Avrei piacere di conoscere le sensazioni provate al momento del distacco da separazione da chi ha vissuto questa esperienza con e senza figli, dal punto di vista femminile e maschile, di chi ha lasciato e da chi è stato lasciato. Se si è provato dolore, contentezza, dispiacere, forme di ripensamento, paura e quant’altro possa essere un utile consiglio. Grazie.
Lettera pubblicata il 15 Marzo 2012. L'autore ha condiviso 10 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore ottobreb.
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Categorie: - Famiglia
dunque…nell’ordine:
– dispiacere, anzi più che dispiacere grande delusione
– rabbia
– no contact, necessario per sbollire la rabbia e riordinare le idee
– pesatura mentale di tutto, dubbio sulle colpe dell’uno e dell’altro, un 50 e 50%…sul fatto che si poteva evitare di arrivare a questo punto tagliando la storia molto prima anche da parte mia, evitando di lasciar perdere qualche comportamento
– rassegnazione-accettazione del fatto che il rapporto ormai è rovinato e irrecuperabile
– distacco imposto a me stessa con forzatura, e latente voglia di rivedere la persona faccia a faccia per chiarire alcune cose
– distacco ormai accettato con serenità, e diminuizione della voglia di rivedere la persona
– priorità all’egoismo e occupazione del tempo con vari interessi messi da parte per far contento l’altro
– graduale dimenticanza, e perdita di importanza della persona ai miei occhi in quanto più vista ne sentita (o sentita molto poco)
– ritorno allo status di semplici conoscenti senza implicazioni sentimentali, sparizione totale della rabbia, ridimensionamento dell’importanza della persona nella propria vita
così in genere va per me, non so per gli altri
e per separazione non intendo divorzio perchè io non mi sono mai sposata e chissà se lo sarò mai co sti chiari di luna qua
la cosa è graduale, ci vogliono mesi, forse anche un anno non è facile per me allontanarmi dai miei sentimenti verso l’altro: ma arrivati all’ultimo punto non si torna indietro. Ormai la persona è andata definitivamente in disgrazia.
Ciao Isolo
Molto schematica e razionale la risposta di Silvana (perdonami è solo un punto di vista). In teoria quello che lei ti dice corrisponde alla realtà. Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. Dipende da come si è vissuto il rapporto. Se è stato un rapporto fatto di compromessi e di rimunce o è stato un rapporto vissuto pienamente e intensamente. Se ci si è amati davvero o l’amore è andato scemando nel tempo. Ma soprattutto se si è amato davvero o no. Più facile applicare le regole dettate da Silvana quando ci si è tirati per anni piatti in testa o esistevano continui litigi. Molto più difficili quando il rapporto è stato vissuto in armonia. Si perchè i rapporti possono terminare per tanti motivi. A volte inspiegabili. A volte sono più dolorose le seprazioni senza figli che quelle con i figli. Nel senso che da quelle con i figli è di primaria importanza la separazione dai figli. E quindi la separazione dalla moglie o marito è secondaria. Quella senza figli pressuppone l’amore solo tra due persone. L’amore di coppia quello vero, quello che ci fa innamorare. I figli checchè se ne dica sono una conseguenza. Una integrazione al rapporto. Il “contratto” è stipulato tra due persone. I figli in fondo sono clausole successive. Se non c’è Amore Vero tra la coppia non si dovrebbero mettere al mondo dei figli ai mio parere.
In teoria è tutto semplice, matematico: no contact, altri interessi, dimenticanza dell’altro/a. Sembra semplice. Che ci vuole a fare una chitarra ? Sei corde.
Insomma Isolo non è semplice. E come tutte le cose bisogna trovarcisi. Ognuno reagisce con il proprio carattere e a seconda di quanto intenso, vero e puro è stato il rapporto.
E’ un mio parere, credo poco contestabile
Ciao a te e a Silvana (scambio di vedute con te non prendere la cosa come offesa)
Non preoccuparti K2, non mi sono offesa anzi son d’accordo come te sul fatto che prima di fare un figlio bisogna esser sicuri che ci sia amore vero prima di fare un figlio. Cosa che non tutti capiscono. C’è gente che scarica sui figli il ruolo di collante della coppia e questo non va bene. O la coppia sta in piedi anche da sola, oppure meglio non far del male anche a terze persone innocenti oltre a se stessi.
Per me, l’unica parola in grado di definire l’infinito dolore che mi hanno fatto provare le sette donne che mi hanno lasciato (mia moglie compresa) è questa: “Inferno”.
E a tutti i cuori infranti come me di questo blog, nel 2007, dedicai anche una canzone intitolata “Col cuore infranto”, e della quale non ho mai pubblicato il testo, ma prossimamente lo farò!