Ma dai, va bene cosi cari amici, io ho vissuto all’estero per tredici anni come emigrante e vi assicuro che la italianità è ben vista se non addirittura invidiata da altri sistemi di vita.
Per il comportamento degli italiani che vanno all’estero sia come turisti che per lavoro non è ne più ne meno come quello degli altri con delle eccezzioni colorite che fanno simpatia e tenerezza, ESSERE ITALIANI E’ BELLO !
VI VOGLIO UN MONDO DI BENE.
Spiritualmente,
Giovanni Ioannoni
Lettera pubblicata il 4 Marzo 2006. L'autore ha condiviso 3 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore viadelpensiero.
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Categorie: - Attualità
è bello vedere dell’ottimismo ogni tanto e non vorrei apparire polemico, ma solo realista: io vado fiero di S. Benedetto, di S. Francesco, di Celestino V, di Dante Alighieri, del Caravaggio, di M. Buonarroti, di A. Manzoni, del mio lontano collaterale Marconi, di Carlo Alberto, di Mazzini, dei F.lli Bandiera e potrei fare qualche altro nome, ma sarei costretto a fermarmi alla morte di Matteotti, da dove la lista bianca si rarefà sempre di più e quella nera si arricchisce sempre di più.
un paese non può essere guardato con il suo pur encomiabile ottimismo quando i soldi delle tasse fanno una fine certa nelle tasche di pochi e lo Stato non assolve le funzioni di garanzia di sicurezza sociale e giustizia per le quali soltanto ha un senso.
a parità di condizioni di principio, altra gente, con un poco più di dignità e di buon senso, ha fatto delle rivoluzioni.
A dire il vero, e a non voler fare polemica, si può vedere come anche il realismo sia relativo:
di Matteotti ne sono morti tanti e ancora ne moriranno, con idee anche migliori di lui.
Dividere tutto per colori (bianco, ma sopratutto rosso e nero), anche questo palesa troppa relatività.
E’ tangibile però che essere italiani ed orgogliosi di ciò è quanto meno un diritto, specie se non lo si può far diventare un dovere e si continua a preferire il classico nichilismo.
Se gli stereotipi di chi considera la nostra cultura e il nostro modo di vivere ci accomunano tutti alla mafia, al menefreghismo, alla corruzione, alla maleducazione, non chiudiamoci come di consueto nell’autocommiserazione, basta guardarci attorno per vedere in altre culture (perchè basta guardare aldilà delle alpi per trovarne altre, non sono nostri “cugini” i francesi, vivono diversamente e diversamente guardano il mondo) esempi ben tollerati di tutto quello che gli altri imputano a noi, sia a livello personale che interpersonale, per non parlare dei “massimi sistemi”.
Non è comunque “mal comune mezzo gaudio” la riflessione che suscita questa vista (per chi vuole vedere): cerchiamo di essere fieri di ciò che coloro che sono passati prima di noi hanno creato, cerchiamo di dividere il buono dal cattivo che alcuni cercano di vedere ad ogni costo e in ogni luogo, con un pizzico di orgoglio potremmo continuare a far crescere ciò che abbiamo ottenuto con intelligenza e sacrificio, dove i nostri detrattori si sono serviti di prepotenza e sotterfugi.
Se poi ci riconoscono quello che effettivamente credo che sia evidente, cioè che l’italianità sia da apprezzare, evviva.
in altre parole, anche se i soldi delle tasse vanno in tasca di pochi e lo Stato non assolve le funzioni per le quali esiste, contentiamoci dei complimenti per l’ “italianità” e di analizzare i morti migliori di Matteotti!
davvero “polemica” è un concetto più relativo di “realismo”!
Davvero la relatività è uguale per tutti…
Peccato che non si può,
sarebbe stato bello avere uno sfondo con la pizza e il vesuvio e un commento musicale di mandolini…
… e magari un’altra dose!