Ciao a tutti !Vorrei raccontarvi la mia storia e spero in qualche parere, non so dove sbattere la testa. Ho avuto una storia durata 3 mesi o poco piú con un uomo d quasi 40 anni; da subito abbiamo iniziato a sentirci regolarmente e vederci nel fine settimana quando possibile ( abitiamo a 100 km d distanza ) per impegni suoi fissati in precedenza. Durante le vacanze d pasqua ci siamo avvicinati d più e il tempo trascorso insieme è divenuto maggiore, si sentiva anche un sempre maggiore coinvolgimento. Poi a seguito di alcune rotture d scatole mie ( lo ammetto ) ha iniziato ad essere più distante fino a dirmi che non sa quel che vuole, che forse dovremmo tirare un pò il freno a mano ecc… a queste parole ìo son scesa dall’auto e non mi son neanche voltata indietro. Non ci siamo sentiti per una settimana, poi mi ha scritto per chiedermi come sto e come fosse andato l’ultimo giorno di lavoro. Ci siamo scambiati due messaggi in cui parlava del suo fine settimana impegnativo con le feste d paese e basta. Oggi nulla.
Ora io vorrei riavvicinarmi e provare a riiniziare tutto da capo, conscia delle mie rotture di scatole e motivata nel migliorarmi ( a prescindere da lui )ma ho timore di fare passi falsi, dato l’equilibrio piuttosto instabile del tutto e non so lui cosa pensi.
Come vedete la faccenda? Grazie !!!
Altre lettere che potrebbero interessarti
Categorie: - Amore e relazioni
Al posto tuo, farei finta di nulla sul fatto che sei stata inopportuna in diverse circostanze, anch’io gli scriverei per sapere come sta o, comunque con una scusa, e aspetterei una sua risposta. Se lui risponde in modo disimpegnato, resterei nel silenzio e lo lascerei stare. Se risponde raccogliendo il tuo invito a ricominciare il vostro dialogo, sarei cauta e dolce per non ferirlo, senza farmi percepire in posizione di “colpa”, e seria nel dargli ciò che può farlo stare bene, consapevole che certi atteggiamenti avuti in passato vanno evitati per evitare nuove crisi.
Non so che consiglio potrei darti, ma una cosa è certa e assodata…voi donne siete delle gran rompic….!!!!poi vi lamentate e andate a piangere e sfogarvi dalle amichette o affini che ne hanno piene le scatole di ascoltare i vostri piagnistei
A questo punto della mia vita non cerco più la giustificazione dei fenomeni fisici in ambito morale e teologico perché, sebbene la media dei miei coetanei non sembra sentire gli anni passare, io, non mi sento più giovane. Neanche mia madre capisce questa cosa qui. Dai 18 anni in poi, ogni anno che passava, mi crollava un pezzo di mondo addosso perché dentro di me ero ben consapevole del fatto che le possibilità di conoscere un uomo custodito gelosamente dalla famiglia erano molto poche. Detto questo, oggi, anche se ho smesso di riporre le mie aspettative negli incontri, considerando che non ho la vocazione alla vita religiosa e non mi sento estranea alle cose del mondo, devo trovare qualcosa in cui credere per andare avanti. Quello in cui credo dipende dalle antiche speranze, ma non si lega a nessun precetto in particolare. Come Dante continua a concepire la salita verso l’alto come un’esperienza che sfide la legge di gravità e non richiede da parte mia uno sforzo perché tutte le cose, come ricorda Beatrice, tendono a Dio per un loro istinto naturale. Di conseguenza anche se sono cattolica non riesco ad avere un punto di vista troppo rigido su tutto quello che riguarda la morale sessuale. L’importante è avere come punto di riferimento un soggetto in grado di rispondere ad un dubbio sollevato dalla ragione mediante la fede e uno capace di rispondere a un problema di fisica con una spiegazione teologica e metafisica. Il primo si rivolge all’adulto e il secondo al fanciullo.