(CONTINUA) …evoluzione di quel rapporto maturo che lascia cadere le superfetazioni (un termine a me caro) derivanti da una idea idilliaca dell’amore, che so bene non esistere e che io cmq non riuscirei a gestire, e non di qualcosa che è ancora tutto da plasmare ma che ha bisogno di quella base di cui ti ho fatto un elenco. Sì, purtroppo per varie ragioni non ho tutti gli strumenti per portare avanti compiutamente una relazione e con questo dovrò fare i conti. Ora non ho molto altro da aggiungere perché come ho detto fin troppe volte, la mia storia è definitivamente chiusa e ho bisogno di andare oltre in qualche modo.
P.S.: Yog, pensare a CoeLHo (neanche io sapevo dove andasse l’H) che si scola caipirinha a gogò e si ingozza di feijoada mi ha rinfrancato almeno un po’. Come hai visto la citazione integrale ve l’ho risparmiata ma volevo in qualche modo ringraziare la mia cara amica che me l’ha fatta avere.
Corazza,
a me piacciono le citazioni, che offrono, spesso in sintesi, punti di vista diversi, espressi da persone diverse, in epoche diverse. mi servono per spaziare, e non limitarmi alle mie sole esperienze o convincimenti.
dal testo pubblicato, considero di primaria importanza quanto segue: “E’ chiaro che l’apice dura come un batter di ciglia, ma poi, quando i mari si quietano è a quel punto che lo puoi assaporare l’amore, quando sai che è proprio quello vero, quello che immaginavi da bambino, quello che sai essere definitivo, quello che ti accompagnerà fino alla vecchiaia.”
ritengo una grazia ricevuta poter vivere la sensazione di BASE, che in fondo deriva dal riconoscimento infantile in positivo che tutti vorrebbero aver ricevuto dai genitori e che si estende da adulti al riconoscimento di genere.
senza quell’individuazione, magari non così eclatante, non c’è amore di coppia, e quell’apice dev’essere pienamente condiviso, altrimenti, per uno dei due non è che accoglienza di riflesso.
Ciao corazza, la tua osservazione sulle liti di vicinato mi ha divertito. In realtà quella mia frase era più che altro da considerare ironicamente, era per far capire che in una VERA coppia, quali che siano le situazioni che si devono affrontare, la complicità rimane la cosa più importante. Ma vale anche per rapporti di altro tipo, come ad esempio l’ amicizia. Un caro saluto.
Corazza,
riprendo qui per i limiti ora posti a ogni commento.
anche le canzoni e i video sono citazioni. a ognuno quelle che preferisce per comunicare in modo indiretto.
“anche se solo per una STAGIONE Lei mi abbia lasciato comunque tanto.” – certo che sì! e nessuno mai ti potrà più togliere la crescita emotiva che la sua presenza nella tua vita ha contribuito a permetterti di raggiungere.
a 15 anni si ama in modo fragile e spesso più che immaturo; a 20 già va meglio per le prove sul campo ma non è detto che si sia emotivamente cresciuti abbastanza; a 30 spesso si comincia a essere indotti a ragionare più che non ad amare spontaneamente… e non vado oltre, anche perché le linee generali non sono affatto valide per tutti…
senza contare, poi, che uomini e donne, comuni o famosi, nella maggior parte dei casi finiscono di ACCONTENTARSI di cosa trovano piuttosto che attendere la realizzazione di loro irraggiungibili IDEALI. più che umano, anche questo!
Suzy, certo, l’argomento amore è così impalpabile che tutti ne parlano proponendo le personali “visioni”. Poeti, romanzieri, filmaker e utenti di LaD. Certamente ognuno di questi ne ha una certa immagine che corrisponde alla sensazione che un certo momento gli fornisce. Io parto da un altro assunto, che è quello per il quale se un amore “C’È” non può avere una fine, se non con la morte dei protagonisti. Un sentimento come lo è l’amore è l’aspetto dell’animo umano più vicino ad “divino” che io possa immaginare, e se il “divino” è eterno per antonomasia, inteso come posizione filosofica e non necessariamente religiosa, è quell’aspetto che lo rende “vero”.
Infatuazioni, cotte, illusioni e reazioni ormonali in genere fanno stare bene “a tempo”, e sappiamo perchè, ma non sono amore se finiscono, sono tentativi “involontari”, mentre lo sai cosa penso riguardo alla “volontarietà”, e quindi della funzione che svolge l’intelligenza come precipua caratteristica umana, >>>
>>> che nel caso specifico assomma tutte le componenti di quella umanità in una certa direzione.
È certamente una mia posizione ideologica, come lo è quella di tutti al riguardo, e non mi interessa che venga condivisa da alcuno, ma proprio per questo posso permettermi di pensare, per esempio, che chi vive di sogni romantici sull’argomento è solo un illuso. Come lo è chi “ama” non ricambiato. Insomma, è trovare quella gioia che tu spalmi su tutte le definizioni che hai dato dell’amore, in una sola, per qualcosa che ho, “abbiamo” voluto, e che sai che non potrà finire, proprio per quella tacita “creazione” che si realizza nella realtà e non nella fantasia, quella si impalpabile.
Poi è chiaro che se non si ha altro a cui attaccarsi si finisce alle citazioni o alle illusioni che provengono da idee altrui.
È normale che se non si è mai provato “veramente” una certa sensazione si vadano a cercarne “esempi” che più ci piacciono. Ma non sono nostri.
Finit…
corazza non so a quali “strumenti” ti riferisci esattamente. per portare avanti una relazione servono solo due persone intenzionate a farlo. tutto il resto viene da sè. prendersi una cotta per qualcuno non è una speciale grazia ricevuta, succede a TUTTI. il vero dono della sorte ( o, se vogliamo, il vero “colpo da maestro” ) sta poi nel riuscire a trasformare quell’ innamoramento in una relazione costruttiva che duri per sempre. E’ questo il vero “miracolo”. Ed è riservato a POCHI. quindi non ti angosciare, sii COMUNQUE lieto per le altre cose che la vita ti ha dato ( certamente ce ne sono ) e se poi arriverà anche l’ Amore, sarà un DI PIU’. un caro saluto.
Ho la vaga sensazione che la “signora in ross” stia tentando un avvicinamento strategico a certi “hostes” tradizionali, col solito metodo camaleontico che le è tipico.
L’estratto della lunga lettera che inneggia all’amore vero, (parola che non ha mai voluto accettare sino ieri, ma spesso usata da me) che ha riproposto a Corazza, appare come l’ennesima svolta rispetto alla battaglia ideologica condotta sul fil rouge dell’ “è amore a prescindere”,
non lo si può definire, ha una durata limitata e quant’altro che chi ha vissuto “l’epopea” conosce.
Anche le “aperture” col rimpianto stile “doroteo democristiano” a Yog e MG, sorprendono per la loro audacia.
Siamo alla solita “primavera” con fioriture inattese ma dal “profumo” sin troppo chiaro.
Io resto sempre il Dottor Golem e mi occupo dei pazienti solo professionalmente, è bene ribadirlo.
Maria Grazia, ciao. L’argomento è complesso, almeno lo è per me. Ho parlato di “strumenti” che però riguardano essenzialmente la mia condizione attuale e che preferisco non approfondire. Ciò che però mi sento di poter dire è che non credo che un amore sia “vero” dal primo istante (il colpo di fulmine potrebbe essere inteso come l’ennesima idealizzazione fine a sé stessa) ma possa consolidarsi solo nel tempo. Questo ho cercato di esprimere nei miei commenti, forse poco chiari. Rimango perciò dell’idea (anche a costo di ripetermi) che al di là della natura “citazionale” delle parole di Rossana (ciao anche a te), queste continuino a valere per quello che sono, né più né meno che il naturale modo di essere dell’innamorato che in partenza non sa come evolverà quella relazione e se cioè rimarrà allo stadio di cotta, infatuazione o come la si voglia definire, o se invece raggiungerà quel grado di maturità, che la renderà appunto, come tu dici, “una relazione costruttiva che duri nel tempo”.
Dunque, Golem, cercherò di portare a compimento un pensiero pseudo-articolato. In base al mondo da me esperito, innamorarsi significa intravedere in una particolare persona tutte le nostre aspettative sull’amore. Non necessariamente esse rimangono le stesse per tutta la vita, anzi, è assai probabile che mutino così come muta la nostra interpretazione dell esperibile. Segue poi una fase in cui, se si è fortunati, ci si può rendere conto se le nostre aspettative sono state ben riposte: in base alla propria intransigenza, si potrà contrattare con se stessi riguardo agli aspetti che non rientravano nel quadretto che la nostra fervida immaginazione aveva dipinto. Successivamente, possono accadere le più svariate circostanze, tra cui estrapolo le più pericolose, dal mio punto di vista. La prima, è un eccesso di intransigenza o, al contrario, di accondiscendenza, che ci condurranno nel primo caso a stancarci molto in fretta e nel secondo ad attaccarci morbosamente a qualsivoglia individuo…
(CONTINUA) …evoluzione di quel rapporto maturo che lascia cadere le superfetazioni (un termine a me caro) derivanti da una idea idilliaca dell’amore, che so bene non esistere e che io cmq non riuscirei a gestire, e non di qualcosa che è ancora tutto da plasmare ma che ha bisogno di quella base di cui ti ho fatto un elenco. Sì, purtroppo per varie ragioni non ho tutti gli strumenti per portare avanti compiutamente una relazione e con questo dovrò fare i conti. Ora non ho molto altro da aggiungere perché come ho detto fin troppe volte, la mia storia è definitivamente chiusa e ho bisogno di andare oltre in qualche modo.
P.S.: Yog, pensare a CoeLHo (neanche io sapevo dove andasse l’H) che si scola caipirinha a gogò e si ingozza di feijoada mi ha rinfrancato almeno un po’. Come hai visto la citazione integrale ve l’ho risparmiata ma volevo in qualche modo ringraziare la mia cara amica che me l’ha fatta avere.
Corazza,
a me piacciono le citazioni, che offrono, spesso in sintesi, punti di vista diversi, espressi da persone diverse, in epoche diverse. mi servono per spaziare, e non limitarmi alle mie sole esperienze o convincimenti.
dal testo pubblicato, considero di primaria importanza quanto segue: “E’ chiaro che l’apice dura come un batter di ciglia, ma poi, quando i mari si quietano è a quel punto che lo puoi assaporare l’amore, quando sai che è proprio quello vero, quello che immaginavi da bambino, quello che sai essere definitivo, quello che ti accompagnerà fino alla vecchiaia.”
ritengo una grazia ricevuta poter vivere la sensazione di BASE, che in fondo deriva dal riconoscimento infantile in positivo che tutti vorrebbero aver ricevuto dai genitori e che si estende da adulti al riconoscimento di genere.
senza quell’individuazione, magari non così eclatante, non c’è amore di coppia, e quell’apice dev’essere pienamente condiviso, altrimenti, per uno dei due non è che accoglienza di riflesso.
Ciao corazza, la tua osservazione sulle liti di vicinato mi ha divertito. In realtà quella mia frase era più che altro da considerare ironicamente, era per far capire che in una VERA coppia, quali che siano le situazioni che si devono affrontare, la complicità rimane la cosa più importante. Ma vale anche per rapporti di altro tipo, come ad esempio l’ amicizia. Un caro saluto.
Corazza,
riprendo qui per i limiti ora posti a ogni commento.
anche le canzoni e i video sono citazioni. a ognuno quelle che preferisce per comunicare in modo indiretto.
“anche se solo per una STAGIONE Lei mi abbia lasciato comunque tanto.” – certo che sì! e nessuno mai ti potrà più togliere la crescita emotiva che la sua presenza nella tua vita ha contribuito a permetterti di raggiungere.
a 15 anni si ama in modo fragile e spesso più che immaturo; a 20 già va meglio per le prove sul campo ma non è detto che si sia emotivamente cresciuti abbastanza; a 30 spesso si comincia a essere indotti a ragionare più che non ad amare spontaneamente… e non vado oltre, anche perché le linee generali non sono affatto valide per tutti…
senza contare, poi, che uomini e donne, comuni o famosi, nella maggior parte dei casi finiscono di ACCONTENTARSI di cosa trovano piuttosto che attendere la realizzazione di loro irraggiungibili IDEALI. più che umano, anche questo!
Suzy, certo, l’argomento amore è così impalpabile che tutti ne parlano proponendo le personali “visioni”. Poeti, romanzieri, filmaker e utenti di LaD. Certamente ognuno di questi ne ha una certa immagine che corrisponde alla sensazione che un certo momento gli fornisce. Io parto da un altro assunto, che è quello per il quale se un amore “C’È” non può avere una fine, se non con la morte dei protagonisti. Un sentimento come lo è l’amore è l’aspetto dell’animo umano più vicino ad “divino” che io possa immaginare, e se il “divino” è eterno per antonomasia, inteso come posizione filosofica e non necessariamente religiosa, è quell’aspetto che lo rende “vero”.
Infatuazioni, cotte, illusioni e reazioni ormonali in genere fanno stare bene “a tempo”, e sappiamo perchè, ma non sono amore se finiscono, sono tentativi “involontari”, mentre lo sai cosa penso riguardo alla “volontarietà”, e quindi della funzione che svolge l’intelligenza come precipua caratteristica umana, >>>
>>> che nel caso specifico assomma tutte le componenti di quella umanità in una certa direzione.
È certamente una mia posizione ideologica, come lo è quella di tutti al riguardo, e non mi interessa che venga condivisa da alcuno, ma proprio per questo posso permettermi di pensare, per esempio, che chi vive di sogni romantici sull’argomento è solo un illuso. Come lo è chi “ama” non ricambiato. Insomma, è trovare quella gioia che tu spalmi su tutte le definizioni che hai dato dell’amore, in una sola, per qualcosa che ho, “abbiamo” voluto, e che sai che non potrà finire, proprio per quella tacita “creazione” che si realizza nella realtà e non nella fantasia, quella si impalpabile.
Poi è chiaro che se non si ha altro a cui attaccarsi si finisce alle citazioni o alle illusioni che provengono da idee altrui.
È normale che se non si è mai provato “veramente” una certa sensazione si vadano a cercarne “esempi” che più ci piacciono. Ma non sono nostri.
Finit…
corazza non so a quali “strumenti” ti riferisci esattamente. per portare avanti una relazione servono solo due persone intenzionate a farlo. tutto il resto viene da sè. prendersi una cotta per qualcuno non è una speciale grazia ricevuta, succede a TUTTI. il vero dono della sorte ( o, se vogliamo, il vero “colpo da maestro” ) sta poi nel riuscire a trasformare quell’ innamoramento in una relazione costruttiva che duri per sempre. E’ questo il vero “miracolo”. Ed è riservato a POCHI. quindi non ti angosciare, sii COMUNQUE lieto per le altre cose che la vita ti ha dato ( certamente ce ne sono ) e se poi arriverà anche l’ Amore, sarà un DI PIU’. un caro saluto.
Ho la vaga sensazione che la “signora in ross” stia tentando un avvicinamento strategico a certi “hostes” tradizionali, col solito metodo camaleontico che le è tipico.
L’estratto della lunga lettera che inneggia all’amore vero, (parola che non ha mai voluto accettare sino ieri, ma spesso usata da me) che ha riproposto a Corazza, appare come l’ennesima svolta rispetto alla battaglia ideologica condotta sul fil rouge dell’ “è amore a prescindere”,
non lo si può definire, ha una durata limitata e quant’altro che chi ha vissuto “l’epopea” conosce.
Anche le “aperture” col rimpianto stile “doroteo democristiano” a Yog e MG, sorprendono per la loro audacia.
Siamo alla solita “primavera” con fioriture inattese ma dal “profumo” sin troppo chiaro.
Io resto sempre il Dottor Golem e mi occupo dei pazienti solo professionalmente, è bene ribadirlo.
Maria Grazia, ciao. L’argomento è complesso, almeno lo è per me. Ho parlato di “strumenti” che però riguardano essenzialmente la mia condizione attuale e che preferisco non approfondire. Ciò che però mi sento di poter dire è che non credo che un amore sia “vero” dal primo istante (il colpo di fulmine potrebbe essere inteso come l’ennesima idealizzazione fine a sé stessa) ma possa consolidarsi solo nel tempo. Questo ho cercato di esprimere nei miei commenti, forse poco chiari. Rimango perciò dell’idea (anche a costo di ripetermi) che al di là della natura “citazionale” delle parole di Rossana (ciao anche a te), queste continuino a valere per quello che sono, né più né meno che il naturale modo di essere dell’innamorato che in partenza non sa come evolverà quella relazione e se cioè rimarrà allo stadio di cotta, infatuazione o come la si voglia definire, o se invece raggiungerà quel grado di maturità, che la renderà appunto, come tu dici, “una relazione costruttiva che duri nel tempo”.
Dunque, Golem, cercherò di portare a compimento un pensiero pseudo-articolato. In base al mondo da me esperito, innamorarsi significa intravedere in una particolare persona tutte le nostre aspettative sull’amore. Non necessariamente esse rimangono le stesse per tutta la vita, anzi, è assai probabile che mutino così come muta la nostra interpretazione dell esperibile. Segue poi una fase in cui, se si è fortunati, ci si può rendere conto se le nostre aspettative sono state ben riposte: in base alla propria intransigenza, si potrà contrattare con se stessi riguardo agli aspetti che non rientravano nel quadretto che la nostra fervida immaginazione aveva dipinto. Successivamente, possono accadere le più svariate circostanze, tra cui estrapolo le più pericolose, dal mio punto di vista. La prima, è un eccesso di intransigenza o, al contrario, di accondiscendenza, che ci condurranno nel primo caso a stancarci molto in fretta e nel secondo ad attaccarci morbosamente a qualsivoglia individuo…