[…] Fra i tanti creativi di cui ho potuto ammirare le opere, senza la presunzione di distinguere la non arte dall’arte vera, soltanto un numero minimo è riuscito a comunicare nel profondo con me, e solo di queste personalità manterrò ricordo, pur avendo scordato i loro nomi, così come difficilmente potrò dimenticare la forte impressione ricevuta nella sala dei 60 cartoni di Gaudenzio Ferrari e della sua scuola, mal illuminati ma significativi per meglio comprendere l’iter dall’idea all’esecuzione su tela. E’ stato come immergersi nella profondità del mare, incontrando una grande quantità di minuscoli pesciolini, di valore quasi nullo in quanto non messo in risalto da particolare successo di pubblico o di critica. Eppure, indipendentemente dai soggetti, dall’abilità esecutiva, dall’equilibrio delle composizioni e dell’insieme cromatico dei colori, aspetti più che soggettivi, ognuno di loro ha dedicato molto di sé alla realizzazione di opere che hanno segnato tappe nell’evoluzione dell’arte, nel bisogno di comunicare bellezza o emozioni e nel senso che questa attività può aver dato alle loro vite.
Le idee, non sempre percepite, comunicate o condivise, restano ammirevoli, al di là dall’impegno profuso per renderle note, anche quando rimangono appunto soltanto tali, per carenze espressive di vario genere. Non fa differenza lo stabilire contatti interiori con pochi o con una miriade di esseri umani per essere apprezzati da chi ha un’affine sensibilità, che consente di gustare la peculiarità dei singoli contributi.
Molto piacevole l’affiancamento nell’esposizione di una ricca mostra di giovani artisti contemporanei facenti capo ad accademie di mezzo mondo, avente per titolo “Il senso del corpo”. Una grande “freschezza”, finalmente punteggiata di nomi d’artista al femminile!
L’AFFETTO di un genitore non è amore nel senso proprio del termine, in quanto l’amore di solito si basa sull’eros ed è frutto di una scelta. Nei genitori migliori l’affetto è incondizionato mentre nel rapporto di coppia raramente ha questa connotazione. I due sentimenti non sono paragonabili, così come l’amore non è paragonabile all’amicizia, pur avvicinandoglisi moltissimo.
L’affetto, nella migliore delle ipotesi, è ciò che resta alla fine di un amore, lungo o breve che questo possa essere stato nel momento della sua maggior fioritura.
Sul tema ritengo interessante un recente approfondimento che mi ha consentito di fare Samael Aun Weor (esoterista colombiano, 1917-1977).
“La realtà è che la gente confonde la passione con l’amore. La passione è un veleno che inganna la mente ed il cuore. L’uomo appassionato crede fermamente di essere innamorato. La donna appassionata potrebbe perfino giurare di essere innamorata.
Gli appassionati sognano l’amore, cantano all’amore, però giammai hanno risvegliato il mondo dell’amore. Loro non sanno cos’è l’amore, lo sognano soltanto e credono di essere innamorati; questo è il loro errore, e quando la passione è stata pienamente soddisfatta allora rimane la cruda realtà, quindi viene il divorzio. Benché possa sembrare esagerato affermare che su un milione di coppie che si credono innamorate una sola lo è realmente, è così. È raro incontrare nella vita una coppia realmente innamorata. Esistono milioni di coppie appassionate, ma è molto difficile incontrane di innamorate.”
Ecco: l’innamoramento aveva per lui, come per me, la capacità di unire in modo pressoché totale l’anima al corpo, mentre la passionalità resta ancorata quasi soltanto al corpo, pur essendo impossibile per un essere umano separare nettamente le due componenti, in nessuna circostanza. E’ tuttavia innegabile che è la quantità di ciascuna di esse a fare una grande differenza nell’insieme del sentimento.
Mi trovo totalmente d’accordo con Samael soprattutto su questa affermazione, basata sull’iperbole, per meglio darle senso: “su un milione di coppie che si credono innamorate una sola lo è realmente”. Questo è l’innamoramento profondo, indissolubilmente legato all’amore, che di rado ho visto perdurare in coppie unite da decenni. Due o tre al massimo nell’arco di più di cinquant’anni. Però l’ho visto anche in una o due persone singole, che non hanno potuto concretizzarlo nella routine della quotidianità ma che hanno avuto comunque la fortuna di viverlo, nella sua assoluta unicità. PER ME è la profondità di questa versione dell’innamoramento, inteso come unione di aspetti fisici e psichici, a rendere UNICO un sentimento e a costituire la caratteristica primaria dell’Amore, a condizione che il coinvolgimento sia forte e sincero, indipendentemente dalla sua durata.
Per buona misura aggiungo un’ulteriore delucidazione di Samael: “Perché ci sia amore deve esistere tra i due esseri affinità di pensiero, affinità di sentimenti, affinità di emozioni, affinità nelle azioni, affinità di religione e di idee, ecc. ecc. Dove non esiste questa comunione mistica, l’amore è impossibile.” Personalmente, pur non aspirando a comunioni mistiche, aggiungo affinità di prospettive da proiettarsi nel futuro, che possano restare inalterate oppure che permangano condivise. A volte basta che queste cambino per uno dei due per mandare a monte decenni d’unione di coppia, laddove l’innamoramento iniziale, essendo superficiale e debole, già non ha avuto modo di persistere, in quanto non basta volerlo per continuare a dargli vitalità.
Nel pieno rispetto di opinioni altrui, non considero da meno il risultato delle mie ricerche sul tema, né le considerazioni in merito sulla stessa falsariga di grandi Maestri, curiosamente per lo più orientali e quindi meno legati alla materialità attualmente imperante in Occidente.
Rossana, ma ti sarai resa conto che il Samael che oggi citi la pensa come il Golem di un anno fa, causa questa che ha scatenato la Guerra dei Mondi? Amore confuso dalle illusioni, autoconvincimenti, sogni, ubriacature ormonali e via discorrendo, che invece con l’amore non c’entrano niente. Credo di averne parlato con tranquilla sicurezza in tempi non sospetti, pur ignorando l’esistenza di Samael, che se anche non fosse esistito non mi cambiava nè mi migliorava le convinzioni maturate negli ultimi anni riguardo l’argomento amore. Aggiungendo peró che se la passione è l’inganno dei sensi, l’innamoramento che spesso ne deriva non è ancora amore. E non è detto che lo diventi. Anzi, per il mio modo di vedere le cose, quest’ultimo è un’entitá simile nell’aspetto, ma talmente lontana dall’innamoramento che ha la stessa parentela con questo come quella che c’è tra l’uomo e la scimmia.
Io comunque non avrei bisogno di ulteriori conferme nè di sentirmi presuntuoso per questo quando dico che so di appartenere come relazione di coppia – per immeritata fortuna ma anche per capacità di averla saputa cogliere – a quell’una su un milione di cui parla l’esoterista colombiano.
P.S. L’amore di un genitore è l’amore per antonomasia. Quello sessuale si fregia abusivamente del titolo, diventandone degno quando il sesso diventa una “componente” derivata da altri fattori di affinità come quelli citati dall’esoterico che citavi. Infatti, come lo stesso sostiene, spesso, anzi sempre, finisce quando si esaurisce la spinta sessuale, mentre l’amore genitoriale, come quello di Cristo per i credenti per esempio, non puó finire mai.
L’amore su base sessuale non è neanche al primo posto nella classifica dei valori dei sentimenti che vengono accorpati sotto questo abusato termine a causa di sensazion non controllabili di natura istintuale. Quindi NON esclusivamente umana. Naturalmente tutto ció secondo la mia visuale.
Sapevo esattamente che non si sarebbe esitato a trarre spunto dalle frasi di apertura del testo riportato per tirare l’acqua al proprio mulino, in quanto le raffinatezze dei “distinguo” non fanno parte di granitiche certezze.
C’è qualcosa in più di quanto è stato riscontrato nelle considerazioni di Samael, che mi appaga e che non intendo dettagliare. Mi piace approfondire alcuni concetti sul tema per me stessa e per farne oggetto di condivisione, non di discussione, e tanto meno per applicarli a casi specifici, già ampiamente discussi.
Lo sapevi esattamente Rossana? Non era difficile prevederlo visto che l’esoterico colombiano sostiene quello che penso da tempo riguardo quel troppo frainteso sentimento. Non hai bisogno di dettagliare niente, anzi mi sorprende che tu abbia voluto darmi questa ulteriore piccola soddisfazione. Spero tuttavia che quel qualcosa in più che hai riscontrato in Samael non sia analogo a quel qualcosa in “più” che vedevi in Rossella.
Le raffinatezze dei distinguo, specie nel caso specifico in argomento e se le frasi sono riportate nella loro intierezza, temo appartengano all’ingenuo “entusiasmo” di voler vedere “oltre” il necessario, e “immaginarsi” quello che piace anche quando “oltre” non c’è niente. Come nel caso della utente appena citata, dove purtoppo non c’è niente neanche “prima” di quell’oltre. E non sono l’unico a pensarlo.
Le mie “personali” granitiche certezze sono corroborate dalla risposta dei fatti. Esattamente come insegna la filosofia positivista, dove “oltre” l’ipotesi c’è la tesi che la dimostra. Io non “cerco” più risposte sul vessato argomento infatti. Le ho avute, e questo mi basta, non passo tutta la vita a farmi domande se sono soddisfatto delle risposte rischiando di apparire ossessionato dai “distinguo”,quasi come se la risposta non la si volesse mai trovare.
Sulla relazione amorosa fra Frida e Diego, in merito a quanto scritto nella lettera iniziale, mi limito a ribadire:
“si tratta d’interpretazioni dall’esterno, che magari poco o niente hanno a che vedere con quanto realmente vissuto e sentito dai protagonisti, in un’epoca e in una cultura abbastanza defilate rispetto alla nostra attuale.”
“Credo che dipenda dal fatto che sono un tantino stupida perché tutte queste cose sono successe e si sono ripetute durante i sette anni vissuti insieme; e tutta la rabbia che ho ingoiato mi ha semplicemente fatto capir meglio che ti amo più della mia stessa vita, e che anche se tu non mi ami allo stesso modo, comunque un po’ mi ami – non è così?
E pur se ne dubito, mi rimarrà sempre la speranza che sia così, e di questo mi accontento..
Amami un poco, io ti adoro.”
(Frida Khalo)
superata la poliomelite contratta a 6 anni, ebbe il corpo frantumato da un incidente a 17, che la costrinse a ben 32 interventi alla spina dorsale e a lunghi periodi d’immobilità. è morta a 47, dopo che aveva dovuto sottoporsi all’amputazione di una gamba in cancrena.
non c’è da stupirsi, quindi, se la sua volontà di reazione vitale si riflettesse anche in un modo passionale d’amare. sposò e amò, a modo suo, come tutti, Diego Rivera, che la tradì persino con la sorella. il loro rapporto fu tempestoso: divorziarono ma poi tornarono insieme.
pare che abbia avuto molte relazioni amorose (André Breton, Lev Trostsky, oltre a una passione omosessuale con la cantante Josephine Baker, e a un intenso rapporto con José Bartoli).
fu molto amata, e mai dimenticata, dagli uomini che la conobbero. gli artisti, si sa, vivono in modo meno convenzionale i loro sentimenti ma non tutti sono attratti solo ed esclusivamente dall’arte.
“e tutta la rabbia che ho ingoiato mi ha semplicemente fatto capir meglio che ti amo più della mia stessa vita, e che anche se tu non mi ami allo stesso modo, comunque un po’ mi ami – non è così?
E pur se ne dubito, mi rimarrà sempre la speranza che sia così, e di questo mi accontento..
Amami un poco, io ti adoro.”
(Frida Khalo)”
è palese che si trattasse di una donna senza alcuna autostima e senza consapevolezza di se stessa. oltre che palesemente masochista perchè si beava e vantava, quasi, del suo dolore. E’ la solita vecchia storia di sempre: il proprio ego è il principale protagonista di questi “amori”, sui quali proiettiamo la speranza di vincere la nostra SFIDA per confermare a noi stessi il valore che abbiamo per gli altri. il sentimento romantico non centra niente!
quando frequentavo il mio bandito facevo gli stessi “ragionamenti”, ma allora ero una pischella poco più che ventenne che non capiva un caxxo e che era piena di tormenti, divisa com’ero tra un passato familiare caratterizzato dalla mia svalutazione, e di cui soffrivo i postumi, e un mondo esterno che mi imponeva di CRESCERE e di lasciarmi tutto alle spalle. questa Frida era senza dubbio una donna adorabile e che faceva tenerezza, ma le piaceva ILLUDERSI di vivere un amore, invece di cercare di VIVERNE UNO VERO. cosa comprensibile a 20 anni, ma non a 30 o a 40.
anche a 40 anni puoi innamorarti di uno stronzo, certo. ma se sei ADULTA lo riconosci COME TALE.
[…] Fra i tanti creativi di cui ho potuto ammirare le opere, senza la presunzione di distinguere la non arte dall’arte vera, soltanto un numero minimo è riuscito a comunicare nel profondo con me, e solo di queste personalità manterrò ricordo, pur avendo scordato i loro nomi, così come difficilmente potrò dimenticare la forte impressione ricevuta nella sala dei 60 cartoni di Gaudenzio Ferrari e della sua scuola, mal illuminati ma significativi per meglio comprendere l’iter dall’idea all’esecuzione su tela. E’ stato come immergersi nella profondità del mare, incontrando una grande quantità di minuscoli pesciolini, di valore quasi nullo in quanto non messo in risalto da particolare successo di pubblico o di critica. Eppure, indipendentemente dai soggetti, dall’abilità esecutiva, dall’equilibrio delle composizioni e dell’insieme cromatico dei colori, aspetti più che soggettivi, ognuno di loro ha dedicato molto di sé alla realizzazione di opere che hanno segnato tappe nell’evoluzione dell’arte, nel bisogno di comunicare bellezza o emozioni e nel senso che questa attività può aver dato alle loro vite.
Le idee, non sempre percepite, comunicate o condivise, restano ammirevoli, al di là dall’impegno profuso per renderle note, anche quando rimangono appunto soltanto tali, per carenze espressive di vario genere. Non fa differenza lo stabilire contatti interiori con pochi o con una miriade di esseri umani per essere apprezzati da chi ha un’affine sensibilità, che consente di gustare la peculiarità dei singoli contributi.
Molto piacevole l’affiancamento nell’esposizione di una ricca mostra di giovani artisti contemporanei facenti capo ad accademie di mezzo mondo, avente per titolo “Il senso del corpo”. Una grande “freschezza”, finalmente punteggiata di nomi d’artista al femminile!
L’AFFETTO di un genitore non è amore nel senso proprio del termine, in quanto l’amore di solito si basa sull’eros ed è frutto di una scelta. Nei genitori migliori l’affetto è incondizionato mentre nel rapporto di coppia raramente ha questa connotazione. I due sentimenti non sono paragonabili, così come l’amore non è paragonabile all’amicizia, pur avvicinandoglisi moltissimo.
L’affetto, nella migliore delle ipotesi, è ciò che resta alla fine di un amore, lungo o breve che questo possa essere stato nel momento della sua maggior fioritura.
Sul tema ritengo interessante un recente approfondimento che mi ha consentito di fare Samael Aun Weor (esoterista colombiano, 1917-1977).
“La realtà è che la gente confonde la passione con l’amore. La passione è un veleno che inganna la mente ed il cuore. L’uomo appassionato crede fermamente di essere innamorato. La donna appassionata potrebbe perfino giurare di essere innamorata.
Gli appassionati sognano l’amore, cantano all’amore, però giammai hanno risvegliato il mondo dell’amore. Loro non sanno cos’è l’amore, lo sognano soltanto e credono di essere innamorati; questo è il loro errore, e quando la passione è stata pienamente soddisfatta allora rimane la cruda realtà, quindi viene il divorzio. Benché possa sembrare esagerato affermare che su un milione di coppie che si credono innamorate una sola lo è realmente, è così. È raro incontrare nella vita una coppia realmente innamorata. Esistono milioni di coppie appassionate, ma è molto difficile incontrane di innamorate.”
Ecco: l’innamoramento aveva per lui, come per me, la capacità di unire in modo pressoché totale l’anima al corpo, mentre la passionalità resta ancorata quasi soltanto al corpo, pur essendo impossibile per un essere umano separare nettamente le due componenti, in nessuna circostanza. E’ tuttavia innegabile che è la quantità di ciascuna di esse a fare una grande differenza nell’insieme del sentimento.
[…]
[…]
Mi trovo totalmente d’accordo con Samael soprattutto su questa affermazione, basata sull’iperbole, per meglio darle senso: “su un milione di coppie che si credono innamorate una sola lo è realmente”. Questo è l’innamoramento profondo, indissolubilmente legato all’amore, che di rado ho visto perdurare in coppie unite da decenni. Due o tre al massimo nell’arco di più di cinquant’anni. Però l’ho visto anche in una o due persone singole, che non hanno potuto concretizzarlo nella routine della quotidianità ma che hanno avuto comunque la fortuna di viverlo, nella sua assoluta unicità. PER ME è la profondità di questa versione dell’innamoramento, inteso come unione di aspetti fisici e psichici, a rendere UNICO un sentimento e a costituire la caratteristica primaria dell’Amore, a condizione che il coinvolgimento sia forte e sincero, indipendentemente dalla sua durata.
Per buona misura aggiungo un’ulteriore delucidazione di Samael: “Perché ci sia amore deve esistere tra i due esseri affinità di pensiero, affinità di sentimenti, affinità di emozioni, affinità nelle azioni, affinità di religione e di idee, ecc. ecc. Dove non esiste questa comunione mistica, l’amore è impossibile.” Personalmente, pur non aspirando a comunioni mistiche, aggiungo affinità di prospettive da proiettarsi nel futuro, che possano restare inalterate oppure che permangano condivise. A volte basta che queste cambino per uno dei due per mandare a monte decenni d’unione di coppia, laddove l’innamoramento iniziale, essendo superficiale e debole, già non ha avuto modo di persistere, in quanto non basta volerlo per continuare a dargli vitalità.
Nel pieno rispetto di opinioni altrui, non considero da meno il risultato delle mie ricerche sul tema, né le considerazioni in merito sulla stessa falsariga di grandi Maestri, curiosamente per lo più orientali e quindi meno legati alla materialità attualmente imperante in Occidente.
Rossana, ma ti sarai resa conto che il Samael che oggi citi la pensa come il Golem di un anno fa, causa questa che ha scatenato la Guerra dei Mondi? Amore confuso dalle illusioni, autoconvincimenti, sogni, ubriacature ormonali e via discorrendo, che invece con l’amore non c’entrano niente. Credo di averne parlato con tranquilla sicurezza in tempi non sospetti, pur ignorando l’esistenza di Samael, che se anche non fosse esistito non mi cambiava nè mi migliorava le convinzioni maturate negli ultimi anni riguardo l’argomento amore. Aggiungendo peró che se la passione è l’inganno dei sensi, l’innamoramento che spesso ne deriva non è ancora amore. E non è detto che lo diventi. Anzi, per il mio modo di vedere le cose, quest’ultimo è un’entitá simile nell’aspetto, ma talmente lontana dall’innamoramento che ha la stessa parentela con questo come quella che c’è tra l’uomo e la scimmia.
Io comunque non avrei bisogno di ulteriori conferme nè di sentirmi presuntuoso per questo quando dico che so di appartenere come relazione di coppia – per immeritata fortuna ma anche per capacità di averla saputa cogliere – a quell’una su un milione di cui parla l’esoterista colombiano.
P.S. L’amore di un genitore è l’amore per antonomasia. Quello sessuale si fregia abusivamente del titolo, diventandone degno quando il sesso diventa una “componente” derivata da altri fattori di affinità come quelli citati dall’esoterico che citavi. Infatti, come lo stesso sostiene, spesso, anzi sempre, finisce quando si esaurisce la spinta sessuale, mentre l’amore genitoriale, come quello di Cristo per i credenti per esempio, non puó finire mai.
L’amore su base sessuale non è neanche al primo posto nella classifica dei valori dei sentimenti che vengono accorpati sotto questo abusato termine a causa di sensazion non controllabili di natura istintuale. Quindi NON esclusivamente umana. Naturalmente tutto ció secondo la mia visuale.
Sapevo esattamente che non si sarebbe esitato a trarre spunto dalle frasi di apertura del testo riportato per tirare l’acqua al proprio mulino, in quanto le raffinatezze dei “distinguo” non fanno parte di granitiche certezze.
C’è qualcosa in più di quanto è stato riscontrato nelle considerazioni di Samael, che mi appaga e che non intendo dettagliare. Mi piace approfondire alcuni concetti sul tema per me stessa e per farne oggetto di condivisione, non di discussione, e tanto meno per applicarli a casi specifici, già ampiamente discussi.
Lo sapevi esattamente Rossana? Non era difficile prevederlo visto che l’esoterico colombiano sostiene quello che penso da tempo riguardo quel troppo frainteso sentimento. Non hai bisogno di dettagliare niente, anzi mi sorprende che tu abbia voluto darmi questa ulteriore piccola soddisfazione. Spero tuttavia che quel qualcosa in più che hai riscontrato in Samael non sia analogo a quel qualcosa in “più” che vedevi in Rossella.
Le raffinatezze dei distinguo, specie nel caso specifico in argomento e se le frasi sono riportate nella loro intierezza, temo appartengano all’ingenuo “entusiasmo” di voler vedere “oltre” il necessario, e “immaginarsi” quello che piace anche quando “oltre” non c’è niente. Come nel caso della utente appena citata, dove purtoppo non c’è niente neanche “prima” di quell’oltre. E non sono l’unico a pensarlo.
Le mie “personali” granitiche certezze sono corroborate dalla risposta dei fatti. Esattamente come insegna la filosofia positivista, dove “oltre” l’ipotesi c’è la tesi che la dimostra. Io non “cerco” più risposte sul vessato argomento infatti. Le ho avute, e questo mi basta, non passo tutta la vita a farmi domande se sono soddisfatto delle risposte rischiando di apparire ossessionato dai “distinguo”,quasi come se la risposta non la si volesse mai trovare.
Sulla relazione amorosa fra Frida e Diego, in merito a quanto scritto nella lettera iniziale, mi limito a ribadire:
“si tratta d’interpretazioni dall’esterno, che magari poco o niente hanno a che vedere con quanto realmente vissuto e sentito dai protagonisti, in un’epoca e in una cultura abbastanza defilate rispetto alla nostra attuale.”
Mi spiace Rossana, ma sì sa molto di quella relazione.non c’è molto da interpretare.
“Credo che dipenda dal fatto che sono un tantino stupida perché tutte queste cose sono successe e si sono ripetute durante i sette anni vissuti insieme; e tutta la rabbia che ho ingoiato mi ha semplicemente fatto capir meglio che ti amo più della mia stessa vita, e che anche se tu non mi ami allo stesso modo, comunque un po’ mi ami – non è così?
E pur se ne dubito, mi rimarrà sempre la speranza che sia così, e di questo mi accontento..
Amami un poco, io ti adoro.”
(Frida Khalo)
superata la poliomelite contratta a 6 anni, ebbe il corpo frantumato da un incidente a 17, che la costrinse a ben 32 interventi alla spina dorsale e a lunghi periodi d’immobilità. è morta a 47, dopo che aveva dovuto sottoporsi all’amputazione di una gamba in cancrena.
non c’è da stupirsi, quindi, se la sua volontà di reazione vitale si riflettesse anche in un modo passionale d’amare. sposò e amò, a modo suo, come tutti, Diego Rivera, che la tradì persino con la sorella. il loro rapporto fu tempestoso: divorziarono ma poi tornarono insieme.
pare che abbia avuto molte relazioni amorose (André Breton, Lev Trostsky, oltre a una passione omosessuale con la cantante Josephine Baker, e a un intenso rapporto con José Bartoli).
fu molto amata, e mai dimenticata, dagli uomini che la conobbero. gli artisti, si sa, vivono in modo meno convenzionale i loro sentimenti ma non tutti sono attratti solo ed esclusivamente dall’arte.
“e tutta la rabbia che ho ingoiato mi ha semplicemente fatto capir meglio che ti amo più della mia stessa vita, e che anche se tu non mi ami allo stesso modo, comunque un po’ mi ami – non è così?
E pur se ne dubito, mi rimarrà sempre la speranza che sia così, e di questo mi accontento..
Amami un poco, io ti adoro.”
(Frida Khalo)”
è palese che si trattasse di una donna senza alcuna autostima e senza consapevolezza di se stessa. oltre che palesemente masochista perchè si beava e vantava, quasi, del suo dolore. E’ la solita vecchia storia di sempre: il proprio ego è il principale protagonista di questi “amori”, sui quali proiettiamo la speranza di vincere la nostra SFIDA per confermare a noi stessi il valore che abbiamo per gli altri. il sentimento romantico non centra niente!
quando frequentavo il mio bandito facevo gli stessi “ragionamenti”, ma allora ero una pischella poco più che ventenne che non capiva un caxxo e che era piena di tormenti, divisa com’ero tra un passato familiare caratterizzato dalla mia svalutazione, e di cui soffrivo i postumi, e un mondo esterno che mi imponeva di CRESCERE e di lasciarmi tutto alle spalle. questa Frida era senza dubbio una donna adorabile e che faceva tenerezza, ma le piaceva ILLUDERSI di vivere un amore, invece di cercare di VIVERNE UNO VERO. cosa comprensibile a 20 anni, ma non a 30 o a 40.
anche a 40 anni puoi innamorarti di uno stronzo, certo. ma se sei ADULTA lo riconosci COME TALE.