le mie storie già di per sè sono “romanzesche” e turbolente e per cui non vi è proprio la necessità di sovvertire un qualche “equilibrio” ( anche se solo con l’ immaginazione ). Ho anzi l’ ambizione contraria: arrivare a quella “noiosa…
…”noiosa routine” tanto criticata dai coniugi di lungo corso.
Forse non è del tutto falso che, in un modo o in un altro, noi donne non siamo mai “contente” 🙂
Rossana, non avevo dubbi che alla parola “zitta”, i tuoi spettri interiori anti-sottomissione ( quella che probabilmente hai spesso subìto nella vita ) si sarebbero riaccesi per farti avere una determinata reazione. Questo però non cambia i fatti, che sono quelli che ho descritto. Sei talmente abile nel rigiro di frittate che io al tuo posto avrei aperto una trattoria.
Ciao Acqua, cerco di integrare il post di ieri utilizzando i ricordi che mi provengono da un “antico” libro di Ingebor Bachmann, utile per chi non abbia perso interesse per l’eterno problema di come le donne vedono gli uomini: “Tre sentieri per il lago”. Non sono un grande amante dei romanzi, ma questo lavoro dipinge in modo finissimo il ritratto di cinque donne legate tra loro da quasi impercettibili coincidenze, fatte di banalità quotidiane come di drammi veri e propri che alla fine occupano lo stesso spazio verbale, come quello di comunicare che tizia sta divorziando o tizio ha un cancro al fegato. É un feroce racconto di costume che parla di donne che passano il tempo dal parrucchiere come di quelle che possono contare solo su sè stesse. Tutte donne che abbiamo anche oggi intorno a noi.
In questo libro le ritroviamo ancora come le principesse di quell’antico mondo cavalleresco e di quello delle favole che ne derivarono. “Principesse” che continuano a languire solitarie nel >>>
>>> “castello incantato dei loro sogni”, intuendo che forse la loro irragiungibilitá è definitiva, e nessun “cavaliere” o “principe” le libererà mai da quelle “sbarre dorate” fatte di quei sogni, e dai quali, chissà, forse non vogliono neppure esserne liberate.
E infatti il “liberatore” non le libererà, il bel Cavaliere passerá sotto la loro finestra, ma si informerá se il “castello” ha camere con bagno e tv con Sky. Il biondo pescatore non si tufferà nel lago per recuperare l’anello perduto, al massimo le offrirà una bibita fresca al baretto che si trova sulle sponde, ma non per vigliaccheria o incapacità, ma per mera INCONSAPEVOLEZZA.
Pare che la Bachmann fosse una donna infelice, tormentata e prigioniera di fantasmi maligni e inafferabili da cui non riuscì mai a liberarsi.
Morì nel suo letto addormentandosi con la sigaretta accesa tra le dita, e la sua camicetta di nailon prese fuoco. Non aveva nessun “Cavaliere” che potesse spegnere le fiamme.
Che dici, basta come spiegrazione, o usiamo quelle del divino?
Bye H2O
Maria Grazia,
si potrebbe aprire un divertente sondaggio sul forumista più esperto nel girare frittate, o nello svicolare dal punto cruciale in discussione.
per tua informazione, sono stata sottomessa ai miei genitori, più o meno fino all’età di 17 anni. momento in cui ho avuto accesso al primo impiego, che in seguito, nonostante i vari cambiamenti di aziende, anche all’estero, mi ha resa LIBERA di scegliere cosa accettare e cosa rifiutare, MOLTO più di tante altre donne.
insinui tanto per dire, o meglio, tanto per sminuire. possibile che non ti venga mai il dubbio di apparire, inevitabilmente, GREGARIA? oppure ABBAGLIATA mentalmente?
eh sì, perché tu, come il tuo MAESTRO, sempre sai cosa nasconde chi scrive, chi apre una lettera e perché lo fa. è necessario che anche tu ILLUMINI o TRADUCA, altrimenti che apprendista saresti?
peccato, perché sembri onesta e sincera! soltanto incapace di autonomia mentale e bisognosa di essere sorretta da una banda.
Acqua,
i commenti 739 e 740, ampiamente condivisibili, non fanno che evidenziare la differenza fra ideale e realtà, nei vissuti di un particolare tipo di donna.
non appartengo per niente alla categoria in questione ma la ritengo perfettamente nella norma.
Rossana, abbiamo semplicemente due visioni diverse del rigiratore di frittate:
per me è colui/colei che distorce i fatti
per te è colui/colei che impedisce che vanga fatto pubblico scempio della sua persona
Punti di vista.
poi dai.. mi vuoi far credere che nella tua epoca ( quella del boom economico in Italia ) fosse così difficile avere un’ ampia scelta lavorativa anche non disponendo di particolari doti o qualità?
sei sicura che sia io quella manca di autonomia di pensiero e ha costante bisogno del supporto di una “banda” ? ( banda che peraltro esiste solo nei deliri di qualcuno )
Maria Grazia,
in merito a chi distorce i concetti: MAI affermato di avere particolari doti o qualità ma solo di non essere stata sottomessa a nessuno, grazie alla libertà e all’autonomia economica acquisite con il lavoro.
non capisco bene il secondo caso di rigiro di frittate ma non ho interesse più di tanto ad approfondire.
la banda è stata la tua invenzione di maggior successo. ridicola, per i pochi utenti che frequentavano il forum nel momento in cui hai cominciato a volerne far fuori qualcuno, pure riuscendoci… a quanto ricordo, l’unica ad averlo fatto, volendolo fare!
Golem, direi che la spiegazione basta e avanza.
Diciamo che sarà molto difficile per l’agognante principessa liberarsi dai suoi fantasmi se, per pigrizia o impossibilità, non avrà modo di “vedere” con i suoi occhi e constatare da vicino che i suoi fantastici sogni sono “sfuocati” e che la realtà si dimostra quasi sempre “inferiore” alle sue auliche aspettative e, in ogni caso, DIVERSA. Solo così si accorgerà dell’abbaglio e scoprirà che principe è in realtà un arrogante e il cavaliere un mediocre, mentre il semplice pescatore, da lei snobbato o ignorato perche’ non in grado di intuire ogni suo segreto desiderio, ne’ di soddisfare i suoi capricci, e’ in realtà colui che potrebbe farla felice se decidesse di uscire dalla sua gabbia dorata per andargli incontro.
Brava la nostra “liquida segnalatrice”. Ho poco tempo per integrare il tuo interessante intervento, perchè sono nel pieno di una toccata e fuga in Puglia, ma tra un volo e l’altro spero di poter dire quello che penso del mito dei “Cavalieri neri” e dei “Principi Azzurri, e di quanto non siano affatto innati in certi sogni femminili, ma “introdotti” da quella cultura patriarcale che tanto ama il nostro “divino”, eppure accettata -quella si inconsciamente- persino da certe antiche femministe (e non mi sto riferendo a nessuna in particolare, neh).
Mo’ sono stanco. Nite nite girls.
Acqua, ma chi ha aperto questo thread aveva tutto fuorchè intenzioni “amichevoli”. Quell’ assunto era solo un pretesto, è evidente.
Tornando a noi, forse io la penso in un certo modo perchè i miei rapporti seri finora non hanno mai superato i cinque anni ( tempo non sufficiente per mettere in discussione la passione istintuale verso l’ altra persona ) e quindi forse mi è “mancato il tempo” per mettere alla prova il mio grado di dedizione/fedeltà – anche solo mentale – all’ altro. Sicuramente come dici tu è quasi fisiologico che nelle relazioni datate a un certo punto subentrino fantasie su altre persone. Sopratutto se il legame è basato su una tranquilla routine. Io non ho e non ho mai avuto questo problema: nel senso che la mia vita e le mie storie già di per sè sono “romanzesche” e turbolente e per cui non vi è proprio la necessità di sovvertire un qualche “equilibrio” ( anche se solo con l’ immaginazione ). Ho anzi l’ ambizione contraria: arrivare a quella “noiosa…
…”noiosa routine” tanto criticata dai coniugi di lungo corso.
Forse non è del tutto falso che, in un modo o in un altro, noi donne non siamo mai “contente” 🙂
Rossana, non avevo dubbi che alla parola “zitta”, i tuoi spettri interiori anti-sottomissione ( quella che probabilmente hai spesso subìto nella vita ) si sarebbero riaccesi per farti avere una determinata reazione. Questo però non cambia i fatti, che sono quelli che ho descritto. Sei talmente abile nel rigiro di frittate che io al tuo posto avrei aperto una trattoria.
Ciao Acqua, cerco di integrare il post di ieri utilizzando i ricordi che mi provengono da un “antico” libro di Ingebor Bachmann, utile per chi non abbia perso interesse per l’eterno problema di come le donne vedono gli uomini: “Tre sentieri per il lago”. Non sono un grande amante dei romanzi, ma questo lavoro dipinge in modo finissimo il ritratto di cinque donne legate tra loro da quasi impercettibili coincidenze, fatte di banalità quotidiane come di drammi veri e propri che alla fine occupano lo stesso spazio verbale, come quello di comunicare che tizia sta divorziando o tizio ha un cancro al fegato. É un feroce racconto di costume che parla di donne che passano il tempo dal parrucchiere come di quelle che possono contare solo su sè stesse. Tutte donne che abbiamo anche oggi intorno a noi.
In questo libro le ritroviamo ancora come le principesse di quell’antico mondo cavalleresco e di quello delle favole che ne derivarono. “Principesse” che continuano a languire solitarie nel >>>
>>> “castello incantato dei loro sogni”, intuendo che forse la loro irragiungibilitá è definitiva, e nessun “cavaliere” o “principe” le libererà mai da quelle “sbarre dorate” fatte di quei sogni, e dai quali, chissà, forse non vogliono neppure esserne liberate.
E infatti il “liberatore” non le libererà, il bel Cavaliere passerá sotto la loro finestra, ma si informerá se il “castello” ha camere con bagno e tv con Sky. Il biondo pescatore non si tufferà nel lago per recuperare l’anello perduto, al massimo le offrirà una bibita fresca al baretto che si trova sulle sponde, ma non per vigliaccheria o incapacità, ma per mera INCONSAPEVOLEZZA.
Pare che la Bachmann fosse una donna infelice, tormentata e prigioniera di fantasmi maligni e inafferabili da cui non riuscì mai a liberarsi.
Morì nel suo letto addormentandosi con la sigaretta accesa tra le dita, e la sua camicetta di nailon prese fuoco. Non aveva nessun “Cavaliere” che potesse spegnere le fiamme.
Che dici, basta come spiegrazione, o usiamo quelle del divino?
Bye H2O
Maria Grazia,
si potrebbe aprire un divertente sondaggio sul forumista più esperto nel girare frittate, o nello svicolare dal punto cruciale in discussione.
per tua informazione, sono stata sottomessa ai miei genitori, più o meno fino all’età di 17 anni. momento in cui ho avuto accesso al primo impiego, che in seguito, nonostante i vari cambiamenti di aziende, anche all’estero, mi ha resa LIBERA di scegliere cosa accettare e cosa rifiutare, MOLTO più di tante altre donne.
insinui tanto per dire, o meglio, tanto per sminuire. possibile che non ti venga mai il dubbio di apparire, inevitabilmente, GREGARIA? oppure ABBAGLIATA mentalmente?
eh sì, perché tu, come il tuo MAESTRO, sempre sai cosa nasconde chi scrive, chi apre una lettera e perché lo fa. è necessario che anche tu ILLUMINI o TRADUCA, altrimenti che apprendista saresti?
peccato, perché sembri onesta e sincera! soltanto incapace di autonomia mentale e bisognosa di essere sorretta da una banda.
Acqua,
i commenti 739 e 740, ampiamente condivisibili, non fanno che evidenziare la differenza fra ideale e realtà, nei vissuti di un particolare tipo di donna.
non appartengo per niente alla categoria in questione ma la ritengo perfettamente nella norma.
Rossana, abbiamo semplicemente due visioni diverse del rigiratore di frittate:
per me è colui/colei che distorce i fatti
per te è colui/colei che impedisce che vanga fatto pubblico scempio della sua persona
Punti di vista.
poi dai.. mi vuoi far credere che nella tua epoca ( quella del boom economico in Italia ) fosse così difficile avere un’ ampia scelta lavorativa anche non disponendo di particolari doti o qualità?
sei sicura che sia io quella manca di autonomia di pensiero e ha costante bisogno del supporto di una “banda” ? ( banda che peraltro esiste solo nei deliri di qualcuno )
Maria Grazia,
in merito a chi distorce i concetti: MAI affermato di avere particolari doti o qualità ma solo di non essere stata sottomessa a nessuno, grazie alla libertà e all’autonomia economica acquisite con il lavoro.
non capisco bene il secondo caso di rigiro di frittate ma non ho interesse più di tanto ad approfondire.
la banda è stata la tua invenzione di maggior successo. ridicola, per i pochi utenti che frequentavano il forum nel momento in cui hai cominciato a volerne far fuori qualcuno, pure riuscendoci… a quanto ricordo, l’unica ad averlo fatto, volendolo fare!
Golem, direi che la spiegazione basta e avanza.
Diciamo che sarà molto difficile per l’agognante principessa liberarsi dai suoi fantasmi se, per pigrizia o impossibilità, non avrà modo di “vedere” con i suoi occhi e constatare da vicino che i suoi fantastici sogni sono “sfuocati” e che la realtà si dimostra quasi sempre “inferiore” alle sue auliche aspettative e, in ogni caso, DIVERSA. Solo così si accorgerà dell’abbaglio e scoprirà che principe è in realtà un arrogante e il cavaliere un mediocre, mentre il semplice pescatore, da lei snobbato o ignorato perche’ non in grado di intuire ogni suo segreto desiderio, ne’ di soddisfare i suoi capricci, e’ in realtà colui che potrebbe farla felice se decidesse di uscire dalla sua gabbia dorata per andargli incontro.