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Esiste ancora qualcosa di autentico?

di stargate

Ciao a tutti. Questa sera ho letto moltissimi post, tra i quali anche alcuni miei molto vecchi che ho scritto utilizzando un altrettanto vecchio nickname. Mi sono fermato a riflettere su una domanda che continua ad affollare i miei pensieri e che titola questo post: che cosa è rimasto di autentico nel modo di vivere di questo Tempo? Ho riletto tanti vostri commenti e riflessioni e molto spesso, tra le righe, ho percepito una immensa sensibilità e profondità. Ma allora perché mi sembra di vivere in un mondo in cui a dominare sia solo la superficialità? Perché così tante volte mi sembra che le persone nella “vita reale” siano manovrate da indifferenza, bramosia di beni materiali inutili ed effimeri e da un vuoto devastante? Perché siamo arrivati al paradosso in cui, per trovare qualcuno che sia davvero disposto ad ascoltare e a comprendere un’altra persona, si debba scrivere una lettera in questo sito (che per fortuna esiste)? Io non sono mai stato una persona particolarmente estroversa e difficilmente mi apro davvero ma ho sempre più l’impressione di vivere una vita tra gli alieni, in un mondo in cui vengono tollerati solamente determinati tipi di “modus vivendi” ai quali è d’obbligo l’omologazione, pena l’essere considerati devianti, poco interessanti. Non esiste più la volontà di andare incontro all’altro per capire ciò che sta in fondo alla sua anima ma esiste la volontà di avvicinare solo chi si omologa alla “venerazione del superfluo” e di tutto quello che può essere consumato. Ma dov’è finita la sensibilità, l’avvicinarsi all’altro in punta di piedi, il rispetto e la dolcezza? Nella vita vera questo non si trova ma dovrà pur esistere….tanti di voi (noi) ne sono la testimonianza. Il fatto è che probabilmente ci siamo rassegnati; rassegnati alla convinzione di non essere più nel Tempo in cui ci è concesso mostrare le nostre debolezze. Debolezze che in realtà sono delle immense virtù, se le paragoniamo al vuoto della Massa che affolla il mondo. Qualche giorno fa guardavo dei vecchi film in bianco e nero. Quanto diversa e quanto autentica era la vita 50 o 60 anni fa. E quante volte mi trovo a desiderare di svegliarmi la mattina in un mondo così, ormai estinto e completamente dimenticato: un’esistenza in cui non servivano i social network o whattsapp per avere qualcosa da dire. Ora non esiste comunicazione ma solo voyeurismo mediatico senza il minimo rispetto per la propria dignità e quella altrui. Spero almeno qui di incontrare molte di quelle “sensibilità nascoste” in cui non sembra esserci spazio fuori. Un saluto a tutti.

Lettera pubblicata il 21 Agosto 2014. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Me stesso - Riflessioni

La lettera ha ricevuto finora 6 commenti

  1. 1
    roberto -

    Questa domanda me la pongo anche io da tempo e come te mi rifiuto di credere che sia tutto qui. Purtroppo nel paese in cui vivo devo dire che mi sn anche abbastanza rassegnato all’ idea. Però a volte credo che il problema sia io. Forse pecco di presunzione a credere di essere io quello diverso, speciale. Forse é colpa della tecnologia o della tv, ma la sostanza delle cose va oltre il monitor. Quello che mi spaventa di piu sono proprio la vacuità degli argomenti, il bisogno di mostrare più che essere. Prima dei social la gente andava a mare faceva le foto per rivederle qualche anno dopo e avere un ricordo di quella esperienza piacevole. Adesso sembra che la gente voglia ostentare e l’ idea di foto cm ricordo passa in secondo piano e questo nn lo sopporto. Vorrei tanto poterti dare una risposta valida, ma in questo momento storico della mia vita non sono più sicuro di niente. Forse bisognerebbe solo conoscere meglio se stessi per accettare gli altri e risolvere le nostre perplessità.

  2. 2
    Habiba -

    Ciao, apprezzo moltissimo la tua riflessione e la condivido al 100%, apparentemente tutti sono a fare selfie e amicizie virtuali di poche righe e poi si scopre invece grande sensibilità e fame di realtà dietro a questo. Secondo me bisognerebbe avere coraggio di se stessi anche quando si percepisce la propria diversità. Io ho scelto di non avere facebook, whatsapp ecc… preferisco una mail o una bacheca come questa dove al posto dei pochi caratteri spezzati, le persone sono libere di scrivere a lungo e chiedere consigli, senza doversi mostrare per forza smaglianti e luminosi. Si, bisogna mantenere la propria personalità e accettare le proprie complessità. Io ne ho milioni e ne faccio la mia cifra. Non senza un pò di nostalgia, infatti ripenso alla mia prima storia d’amore, che non è cento anni fa ma venti anni fa, non avevamo il cellulare e c’erano i telefoni a gettoni…comunque ti posso garantire che ho una vita intensa di relazioni e so ancora godermi un raggio di sole che buca le nuvole senza subito cacciar fuori lo smartphone. A volte le mie amiche mi dicono “fai bene”, qualcuna è cascata anche nel vortice della dipendenza da facebook e dalle chat erotiche. Il mio compagno, non sto scherzando, a malapena sa scrivere con la penna, figurati col computer, il suo unico biglietto d’amore, scritto con grafia incerta, fuori dalla riga, con le cancellazioni, mezzo maiuscolo e mezzo minuscolo é la cosa più cara che ho.
    E comunque prendiamo il buono che certi mezzi di comunicazione ci offrono, ad esempio questi scambi di idee tutt’altro che superficiali.
    Un abbraccio sincero.

  3. 3
    Phil95 -

    Io proporrei anche un’altra questione: non riesco proprio a capire perché gente con la quale si ha avuto un rapporto d’amicizia anche per un periodo lungo non si faccia più sentire dall’oggi al domani. Se devo essere sincero, ormai ho smesso di chiedermelo perché non ne vale la pena. Ormai ho anche smesso di farmi sentire per chiedere come va o se ci si può vedere. La gente è semplicemente strana e non vale la pena perdere tempo dietro a loro. Ritengo si possa vivere bene anche in solitudine se si è in grado di gestirla bene.

    Un sacco di gente mi domanda: “Sei su Facebook?”. Risposta: “Non so neanche cosa sia”. Anche io, come molti al giorno d’oggi, posseggo uno smartphone ma non lo uso affatto; non sento il bisogno di fare il “figo” tirandolo fuori ogni due secondi a tavola per non parlare con gli altri.

    L’essere autentici risiede, secondo me, anche nella capacità di comunicare che ormai è quasi del tutto scomparsa. Stranamente concordo con la tua visione di una vita migliore un bel po’ di tempo fa!

  4. 4
    Estraneo76 -

    Concordo pienamente… in particolare, odio o forse mi fanno pena, le persone che di fronte ad un qualunque evento speciale pensano al autoscatto anzichè goderselo con i propri occhi e stamparlo indelebilmente nella propria memoria. Mai lo guardano direttamente ma sempre attraverso uno schermo. Mah!!??

  5. 5
    Haillemax -

    Ti propongo una piccola riflessione che magari ti potrebbe far sentire un po’ più ottimista: perché pensi che la gente superficiale, quella che dalle tue parole sembra popolare l’intero mondo, si chiama “superficiale”? Non è solo un fatto di anima, di valori… La gente superficiale è tale proprio perché si trova in superficie, ovvero è quella che tutti vedono, in quanto bramosa di fama e notorietà. Hai detto che qualcuno di profondo deve pur esistere, ed è vero, altrimenti questo sito chi lo avrebbe creato? Chi sarà mai il fantomatico Direttore? Ma è anche logico che se esiste gente profonda, chi la vuole trovare non può accontentarsi di sorvolare il mondo dall’alto e giudicarlo dalla superficie… Pensa metaforicamente al mondo come un oceano: finché ti limiti a navigare sulla superficie, non potrai mai ammirare da vicino le meraviglie sottomarine, i coralli, i pesci… al massimo potrai sentirne parlare, ma non le vedrai! Per trovare le cose profonde devi andare in profondità, devi immergerti in quell’oceano anche se ora che lo vedi da sopra credi essere solo pieno di onde monotone. C’è una canzone dei Pixies che dice “Way out in the water, see it swimming” ovvero “La via d’uscita nell’acqua, trovala nuotando”. Non credere di essere al di sopra di quel mare… prendi coscienza di trovartici in mezzo e avrai già fatto il primo passo. Poi sarai capace di esplorarlo anche sotto la superficie e le creature profonde che lo popolano verranno fuori da sole. Fidati, non è una predica misticista, è solo una metafora per farti capire che è logico che la gente che vedi se ti limiti a guardarti intorno è quella più superficiale; per trovare persone profonde devi indagare, perché ciò che le rende profonde è proprio il non voler essere superficiali!
    Spero di averti aiutato.

  6. 6
    stargate -

    Grazie a tutti per le riflessioni che avete lasciato!
    @ Haillemax, si hai ragione; la metafora spiega molto bene quello che intendevi dire. È un mare dentro cui bisogna nuotare per capire cosa nasconde. Il fatto è che e’ proprio questa “superficialità” che spesso ci (mi) inibisce ad andare più in profondità. Però è innegabile che il buono esiste altrimenti, come giustamente dicevi tu, questo sito chi lo avrebbe fatto? Purtroppo ci si abitua a essere cinici e, parlo sempre per me, si comincia a credere di essere dei disadattati solo perché riesce difficile riconoscersi in tutti quei valori di “superficie” che bisogna affrontare x riuscire a trovare qualcosa di più “profondo”.
    Comunque, ti ringrazio e vi ringrazio per la
    risposta!!!

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