Salve,
ho bisogno di scrivere a qualcuno, altrimenti rischio di impazzire. Mai avrei pensato di scrivere una lettere di questo genere, ma se lo sfogo può aiutarmi in qualche modo ad alleviare questo senso di oppressione, allora il tentativo non è inutile. Vengo al dunque.
Ho 27 anni, sono taciturna ed estremamente timida, anzi, direi più affetta da fobia sociale; il solo entrare in contatto con gli altri genera in me una profonda ansia. Rispetto a qualche anno fa, ho fatto grandi passi in avanti grazie all’università, che mi ha aiutato a responsabilizzarmi e ad essere più autonoma. Il mio carattere introverso mi ha impedito, nel tempo, di stringere amicizie importanti, men che meno amori. Mi sono innamorata solo una volta nella mia vita e, come spesso accade, il sentimento non era corrisposto. Dopo, il nulla. Non ho mai provato un sentimento per un altro essere umano, ero completamente insensibile alle cotte, all’amore o alle ossessioni sentimentali, probabilmente perché non ho mai avuto la possibilità di conoscere appieno il carattere altrui, visto che non sono una persona che si lascia travolgere solo dall’aspetto estetico. C’è anche da aggiungere che non ho contatti con l’altro sesso, escludendo i familiari. Tutto ciò genera un profondo imbarazzo quando sono costretta ad interagire con un uomo. L’insensibilità amorosa mi ha reso sempre lucida, invulnerabile, l’umore dipendeva da me e da me soltanto. Ora tutto è cambiato. Sono diventata più insicura di prima, sono vulnerabile e il mio stato d’animo dipende in larga parte da un’altra persona. Questo mi fa rabbia, perché sono sempre stata indipendente anche nei sentimenti e il fatto, ora come ora, di dipendere da un’altra persona mi rende estremante vulnerabile. Questo perché credo di essermi innamorata. E’ difficile anche ammetterlo.
Circa una anno fa ho ricevuto una richiesta di amicizia su facebook (so che può sembrare infantile, ma non è così) da un ragazzo poco più grande di me, completamente sconosciuto. Inizialmente credevo fosse una di quelle amicizie fantasma o chieste solo per fare numero. Niente di più falso. Con il tempo ho notato che avevamo (e abbiamo) moltissimi interessi in comune (ho sempre usato facebook per condividere con altre persone le mie passioni, che sono la lettura e la musica). Ho notato, con una certa sorpresa, una presenza attiva da parte sua, con i vari “mi piace”, che io contraccambiavo ai suoi bellissimi post. Piano piano si è creata una simpatia e sintonia reciproca che però non è mai andata oltre i “mi piace”. Non abbiamo mai parlato, non ci siamo mai scritti, io non ho mai commentato e lui nemmeno. E’ un’amicizia fatta di silenzi. Tutto questo andava benissimo fino a tre mesi fa. Da circa tre mesi la sintonia che c’era si è trasformata in affetto e l’affetto in pura ossessione. Probabilmente perché i suoi mi piace sono aumentati, così come le cosiddette “love reaction” o forse perché ho scoperto nuovi lati e interessi che condivide con me. Fatto sta che da tre mesi non sono più la stessa; non c’è minuto della giornata in cui io non pensi a lui. E’ terrificante, soprattutto perché sono diventata dipendente dai suoi “mi piace”, il che rende tutto molto difficile. Sono arrivata persino a contare i giorni che separano un “mi piace” dall’altro. Sono persino gelosa delle sue amiche! Credo che la situazione sia grave. Credo che non si tratti di una semplice cotta, perché non credo sia qualcosa di passeggero. Sento un’affinità molto profonda con lui, un’affinità di anima e di pensiero. Come me, ha una natura malinconica e solitaria, che mostra anche nella scelta di libri, di musica e di passi letterari. Ama la natura, la montagna, i boschi, i luoghi solitari e silenziosi, esattamente come me. Amiamo gli stessi poeti e scrittori, gli stessi dipinti e gli stessi musicisti. Non ho mai conosciuto una persona così simile a me, è una somiglianza inquietante, irreale. Questo lo rende molto caro al mio cuore, forse perché, per la prima volta, mi sento capita, compresa.
In questo momento sono molto triste perché sono esattamente 18 giorni che non mette un “mi piace”. Il mio umore, come dicevo prima, dipende da lui e questo mi rende insicura. Non so che fare, sono totalmente inesperta e impreparata. Vorrei tanto che ci fosse un antidoto che mi faccia guarire da questa terribile malattia. Non oso nemmeno pensare alla possibilità di scrivergli, perché so per certo che non ce la farei.
Cosa mi consigliate di fare? Dovrei smettere di seguirlo? Perché ogni volta che vedo un suo post ho un tuffo al cuore. Se smettessi di seguirlo forse il sentimento si attenuerebbe. Non lo so. Ho bisogno di un consiglio.
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Categorie: - Amore e relazioni - Me stesso
Come scrivi, tu stessa hai un problema. La dipendenza da Facebook. Il fatto che tu abbia un carattere introverso, non giustifica in alcun modo il privilegiare mezzi virtuali, poichè a te non piace lui, a te piace la comodità di non entrare in relazione.
Se ti piacesse, cercheresti un contatto più diretto. Io credo, e lo riconosci anche tu stessa, che ci sia un problema; la dipendenza psicologica dai social, ha esattamente gli stessi sintomi che hai descritto tu, indipendentemente, dal tipo di relazione virtuale che si pensa di instaurare con l’altro; che di fatto è solo una proiezione della persona, ma non è la persona
L’ossessione, come la chiami tu, potrebbe dipendere dalla metafisica della distanza. Tanto per cominciare esistono delle distanze anche tra persone che si conoscono in un ambiente di studio o i lavoro. Non bisogna suggestionarsi perché è naturale sentire l’esigenza di stabilire una comunione che non si basi sulla sensualità o sulla semplice fratellanza, anche per vincere l’intimo tormento che lacera la coscienza con spontaneità, senza fissarci il pensiero. Ci sono persone legate al dogma che hanno il potere di farti sparire dal loro campo visivo. E’ una strana sensazione. Quando la vivi nell’incoscienza ti viene naturale addurre motivazioni plausibili, alcune delle quali affondano le loro radici in telenovela e affini. Figurarsi. Il punto è che io non penso mai a male.Ma in questi casi, soprattutto quando ero più giovane, mi sentivo come annichilita, tra l’altro sognavo di essere colpita, ripetutamente…
… per farmene una ragione, per tornare a vivere, trovavo le motivazioni nelle telenovela, dove c’erano personaggi che vivevano i miei stessi stati d’animo senza restare prigionieri dell’incomunicabilità. Tra le motivazioni c’erano quasi sempre le differenze sociali e la cosa non mi sembrava strana perché si trattava di persone che erano riuscite a conservare la loro agiatezza economica. Negli anni ho capito quanto mi sbagliassi perché la stessa persona riusciva a legare con grande semplicità con persone meno appariscenti e meno ricche di me. A quel punto cominci un percorso spirituale centrato sulla tua esperienza e non sul confronto di esperienze legato alla critica marxista. Tra l’altro ancora oggi mi capita d’incrociare persone che respingono la sola idea di incrociare il loro sguardo con il mio, persone che ostentano la loro superiorità reale. La tua fede comincia a crescere nella dismisura.
Fai così: digli: ciao ?
Io oggi l’ho fatto e voglio che sia così.
E se provate a incontrarvi? Puoi sfruttare un interesse che avete in comune. Ad esempio ora c’e’ la fiera del libro. Oppure puo’ esserci un qualche concerto dove andare.
Ma con i blog è lo stesso?
Ciao hai due opzioni: ti butti e gli scrivi oppure gli togli l’ amicizia. Se vuoi uscire dalla tua ossessione vie di mezzo non cé ne sono.
Se non ti butti non combinrai niente.
non si tratta di dirghi “Ti amo”, ma ciao…
con qualche argomento generico tipo il tempo…
E vedi la reazione