“Sua altezza serenissima fa un viaggio attraverso i suoi Stati e nota tra la folla un uomo che, nell’aspetto imponente, gli somiglia in modo straordinario. Gli fa cenno di accostarsi e gli domanda: Vostra madre è stata a servizio a Palazzo, vero? – No, Altezza – è la risposta – , ma c’è stato mio padre.”
(storiella citata da Freud)
Grazie gentile dottoressa MG. Me ne compiaccio. Scoprire questi progressi in un soggetto che sembrava non lasciava soverchie speranze, ripaga di tutti gli sforzi profusi e conferma il valore della Sua tenacia anche quando tutto sembrava inutile.
Lei dà lustro a questo nosocomio.
Ossequi sinceri.
La ringrazio Dottor Golem, sono contenta che lei apprezza il mio impegno nei riguardi di taluni soggetti che determinano uno scientifico interesse.
Ossequi ossequiosi anche a Lei.
“Direttore” no. Sono solo l’umile primario di neuropsichiatria. Non essendo piddino non sono riuscito a fare più carriera. La presidente della clinica è Scarlet, se ti può interessare. Segue soprattutto gli studenti fuori sede.
rari sono i giochi di parole che evidenziano un arte umoristica di classe… il resto ricade spesso nel dilettantismo, come per i poeti amati soprattutto da chi ha gusti semplici e non è in grado di apprezzare altre espressioni poetiche.
«Contrordine compagni! La frase pubblicata sull’Unità: ‘Bisogna fare opera di rieducazione dei compagni insetti’, contiene un errore di stampa e pertanto va letta: ‘Bisogna fare opera di rieducazione dei compagni inetti’.»
(Giovannino Guareschi)
Che poi citare Guareschi senza poterne vederne le vignette alle quali queste battute erano collegate – e quindi renderle comprensibili – significa non sapere niente né di Guareschi né di satira e ironia.
Ma la frase era ad effetto, e qualcuno ci casca in questa “classe”. E così, apparir m’è dolce in questo LaD.
P.S. Per la cronaca, Guareschi giocava con la satira verso il comunismo post bellico, e nello specifico gli “insetti” erano le “mosche di Mosca”, come chiamava lui i comunisti italiani, ma che in veste di reali insetti – ma col nome di “mosca”, la Capitale del Comunismo – tuttavia infastidivano” i compagni in carne e ossa nelle sedi di partito. Ma erano comunque “compagni”, insetti ma compagni in quanto…Mosche, che però, disturbando il Comintern, andavano “rieducate”. Sterminandole col DDT.
Guareschi riecheggiava in questo modo i metodi “rieducativi” staliniani. Lo faceva con classe? La satira deve avere classe? “Hma”.
Giá con questa descrizione si capisce poco, se per di più non si “legge” la vignetta e non si conosce come nasce “quella” satira guareschiana, non si capisce niente. Ma poichè chi normalmente non capisce niente pensa sempre di aver capito, trova raffinata “l’uscita” colta (al volo). E a quelli è diretta, sapendo di fare colpo.
Conta fare impressione. A me l’ha fatta.
Maria Grazia,
se vengo accusata a più riprese di non avere NESSUN senso dello humor, spero mi sia concesso riportare sia il mio pensiero su quanto viene scritto qui sul tema che su quanto riesce talvolta a farmi sorridere.
c’è chi è critico sulla poesia “infantile” e chi lo è maggiormente su certe modalità d’essere ironici. semplice questione d’inclinazioni e di gusti.
—
Cartello stradale
“Benvenuti a …
Guidate con prudenza,
che già siamo rimasti pochi”
“Sua altezza serenissima fa un viaggio attraverso i suoi Stati e nota tra la folla un uomo che, nell’aspetto imponente, gli somiglia in modo straordinario. Gli fa cenno di accostarsi e gli domanda: Vostra madre è stata a servizio a Palazzo, vero? – No, Altezza – è la risposta – , ma c’è stato mio padre.”
(storiella citata da Freud)
Grazie gentile dottoressa MG. Me ne compiaccio. Scoprire questi progressi in un soggetto che sembrava non lasciava soverchie speranze, ripaga di tutti gli sforzi profusi e conferma il valore della Sua tenacia anche quando tutto sembrava inutile.
Lei dà lustro a questo nosocomio.
Ossequi sinceri.
La ringrazio Dottor Golem, sono contenta che lei apprezza il mio impegno nei riguardi di taluni soggetti che determinano uno scientifico interesse.
Ossequi ossequiosi anche a Lei.
Mg…si siamo proprio dei bravi dottori qua…ma yog è il direttore?
Yog sei te il direttore della “clinica”?
“Direttore” no. Sono solo l’umile primario di neuropsichiatria. Non essendo piddino non sono riuscito a fare più carriera. La presidente della clinica è Scarlet, se ti può interessare. Segue soprattutto gli studenti fuori sede.
rari sono i giochi di parole che evidenziano un arte umoristica di classe… il resto ricade spesso nel dilettantismo, come per i poeti amati soprattutto da chi ha gusti semplici e non è in grado di apprezzare altre espressioni poetiche.
«Contrordine compagni! La frase pubblicata sull’Unità: ‘Bisogna fare opera di rieducazione dei compagni insetti’, contiene un errore di stampa e pertanto va letta: ‘Bisogna fare opera di rieducazione dei compagni inetti’.»
(Giovannino Guareschi)
Che belle parole. Di classe…altrui.
rossana, spero che la SV possa perdonare questi umili e volgari dilettanti che di certo non sono al Suo livello!
i miei ossequi anche a Lei.
Che poi citare Guareschi senza poterne vederne le vignette alle quali queste battute erano collegate – e quindi renderle comprensibili – significa non sapere niente né di Guareschi né di satira e ironia.
Ma la frase era ad effetto, e qualcuno ci casca in questa “classe”. E così, apparir m’è dolce in questo LaD.
P.S. Per la cronaca, Guareschi giocava con la satira verso il comunismo post bellico, e nello specifico gli “insetti” erano le “mosche di Mosca”, come chiamava lui i comunisti italiani, ma che in veste di reali insetti – ma col nome di “mosca”, la Capitale del Comunismo – tuttavia infastidivano” i compagni in carne e ossa nelle sedi di partito. Ma erano comunque “compagni”, insetti ma compagni in quanto…Mosche, che però, disturbando il Comintern, andavano “rieducate”. Sterminandole col DDT.
Guareschi riecheggiava in questo modo i metodi “rieducativi” staliniani. Lo faceva con classe? La satira deve avere classe? “Hma”.
Giá con questa descrizione si capisce poco, se per di più non si “legge” la vignetta e non si conosce come nasce “quella” satira guareschiana, non si capisce niente. Ma poichè chi normalmente non capisce niente pensa sempre di aver capito, trova raffinata “l’uscita” colta (al volo). E a quelli è diretta, sapendo di fare colpo.
Conta fare impressione. A me l’ha fatta.
Maria Grazia,
se vengo accusata a più riprese di non avere NESSUN senso dello humor, spero mi sia concesso riportare sia il mio pensiero su quanto viene scritto qui sul tema che su quanto riesce talvolta a farmi sorridere.
c’è chi è critico sulla poesia “infantile” e chi lo è maggiormente su certe modalità d’essere ironici. semplice questione d’inclinazioni e di gusti.
—
Cartello stradale
“Benvenuti a …
Guidate con prudenza,
che già siamo rimasti pochi”