“Natale, Capodanno, Befana, quando verso il quindici di dicembre comincio a sentir parlare di feste, tremo, come a sentir parlare di debiti da pagare e per i quali non ci sono soldi. Natale, Capodanno, Befana, chissà perché le hanno messe tutte in fila, così vicine, queste feste. Così in fila, non sono feste, ma, per un poveraccio come me, sono un macello. E qui non si dice che uno non vorrebbe festeggiare il Santo Natale, il primo dell’anno, l’Epifania, qui si vuol dire che i commercianti di roba da mangiare si appostano in quelle giornate come tanti briganti all’angolo della strada, così che, alle feste, uno ci arriva vestito e ne esce nudo.” (Da “Il picche nicche” ovvero Pic-nic, di A. Moravia)
Così percepiva lo scrittore la manciata di Feste che sta avanzando, sottolineandone l’aspetto mangereccio, che si è in seguito esteso su tutti i beni materiali, quasi che durante gli altri giorni non si consumasse abbastanza, di tutto e di più! Regali che per pochi hanno conservato un intimo valore.
Solo da qualche anno sono riuscita ad allontanare quasi del tutto la fobia della ricorrenza dedicata al calore della famiglia e di quella in cui sembravano inevitabili i bilanci. Per poterlo fare è stato indispensabile per il primo abbassare di molto le aspettative affastellate da bambina mentre per il secondo, più facile, è bastato convincersi mentalmente che non si trattava che di un giorno per niente diverso dagli altri, caricato di simboli a tutti gli effetti di nessun concreto valore. L’Epifania è sempre stata, invece, quasi un sollievo, ponendo fine al tormentone di dover essere lieti per obbligo, che rappresenta il peggio dell’umano sentire.
Adesso accetto di buon grado addobbi e luminarie, con l’indulgenza con cui si guardano i giochi dei bimbi. Sono persino contenta dell’atmosfera gioiosa che pervade buona parte della gente e delle strade. In fondo è bello che qualcuno sia contento di accogliere le Feste…
Mi assoggetto con calma e diligenza al consueto impegno dei doni e dei pensieri augurali. I vicini hanno rinnovato le luci sull’intera facciata della loro casa, piccole e verdi. Non sembrano neppure natalizie… Un rametto di pungitopo con le sue bacche rosse rallegra la mia stanza, così come, a primavera, le violette…
“Occorre sbarazzarsi del cattivo gusto di voler andare d’accordo con tutti. Le cose grandi ai grandi, gli abissi ai profondi, le finezze ai sottili. Le rarità ai rari.”
Quelli che vogliono andare d’ accordo con tutti mi ricordano tanto i politici corrotti. non riesco a vedere proprio niente di poetico e di “educato” nel lecchinaggio. ma forse è un mio limite..
Nessun fratello, ho solo una sorella, e la vedo di rado pure. Ma ci vogliamo bene almeno, anche se per me i purtroppo il Natale è solo a Natale.
Per lei no, per lei lo è stato tutte le volte che mi ha sorriso e mi ha teso una mano, anche solo per fregarmi le patatine magari.
( Mi son sempre chiesto il perché avesse tutti quei regali durante l’anno. Ora lo so)
Su questo concordo. Sono contro la monarchia e l’aristocrazia nobiliare in genere. L’unico “principe” che riconosco è Samuel Bellamy, pirata alle Antille del XVII secolo. Un vero anarchico. Il suo motto? ” Io sono un principe libero, e ho altrettanta autorità di dichiarare guerra al mondo intero, anche a colui che ha cento navi per mare”.
“Natale, Capodanno, Befana, quando verso il quindici di dicembre comincio a sentir parlare di feste, tremo, come a sentir parlare di debiti da pagare e per i quali non ci sono soldi. Natale, Capodanno, Befana, chissà perché le hanno messe tutte in fila, così vicine, queste feste. Così in fila, non sono feste, ma, per un poveraccio come me, sono un macello. E qui non si dice che uno non vorrebbe festeggiare il Santo Natale, il primo dell’anno, l’Epifania, qui si vuol dire che i commercianti di roba da mangiare si appostano in quelle giornate come tanti briganti all’angolo della strada, così che, alle feste, uno ci arriva vestito e ne esce nudo.” (Da “Il picche nicche” ovvero Pic-nic, di A. Moravia)
Così percepiva lo scrittore la manciata di Feste che sta avanzando, sottolineandone l’aspetto mangereccio, che si è in seguito esteso su tutti i beni materiali, quasi che durante gli altri giorni non si consumasse abbastanza, di tutto e di più! Regali che per pochi hanno conservato un intimo valore.
Solo da qualche anno sono riuscita ad allontanare quasi del tutto la fobia della ricorrenza dedicata al calore della famiglia e di quella in cui sembravano inevitabili i bilanci. Per poterlo fare è stato indispensabile per il primo abbassare di molto le aspettative affastellate da bambina mentre per il secondo, più facile, è bastato convincersi mentalmente che non si trattava che di un giorno per niente diverso dagli altri, caricato di simboli a tutti gli effetti di nessun concreto valore. L’Epifania è sempre stata, invece, quasi un sollievo, ponendo fine al tormentone di dover essere lieti per obbligo, che rappresenta il peggio dell’umano sentire.
Adesso accetto di buon grado addobbi e luminarie, con l’indulgenza con cui si guardano i giochi dei bimbi. Sono persino contenta dell’atmosfera gioiosa che pervade buona parte della gente e delle strade. In fondo è bello che qualcuno sia contento di accogliere le Feste…
Mi assoggetto con calma e diligenza al consueto impegno dei doni e dei pensieri augurali. I vicini hanno rinnovato le luci sull’intera facciata della loro casa, piccole e verdi. Non sembrano neppure natalizie… Un rametto di pungitopo con le sue bacche rosse rallegra la mia stanza, così come, a primavera, le violette…
“Occorre sbarazzarsi del cattivo gusto di voler andare d’accordo con tutti. Le cose grandi ai grandi, gli abissi ai profondi, le finezze ai sottili. Le rarità ai rari.”
F. Nietzsche
Quelli che vogliono andare d’ accordo con tutti mi ricordano tanto i politici corrotti. non riesco a vedere proprio niente di poetico e di “educato” nel lecchinaggio. ma forse è un mio limite..
E’ Natale ogni volta
che sorridi a un fratello
e gli tendi la mano.
Nessun fratello, ho solo una sorella, e la vedo di rado pure. Ma ci vogliamo bene almeno, anche se per me i purtroppo il Natale è solo a Natale.
Per lei no, per lei lo è stato tutte le volte che mi ha sorriso e mi ha teso una mano, anche solo per fregarmi le patatine magari.
( Mi son sempre chiesto il perché avesse tutti quei regali durante l’anno. Ora lo so)
E’ Natale ogni volta
che rimani in silenzio
per ascoltare l’altro.
La cabeza de Yog y la man de Dios. Ben tesa, altrimenti non è Natale.
E per i non udenti senza fratelli?
E’ Natale ogni volta
che non accetti quei principi
che relegano gli oppressi
ai margini della società.
Su questo concordo. Sono contro la monarchia e l’aristocrazia nobiliare in genere. L’unico “principe” che riconosco è Samuel Bellamy, pirata alle Antille del XVII secolo. Un vero anarchico. Il suo motto? ” Io sono un principe libero, e ho altrettanta autorità di dichiarare guerra al mondo intero, anche a colui che ha cento navi per mare”.