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Favole, racconti, osservazioni e chiacchere AMICHEVOLI

di sherazade
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 17 Giugno 2015. L'autore ha condiviso 4 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 841 commenti

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  1. 271
    rossana -

    “Natale, Capodanno, Befana, quando verso il quindici di dicembre comincio a sentir parlare di feste, tremo, come a sentir parlare di debiti da pagare e per i quali non ci sono soldi. Natale, Capodanno, Befana, chissà perché le hanno messe tutte in fila, così vicine, queste feste. Così in fila, non sono feste, ma, per un poveraccio come me, sono un macello. E qui non si dice che uno non vorrebbe festeggiare il Santo Natale, il primo dell’anno, l’Epifania, qui si vuol dire che i commercianti di roba da mangiare si appostano in quelle giornate come tanti briganti all’angolo della strada, così che, alle feste, uno ci arriva vestito e ne esce nudo.” (Da “Il picche nicche” ovvero Pic-nic, di A. Moravia)

    Così percepiva lo scrittore la manciata di Feste che sta avanzando, sottolineandone l’aspetto mangereccio, che si è in seguito esteso su tutti i beni materiali, quasi che durante gli altri giorni non si consumasse abbastanza, di tutto e di più! Regali che per pochi hanno conservato un intimo valore.

    Solo da qualche anno sono riuscita ad allontanare quasi del tutto la fobia della ricorrenza dedicata al calore della famiglia e di quella in cui sembravano inevitabili i bilanci. Per poterlo fare è stato indispensabile per il primo abbassare di molto le aspettative affastellate da bambina mentre per il secondo, più facile, è bastato convincersi mentalmente che non si trattava che di un giorno per niente diverso dagli altri, caricato di simboli a tutti gli effetti di nessun concreto valore. L’Epifania è sempre stata, invece, quasi un sollievo, ponendo fine al tormentone di dover essere lieti per obbligo, che rappresenta il peggio dell’umano sentire.

    Adesso accetto di buon grado addobbi e luminarie, con l’indulgenza con cui si guardano i giochi dei bimbi. Sono persino contenta dell’atmosfera gioiosa che pervade buona parte della gente e delle strade. In fondo è bello che qualcuno sia contento di accogliere le Feste…

    Mi assoggetto con calma e diligenza al consueto impegno dei doni e dei pensieri augurali. I vicini hanno rinnovato le luci sull’intera facciata della loro casa, piccole e verdi. Non sembrano neppure natalizie… Un rametto di pungitopo con le sue bacche rosse rallegra la mia stanza, così come, a primavera, le violette…

  2. 272
    Golem -

    “Occorre sbarazzarsi del cattivo gusto di voler andare d’accordo con tutti. Le cose grandi ai grandi, gli abissi ai profondi, le finezze ai sottili. Le rarità ai rari.”

    F. Nietzsche

  3. 273
    maria grazia -

    Quelli che vogliono andare d’ accordo con tutti mi ricordano tanto i politici corrotti. non riesco a vedere proprio niente di poetico e di “educato” nel lecchinaggio. ma forse è un mio limite..

  4. 274
    rossana -

    E’ Natale ogni volta
    che sorridi a un fratello
    e gli tendi la mano.

  5. 275
    Golem -

    Nessun fratello, ho solo una sorella, e la vedo di rado pure. Ma ci vogliamo bene almeno, anche se per me i purtroppo il Natale è solo a Natale.
    Per lei no, per lei lo è stato tutte le volte che mi ha sorriso e mi ha teso una mano, anche solo per fregarmi le patatine magari.
    ( Mi son sempre chiesto il perché avesse tutti quei regali durante l’anno. Ora lo so)

  6. 276
    rossana -

    E’ Natale ogni volta
    che rimani in silenzio
    per ascoltare l’altro.

  7. 277
    Yog -

    La cabeza de Yog y la man de Dios. Ben tesa, altrimenti non è Natale.

  8. 278
    Golem -

    E per i non udenti senza fratelli?

  9. 279
    rossana -

    E’ Natale ogni volta
    che non accetti quei principi
    che relegano gli oppressi
    ai margini della società.

  10. 280
    Golem -

    Su questo concordo. Sono contro la monarchia e l’aristocrazia nobiliare in genere. L’unico “principe” che riconosco è Samuel Bellamy, pirata alle Antille del XVII secolo. Un vero anarchico. Il suo motto? ” Io sono un principe libero, e ho altrettanta autorità di dichiarare guerra al mondo intero, anche a colui che ha cento navi per mare”.

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