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Favole, racconti, osservazioni e chiacchere AMICHEVOLI
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sherazade.
Mai mettere gli oppressi ai margini. Potrebbero scappare (Machiavelli N. – Il Principe).
E’ Natale ogni volta
che speri con quelli che disperano
nella povertà fisica e spirituale.
Come si può non ironizzare su certe frasi che trasudano tanta retorica. È Natale solo il 25 dicembre, e non é neanche vero del tutto, perché era l’antica festività pagana del “Sole Invictus” che Costantino dopo l’editto trasformò nella nascita di Cristo. Dovrebbe essere Natale sempre se è per questo. E non con le dichiarazioni ad effetto a partire dall’Immacolata. Essere, non voler apparire. Questo sarebbe un bel Natale. La retorica lacrimevole e la “carità verbale” è fastidiosa tanto quanto disturbi più espliciti.
E’ Natale ogni volta
che riconosci con umiltà
i tuoi limiti e la tua debolezza.
È Natale ogni volta
che permetti al Signore
di rinascere per donarlo agli altri.
Il testo che ho riportato negli ultimi giorni, pur non avendo il dono della fede, è di Madre Teresa di Calcutta.
A mio avviso, retorica o meno, merita rispetto, ed è stato il mio modo per ridurre la festa alla sua essenza e augurare serenità nella ricorrenza dedicata ai bambini e alla famiglia.
Cui prodest?
“Si nasce tutti pazzi. Il problema è che alcuni lo restano.”
Samuel Beckett.
Il cinico Golem augura a tutti un Natale sereno.
È Natale ogni volta
che Yog l’autorevole
fa gli auguri a molti.
“La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
Gli disse che l’amore era un sentimento contro natura, che dannava due sconosciuti a una dipendenza meschina e insalubre, tanto più effimera – quanto più intensa.
Nessun pazzo è pazzo se ci si adatta alle sue ragioni.
Non si muore quando si deve, ma quando si può.
(G. Garcia Marquez)