Ho 31 anni, sono il gestore e proprietario di un disco/pub, nel frattempo mi sono laureato qualche anno fa “a tempo perso” per avere eventualmente una seconda chance ( pensavo ) ma a causa del lavoro che mi occupava gran parte del tempo ho trascurato lo studio ottenendo una valutazione piuttosto bassa.
Fino al 2006 riuscivo a portare a casa uno stipendio al netto dignitoso ma non mi sentivo soddisfatto perchè pur lavorando in media 10 ore al giorno sabati e domeniche inclusi non riuscivo ad andare oltre i 1000-1100€ al mese.
A fine 2006 ho preso la decisione di ampliare l’ attività trasformandola da piccolo bar/paninoteca aperto dalle 6.30 alle 20 in un disco/pub, con lo scopo di attirare una clientela più giovane e incrementare gli incassi.
Per fare ciò ho utilizzato la liquidazione di mia madre, oltre a un prestito infruttifero da parte di mio padre e un mutuo con la banca di 60000€ oltre ad assumere altri due dipendenti che si alternavano part time, beneficiando inoltre di una legge provinciale che permetteva di accedere a sostanziosi contributi.
Ho acquistato un ex rimessa posta nelle adiacenze e ho rinnovato completamente l’ arredamento e l’ attrezzatura.
All’ inizio le cose andavano benino, e il fatto di dar lavoro a due persone mi rendeva estremamente orgoglioso. Verso la fine dello stesso anno però mia madre si ammalò gravemente e fu una grossa mazzata dal punto di vista psicologico, anche perchè non poteva più aiutarmi nell’ attività come faceva abitualmente nella fascia mattutina.
Lei in famiglia fungeva anche come “freno”, con il suo stile di vita sobrio e il suo esempio encomiabile, infatti oltre al suo lavoro e alla famiglia aiutava al bar tutte le mattine.
Mi trovai costretto ad assumere un altro dipendente, e iniziò un periodo di fortissimo stress per il sommarsi delle accresciute responsabilità sul lavoro e il continuo via vai per i ricoveri ospedalieri di mia madre.
A metà 2008 mia madre morì lasciando un vuoto incolmabile, ma paradossalmente dopo le prime settimane parte dell’ enorme stress accumulato per la sua lunga malattia iniziò a svanire ed iniziò un periodo relativamente tranquillo che si protrasse fino alla fine del 2009, in cui avviai anche una relazione importante con una ragazza 9 anni più giovane di me che conoscevo già da tempo.
Purtroppo iniziai a condurre una sorta di doppia vita, perchè da un lato mi accorsi che avevo investito nel momento sbagliato e avevo tantissime spese, e dall’ altro l’ orgoglio non mi permetteva di ammettere a me stesso che in realtà avevo sbagliato, e al contrario iniziai ad avere uno stile di vita molto più dispendioso di prima anche per fare “il brillante” con la nuova ragazza.
Nel frattempo vedevo i miei coetanei sposarsi, costruirsi una posizione, e provavo un malcelato senso di invidia nei loro confronti perchè sapevo che anche se dall’ esterno potevo sembrare una persona abbastanza realizzata che ce la stava facendo da solo, sapevo che in realtà stavo “barando”, perchè di fatto dal 2007 non ho fatto altro che accumulare debiti.
Nel 2010 la situazione finanziaria iniziò a diventare insostenibile, e iniziai ad accusare i primi segni di malessere psicofisico con attacchi di panico durante la notte.
Spiegai la situazione a mio padre che si dimostrò comprensivo, e ci trovammo d’accordo sul fatto di proseguire ancora fino alla fine dell’ anno e fare il punto della situazione.
Anche la mia ragazza sulle prime si dimostrò comprensiva, ma iniziò anche a causa della sua famiglia a sviluppare il complesso di “quella che si è presa su un fallito”, perchè sicuramente allo stato attuale non potevo essere considerato una persona che dava grandi garanzie per il futuro.
Lei invece era ancora molto giovane e poteva aspirare certamente a qualcosa di meglio.
Fatto sta che la situazione iniziò a deteriorarsi finchè proprio alle porte della stagione estiva decise di lasciarmi, dopo che aveva promesso di aiutarmi e le avevo già preparato tutti i documenti per assumerla regolarmente.
Iniziò un periodo in cui non c’ ero proprio più con la testa, il pensiero che mi aveva lasciato perchè ero un fallito ebbe un effetto dirompente sulla mia psiche già provata.
Per dimostrarle il contrario feci costruire un palco esterno nel piazzale antistante al locale, con chiosco delle bevande esterno e mi rivolsi a un’ agenzia di spettacoli e amici musicisti per avere ogni fine settimana qualche evento di richiamo.
Il risultato fu l’ ennesima “finzione”, e un disastro economico.
Gli incassi effettivamente raddoppiarono ma le spese tri-quadruplicarono, perchè le serate meno fortunate tra service, artisti, agenzia e aiutanti si mangiavano con gli interessi i guadagni di quelle buone.
Inoltre come chi è del mestiere sa le serate cosiddette buone erano comunque un terno al lotto, perchè tra Guardia di Finanza,SIAE,polizia amministrativa e imprevisti vari non si sa mai come può andare a finire: in due occasioni gli spettacoli vennero sospesi, anche se avevo tutti i permessi a posto, mentre proprio in una delle ultime serate su imbeccata di un concorrente venne a farmi visita la GdF che mi fece un verbale da paura perchè trovò due ragazze senza regolare contratto e una gestione contabile un po’ “allegra”riguardo agli ultimi due mesi.
Inoltre in un’ altra visita la Polizia Amministrativa rilevò la mancata presentazione richiesta occupazione suolo pubblico e altre irregolarità, e il tutto portò alla chiusura del locale per un mese con relativo sputtanamento anche a mezzo stampa.
D’ altra parte come ho detto stavo attraversando un periodo in cui non c’ ero molto con la testa, ma questa ulteriore mazzata mi fece precipitare in uno stadio ancora peggiore.
Il mio orgoglio mi impedisce di cercare aiuto, nemmeno presso gli amici che certo non mi sono mai mancati, mi rifugiavo nell’ alcool e nei videopoker per non pensare.
La situazione è distruttiva perchè la banca continua a chiedermi di rientrare almeno sul fido in c/C e ho acceso due prestiti di 50000€ ciascuno presso finanziarie, inoltre dovrei assolutamente almeno cercare di risollevare in parte le sorti del locale perchè chiudere per svariati mesi significherebbe affittare a un canone stracciato in seguito causa perdita di tutta la clientela.
Vendere non posso fino al 2016 dato che avendo usufruito dei contributi provinciali ho il vincolo di inalienabilità per 10 anni.
Il mio dramma personale è iniziato quando in uno dei rari momenti di lucidità mi sono reso conto che la situazione era irrecuperabile e non vedevo nessuna via di uscita, tutto nero.
Praticamente dopo il mese di chiusura coatta ho dovuto lasciare a casa due dei dipendenti regolari che si alternavano durante l’ orario di apertura dell’ esercizio, essendo rimasti solo io e un altro ho dovuto ridurre gli orari ( in pratica ho rinunciato alla fascia mattutina e il locale resta aperto dalle 13 alle 2 ).
Mi resta comunque l’ orgoglio di averli sempre pagati regolarmente in tutti questi anni e di essermi sempre comportato correttamente con loro.
La clientela però si è ridotta ulteriormente perchè io non ci sto più dentro con la testa e la giovialità dei bei tempi con i clienti se n’è andata, insomma ogni giorno è sempre peggio e io sto malissimo anche fisicamente, non riesco a chiudere occhio, sono spesso preda degli attacchi di panico e ho pensato più volte di farla finita da tanto mi è diventato pesante vivere.
Ogni giorno che tengo aperto perdo soldi perchè i clienti sono meno di un tempo e riesco a pagare a stento gli interessi del fido figuriamoci il resto.
Ho fatto un po’ di conti e se riuscissi ad affittare a 2500€ al mese nel giro di 5 anni riuscirei a risollevarmi un po’, ma allo stato attuale nessuno è disposto a pagare una cifra del genere, c’ è crisi e il locale è un po’ “sputtanato”.
Mio padre non mi può aiutare perchè il locale è in pratica la sua eredità, quel poco che aveva da parte me l’ ha dato per i lavori e vive con la sua pensione di 700€ al mese.
Se si potesse vendere ora il valore si aggirerebbe intorno ai 450mila €, tolti i debiti sarebbero circa 250mila che in pratica è il valore che aveva prima di fare tutti i lavori…su di me pesa enormemente questo conto mentale di aver sputtanato tutti i soldi che mi ha dato più la liquidazione di mia madre per niente.
Il dramma nel dramma è che io non so fare niente altro; anche se ho una laurea inutile in pratica ho sempre e solo lavorato nel bar, se mando in giro qualche curriculum mi ridono in faccia.
Il senso di colpa mi sta distruggendo in maniera rovinosa perchè non passa attimo in cui non penso che se in quel dannato giorno del 2006 avessi deciso di accontentarmi dei miei 1000€ “sicuri”, adesso non sarei in questa situazione.
Inoltre a 31 anni ormai penso di aver perso qualsiasi possibilità di avere una vita normale, una famiglia, dei figli.
Qualunque soluzione che esamino mi pare senza via d’ uscita: il confronto con gli altri è impietoso, ormai rimettermi in carreggiata è impossibile.
Ho vissuto altri momenti difficili nella mia vita; a differenza di ora però avevo sempre un appiglio…mi dicevo ecco adesso faccio questo, o provo quest’ altro, adesso invece mi sono accorto definitivamente di non aver più nessuna soluzione possibile.
Quando dico che le ho pensate tutte intendo proprio tutte: purtroppo tra la mia cerchia di amici e parenti più stretti non c’ è nessuno che possa per così dire “prendersi carico di me” ovvero darmi fiducia per 6 mesi-1 anno dato che o lavorano nel pubblico o sono a loro volta dipendenti…se solo intravedessi la possibilità di avere un’ entrata anche piccola ma certa per un po’ di tempo, e nel frattempo riuscissi ad affittare a un canone accettabile, forse qualche nube potrebbe schiarirsi. Ma questa possibilità non c’ è.
Ho paura dei medici perchè avendo fatto per molti anni il ruolo di “confessore” da dietro il banco e avendo visto molte storie assimilabili alla mia so che finirei imbottito di psicofarmaci a condurre un’ esistenza larvale, aiutato dai servizi sociali, che non merita di essere vissuta.
Un anno e mezzo fa ho stipulato un’ assicurazione sulla vita, tra meno di sei mesi sono trascorsi i due anni quindi almeno anche in caso di suicidio mio padre avrà un piccolo sollievo economico, penso sia meglio che vedere un figlio morire ogni giorno.
Completo fallimento personale
di
Alex79
Lettera pubblicata il 7 Marzo 2011. L'autore, Alex79, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
La lettera ha ricevuto finora 38 commenti
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Non credo che nel caso di suicidio , l’assicurazione paghi.
Quindi astieniti.
Inoltre se c’hai un’ipoteca la banca la casa se la piglia lo stesso.
Eppoi lasci un padre senza una moglie ed un figlio?
Lotta fino all’ultimo , male che vada , meglio che entrambi ve ne andiate in Costarica che sottoterra!
Sei un ragazzo intelligente ed onesto , valuta la tua situazione con un commercialista .
Vedi quello che è meglio pagare o quello che si potrebbe evitare di pagare subito.
Tutti abbiam momenti difficili . Anch’io non ho piu’ mio padre da 4 anni per un male incurabile. la mia ragazza (Persona che ritenevo speciale e piena di valori) così “innamorata” e pronta per il matrimonia mi lascia dopo quasi 4 anni dall’oggi al domani ,perchè sto incrementando con una seconda attività e pensa che cosi facendo io abbia trascurato le nostre cose ..Bah assurdo ….anzi se faccio due lavori era per avere maggiori sicurezza…Ma intanto ciao!
Anche io ora non navigo nell’oro . Certo mi son riproposto di non avere debiti o mutui , perchè ora le cose cambiano , in bene o in male , dall’oggi al domani e quindi , stessa auto e pochi soldi da spendere in extra!!!…Ma così và…
Ingegnati a far fruttare quel che hai ….anche in piccolo , meglio di niente…
Dallo in gestione..magari il cambio di facciata serve.Se riesci e cerca di trovare un lavoro . Fornaio per es?
Secondo me l’unico errore che hai fatto e’ lo sperpero per fare “lo splendido” con la ragazza.
Per il resto a 32 anni hai pur sempre tirato su in tempi di crisi un’attivita’ che se venduta varrebbe 450.000 euro. Certo con debiti ecc ma comunque ! Io non sono proprietario di un bel nulla !!
Tu hai provato, sono completamente d’accordo con Kid, dai anche a me l’impressione di una persona intelligente ed onesta, esistono le debolezze, ed il fatto di voler dimostrare di farcela anche quando si sta crollando non è certo un reato, tu in quel momento ci credevi e hai cercato continuamente delle soluzioni mettendoti in gioco e rischiando …non è andata benissimo, ma esiste sempre una soluzione e sicuramente hai bisogno della consulenza di qualcuno per cercare comunque di uscirne evitando troppe perdite. Non sarebbe male l’idea di subaffittare il locale ma anche qua non si sa mai con chi incappi, se poi non ti pagano sfrattare qualcuno oggi come oggi è davvero impossibile..
Prima di tutto devi metterti tranquillo, hai vicino un padre che ti rassicura e che ti sta vicino, fino ad oggi hai fatto come credevi tu e va bene adesso ascolta chi ha piu’ esperienza di te e affronta la situazione senza pensare a tutte quelle brutte cose..sii responsabile e non lasciare a tuo padre un ennesimo dolore, esistono situazioni molto peggiori della tua ed anche da queste si può comunque uscire.
Quando ti capiterà di avere nuovamente una persona vicino condividi comunque con lei i tuoi pensieri, se ne varrà davvero la pena resterà lì vicino a te e tutto ti sembrerà più facile d’affrontare, non hai bisogno di inventarti una vita diversa…perché tanto le bugie hanno le gambe corte e prima o poi la verità riemerge ed è questo che allontana le persone, la menzogna, non i problemi..
Arriverà il giorno in cui penserai a questo periodo solo come ad un brutto ricordo lontano..credimi, ho visto succedere queste cose a persone a me vicine..anche peggio e ce l’hanno fatta..
Ti abbraccio..e forza…!!
Caro Alex, ho letto la tua lettera ieri notte, per motivi tecnici non ho potuto risponderti subito e mi è dispiaciuto molto, perché mi sarebbe almeno piaciuto dirti che, questo messaggio nella bottiglia che avevi spedito nell’oceano della rete, era stato trovato. Non cambia la sostanza delle cose, però ci sono persone (e forse lo dico per proiezione mia) che hanno più difficoltà degli altri a concedersi di dire: ho un problema, e chiedere aiuto… non credo c’entri solo l’orgoglio, ma anche il fatto di cercare di non pesare sugli altri e anche il timore di ammettere con se stessi: non ce la faccio, perché sentirselo dire fa paura. E forse allora è anche per questo che la “facciata” è stata così importante per te, così come nasconderti i problemi, non solo perché temevi i giudizi esterni o perché volevi dimostrare qualcosa alla tua ex. Che peraltro non ti ha lasciato perché sei un fallito. Forse ti avrebbe lasciato comunque, ma è successo nel momento sbagliato, forse non aveva la maturità per affrontare delle difficoltà vere perché si aspettava che tu fossi in un certo modo (ma gli esseri umani conoscono anche le difficoltà e anche le difficoltà di gestirle alle volte, no?), però di sicuro adossarti tutte le responsabilità anche in quel caso bene non ti fa, anche se sei dotato di autocritica, che, se non diventa implosiva e non ti fa perdere le risorse tramutandosi in puro senso di colpa, è un pregio, perché ti permette anche di rivedere degli errori in modo costruttivo nel futuro.
Ho letto la tua storia, e innanzitutto vorrei dirti che le analisi che fai, a parte nei momenti in cui l’ansia del labirinto ti fanno un po’ partire per la tangente, sono molto lucide, e quindi la tua lucidità c’è, anche se è altrettanto vero che sei molto stanco, spaventato, e l’angoscia ti attanaglia. Io credo che tu sia stato coraggioso a tentare di fare di più e che i flop possano capitare a chiunque, purtroppo. Soprattutto quando ci sono contingenti che possono complicare le cose, anche contro la nostra volontà e le nostre ottime intenzioni.
Gli attacchi di panico sono un segnale, e tu non hai ascoltato i segnali del tuo istinto e della tua ansia, ho l’impressione, Alex.
Da un lato non hai potuto, perché avevi tanti problemi, lo capisco, dal fatto, cercare di ignorarli e tapparli prendendo decisioni anche dettate dall’ansia ti ha fatto forse incasinare ancora di più.
Capisco, credimi, il concetto vedersi morire ogni giorno e la sensazione di labirinto, per altre ragioni
ma conosco.
Però non è assolutamente vero che tuo padre preferirebbe avere un figlio suicida che vedere un figlio stare male.
Tu credi che cos’ metteresti fine ai tuoi sensi di colpa… persino in “modo pratico”, ma la verità è che semmai caricheresti tuo padre del fatto di non aver saputo fare niente per te, si chiederebbe cosa ha sbagliato lui. Io comprendo i tuoi sensi di fallimento e di colpa, che in questo momento di sovrastano, anche per via del panico e dell’ansia, che li aumenta, ma il discorso è che hai due problemi, la situazione ecomica e le sensazioni che provi e i discorsi che ti fai, sono collegati al problema ma che sono figli dell’ansia e della stanchezza e della paura, anche se si intersecano in continuazione con discorsi più lucidi.
Tuo padre forse, piuttosto che un figlio morto o vedere morire un figlio ogni giorno, prefereribbe che suo figlio tentasse almeno di curarsi. Cosa che non fai.
Pensi già che diventeresti una larva con il sostegno dei servizi sociali ma questa è una cosa che ti racconta la tua ansia. Non è che se chiedi aiuto automaticamente finirai così. Semmai farai qualcosa per la tua ansia, intanto, e fare qualcosa per la tua ansia forse ti aiuterà anche a riuscire a vedere delle soluzioni (positive, attuabili) che ora non riesci a vedere. Non dico che ci siano, ma se ci sono continuando a implodere nei tuoi attacchi di panino non le vedrai.
Con i tuoi attacchi di panico e il tuo malessere temo che tu stia facendo quello che hai fatto in altri momenti con la tua attività, e cioè cercare di nasconderti i problemi sotto il tappeto, dandoti delle motivazioni razionali.
Allo stesso modo ora senti di avere gli attacchi di panico e uno stato acuto di malessere ma ti dici: non posso curarmi, perché sarebbe peggio. Ma, visto che pensi persino al suicidio, cosa hai da perdere? La dignità? Non c’è nulla di male ad ammettere, ma con chi può aiutarti, di avere un problema di ansia. L’ansia è in nostro sistema che ci avverte che abbiamo tirato troppo il motore, e che il nostro preoccuparci è andato in implosione e altre cose simili.
Credimi, Alex, non la faccio facile, ho letto tutto con attenzione.
Solo che mi dispiace che tu ti distrugga internamente e distrugga le tue risorse per paura di chiedere aiuto, quando, riuscendo (ma in modo costruttivo) a far calare l’ansia ritroveresti anche risorse tue, interiori, che ora ti pare di aver perduto.
Ciao e grazie per la risposta.
Praticamente per il mutuo con la banca ho l’ ipoteca sul locale stesso, in totale ho circa 200mila € di debiti e nell’ ipotesi che mi passino il consolidamento mi verrebbero circa 1400€ al mese di rata.
Se non ce la faccio a pagare andrebbe all’ asta e in più dovrei restituire il contributo provinciale ( perchè non sono passati 10 anni ),quindi mi resterebbero poche briciole.
Se ci lavoro dentro io con grandissimi sacrifici potrei arrivare a 2000€ netti al mese che mi consentirebbero di pagare i debiti e sopravvivere ; ma sai quante cose possono succedere in 20 anni? Nella situazione in cui sono vedo tutto nero.
Anche perchè sicuramente tra qualche anno ci saranno da fare manutenzioni e non posso fare altri debiti, anche per le spese correnti sono in grossa difficoltà, figurati che ho dovuto pure tagliare l’ abbonamento a sky sport con relativa perdita di clienti abituali.
E se mi aprono un altro locale vicino tutto nuovo ( cosa probabile visto il nuovo PRG del comune ), è meglio se mi sparo subito anche perchè quello di cui avrei bisogno ora è di un minimo di certezza sulle mie entrate nel medio/lungo termine…
Io non so fare niente altro, non posso stare un anno fermo perchè il debito non si paga da solo e nel frattempo si deve sopravvivere quindi alla mia età non ho la possibilità di “investire” in formazione..e sono amaramente consapevole che per qualsiasi altro lavoro ci sono centinaia di ragazzi più giovani, più preparati e più intraprendenti…
la soluzione migliore sarebbe senz’ altro quella di tener duro in tutti i modi questi 5 anni e poi vendere…ma non è facile con questa situazione debitoria e senza le spalle coperte…ho visto gente diventare un rifiuto sociale per molto meno, e nel frattempo ho già dovuto rinunciare al mio grande hobby ( la musica ) e alla possibilità di avere una vita normale…tu sei stato fortissimo e ( non sono parole al vento ) hai veramente trovato una che non ti meritava…io non posso fargliene una colpa, al suo posto mi sarei mollato anch’ io.
Forse ieri mi son lasciato andare un po’ troppo allo sconforto, mio padre è anziano e mezzo invalido non so quanto dura ancora, sarebbe più felice a vedermi lottare…che se ne fa dei soldi solo come un cane con un figlio che si è sparato…però in questo momento nerissimo mi accorgo di essere estremamente lucido e di non vedere via d’ uscita razionalmente.
Guarda,qualcun altro nelle tue condizioni avrebbe già lasciato a spasso i dipendenti da tempo,tu non l’hai fatto e devi esserne orgoglioso.certamente hai commesso errori di gioventù e ti trovi in una situazione non facile,ma non sei stato un farabutto.hai sì peccato di orgoglio e di caparbietà ma questo in gioventù è una cosa che capita quasi a chiunque.il passato è il passato,non tentare il suicidio e non pensarci,non serve a nulla.piuttosto,vero,forse il tuo curriculum sarà scarso ma hai provato a cercare quei lavori che si dice (appunto,si dice,ma poi nella realtà…) che noi italiani non vogliamo più fare? hai ancora delle soluzioni,non sei in un vicolo cieco.
Ciao alex, ti presento me stesso. Un quarantenne davvero fallito, non come te. Sempre a sognare di mettersi in proprio, ma in realtà sempre timoroso di tutto, trincerato dietro ai suoi 1500 al mese. Che si sudano da matti, costano fatica e medicine (per reggere) e sono costantemente in dubbio. Credimi: non sono mai sicuri.
Quarant’anni sono tanti. E si vive nella rassegnazione.
Tu adesso non puoi. La laurea dimostra che hai testa, le tue parole che hai grinta, i tuoi pensieri che hai etica. Il mondo ti vuole, ha bisogno di gente come te. Che fatica clamorosamente ma che da speranza, e che avrà speranza.
Io fallito per davvero ti prego dal profondo: accetta l’imperfezione della vita, e le scelte (non sbagli) che hai fatto. In quel momento, dovevi fare così. Punto.
Come diceva vasco, corri e fottitene dell’orgoglio. Ne ha rovinati più lui che il petrolio.
Tra poco è primavera, sai che se vuoi può essere la tua primavera. Consigli pratici, io falito, non saprei dartene. Ma kid qui sopra mi sembra di buon senso. Adesso hai le carte. Giocale per dio!
grazie veramente a tutti quanti cerco di rispondervi a tutti se ci riesco.
Zoa è vero.Infatti se anche riuscissi ad affittare possono sorgere un sacco di complicazioni, conflitti su chi deve fare determinati lavori, se poi hanno problemi anche gli affittuari il rischio è di trovarsi con l’ azienda chiusa, sputtanata e non prendere più un €…se invece si dimostra una buona gestione ci son vincoli precisi sui contratti commerciali quindi se vogliono andare avanti per altri 6 anni è difficile trovare un compratore che acquisti con gli affittuari dentro…insomma casini su casini.
Insomma valutando tutti i pro e contro sono arrivato alla conclusione che il male minore è che prosegua io almeno so di che morte morirò…
Luna tu hai capito benissimo gran parte della situazione, se guardo la mia storia a ritroso vedo che l’ ansia è al centro di tutto, insieme a una certa ambizione però poco razionale.
E tutto questo porta a fare scelte poco ponderate e affrettate perchè vedi gli anni che ti scorrono via e vuoi recuperare il tempo perduto.
Per dirti fino ai 25-26 anni non ho mai avuto chissà che vita sociale, con gli orari che facevo e lo studio il tempo era poco e quel poco che risparmiavo lo mettevo nell’ auto e strumenti musicali.
Poi quando ho deciso di ampliare i primi tempi mi son trovato un bel po’ di contanti in mano tutti i mesi, in più avendo assunto due persone avevo anche più tempo libero, e ho iniziato a concedermi alcune cose che in passato non avevo mai avuto la possibilità di fare.
Sicuramente nel mio mutato rapporto col denaro ha contribuito la mancanza di mia madre che era un po’ la contabile della famiglia.
Si ( in questo rispondo anche a Cronico ), penso di essermi un po’ schiarito le idee e di aver abbandonato l’ idea impulsiva di affittare al primo che passa e cercare dell’ altro, rischierei di fare ancora peggio: inoltre abituato ai miei ritmi restare nell’ inazione per mesi potrebbe essere ancora più distruttivo ( già il mese che ho dovuto tener chiuso è stato pesantissimo ).
Vorrei capire Luna, non essendo pratico, come è l’ iter. Mi spiego: se i medici constatassero che ho bisogno di 15 giorni di terapia full immersion per stabilizzarmi pensi che sarebbe fattibile con una certa urgenza? Non so che potrei fare se sto in questa situazione per settimane, e se mi ricoverano quando inizia la stagione sarebbe ancora peggio
Robert, credo che la cosa che forse entrambi non abbiamo mai imparato, e ne abbiamo fatto le spese, sia che bisogna saper accontentarsi.
Se i tuoi 1500€ ottenuti con grandi sacrifici ti consentono di avere una vita dignitosa dovresti essere orgoglioso di te stesso, soprattutto se sei partito da zero.
Pensa a me, io 5 anni fa ( non un secolo fa ),avevo tantissime opzioni,potevo vendere e avere una rendita da parte cercando di spendere quell’ inutilissima laurea che ho preso ( triennale in economia ) che forse all’ epoca mi avrebbe fruttato qualcosa ( ora no,sono troppo anziano e 5 anni di buco son troppi ), potevo accontentarmi dei miei 1000-1200€ al mese nel bar quando era piccolo che senza più lo studio mi lasciavano comunque un po’ di tempo libero per le mie passioni, potevo fare tantissime cose, ora invece sono in un vicolo cieco con la consapevolezza di aver mandato all’ aria in pochi anni decenni di sacrifici dei miei genitori…per dirti ora il locale varrebbe sui 450mila € ma a parte la rimessa acquistata il resto dell’ investimento che ho fatto io sono arredi e finiture…solo il bancone nuovo 45000€ che a essere più accorti si poteva risparmiare un sacco…e come tali sono suscettibili al tempo e alla moda…ma avevo bisogno di spendere tanto perchè il contributo va in percentuale sulle fatture presentate…se almeno avessi investito di più in metratura avrei qualche certezza in più…oddio più ci penso più non ce la faccio