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Lettera pubblicata il 28 Gennaio 2014. L'autore ha condiviso 4 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore hila.
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La_verità_fa_male ha scritto tutte verità da seguire alla lettera e che condivido in pieno dalla prima all’ultima. D’altra parte è quello che avevo scritto pure io in forma molto più semplice. Hila fossi in te seguirei questo consiglio. Poi ognuno è libero, giustamente, di fare della sua vita ciò che vuole.
Dedalus, abbi pazienza… Ma io mica mi offendo se Hila può pensare, ed estendeva un po’ il discorso (parlava in generale), che le persone sono chiuse, non aperte al diverso ecc. Era per farle capire come si è già incasinata lei… Sta lì, a giustificare un tizio che si ritrova dappertutto, che non la ascolta, le mette 200 euro perché LEI LO CERCHI. Lui, credi a me, era già pronto… Che bello ricevere il tuo messaggio: è quello che voleva LUI. Un tizio che non la ascolta, se ne strabatte di quello che vuole LEI, sono fidanzata, niente; ho un altro impegno, niente, se lo ritrova addosso; è a casa sua, e se lo ritrova sul pianerottolo; sta su facebook e la controlla e segue i suoi movimenti. Che altro vuoi che faccia: che la strangoli? Non lo so io… E sta lì, a trovare giustificazioni razionali: dobbiamo essere più aperti, più sensibili, più comprensivi. Solo Dio lo sa che io sono sensibile, aperta, comprensiva, Dedalus, ma lo stalkng no, i pedinamenti no, che io ho un impegno e tu mi segui no, che io sono a casa tranquilla e ti trovo sul pianerottolo, eh no. Vogliamo occuparci del diverso? Benissimo. Andiamo a fare volontariato, stiamo in situazioni “protette”. Non è facile gestire persone con PROBLEMI. Ed è presuntuoso volerlo fare se non si è in grado. E Hila è una ragazza di 24 anni, sola, in una città non sua, lontana dai genitori. C’è una bella differenza… Che essere nel proprio quartiere, coi genitori, i parenti, gli amici di sempre… O in strutture protette. E Hila già dimostra che la presenza di questa persona, in maniera così inquietante, non le rende la vita tranquilla. E poi, state lì, Asperger, oppure che cosa. Ma chi siete, medici? Che si curi, se è malato. Lei non lo conosce come qui qualcuno ha raccontato di conoscere qualcuno fin da bambino, e di avere la certezza di una non pericolosità. Ma tu ti rendi conto o no che donne o ragazze ammazzate erano addirittura o fidanzate o sposate con persone che dopo sono DIVENTATE stalker? Che cosa ne sai, tu, di questa persona, scusa? E poi, che cosa ne puoi sapere, soprattutto, di cosa può scattare nella testa di una persona con qualche problema. Magari lui è tranquillissimo… Nel SUO ambiente. Poi, riaccompagnando per la cinquantesima volta la ragazza e sapendo che lei non ha nessuno, che cosa ne sai che pretese può avere? Ok, magari è uno che non sa abbracciare e non farà violenza carnale. E se poi invece ti sa stringere il collo,con le mani, eh?
E poi, scusa, tu hai detto che hai una figlia. Bene, e tu saresti tranquillo con tua figlia che ti racconta di sto tizio che non lo vuole e se lo ritrova dappertutto, che prende informazioni su facebook di dove lei va, la segue, che se lo trova sul pianerottolo di casa? E tu, lì, bello tranquillo, che diresti a tua figlia: ma sì, è una chiara sindrome di Asperger, stai tranquilla, figlia mia, vai, esci lo stesso con lui, fai del bene… Ah, ami un altro? Gli hai detto che sei fidanzata e lui niente? Non importa: vah, esci con lui, e fai del bene. Te lo sei trovato a casa? Tranquilla: non potrebbe fare male a una mosca, garantisco io, tu esci con lui a cena,figlia mia, stai tranquilla. Ti ha messo 200 euro in una busta e ora vuole prendere una camera con te con quei soldi? Ma stai tranquilla, ragazza mia. Per cortesia, siamo seri, eh. Che io mi ricordo molto bene del caso di una ragazza (purtroppo abbastanza famoso, andò in tv), tormentata per anni dal suo ex. Lei RISPONDEVA al telefono (errore): lei credeva di controllarlo così… E invece era lei la controllata… E i genitori? Persone buonissime… Troppo buone. Il padre? Un pezzo di pane. La tristezza inconsolabile nei suoi occhi. Perché non ha saputo capire, proteggere, minacciare LUI, semmai, questo, a muso duro, a un certo punto. Finché? Finché in un crescendo questo qui non l’ha seguita, una mattina, mentre lei andava al lavoro. In auto le si è affiancato, ha fatto in modo per forza che lei accostasse e si fermasse. La fatta scendere e l’ha accoltellata a morte. Capito? Sai come si salvava quella ragazza? Visto che le autorità erano al corrente? Doveva SPARIRE per un bel po’, cambiare città, punto. Faccio paura a Hila? Bene. Meglio la paura oggi, che una escalation incontrollabile domani. Bisogna prevenire. Perché quando si è morti si è morti. Non è pericoloso questo tizio? Bene. Meglio così, no? Ma domanda: perché metterlo alla prova? A me basta che Hila credo che prima si svegliasse la mattina e pensasse a uno che amava lei, ora deve svegliarsi col pensiero (preoccupato) verso questo? Non ti dice niente questo?
Poi: hai guardato storto, una volta, un tizio che “fissava” la tua ragazza e poi invece ti eri sbagliato? E allora? E poi: forse quel signore poteva “comunicare” in modo più chiaro di come ha invece fatto, prestandosi a malintesi, no? Mica ha fatto un reato lui, e nemmeno tu. Può succedere di fraintendersi. Questo invece vuol far fare a Hila cose che non vuole fare.
Grazie Je_sois_moi
Un anno fa mi è capitato di conoscere un ragazzo un pò “strano”. Lo avevo incontrato ad una festa, abbiamo parlato soltanto per 5minuti e sono andata via.. Il giorno dopo trovo una richiesta di amicizia su fb!! Ed io proprio non me la aspettavo! Conoscendo solo il mio nome ed avendo un cognome molto difficile essendo straniera, mi sono chiesta come ha fatto!! Questo qua ha chiesto quasi tutti gli invitati per avere un mio contatto!! Comunque mi aggiunge e mi scrive cose su di me tutte vere facendo delle ricerche su internet e cose varie, sapeva addirittura il titolo della mia tesi svolta anni fa!! Io naturalmente mi arrabbio perchè non mi piacciono questi comportamenti sfacciati, mi sono sentita spiata.. Poi giorni dopo mi scrive addirittura che si sta innamorando di me!! E io lo freno parecchio e metto tanti limiti e non gli rispondo più.. Qualche mese dopo ne parliamo sempre tramite messaggi.. Sempre troppi complimenti mi chiama spesso stella e fiore e cose così.. Mi chiede di vederci anche per un solo caffè, io accetto dopo troppi rifiuti..Lui arriva alla mia città con un alito pesante da farmi girare lo stomaco..tutto il tempo ho cercato di allontanarmi e lui si avvicinava sempre più!! Dunque quello che voglio dirti è che questo ragazzo è molto simile a quello che descrivi tu ,,intelligente, gentile, troppo antipatico non piace alle ragazze ,..ha avuto solo una mezza storia con una tedesca quando era a Londra .. Tutto qui!! Troppo pesante!! Si è innamorato di me dai primi 5 minuti che mi ha vista praticamente (me l’ha detto chiaramente lui!!).. Però per fortuna non è arrivato a questi livelli solo perchè sono scappata io bloccandolo su tutto e per fortuna non abitavamo nella stessa città.. È stato un incubo anche per me credimi.. Il mio consiglio è che devi liberarti al più presto non perché è pericoloso ma perché questo tipo di atteggiamento e relazione è stressante, soffocante e per niente “equilibrata”.. Ciao buona fortuna
Hila, mi permetto di dirti di stare attenta al tuo concetto di empatia/sindrome crocerossina versus pregiudizio/paura del diverso. Di starci attenta sempre e di lavorarci su, perche’ e’ un concetto che puo’ essere pericoloso e fuorviante. Tu potresti essere anche una psicologa, una psichiatra, un operatore che tutti i giorni vive tra varie tematiche e tanto piu’ pero’ distinguere tra assistenza e vita privata e spazio vitale ecc, tanto piu’ non farti fuorviare dal buonismo e tanto piu’, per esempio, distinguere tra cio’ che e’ rispetto per la diversita’ (in generale peraltro) e cosa aprire la porta a chiunque o subire le dinamiche altrui. Mantenere alto un certo livello dj attenzione e salvaguardia in ogni caso, coi normonevrotici anche, e’ buona norma. Mi spiace ma il ragazzo potrebbe anche avere la sindrome citata, ma resto dell’idea che “90% guardando internet” sia una assurdita’. E che non basti leggere wikipedia comunque per pensare di conoscere le peculiarita’ del disturbo autistico, per pensare di saper riconoscerlo e gestirlo. Peraltro al mondo ci sono molti casi di inconsapevole (per loro e gli altri) autismo ad alta funzionalita’ e ci sono patologie, per dirla in maniera spiccia, diverse che si manifestano in comportamenti anche simili tra loro. Come credo di avere gia’ detto anche la parola “depressione” che per i non addetti ai lavori e’ una sola per mille cose non e’ un passpartout quando ci si riferisce a un individuo, la sua storia, il suo funzionamento proprio ecc. Siamo, scusate, nel paradosso: se parliamo di ‘normodotati’ gli individui sono vari e imprevedibili ecc, se ci si addentra nel parlare di una sindrome specifica l’individuo si riassume in poche righe di wikipedia. A me questo pare un pregiudizio al contrario. Non si tratta di mettere in croce nessuno, ma fare diagnosi su un certo comportamento “estremo” mettendo etichette
E pensando con cio’ di minimizzare, gestire, empatizzare correttamente ma perdendo di vista cosa sta effettivamente succedendo a me pare fuori luogo. Parlando di straordinaria sensibilita’ autoreferenziale in certi termini, quando anche il narcisismo patologico, per fare un esempio, puo’ essere altrettanto autoreferenziale, invadente, dipendente e manipolatorio. ovviamente io non so quale sia il funzionamento di questa persona, potrebbe essere anche cio’ che Dedalus sostiene come altro. Mi permetto pero’ di dire, avendo avuto a che fare con delle persone affette da problematiche, diverse, in cui dal punto di vista diagnostico e’ possibile avere delle “linee guida” per entrare in una differente percezione cognitiva e altro, che a parte che una diagnosi (e ulteriori nelle loro specificita’) non e’ una cosa da “fai da te” o “indovina chi”, comunque, lo ribadisco, ognuno e’ anche un individuo a se’, il diabetico, l’autistico, il ciclotimico, il bipolare, l’ossessivo compulsivo, l’allergico, l’asmatico, il fibromialgico e chi ha l’alluce valgo. Personalmente ci sono cose su cui sono piu’ ferrata realmente e altre meno. E mi domando, di fronte a cio’ che Hila racconta come uno possa dire guardando internet quel 90% quando guardando altro potrebbe trovare altri 90% anche a seconda del proprio filtro con cui sta leggendo. Poi magari ha l:asperger. Ma persino di fronte a una vera diagnosi sarebbe meglio non andare a guardare internet, figuriamoci il processo inverso, dal web alla diagnosi. E in un caso in cui obiettivamente il risultato e’ cmq un atteggiamento manipolatorio e di stalking. Non si tratta di drammatizzare, ma che costui sia heidi o altro Hila deve mettere dei paletti e belli grossi. Ha il diritto di farlo e non il dovere di sentirsi a disagio. Un disagio che non nasce da un suo rifiuto per la diversita’, ma dall’effettivo comportamento di una persona, qualsiasi siano le di lui motivazioni. Anche perche’ Hila non intende farsi carico di questa dipendenza che accresce in modo esponenziale. E empatia sana e’ anche autoascolto e riconoscimento dei propri limiti, sintonizzazione su se’ e l’altro, semmai, non solo sull’altro, che lo si riconosca simile o diverso e da “proteggere/salvare”. Poi se Hila ha in atto una sindrome di Stoccolma mentre lui ce l’ha di Stendhal non mi e’ dato sapere….
“Però per fortuna non è arrivato a questi livelli solo perchè sono scappata io bloccandolo su tutto e per fortuna non abitavamo nella stessa città..”.
Brava Nora. Hai fatto bene a proteggerti. E questo tuo passaggio dimostra come conta moltissimo, per risolvere il problema, che o si sia lontani geograficamente e quindi si perdano le tracce, o si debba farle sparire, le tracce (chiudendo facebook per un po’, non avendo contatti in comune, cambiando casa, se necessario).
Riguardo sempre la diversità di ognuno di noi, e anche fra “depressi”. Ma infatti. Ci sono depressi che passano dal letto alla sedia, apatici, che “non farebbero male a una mosca”, altri addirittura iperattivi, altri che allo “scoppiare” della depressione sterminano una famiglia intera (è il caso, lo scorso Natale, di un uomo che ha perso il lavoro, è entrato in depressione e ha ucciso moglie, anziana suocera e non ricordo ora se una figlia).
La “normalità” non esiste e al tempo stesso esiste eccome. E’ anche un “parametro”, una convenzione. Se in un luogo geografico è “normale” essere cannibali, va da sé che in quella comunità sarà normale mangiare carne umana.
Nella società di Occidente la “norma” mi pare diventata come minimo una “moderata nevrosi”, per dire. Direi che la normalità esiste, in quanto l’essere “centrati”, in equilibrio, con una aggressività “incanalata”, sereni ecc.
Tenendo sempre presente che l’equiibrio (umano) è del tutto precario. La presunzione viene infatti dal pensare: ok, sono normale, ho tutto sotto controllo, a me non succederà, quel tizio è “malato”, ma io no, sono solo sensibile, comprensiva eccetera.
No.
Mettete un “normale” in un campo di concentramento, e vedrete.
Mettete una persona “normalissima” e “pacifica”, in un ambiente di poche stanze, con soprusi, violenze, messaggi del tipo: fai così anche tu, altrimenti morirai.
E vedrete, quell’essere umano “normalissimo”, che cosa farà (diventerà).
Care Verità e Luna, l’esempio dell’anziano signore voleva dimostrare come applichiamo degli strereotipi semiotici (scusa la parolona) all’interpretazione di certe situazioni relazionali. Stereotipi che riguardano un preciso metodo di comunicazione usato tra gli interlocutori, che NORMALMENTE usano gli stessi parametri culturali, dando a certi gesti un significato collaudato dall’esperienza.
Se in Giappone ti soffi il naso in pubblico diventa un gesto sconveniente da quelle parti, mentre loro mangiano i noodles col risucchio che è sconveniente dalle nostre parti. Capito l’esempio?
Il rischio di un risvolto negativo in una relazione, è sempre presente se la vogliamo mettere in questi termini, (stalker e violenti di solito erano insospettabili prima di diventarlo) ma in una come quella di cui stiamo parlando è talmente chiara l’ingenuità, o il candore, che dir si voglia, del personaggio che gli elementi della sindrome risultano evidenti, proprio dall’incongruenza dei suoi comportamenti letti attraverso la semiotica cui siamo abituati NORMALMENTE. Un marpione non tira in ballo i genitori quando vuol rimorchiare una donna.
C’è un bel libro di Desmond Morris che si chiama “L’uomo e i suoi gesti. L’osservazione del comportamento umano” dove si tratta in maniera interessante dei linguaggi corporei che usiamo in privato o in pubblico, che chiaramente sono differenti. Quello che è accettato nelle relazioni private non lo è in quelle pubbliche e può creare sconcerto in chi le osserva.
Questo ragazzo ha una espressione empatica che pare non fare differenza tra le due realtà, creando lo sconcerto di cui Hila si preoccupa. Ma la stessa non può fare a meno di notare che quel giovane ha qualcosa che non corrisponde con certi pericoli che vengono paventati, appunto. Il suo problema sono le attenzioni soffocanti e non che venga strozzata, mi pare.
Certo che come padte mi preoccuperei d’acchitto, ma valutando razionalmente la situazione, nel momento in cui mia figlia dimostrasse di non voler dar corso alla cosa, le farei applicare, con pazienza, il metodo soft di “uscita” di cui accennavo.
Con un uscita di quel genere gli eventuali pericoli sarebbero comunque ragionevolmente monitorati.
Non creiamo a Hila scenari catastrofici più di quanto lei non ne abbia percepito.
P.S. Ho citato Wikipedia per far conoscere a Hila la sintomatologia dell’Asperger, ed eventualmente confrontarla con le azioni del suo amico, non per documentarmi della cosa e fare una diagnosi in contumacia
ma basta, state ancora qui a dibattere, non ci credo! Hila, te l’ho già detto e anche altri lo dicono, chiudi ogni contatto, punto. non c’è altro da fare né da dirgli. non parlargli, non salutarlo, non rispondergli, non accettare passaggi, scansati se lo vedi, chiudi una volta per tutte e anzi digli soltanto di smettere di cercarti, ma poi coerente, eh! devi tenerti lontana, non che fai che 100 inviti non li accetti e poi uno sì, questa non è coerenza!
pure uno normale (sempre ipotizzando che sto tizio sia davvero malato, cosa tutta da dimostrare, eh) non capirebbe nulla del tuo comportamento contraddittorio! basta, scegli una strada e che sia una e chiara. ciao
Dedalus, mi perdonerai se non starò più granché a replicare, in quanto penso di essere già intervenuta abbondantemente. Mi pare che tu abbia un qualche piacere nel “teorizzare”: ma sulla pelle di un’altra persona però. Questa, scusami, la mia sensazione, che mi porta anche a dubitare, e scusami di nuovo, della tua REALE conoscenza di un certo tipo di problemi, in quanto continui, secondo me, a sminuire, o “sdrammatizzare”, un problema, che potrebbe essere (potenzialmente) serio. Probabilmente non sei stato mai vittima di stalking, o non ti sei mai informato del problema, o non hai avuto reale conoscenza di persone vittime di stalking: che ti assicuro, come Nora più sopra, fatta l’ESPERIENZA, stanno molto ma molto attente. PREVENENDO. Ai PRIMI segnali di un certo tipo. Con assoluto MENEFREGHISMO, mettiamola così, quanto a “dar dispiaceri” a sconosciuti, e con ASTUZIA (di non dire DIRETTAMENTE alla persona che non ci piace, ci fa schifo, ci dà fastidio ecc.: pena lo scatenare reazioni imprevedibili). D’altra parte, solo un ingenuo o un inesperto non lo sa: un manipolatore, e uno stalker, *è* ASTUTO. La cosa dei 200 euro nella busta *è* un’astuzia. Lui SAPEVA che lei lo avrebbe contattato PER QUELLO. E ha subito DISTORTO il cercarlo di Hila.
Lo stalking – per me: sia chiaro – è “controllare” una persona, creando alla “vittima” problemi notevoli. Questi problemi possono essere di natura solo emotiva e psicologica: non mi sento più tranquilla, mi sento il fiato sul collo, mi sento braccata, e lo sono, in effetti, oggettivamente (per quanto cerco di giustificare, spiegare razionalmente, sminuire…), fino ad arrivare a un controllo totale della persona e a poter sfociare in una violenza (per sua natura “incontrollata”). Un “crescendo” è tipico: se ci sono le condizioni e si ci sono le possibilità (quindi con il contribuito, anche incosciente, inconsapevole, della “vittima”). Direi che se riesci a svignartela, al più presto, stoppandoti alla fase “emotiva e psicologica”, facendo IN CONCRETO perdere le tue tracce, te la sei cavata: evitando l’escalation, che certo non vorrai stare a guardare fino a dove possa arrivare. Poi se anche Hila vuole fare una specie di “esprimento” con questo tizio, non so per quale ragione (ragioni da crocerossina, pseudo-volontariato, opere di bene, prove di forza e fiducia in lei stessa, specie di cure di “malati” che lei vuole diagnosticare eccetera) e ciò sulla sua pelle, a un certo punto per me è liberissima di farlo. Punto.